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Autore: Bucky    02/02/2016    3 recensioni
Una bottiglia di Jack Daniels semivuota e tante, tantissime coccole.
[Stucky]
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James 'Bucky' Barnes, Steve Rogers
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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La Brooklyn di Steve

Steve non si sarebbe aspettato di ritrovare Bucky steso accanto al divano con una bottiglia di Jack Daniels vicina. Lo aveva lasciato con il telecomando tra le mani e un noioso programma americano, James gli aveva rivolto uno sguardo imbronciato e aveva bofonchiato un ’Okay’ prima che Steve chiudesse la porta alle sue spalle lasciando il moro totalmente da solo e con solo un telefono fisso in caso di emergenza. Doveva incontrarsi con Fury per alcune faccende di carattere prettamente militare e politico, Steve non ci aveva mai capito molto ma sapeva per certo che il nemico non si sarebbe arreso finché non avrebbe riavuto tra le mani ciò che voleva: Bucky, il loro gioiellino da laboratorio e pronto a obbedire agli ordini senza un minimo accenno di protesta.

La situazione era abbastanza sbalorditiva, la mano bionica di Bucky era avvolta attorno al collo della bottiglia mentre fissava un punto indefinito dell’aria con sottofondo una vecchia canzone degli anni Quaranta, Steve pensò che fosse Darin. Si avvicinò al moro squadrandolo dall’alto, Bucky, d’altro canto, aveva spostato il suo sguardo dal vuoto al volto di Steve, sorrise e il cuore del biondo accelerò il suo battito perché quello era il sorriso di un Bucky della Seconda Guerra Mondiale e non da quello uscito da poco più di un anno dalla crioterapia.

“Ehi Buck che hai combinato?”

“Sai..” Il moro portò la bottiglia alle sue labbra e prese un lungo sorso del liquido ambrato. “Non mi sembrava una cosa giusta non sbronzarsi dopo tutto quello che mi è successo” Steve rise per qualche secondo per poi sfilare dalla mano la bottiglia che però fu trattenuta con resistenza da parte dell’amico. “Noooo…” Ma il suo no fu piuttosto debole e la presa dopo poco si affievolì permettendo a Steve di riporla nella credenza. Il moro si alzò barcollante rischiando di cadere sul pavimento se non ci fosse stato Steve. Il biondo lo prese tra le sue braccia cercando di non perdere l’equilibrio facendo cadere entrambi sul tappeto color crema. “Avanti Buck è ora di andare a letto.” Il moro fece un piccolo mugolio di disaccordo e poi cominciò a strusciare il suo naso contro la spalla di Steve cercando calore tra le pieghe della maglietta verde militare, Steve non sarebbe durato a lungo se Bucky avesse continuato in quella maniera. “Buck sei ubriaco e hai bisogno di dormire, vedrai che domani starai meglio.” Il maggiore d’altro canto non lo ascoltò e continuò a strisciare il suo corpo con quello di Steve, passò le sue labbra ancora inumidite dal Jack Daniels sul suo collo delicato mentre il compagno cercò di trattenere un sussulto. “Stevie sei così bello…” Il biondo si fermò per un attimo e lo guardò notando quanto fosse dannatamente carino con quei suoi occhioni azzurri e l’aria leggermente stanca a causa della sbronza, era un moto di tenerezza quello che gli stava provocando quello sguardo. Non riuscì a non rispondere a quelle attenzioni. “Eh va bene, staremo tutta la notte sul divano a guardare qualche stupida serie televisiva mangiando patatine e bevendo qualcosa.” Bucky in risposta fece un piccolo sorriso e poi abbandonò il suo corpo sul divano rosso andando alla ricerca del telecomando. Steve tirò fuori dal frigo due birre e insieme al pacchetto di patatine si stese vicino a James che ricercò subito il contatto con il suo corpo appoggiando la testa sul suo petto e lasciando alcune carezze sotto la maglietta del compagno. Era tutto così dannatamente perfetto, Bucky felice anche se leggermente fuori di sé e la tranquillità di un appartamento a Brooklyn. Steve avvolse le sue gambe con quelle di James e intrecciò la mano libera con la sua.

