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Autore: observer90    30/01/2016    0 recensioni
Dal testo: "I miei occhi ti scorgono mentre ti dirigi verso la cassa, con una quantità notevole di vestiti sottobraccio. Sorrido, pensando a quanto ti piaccia uscire a fare spese con le amiche anche se, in fondo, loro comprano più cose di quante ne compri tu. Ma non mi importa, mi piace tutto di te, compreso il tuo bisogno quasi “vitale” di fare compere."
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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I don’t know how to love you
Mary, un nome così semplice eppure così importante per me, così pieno di significato e di luce al solo pronunciarlo; un nome all’apparenza talmente insignificante da non destare alcun sospetto. Ti guardo contro la fredda vetrina di un negozio di abbigliamento, lo stesso in cui ti ho vista per la prima volta. Sei così bella, con quei tuoi capelli rossi visibili anche a chilometri di distanza e che ti contraddistinguono tra le migliaia di altre Mary esistenti al mondo. Giri per il negozio sfiorando appena con le dita tutti i vestiti che i tuoi occhi color smeraldo riescono a catturare prima che la tua amica ti trascini per un braccio nel prossimo camerino. Ti guardo e la lingua mi si blocca, i piedi si fissano al suolo come inchiodati e il cuore va sempre più veloce man mano che ti sfioro con lo sguardo, in attesa che possa incrociarsi con il tuo, verde come le foglie degli alberi in primavera, come l’erba fresca di rugiada al mattino presto, come le pareti della mia stanza che ogni volta che penso a te guardo con insistenza, imprimendomi nella mente l’immagine delle tue iridi.
Tu non mi conosci, non sai neanche il mio nome. Mi hai visto qualche volta di sfuggita, nei corridoi a scuola, in auditorium durante le assemblee scolastiche, hai avuto sempre modo di vedermi e io occasione di parlarti. Ma a quanto pare nessuno dei due ha colto la palla al balzo e, malgrado i miei sentimenti per te, noi due rimaniamo dei perfetti sconosciuti.
Anche se per me tu non sei affatto una sconosciuta: il tuo profilo Facebook è diventata quasi una reliquia virtuale per me, e così so che ami la musica, ti piace disegnare e sei golosa di dolci al limone. Le tue foto fanno parte della galleria sul mio computer, persino quelle in cui sei felice e sorridente col tuo fidanzato che, se posso permettermi, non ha nulla di particolare. Sarà anche un tipo atletico e alto, ma le sue labbra non si curvano mai in un sorriso di felicità quando lo stringi; i suoi occhi sono costantemente spenti persino quando ti sta accanto. Mentre i miei si accendono al solo vedere una tua fotografia, o semplicemente vedendoti da lontano con solo una stupida vetrina appannata a separarci.
Inoltre, io non sono da meno del tuo ragazzo: mi sono sempre sentito insignificante, o meglio, un tizio con un aspetto fin troppo ordinario per poter sperare di attirare l’attenzione di qualche ragazza. Ma ti assicuro, Mary, che ogni volta che ti guardo mi sento improvvisamente grande, e in grado di fare qualsiasi cosa. Certe volte mi sento addirittura capace di poter sollevare il mondo con le mie braccia, e tutto questo solo per vederti sorridere, per osservare quello splendido sorriso così raro sul tuo viso da essere atteso come il giorno di Natale.
Vorrei poterti conoscere, parlarti, scherzare con te e chiacchierare per telefono tutto il pomeriggio al posto di fare i compiti, fino a notte fonda, quando il sonno prende possesso di tutto il corpo a partire dalle palpebre, rendendole deboli e pesanti. Poi ti scriverei una lettera per dirti quello che provo, anche perché non sono mai stato un grande oratore…ma se scrivo, allora ho qualche possibilità di mettere insieme un gruppo di parole sensate senza correre il rischio di balbettare o di dire qualche stupidaggine.
Ah Mary, non sai quanto ti invidio! Vivi tranquillamente la tua vita perfetta, senza sapere che nascosto da qualche parte rincantucciato in un angolo buio c’è un pazzo che morirebbe per te, che farebbe di tutto per renderti felice, che non vuole altro che te.
Vorrei poter essere al tuo posto adesso, vorrei essere prigioniero di quella beata “ignoranza” che ti culla al sicuro dai miei occhi e dal mio cuore, godermi la mia vita in pace, proprio come fai tu. Vorrei essere in grado di liberarmi da questa morsa dolce e violenta allo stesso tempo che ogni volta mi attanaglia lo stomaco quando ti vedo; certe volte mi capita anche di odiarti perché ad un certo punto, guardarti troppo a lungo senza ricevere nulla in cambio diventa solo sofferenza. Una sofferenza grigia e fredda, che mi lascia con un senso di vuoto infinito, ed è in momenti come questi che l’amore cede il posto all’odio, un sentimento ingiusto nei tuoi confronti, lo ammetto, ma inevitabile e che non dà nemmeno soddisfazione. Guarda un po’, dico di odiarti ma poi non riesco neanche a farlo come si deve. Perché alla fine il mio cuore torna da te, e la tristezza mi accompagna senza abbandonarmi mai, per poi lasciare spazio alla felicità quando penso a te.
Come puoi ben capire, mi comporto come un pazzo se pensi alla miriade di emozioni contrastanti che mi pervadono la mente e il cuore.
Poi arrivo ad un punto in cui nemmeno io so più che cosa provo: sento che dovrei dimenticarti, come mi dicono i miei amici, perché non ho nessuna possibilità con te se continuo a nascondermi così. E inoltre, vorrei dimenticarti perché mi fai soffrire: tu, il tuo ragazzo, quel luminoso raggio di sole che è la tua vita, i tuoi amici… tutto di te mi provoca sofferenza.
Ma è una battaglia inutile: dopo tanti tentativi mi ritrovo sempre qui, a fissarti da lontano, aspettando che tu possa avvicinarti a me di qualche millimetro in più solo per riuscire ad osservarti da abbastanza vicino da poter sentire il tuo profumo, sottile e leggermente acre…limoni, come piace a te.
I miei occhi ti scorgono mentre ti dirigi verso la cassa, con una quantità notevole di vestiti sottobraccio. Sorrido, pensando a quanto ti piaccia uscire a fare spese con le amiche anche se, in fondo, loro comprano più cose di quante ne compri tu.
Ma non mi importa, mi piace tutto di te, compreso il tuo bisogno quasi “vitale” di fare compere.
Dopo aver pagato, avanzi verso l’uscita del negozio con la tua amica aggrappata al tuo braccio e, quando esci mi passi accanto senza nemmeno guardarmi, continuando a ridere di sottecchi mentre stringi una busta di plastica tra le dita.
Ti seguo con lo sguardo, con il cuore che palpita contro il pomo d’Adamo e il mio cervello riesce a captare una sola cosa prima che tu sparisca dal mio campo visivo: profumo di limoni.
Amo i limoni, amo il verde, amo il rosso.
Ti amo Mary.
Alex 
   
 
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