Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: VanillaMilk95    06/02/2016    4 recensioni
Cosa succederebbe se i personaggi di Frozen vivessero ai nostri giorni?
Se Anna da sola dovesse prendersi cura di Elsa in quei anni bui della sua infanzia?
Se la storia che conoscevate alla fine fosse stravolta?
Anna continuerebbe nel nostro mondo reale a trovare il modo di salvare sua sorella?
Mi chiamo Anna e come ogni storia tutto iniziò quando nacqui. I miei genitori furono meravigliosi fino a quando scomparirono dalla mia vita, senza un come né un perché. Dovetti arrangiarmi con le mie proprie forze, e la mia vita stava andando come avevo programmato, fino a quando una parte importante della mia vita non ricomparve, stravolgendo ogni cosa. Ma quel qualcosa, alla fine, mi accorsi di rivolerlo ad ogni costo, insieme a mia sorella.
Ma prima di riaverla dovetti spalancare l'ultima porta; Con la frase di mio padre " Anche un fiore dopo una tempesta può tornare a sbocciare"
PS: spero vi piaccia, un saluto da "Luna the night_light"
Genere: Fantasy, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Hans, Kristoff, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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I segreti che desideravo ardentemente scoprire sulla mia famiglia erano stati svelati, ma ora …  ne ero intimorita perché non mi ero mai confrontata con niente di così grande e pericoloso a sua volta, per me, che ero rimasta una “bambina’’ pareva quasi insostenibile la pressione che avevo sulle spalle, dovevo proteggere sia me che la mia amata sorellina da quelle persone che, da quanto raccontato da Elsa volevano farci del male.
Questo comportamento si rifletteva sulla mia routine quotidiana, non ero più la Anna solare e sprizzante di gioia di prima, ma questo, io che volevo tutelare Elsa, non lo davo a vedere perché era già troppo stressata ed impaurita, ci voleva qualcuno che, anche quando la notte aveva gli incubi gli stendesse la mano e la aiutasse ad uscirne il più possibile illesa. 
Tutto cambiò qualche giorno dopo, ricordo che era un martedì mattina ... mi svegliai priva di forze e raffreddata a causa degli incubi di Elsa e dei cambiamenti di temperature che causava involontariamente.
Sarei rimasta volentieri sotto le coperte calde a dormire tutto il giorno, cullata da quei primi raggi di sole che entravano dalla finestra, purtroppo presto mi accorsi che qualcosa non andava, non percepivo più freddo, fu questo a farmi insospettire.
Mi voltai faticosamente dall'altra parte con occhi più chiusi che aperti, cercando di mettere a fuoco la mia vista appannata dal sonno.
Ma ciò che vidi mi svegliò tutto d'un colpo, il posto dove vi era Elsa era vuoto … in preda al panico saltai fuori dal letto correndo e chiamandola .
Quando senza che mi desse risposta, la ritrovai in cucina seduta su una sedia con affianco due tazze ed un cartoncino di latte. 
 - sei qua … -Tirai un sospiro di sollievo. Elsa abbassò lo sguardo dicendo - vo-volevo … preparare la colazione … per noi due-
- ah si!? Graziee! Sei molto gentile.- dissi sedendomi immediatamente sulla sedia, ero felicissima che Elsa finalmente stesse prendendo confidenza con la casa, era un grande traguardo- cosa hai preparato di buono?
- ecco … - disse osservando le due tazze - dovevano essere latte e cereali -
- che buoni! - dissi cercando di capire il perché della sua faccia dubbiosa- qualcosa non va?-
Elsa sollevò lo sguardo, continuando a rimanere in silenzio quasi imbarazzata. 
Ma feci finta di nulla e ne presi una tazza- scommetto che è buonissimo - 
Elsa intanto scosse la testa . - non è commestibile!!-
- in che senso? Scommetto che è buonissimo- cercò di avvertirmi ma fui troppo testarda ed entusiasta che ne presi una bella cucchiata - mmmmh che buono! - dissi incominciando a masticare ... notando quasi subito un gusto strano in bocca quasi salato,ma ingoiai ugualmente .- NOO! Non  sono cereali! - disse allarmata Elsa.
- che cosa vuoi dire?- Fermai appena in tempo il secondo boccone.
Elsa abbasso lo sguardo intrecciando le sue manine -Per errore … ecco …. ho messo le crocchette di Marshmallow al posto dei cereali! -- aspetta, che!?!?!? - dissi Sbiancando immediatamente guardando le crocchette galleggiare nel latte, mentre Marshmallow si strusciava sulle mie gambe.
