Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: MaryTheFangirl01    31/01/2016    5 recensioni
Salve ragazzi! Rieccomi dopo qualche settimana con la long che avevo promesso, in cui continuerà la storia di Elsa, pattinatrice costantemente paragonata a sua madre, e di Jack, che si manterrà misterioso per i primi capitoli ma poi... Lo scoprirete solo leggendo!
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Anna, Elsa
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Elsa si ritrovò, non sapeva come, a canticchiare una vecchia canzone, nella sua camera. Era davvero strano: lei non canticchiava mai. "Tutta colpa di quel Jack", si disse. E aveva perfettamente ragione. 



- A quest'ora non c'è nessuno, di solito. Come mai sei qui? - Gli chiese con cortesia e un pizzico di sincera curiosità. 
- Avevo bisogno di schiarirmi le idee. E tu? - La guardò fissa. Ora era certa che avesse gli occhi azzurro ghiaccio. Indossava una felpa blu con il cappuccio calato, quindi non capiva di che colore fossero i capelli, ma sembravano molto chiari. 
Riflettendo, non c'era un motivo preciso. Voleva solo prendere un po' d'aria andando in uno dei posti che preferiva in città. 
- Idem. - Rispose infine. 
- Mi chiamo Jack. - Si tolse il cappuccio e le tese una mano. I capelli erano di un biondo chiarissimo, quasi bianco. Perfino più chiaro del suo biondo platino. Quel ragazzo le ispirava fiducia, in qualche modo, ma visto che lui non l'aveva fatto non voleva rivelargli il cognome. Probabilmente avrebbe cominciato a balbettare e a chiedere autografi a destra e a manca, altrimenti. Le era già successo diverse volte. 
- Elsa, piacere. - Strinse la mano che il ragazzo le porgeva. Aveva una bella stretta, ma non fu questo che la colpì. La mano era freddissima, ma era un freddo che sapeva di casa, anche se non capiva come fosse possibile. 
- Che bel nome! - Lui sorrise... E lei si sciolse. Era così luminoso e contagioso, che non poté fare a meno di accennare un sorriso anche lei. Era la prima volta che succedeva da diversi anni a quella parte. 
- Grazie. Anche il tuo. - Lo pensava davvero. Lo trovava proprio adatto a lui, anche se lo conosceva da soli due minuti. 
- Allora, Elsa, ti va se ci prendiamo un gelato? - Non poteva crederci. Aveva trovato l'unica persona oltre lei che avesse voglia di un gelato a dicembre. Questa volta sorrise sul serio, divertita e curiosa. 
- Non farà troppo freddo per te? - Scherzò, tranquilla. 
- Figurati, il freddo non mi ha mai dato nessun fastidio. - La guardò con aria di sfida, come se volesse vedere se aveva il coraggio di comprare un gelato la sera del diciannove dicembre, e di mangiarlo senza finire col cervello ghiacciato. Non sapeva con chi aveva a che fare. 
- Nemmeno a me. Allora, andiamo? - Fu sorpreso, per un attimo, ma poi sorrise di nuovo e così fece lei. 
Si avviarono verso il bar più vicino chiacchierando del più e del meno, e ridacchiando quando videro la faccia del barista alla loro richiesta.  Erano decisamente le uniche due persone sulla faccia della terra in grado di mangiare un gelato a dicembre. 



Poche ore prima, infatti, aveva fatto una passeggiata fino al vecchio parco cittadino, che all'ora del tramonto doveva essere deserto. Tuttavia, fu sorpresa: aveva visto, tutto solo sull'altalena cigolante, un ragazzo dall'aria pensierosa. Sembrava perfino un po' triste. Vinta dalla curiosità, aveva attaccato bottone. E si era ritrovata, in poco tempo, a ridere come non faceva da dieci anni e a mangiare un gelato, quella sera del diciannove dicembre, davanti a un barista che li guardava stranito. Poi Jack, "Che carino che è stato", le aveva proposto di rivedersi uno di quei giorni. Ed Elsa? 
Pff, lei aveva accettato, ovviamente. Anche se non capiva perché. E non ci teneva nemmeno a scoprirlo, se poteva evitarlo. 
A dire il vero, si era divertita molto con quello strano ragazzo. Non c'era più abituata, ma si sentiva in grado di rifarlo, insieme a lui. 
