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Autore: TittiGranger    19/03/2009    14 recensioni
Però… l’Amortenzia dovrebbe farti sentire il profumo della persona amata, no? E se quell’odore non era di Hermione… allora di chi altri poteva essere?
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Fantastico

Fantastico. Anzi, meraviglioso.

Se c’è una cosa con cui mia sorella non aveva nulla a che fare era lo zucchero.

Tipo Hermione con la cioccolata, per capirci.

Non so se rendo l’idea.

 

 

-         Ne sei certo? – preferivo accertarmi, prima di entrare letteralmente nel panico.

-         Sì.

-         Ma proprio sicuro? – ribadii.

-         Sì.

-         Ma proprio…

-         Merda , Ron! Sì, ne sono sicuro! – sbottò Harry – Ne sono stramaledettissimamente convinto! Assolutamente certo! Capito adesso?

 

Santo Merlino.

Stava davvero uscendo di testa. Si vedeva proprio che non era abituato allo stress.

Era da meno di un minuto e mezzo che si trovava nella situazione che io vivevo da una settimana e già gli stava partendo la brocca.

 

E a quel punto mi toccava pure consolarlo.

Per dirla chiaramente, avevo toccato il fondo.

 

-         Che facciamo? – chiesi.

Harry mi rivolse un’occhiata omicida.

-         Che diavolo vuoi che ne sappia?

-         Bene.

 

Malissimo, in realtà. E io che confidavo nella furbizia di Harry. Nell’intelligenza del salvatore del Mondo Magico. Il più grande…

Va . Evitiamo.

 

Almeno una cosa l’avevamo ottenuta.

Fino a mezz’ora prima ero solo io nella crisi più nera. Adesso invece, eravamo in due.

È pur sempre un risultato, no? Mica è detto che i risultati devono essere per forza buoni.

Bella consolazione: adesso mi sento meglio.

Se prima ero sotto zero… adesso diciamo che lo avevo raggiunto, almeno.

 

Mi illuminai di speranza quando vidi Harry alzarsi in piedi di scatto, come folgorato da un’idea improvvisa. Sembrava davvero illuminato, giuro.

In realtà, mi sarei dovuto accorgere subito dei suoi occhi da spiritato e capire al volo che non erano affatto un buon segno.

Ma invece, non ci feci caso, troppo preso dalla speranza che potesse aver trovato una soluzione.

Quindi rimasi come un ebete in attesa del suo progetto illuminante.

Ah, Ron, Ron

 

-         Insomma? – lo incitai.

Harry mi fissò con la sua espressione sconvolta e mi diede il responso.

-         Vado a parlare con Ginny.

 

Come? Come, come?

Cioè, ma con tutti i problemi che avevo già, pure Harry mi ci mancava?

-         Harry, ti sei fumato la bacchetta, per caso? – chiesi delicatamente.

-         Cosa? Perché? – sembrava veramente stupito.

 

-         Amico – feci una piccola pausa di riflessione, per cercare le parole giuste per spiegargli il concetto – Hai presente i capelli che hai in testa? Quei filetti neri tutti scompigliati? Ecco. Se vai a raccontare a Ginny che hai sentito odore di zucchero mentre preparavi l’Amortentia, lei te li staccherà tutti, uno alla volta!

 

Fiato sprecato.

Harry era già uscito dalla stanza, muovendosi velocemente. E puntava verso la Torre di Grifondoro.

 

 

 

Il ritratto si spostò per lasciarlo passare, io lo seguii.

Grazie al cielo era abbastanza tardi e la sala Comune era vuota. Effettivamente, speravo che non ci fosse nessuno, Ginny soprattutto, almeno avrei potuto tentare di convincerlo della sua assurda idea.

Avevo tutta la notte a disposizione.

 

-         Merlino, non c’è… - sospirò Harry, crollando dal divano.

-         Dai, amico, puoi…

-         Harry, che ti è successo?

 

Oh, no.

Non dovetti neanche voltarmi per riconoscere di chi fosse la voce.

Hermione riemerse da una poltrona vicino al fuoco, tenendo un grande libro in mano.

Avrei dovuto calcolare questo particolare: Hermione non va mai a dormire prima dell’una.

 

-         Allora? – lo incitò. Naturalmente, non mi rivolse neanche mezzo sguardo.