Subito poggiai la tazza e corsi in bagno per lavarmi i denti e la lingua mentre continuavo a ripensare al fatto che avevo appena mangiato delle crocchette.
Uscii dal bagno ancora sconvolta e nauseata, mentre Elsa mi corse in contro preoccupata - scusa!! Mi … mi spiace così tanto! E solo che mi sono confusa con le scatole e me ne sono accorta poco prima che tu arrivassi … 
-  stai tranquilla, non è successo nulla di grave - ridacchiai - in realtà mi sono sempre chiesta, che sapore avessero le crocchette del gatto.
Elsa scostò lo sguardo amareggiata- non faccio altro che combinare guai -
- assolutamente no, sono io quella che li ha mangiati. Tu hai comunque cercato di avvertirmi. -  ma la  sua risposta come sempre fu il silenzio,
così mi diressi in cucina -Facciamo così prendo gli ingredienti  e ci riprovi-.
sgranò gli occhi incredula- ma se sbaglio!?- 
- ho fiducia in te. Ce la puoi fare - 
Aprì  sia il frigo che i vari sportelli della cucina ma erano semi vuoti, e l’unica scatola rimasta era solo le crocchette di Marshmallow.
Mi rendevo conto che non potevamo fare colazione, pranzo e neppure la cena, dovevamo per forza uscire per andare a comprare … ma questo comportava molte complicanze, tra cui uscire allo scoperto e portare Elsa con me, non potevo lasciarla da sola, era fuori discussione, e sapevo che da parte sua sarebbe stato molto difficile.
Per fortuna la mia piccola sorellina non fece molte storie, mi chiese solo se potevamo di nuovo nasconderci e attaccare i nastri lungo la strada per gli animaletti.
Durante la nostra seconda missione continuavo a voltarmi da una parte all'altra scrutando ogni persona che ci si avvicinava, ma
nonostante le preoccupazioni tutto sembrò andare nella norma, Elsa per quanto  continuasse ad avere paura non perse il controllo, e riuscimmo a compare il necessario.
Tutto stava andando secondo i piani, quando i miei occhi si soffermarono sull’ospedale; mi ricordai di quell‘uomo.
L‘uomo che aveva insistito a darmi quel pacco con dentro gli oggetti dei nostri genitori.
- Elsa … - dissi fermandomi - Ascolta, ti devo chiedere un grande favore. Ecco, dovremmo andare all’ospedale …-
Elsa mi guardò preoccupata - Non stai bene? Sono state le crocchette!?-
- Noo! Stai tranquilla, io sto bene! E' che... devo vedere qualcuno, di molto importante. C’è la faresti a resistere fuori ancora per qualche minuto?
Elsa non mi rispose subito, prese un bel respiro -Va … va bene -
Guardai Elsa cercando di capire se veramente c'è la potesse fare -Sicura? Se non c’è la fai più, torniamo immediatamente a casa. -
Scosse la testa con voce pacata -Sto bene, Elsa c’è la può fare.-  
Sorrisi amorevolmente -Ok, faremmo in un lampo, te lo prometto! Tu stammi vicino.-
E senza dire altro entrammo dentro l’ospedale, per fortuna non vi era quasi nessuno; ma quella stessa sensazione di sollievo si tramutò subito in angoscia. 
Era lo stesso ospedale in cui quel giorno ero andata a verificare le salme dei miei genitori; Il magone mi risalì nuovamente al cuore. Ma dovetti trattenermi, non era quello il momento di ricordare attimi dolorosi.
Strinsi il sacchetto della spesa e proseguimmo.
Ci fermammo davanti alle porte dell'ascensore e con un tocco leggero schiacciai il pulsante per chiamarlo, intanto mi accorsi che Elsa continuava a guardarsi attorno quasi meravigliata da ciò che continuava a circondarla.
- E' così grande l’ospedale - borbottò tra se e se.
- Non ci sei mai stata?- chiesi incuriosita 
- No, non sono mai stata male, quindi non c’è mai stato bisogno di un medico a quanto ricordi. E poi vicino a dove abitavo non c'erano ospedali o città. 
- Sai, da quando ci conosciamo non ti ho mai chiesto dove abitavi-  Era una delle tante domane che mi ero fatta dalla prima volta che Elsa era venuta nella mia vita.
Elsa alzò il capo come se sognasse ad occhi aperti e vedesse il posto proprio davanti a noi -Abitavo insieme a mamma e papà in un cottage vicino ad un lago molto grande; eravamo lontani dalle altre abitazioni e non c’era granché, anzi praticamente non c’era nulla, in confronto a questa città.