Guardò il suo riflesso nello specchio. Niente di strano, apparentemente: i soliti due occhi azzurro ghiaccio, il naso leggermente all'insù, i capelli biondo platino raccolti in una treccia a spighe, le labbra carnose incurvate in un... Ecco cosa c'era di diverso. Avevano preso una piega strana, che lasciava intravedere i denti bianchi. Non vedeva quella piega da molto tempo, ma decise che le piaceva. Però, non le andava di sorridere senza motivo, perciò pensò che fosse meglio farlo solo se strettamente necessario, almeno per il momento. 
Sentì bussare. A quell'ora poteva essere solo una persona. 
- Permesso, posso entrare? - Come volevasi dimostrare, Anna aprì la porta e, senza aspettare la risposta della sorella, si sedette sul suo letto. L'altra cercò subito di darsi un contegno, ma il movimento delle labbra non sfuggì agli occhi attenti della rossa. 
- Ehm, Elsa, non vorrei allarmarti, ma credo che tu stessi sorridendo! - Le si illuminarono gli occhi e la sua bocca si aprì in un'espressione di felicità pura. Era fatta così: gioiva delle cose belle, specialmente se accadevano alla sua adorata sorella. Ogni tanto la bionda aveva paura che dipendesse troppo da lei, perché quando l'una era triste lo era anche l'altra, così come quando erano felici o arrabbiate. Anna, fin da quando era piccola, aveva sempre saputo tutto di Elsa e viceversa. Ma quella volta, preferì mantenere il segreto. 
- Ti sbagli, stavo solo controllando se avevo qualcosa tra i denti. - La prima scusa che le venne in mente non era proprio il massimo della classe, ma va be'. 
- Certo, e tu hai appena vinto l'Oscar come peggior attrice protagonista. So riconoscere un sorriso quando lo vedo, non credi? - Era vero che Anna era spesso un'inguaribile credulona, infatti era terrorizzata dai fantasmi e dalle storie dell'orrore che le amiche le raccontavano, ma in qualche modo capiva sempre quando sua sorella mentiva. 
- Ok, è vero. Ma non dirlo a nessuno o ti faccio un video mentre pattini e ti rompi il didietro! - Scherzò la bionda, anche se sapevano entrambe che avrebbe potuto farlo davvero. 
- Va bene, va bene. Sarò muta come un pesce. Ora però racconta! - E fu così che si ritrovarono a parlare del pomeriggio di Elsa. La rossa era così sorpresa che pensò di essere finita in una Candid Camera. Elsa, invece, si rese conto di non sapere quasi nulla del ragazzo che le aveva trasformato l'espressione, tranne che il suo nome e i suoi gusti in diversi argomenti. Avevano in effetti discorso di molte cose, dal tempo alla cioccolata, e avevano scoperto di preferire entrambi l'inverno alle altre stagioni, ma nessuno dei due sapeva nulla della famiglia o della professione dell'altro. Quando Anna terminò le sue congetture sulla possibile vita del famoso Jack (tra le quali figuravano il mafioso sotto copertura, il ballerino di tip tap e l'agente segreto), si disse entusiasta della nuova emozione a cui Elsa era andata incontro, ma quella sembrò non capire. 
- Come, non te ne sei accorta? Sei bella cotta, sorella! - Fu guardata come se le fosse spuntato un terzo occhio sul naso. 
- Ma quale cotta e cotta, ho solo trovato un amico! Tu vedi romanzi rosa ovunque, dovresti iniziare a cambiare genere! - 
- Veramente leggo anche i fantasy, per non parlare degli shounen! Ecco, non sono io che vedo cose che non esistono, sei tu che non te ne rendi conto! - Rise, mentre l'altra sorrise appena. Fu qualcosa di leggermente accennato, ma seppero entrambe che era l'inizio di qualcosa di nuovo, una nuova era per la fredda Elsa che dava confidenza solo a sua sorella e alle sue principali rivali nel pattinaggio. 
- Aspetta Anna, ma tu cos'eri venuta a dirmi? - Si ricordò in quel momento che l'altra era entrata per un motivo che era poi passato in secondo piano. 
- Oh, giusto. Mentre eri via ha chiamato Merida, ha detto che la sua allenatrice, Astrid, le ha parlato di una competizione molto importante che si terrà a Chicago dopo la pausa natalizia, mi pare a febbraio. Ha pensato che potesse interessare anche a te e mi ha chiesto se ti andava di partecipare. Io le ho detto che l'avresti chiamata, perché non eri in casa. - Caspita, febbraio era più vicino di quanto sembrasse. Non c'era molto tempo per prepararsi, ma Elsa amava le sfide. E le vinceva sempre.
- Va bene, la richiamo e le dico che accetto. Mi farò dire i dettagli. - Accennò un sorriso: ormai si era abituata.