-         Hermione! – Harry le fece un sorriso a cinquanta denti – Hermione! Devi farmi un favore… Sali nel vostro dormitorio e chiamami Ginny… per favore…

Hermione guardò l’orologio, inarcando le sopracciglia – Harry, è mezzanotte passata… che è successo?

-         Ti prego, Hermione, ti prego! Vammela a chiamare…

-         Non puoi aspettare domani? È fastidiosissimo quando ti svegliano nel mezzo della notte.

 

-         Vedi, Harry? – dissi, nella speranza di guadagnare punti – E’ la stessa cosa che ti dicevo io! Puoi aspettare domani mattina!

Hermione si voltò per la prima volta verso di me, come se si fosse appena accorta che c’ero anche io.

-         Ripensandoci, credo che andrò a chiamartela, Harry. Se dici che è importante…

 

Ecco. Così mi imparo a parlare.

-         Grazie, Herm, sei la migliore… davvero, ti adoro

-         Sì, sì… - gli rispose svogliatamente lei, mentre saliva le scale.

 

Tempo tre minuti ed erano di nuovo sotto, entrambe.

-         Allora, che succede? – chiese Ginny, sbadigliado. Si era seduta sul divano, tenendosi strette le ginocchia.

-         , credo che andrò a dormire… - annunciò Hermione, riprendendo le scale.

Evidentemente, non riusciva a sostenere la mia presenza pere un tempo troppo lungo.

-         No, Hermione! – sentii dire ad Harry – Devi sentire… potresti aiutarci.

Che… che… che cosa?

Era impazzito? Hermione non doveva sapere niente di quello che stava succedendo. Niente.

Ormai Ginny era completamente sveglia e passava lo sguardo dall’uno all’altro.

-         Oh… io… d’accordo, rimango.

 

Hermione fece qualche passo in avanti. Si appoggiò ad un tavolo e incrociò le braccia.

-         Vuoi dirmi che succede? – disse Ginny – Inizio a preoccuparmi.

-         Ecco… - iniziò Harry. Prese a camminare aventi e indietro – Stavo preparando l’Amortentia… quella pozione che ti fa sentire l’odore…

-         Lo sappiamo cos’è l’Amortentia, Harry! Vieni al dunque.

-         Sì… certo. Bene… preparavo l’Amortentia e allora… alla fine… mi è uscita una fragranza… particolare…è… ecco… di zucchero! – si morse le labbra, colpevole. Io non avevo il coraggio di guardare dalla parte di Ginny ed Hermione – E a Ron… di cioccolata! – aggiunse, come per discolparsi.

 

Mi sentii gelare. Merlino, perché mi aveva trascinato nel suo piano suicida?

Maledetto traditore.

A quel punto, non mi restava altro che osservare l’effetto di quelle parole. Tanto per punire Harry, il tempo lo avrei sicuramente trovato. In seguito, però.

Con un movimento semi millenario, mi voltai verso le ragazze e le trovai nella medesima posizione di prima, mentre ci guardavano incuriosite.

 

Harry sembrava piuttosto inquieto, non avevo nessuna intenzione di verificare, ma pareva che stesse iniziando a sudare.

-         Ho detto – ribadì nuovamente – zucchero e cioccolata.

Notai Hermione e Ginny scambiarsi un’occhiata perplessa.

-         E allora? – disse Hermione. Sembrava davvero che non avesse capito – Continua.

-         Veramente è tutto qui – fece Harry – Mi sembrava più che sufficiente.

-         Harry, sinceramente non capisco –  disse Ginny.

 

Quella situazione rasentava il comico, se non fosse stata così tragica. Ma si trattava di una bomba ad orologeria, che prima o poi sarebbe saltata.

-         Ron, spiegaglielo tu!

Ma allora voleva proprio morire.

 

-         Ma spiegare cosa? – disse Hermione.

-         HermioneHarry era al limite dell’isteria – ho detto zucchero e cioccolata! Non so se ti rendi conto! Zucchero e cioccolata! Capito? E cosa hai tu a che fare con la cioccolata? Niente! Non la mangi, non la bevi, non usi neanche il sapone alla cioccolata! Niente! E vogliamo parlare di lei? – disse indicando Ginny. Ormai era partito per la tangente – Cosa c’entra lei con lo zucchero? A meno che non abbia una passione nascosta per i glucidi, proprio non lo so!