“E se mi trovassero?” La domanda che Bucky pose fu piuttosto insolita, era da circa un anno che non ripescava l’argomento Hydra, a Steve pareva che fosse un ricordo lontano ma evidentemente non era così. “Non ti troveranno.” Il biondo rispose con sicurezza rafforzando la stretta attorno al corpo del moro. “Io ti proteggerò a qualsiasi costo. Non guarderò che ti portino via un’altra volta da me.” Lo disse con convinzione e al tempo stesso con dolcezza, passò una mano sul labbro di James e poi ci lasciò un bacio dolce assaporando la schiuma della birra e i granelli di sale. “Tu sei mio e di nessun altro.” Il Soldato non riuscì a non commuoversi, i suoi occhi divennero lucidi e le labbra tremarono per qualche attimo. “No Buck non fare così siamo insieme e nessuno ci dividerà.” Bucky nascose il volto nella maglietta del biondo per nascondere le lacrime prorompenti ma Steve lo costrinse a guardarlo negli occhi. “Ehi guardami, andrà tutto bene.” James non ci pensò due volte a baciarlo con foga facendo incontrare la sua lingua con quella di Steve, la sua felicità gli sembrava ancora un sottile filo che poteva essere rotto in qualsiasi momento.

Un classico degli anni ’40 Star Spangled Man! Steve si voltò di scatto verso lo schermo della televisione e quando le sue iridi furono illuminate dai colori dell’America dei suoi anni, provò un moto di felicità. “Ehi Buck che ne dici di ballare?” James spalancò gli occhi di colpo e poi cominciò a ridere fragorosamente. “Si certo e tu saresti disposto a ballare nel bel mezzo della notte?” Steve fece un piccolo sorriso malizioso e poi lo tirò al centro del salotto facendo scontrare il suo corpo con quello di Barnes. “Balla con me perché sarà una delle poche volte che mi vedrai ancheggiare per te.” Ballarono in modo scoordinato e più volte si pestarono i piedi ma risero di quello perché non c’era cosa più bella che quella piccola isola di felicità. E fu così naturale fare l’amore come le volte precedenti, Bucky inciampò nei pantaloni del suo pigiama e fece cadere entrambi sul divano, si baciarono con desiderio e al tempo stesso lentamente lasciando che ogni tocco fosse impresso nella mente di entrambi, i vestiti scomparirono dopo poco lasciando solo due corpi accaldati e frementi. Per tutto il tempo si guardarono negli occhi mantenendo sempre il contatto visivo lasciando che si analizzassero attraverso le iridi chiare.

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Steve aprì gli occhi lentamente mentre la luce mattina filtrava dalle finestre e lo colpiva in piena faccia, fu costretto a coprirsi con una mano il volto. Spostò il suo sguardo verso la linea dei muscoli del corpo nudo di Bucky che alzava e abbassava ritmicamente il torace simbolo che non c’era stato nessun incubo nella notte. Passò le dita sulla pelle percorrendo le vertebre della schiena e Bucky fece un mugolio di approvazione voltandosi verso di lui e affondando il naso nel suo petto. “Buongiorno dormiglione” Gli sussurrò all’orecchio Steve mentre gli lasciava una scia di baci lungo il collo fino ad arrivare dietro l’orecchio provocandogli dei sorrisi. Bucky però non si svegliò al fine di ottenere maggiori coccole dal biondo che non ci pensò due volte a ripetere le dolci attenzioni che gli stava riponendo. “Avanti mettiamo qualcosa sotto i denti e poi andiamo a fare una corsetta al parco.” James mugugnò qualcosa di incomprensibile per poi prendere un cuscino e coprire il volto di Steve. “Steve solo qualche minut…” Non terminò la frase che tornò a dormire con una facilità estrema. “Amo quando fai così.” Steve gli passò una mano sui capelli corvini e poi lasciò un bacio all’attaccatura dei capelli. “Dovremmo dare una spuntatina a quei capelli Buck” Affermò Steve mentre cercava i boxer sotto la coltre delle coperte. “Non mi dispiace legarli in un codino improvvisato.” Steve si alzò per preparare qualcosa per il pranzo perché erano le 11.30 di mattina.

Dopo aver messo gli spaghetti nell’acqua bollente si sentì avvolto da due braccia robuste e venne inondato dal profumo di Bucky che intanto aveva iniziato a lasciargli piccoli baci sulla nuca, Steve si beò di quel contatto chiudendo gli occhi buttando la testa all’indietro, Bucky sapeva come farlo stare bene. “Stevie ti amo.” Il cuore del biondo perse un battito e poi un altro ancora, il moro aveva pronunciato quelle parole, le uniche che avrebbe voluto sentire. “Ti amo anch’io Buck.” James lo tirò per un braccio facendolo voltare di scatto per poi bloccarlo tra il lavello e il suo corpo facendoli combaciare perfettamente. Lo scontro di labbra che seguì fu soltanto un altro pretesto per amarsi ancora.

 

   
 
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