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Autore: Chelinde    28/01/2016    1 recensioni
Dal testo:
"Il suo quaderno è scomparso, ancora.
Castiel vuole davvero bene al suo amico, gli è davvero molto legato, è una delle poche persone, per la quale, sente davvero un istinto di protezione.
Beh, non sempre.
Infatti quando quel ragazzo perde il suo stramaledettissimo quaderno, quell’istinto, svanisce come per incanto, lasciando posto al potente desiderio di strangolarlo."
Oneshot che parla dell'amicizia tra il rosso scorbutico ed il giovane dimenticone dagli occhi bicromati
Genere: Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Lysandro
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Legame'
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Taccuino

Il suo quaderno è scomparso, ancora.
Castiel vuole davvero bene al suo amico, gli è davvero molto legato, è una delle poche persone, per la quale, sente davvero un istinto di protezione.
Beh, non sempre.
Infatti quando quel ragazzo perde il suo stramaledettissimo quaderno, quell’istinto, svanisce come per incanto, lasciando posto al potente desiderio di strangolarlo.
Sta cercando quel block-notes da ore. ORE! Ancora però niente.
Casa del rosso è grande, e lui ne va fiero, significa che fa una bella vita. Inoltre ha sempre reputato uno spazio grande meglio di uno piccolo, gli piace casa sua.
Gli piace finché non invita il suo migliore amico.
Migliore amico con il quale suona per svago.
Migliore amico che ha una voce talmente bella da sembrare un angelo.
Migliore amico che scrive canzoni stupende.
Migliore amico che scrive canzoni stupende, sì, ma su un blocchetto per appunti.
Migliore amico che sì scrive canzoni stupende su un blocchetto per appunti, ma che anche lo perde: SEMPRE.
Questa cosa gli sta dando, seriamente, sui nervi.
Non tanto per il quaderno magicamente volatilizzato, quanto perché ogni volta è costretto anche lui ad unirsi alla ricerca, che va, inevitabilmente, avanti per ore. Ciò comporta anche il non potersi fare gli affaracci propri suonando la chitarra, o anche inveendo contro la TV, che non manda mai niente di decente.
Invece no.
Non può fare ciò.
Non può distendersi sul divano a bere bibite.
Non può andarsi a rifare la tintura, adesso che la ricrescita nera, si fa sempre più visibile.
Si chiede cosa ci sia, che gli impedisca di guardare il suo amico negli occhi bicromatici, e mandarlo al diavolo.
Come hanno fatto ha diventare amici è un mistero.
O meglio: il giorno lo ricorda bene, anche fin troppo, ma come sono arrivati a questo punto, è a lui oscuro.
Si conoscono da circa quattro anni, o tre e qualcosa. Non è mai stato bravo con le date.
Ad ogni modo suonava la sua chitarra in un angolo di un parco dove ci andava sempre meno gente. Quando era bambino vi si recava spesso con i suoi genitori, ma il comune aveva smesso all’improvviso di curarlo, l’erba era cresciuta ed i giochi si erano rotti ed arrugginiti. Ogni tanto qualche vicino ci passava col tagliaerba, così da donargli un’aria quanto meno decente alla vista.
I bambini però non ci andavano più.
I giochi certo non erano sicuri, ed i genitori, dalla loro parte, non volevano rischiare la vita dei loro preziosi pargoletti.
Tanto meglio per lui.
Era diventato il luogo dove si recava per provare con la sua amata chitarra. Ancora non era molto bravo, aveva tanto da imparare, tuttavia l’impegno che metteva con quello strumento, non lo metteva in nient’altro al mondo.
Si concentrava, studiava, si preparava, si arrabbiava anche, se non gli riusciva qualcosa.
I suoi genitori ogni tanto gli dicevano che, l’impegno della chitarra, avrebbe dovuto metterlo, almeno in parte, anche nello studio. Lui però non li prendeva mai sul serio, e loro comunque non lo avevano mai punito per i brutti risultati.