 

Quando si fermò per prendere fiato, nessuno osò parlare. Ecco… che vi dicevo della bomba?

Tic, tic, tic. Era al limite.

Finchè Ginny non ruppe il silenzio con una sonora risata.

-         Lo trovi divertente? – chise Harry, sorpreso quanto me.

 

Ma Ginny non se lo filò di striscio.

-         Herm, ma non ti fa ridere?

Praticamente mia sorella si stava rotolando sul divano, per il troppo ridere. Anche Hermione aveva un’espressione strana.

-         Non ci credo, guarda – disse scuotendo la testa. E con mia grande sorpresa, iniziò a ridere anche lei.

 

Harry le fissava con la bocca aperta; sembrava il peggiore momento della sua vita.

-         Ron… - disse Hermione, tra le lacrime. Non posso negare che ebbi un sussultò quando le sentii pronunciare il mio nome, visto che negli ultimi giorni si era rivolta a me solo con epiteti poco carini – Ron, non dirmi che hai fatto questa tragedia apocalittica solo per la cioccolata!

-         Ma veramente io…

 

La vidi alzarsi e venire verso di me. Per un attimo fui tentata di arretrare e darmela a gambe.

Ma non lo feci. Soltanto perché non riuscii a muovere le gambe, mica per altro.

-         Vieni, Harry… andiamo sopra – disse prontamente Ginny, ridendo ancora.

-         Ma non sei arrabbiata?

Ginny rise ancora più forte, tirandolo per la manica. Scomparirono su per le scale.

 

-         Ron… credevi che l’odore della cioccolata non fosse il mio, vero? – chiese lei, tranquilla.

A quel punto non mi restava altro che vuotare il sacco. Tanto ormai.

- Senti, Mione… mi dispiace tantissimo… E’ che… tu sei sempre stata l’unica sicurezza che avevo… solo che poi è arrivata la cioccolata! E tu… non lo so, ma mi sembra che da quando ti conosco tu non abbia mai dimostrato nessun amore per la cioccolata… non trovavo nessun legame… io non lo so! Non so cosa vuol dire… a chi è legata…

 

Le diedi le spalle, non volevo guardarla. Non ce la facevo a vederla piangere di nuovo.

No.

Ma poi, sentii una mano posarsi sulla mia spalla.

-         Non è importante l’odore, Ron… - disse lei, dolcemente – E’ importante ciò che quel profumo ti fa provare… io quando preparo l’Amortentia, sai cosa sento? Profumo di pergamena. E tu non sei certo fatto di carta, no? – non potevo guardarla, ma ero sicuro che stesse sorridendo – E se potessi associarti ad un  odore, quando penso a te, sarebbe esattamente quello caldo e rilassante della pergamena nuova… e tu cosa senti, invece?

 

Feci un lungo respiro, riflettendo.

-         Io se potessi paragonarti ad un profumo… - cercai le giuste parole – Sarebbe sicuramente qualcosa di dolce… ma con una puntina di amaro, che lo rende praticamente… irresistibile.

In quel momento compresi tutto.

Ma quanto ero stato idiota? Certo che era così!

Il legame non dipende dal profumo e dalla persona, ma da te e dal profumo che ti ispira quella persona. E tutti sanno cosa penso io della cioccolata… è la mia passione più grande.

 

Mi girai verso Hermione e la sollevai tra le braccia.

-         Perdonami.

Avvicinai la mia fronte alla sua, e dopo vari giorni di astinenza, respirai nuovamente il suo vero profumo.

-         Sei quasi un disastro completo – fu la risposta di lei, mentre io le baciavo gli zigomi.

-         E’ quel “quasi” che mi ricorsola… - dissi, continuando con il mio lavoro – Adesso ti toccherà essere il mio cioccolatino per un bel po’…

 

Lei sorrise, maliziosa.

-         Non vedo l’ora.

 

Prima che la mia mente si offuscasse totalmente, pensai ad Harry.

Chissà se se l’era cavata bene come me.

 

No, non credo. Non così bene almeno…

 

Grazie a tutti coloro che mi hanno seguito fino ad ora! Chiedo umilmente perdono per il ritardo…spero di essere riuscita a riparare con questo ultimo capitolo!!

   
 
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