Dopo un veloce abbraccio Anna uscì, lasciando la bionda di nuovo sola con i suoi pensieri e il suo cellulare, mentre cercava in rubrica il numero della rossa. Lo trovò e premette il tasto verde.
- Pronto? - Sentì rispondere dall'altra parte.
- Mer, sono Elsa. Anna mia ha detto della gara. -
- Oh, bene. Allora, ci stai? L'ho detto anche a Punzie, sai che è una vita che vuole andare a Chicago. -
- Verrò. -
- Fantastico! Allora, c'è qui Astrid, ti faccio spiegare tutto da lei. A dopo! - Le fu passata l'allenatrice, che dopo i saluti cominciò a parlare. Quella gara era una prima selezione per una competizione che avrebbe coinvolto tutti gli Stati Uniti e che si sarebbe tenuta a New York. Avrebbero partecipato tutti i migliori, comprese le oche invidiose del talento del Grande Trio. Era così che Elsa, Merida e Rapunzel si facevano chiamare dai colleghi. Del resto, potevano permetterselo, visto che erano le pattinatrici più talentuose d'America. O, almeno, così si diceva.
Una volta terminata la spiegazione, Merida tornò ad impugnare il telefono.
- Tutto chiaro? Perfetto! Ci vediamo domani all'Università, ciao! - Il Grande Trio non era unito solo sul ghiaccio, ma anche a scuola. Avevano scelto la stessa facoltà, Letteratura Straniera, nello stesso istituto. All'inizio erano seccate per la presenza delle rivali, ma poi si erano avvicinate tantissimo ed erano diventate migliori amiche.
- Ciao Mer! - Riattaccò e si sdraiò sul letto, sospirando. Era stanca: la mattina allenamento pre-gara, pranzo veloce e poi allo stadio del ghiaccio, fino alle cinque. E poi, c'era stato l'incontro con Jack. Era quasi spaventata dalle nuove sensazioni che aveva provato con lui, ma non voleva affrettare le cose. Si erano scambiati i numeri, però decise che non l'avrebbe chiamato prima della sera seguente, o addirittura di quella dopo ancora. Infondo, era ancora uno sconosciuto, sebbene avesse scoperto molte cose in comune con lui. Non si erano dati appuntamento ma avevano promesso di rivedersi, ed Elsa ebbe la sensazione che sarebbe accaduto molto presto.
Persa nei suoi pensieri, si addormentò, per poi risvegliarsi qualche ora dopo, a notte fonda. Che genio, si disse, dormi la sera che poi di notte stai sveglia, pensò con auto disapprovazione.
Sentì un brontolio allo stomaco, perciò si alzò e si diresse in cucina. Si chiese il motivo, ma poi ricordò di non aver cenato e di essersi addormentata vestita. Ancora più geniale, si rimproverò.
Accese la luce e aprì la dispensa. Guardò attentamente, ma non c'era traccia di cioccolato da nessuna parte. Fece per tornare in camera, visto che non c'era nulla che l' ispirasse particolarmente, tuttavia fu colta da un pensiero improvviso. Infondo, non c'era nessuno che poteva vederla, Anna, la mamma e le domestiche erano a letto. Prese la sua decisione: si voltò verso il congelatore e, dopo averlo aperto, tirò fuori una confezione che teneva da parte per le emergenze. Perché quella era un'emergenza, no? Una fame da lupi alle due di notte e niente cioccolata in dispensa. Sì, era decisamente una situazione che richiedeva un intervento drastico come quello. La scatola riluceva di ghiaccio, il suo elemento preferito, ed era molto fredda al tatto. La posò sul tavolo e prese una tazza e un cucchiaio. In quel momento, c'erano solo Elsa e il gelato al cioccolato.  











Note di Mary: Ciao cari lettori e benvenuti in questa nuova avventura! Come alcuni di voi sapranno, questa long è il seguito della mia one-shot, Ice-skating and Ice-cream, ed è in programma da diverso tempo ma non mi ero mai decisa a scriverla. Poi, però, grazie alle meravigliose recensioni di kokka1110, Addy6702 (la mia gemellina <3) e mya95 mi sono finalmente convinta ed ora eccoci qui, io a blaterare e voi, probabilmente, ad annoiarvi perché come primo capitolo non è un granché e non ve ne frega niente di queste note, ma sono contenta lo stesso :-)
Spero che, anche se non è una bellezza, vi sia piaciuto e continuerete a seguire questa storia.
Bacioni
Mary <3
   
 
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