Vi andava quasi tutti i giorni in quel parco. Lontano da casa poteva provare tranquillo, senza che sua madre o suo padre si infilassero in camera sua per fargli i complimenti. Era una cosa che odiava profondamente.
All’ennesima volta che sbagliava la stessa nota emise un grugnito di disperazione.
Quella parte gli era ostica da un po’, non riusciva proprio a farla bene.
“Scusi se intervengo,” una voce lo bloccò, “ma mi permetta di darle un consiglio: la musica dovreste sentirla, non limitarvi a riprodurla e basta”.
Se uno sguardo avesse potuto uccidere, lui in questo momento sarebbe stato senza migliore amico, tuttavia alla vista di CHI gli si presentava davanti scoppiò a ridere. “E tu chi saresti scusa? Mozart a giudicare da quei vestiti”.
Il giovane davanti a lui vestiva secondo la moda di un’epoca a lui sconosciuta, i capelli erano bianchi e le punte nere, se ne stava in piedi in posizione perfettamente eretta. L’espressione di un uomo d’altri tempi.
Lo sguardo interrogativo che gli rivolse, fece aumentare la sua risata.
“No, mi chiamo Lysandre” gli rispose tranquillamente, pareva aver preso la sua domanda seriamente. “Mozart oramai è morto da qualche decennio”.
Si chiese se non avesse sbattuto la testa, o se quel tipo, davvero, venisse dal passato. Una cosa era certa: Non aveva tutte le rotelle al proprio posto.
“Beh Mozart”, ignorò bellamente il nome reale del ragazzo. “Non so se tu realmente ci capisci qualcosa di musica, ma non ho intenzione di prendere ordini da uno che si veste … beh così”.
Si alzò dalla panchina dove era solito studiare, ripose chitarra e spartiti al proprio posto, chiuse la custodia e se ne andò con un vago cenno della mano.
“Prima di andartene, non è che ha visto il mio quaderno?”.
“No, e non mi interessa ciao”.
Rise a casa per quasi tutto il giorno, ripensando a quel ragazzo assurdo.
Il suo consiglio però, sembrava marcatogli a fuoco nella mente.
La musica che studiava era quella semplice, da principianti, non gli piaceva, forse per questo anche quei pezzi che suonava alla perfezione, gli sembravano incredibilmente vuoti. Sentiva constantemente, che mancava qualcosa, ma non riusciva a capire cosa.
Infine ci era arrivato.
Mancava l’anima a quella musica. Le note erano perfette, ma vuote, perché lui, non vi trasmetteva alcuna emozione all’interno.
Il suo intero piano di studio della chitarra, venne mutato radicalmente. Migliorò ad una velocità impressionante, iniziando a suonare brani di genere rock, prima il più leggero, per poi andare ad aumentare gradualmente.
Non avrebbe mai ammesso, neanche a sé stesso, che tutto quello dipendeva dal consiglio, di quel ragazzo vestito strambo.
Non era andato più al parco per mesi da dopo quell’incontro. Si era quasi abituato alle entrate a sorpresa dei suoi genitori, per fargli i complimenti, anche se ancora continuavano ad infastidirlo e non poco.
Un giorno comunque si era deciso: Era tornato al suo parco.
Da quando era lì si guardava costantemente intorno, come alla ricerca dello strano ragazzo dagli occhi bicolori: Forse il motivo per il quale non vi era più andato, era che voleva dimostrare a lui di essere migliorato, nonostante certo il motivo di tale miglioramento, non fosse stato il suo consiglio! Non fosse mai stato che si fosse saputo che Castiel, aveva seguito il consiglio di uno strambo, incontrato a caso.
Non seppe per quanto suonò, ma il tempo parve passare incredibilmente veloce. Di Mozart, neanche l’ombra.
Dopo un altro po’ di tempo però una voce arrivò effettivamente alle sue spalle. Aveva appena finito di suonare il suo brano preferito.
“Direi che è migliorato molto”.
Lo riconobbe subito, si voltò ad osservarlo col sopracciglio alzato.
“Credo che questo stile di musica le si addica molto di più”.
La risposta fu un semplice grugnito, no, non gli avrebbe mai detto che aveva ragione. Che quell’enorme salto di qualità era dovuto a lui.
“Ad ogni modo”, continuò il ragazzo sentendo il silenzio prolungarsi. “Non è che ha visto il mio quaderno?”.
Lysandre non era cambiato in quegli anni. Per niente.
Quella consapevolezza fece nascere un lieve sorriso sulle labbra del rosso.
Espressione che gli morì immediatamente quando, chinatosi per guardare sotto il divano, vide tutta la sporcizia accumulatasi. Avrebbe dovuto pulire.
“Castiel? Che stai facendo?”.
Quella voce lo sorprese, alzando la testa di scatto urtò il divano. Non si premurò di sopprimere un’imprecazione che gli uscì dalle labbra, e fece incurvare le sopracciglia all’amico.
“Sto cercando il tuo dannatissimo quaderno Lys!”.
Glielo urlò quasi in faccia, ancora rintontito dalla botta, l’altro lo guardò sorpreso.
“Il quaderno? Ma io l’ho trovato una decina di minuti fa”.
Quella risposta ebbe l’effetto di stupire il rosso.
“E perché non me lo hai detto?”.
“Forse me ne sono scordato”.
… forse se ne era scordato il giovane Mozart … mentre lui cercava ovunque quel dannato coso, lui si era scordato di dirgli, che lo aveva ritrovato.
Lo avrebbe ucciso.
Oh sì che lo avrebbe fatto.
Lo avrebbe strangolato con le sue mani, ed avrebbe raggiunto Mozart in una fossa comune. Assieme a quello stramaledettissimo quaderno dei suoi stivali!


N.D.A.:
Beene, sono tornata (^_^)/ anche se non frega a nessuno ma vabbeh
Intanto, questa storia fa parte della serie: "Legami", e così, do finalmente vita alla mia prima serie! *w*
Questa Oneshot è nata sfigata, e lo dico con cognizione di causa. Intanto è pronta dall'inizio del mese, ma, l'avevo persa. No, non sto scherzando ... inizio ad avere talmente tanti documenti, e forgli di Word, che non ci capisco più nulla ç_ç e questa, assieme all'altra storia "La nostra foto" erano andate perdute, finché un bel giorno, mi sono rotta le scatole ed ho aperto TUTTE le cartelle, e TUTTI i file, ritrovandola, me felice :')  L'ho quindi corretta e per vostra sfortuna, l'ho pubblicata <3 sì, lo so che siete tanto felici U_U
Voi a questo punto mi chiederete: "Ma questa fic, dove vuole andare a parare"
ed io vi risponderò: "Da nessuna parte care"
ed è vero xD , la sua esistenza è giustificata dal mio improvviso desiderio, di scrivere qualcosa di diverso, dal tipo di storie presenti in questo fandom.
Voglio analizzare, invece delle love story, altri tipi di legame. Amicizia, tra fratelli, di odio, insomma, qualunque cosa mi venga in mente. Lo stile delle fic, credo sarà più o meno sempre questo, ovvero raccontare tramite ricordi. Anche se può ovviamente variare, a seconda della mia ispirazione.
La prossima che pubblicherò credo sarà su Iris e suo fratello ^^
Detto questo, mi auguro che la storia vi sia piaciuta, e vi invito a lasciarmi una recensione :) 
Una volta, da qualche parte ho letto una cosa del genere (non ricordo dove, I'm sorry ç_ç), ed ho intenzione di riscrivervela <3
"Scrivere una recensione non ha mai ucciso nessuno. Non scrivere nessuna recensione, ha ucciso tante storie"
Detto questo, un bacione dalla Cina,
Chelinde
 
  
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