Ma per quanto fosse isolata dal mondo, questo mi possibilitava  a volte di uscire a passeggiare nei dintorni insieme a loro. Sai, vedevamo un sacco di animali: renne, volpi, topolini, rane, talpe, uccelli di tutti i tipi e a volte anche dei cavalli … era così bello ... bhe in realtà  finché non seppi più controllare ... bhe ... lo sai ... e loro ... ecco ... furono più preoccupati e amareggiati-  Alla fine di questa frase tutto ciò che faceva parte di quel sogno: nostra madre, papà, Elsa, il cottage, il lago, tutta la natura, la felicità e la libertà  che li circondava si sgretolo. 
Per quanto fui gelosa di Elsa ed dell'amore riservatogli dai nostri genitori, capii comunque che non deve essere stato facile; era una libertà restrittiva sotto ogni punto di vista. Supposi che il loro allontanamento fu per proteggermi, dopo tutto la lettera avvertiva che ci avevano divise per motivi che ci avrebbero fatto del male. Ma avrei rinunciato a qualsiasi cosa per restare una famiglia, in fondo ora ero nella loro stessa situazione se non peggio: praticamente vagavo nel buio in cerca di risposte e posti sicuri senza avere neanche un aiuto. Ero solo una normalissima ragazza che all'improvviso era stata catapultata in questo mondo.
Elsa notò il mio sguardo assente e serio -Tutto bene?-
Scossi la testa togliendo quei pensieri -Scusami, non e nulla. Deve essere stato un posto meraviglioso.-
-Già …- la sua voce si fece quasi nostalgica verso quei ricordi e persone che le furono più care.
Proprio in quel momento le porte dell'ascensore si aprirono e vi entrammo dentro in silenzio, scendendo lentamente di piano in piano.
Intanto Elsa continuava a dondolarsi sulle punta dei piedi come se si sentisse in imbarazzo o volesse dirmi qualcosa, finché si voltò timidamente
-Quale signore devi incontrare?
Non sapevo bene chi era questo signore, e in effetti, nemmeno se fosse stato ancora in quel reparto -Bhe, ecco... è un dottore che mi aveva consegnato un pacco-
-E perché vuoi rivedere un medico postino?- mi chiese con tutta la sua ingenuità, mentre gli abbozzai un sorriso -Vedi questo signore mi ha consegnato un pacco molto importante, dentro...- ma prima che potessi rivelare cosa avevo trovato dentro quello scatolone le porte dell'ascensore si aprirono, catturando la mia attenzione verso il corridoio.
C’era qualcosa di strano o per lo meno le persone che vi erano lungo il corridoio: portavano tutte una divisa identica, una specie di giaccone blu con sulle spalle uno stemma che non capì bene che cosa dovesse rappresentare.
Ma ciò che mi allarmò furono i vari discorsi quasi bisbigliati tra questi uomini.
- Ancora il capo non le ha mandate a catturare-
- No, il capo ci ha detto di perlustrare queste vecchie scartoffie mediche, mi chiedo ancora cosa stia aspettando-
- Abbi pazienza, presto tutto questo sarà finito e ci prenderemo la nostra parte di bottino.- E detto questo alcuni di loro entrarono in varie stanze, mentre altri rimanevano appostati.
Elsa si voltò verso di me con gli occhi sgranati quasi tentando di dire qualcosa, ma gli feci subito segno di rimanere in silenzio e senza far rumore tentai freneticamente di schiacciare il pulsante dell’ascensore.
Quando queste si stavano ormai per chiudere, una mano fuoriscì dalle porte, facendo si che queste si riaprirono.
Presi immediatamente Elsa e la nascosi dietro di me. Accanto a me ora vi erano due di quegli uomini in divisa blu, il mio cuore stava battendo sempre più forte e pensai che quella sarebbe stata la nostra fine.
Cercai di rimanere calma e di non destare sospetto, intanto uno dei due premette un pulsante del piano prima del nostro, per poi restare immobili come due imponenti statue, senza nemmeno guardarci.
Ad ogni piano che salivamo la tensione diventava sempre più alta, e con testa china speravo con ogni fibra del mio corpo che Elsa  non perdesse il controllo. 
Finche come per miracolo, le porte si aprirono ed i due uomini uscirono con la stessa nonchalance in cui erano entrati.
Restai immobile, mentre con la coda dell’occhio guardavo la direzione che stavano prendendo, finchè le porte dell’ascensore si richiusero.
Mi voltai verso Elsa, notando che dietro di lei si era formata una piccola patina di ghiaccio.
Mi guardò con occhi lucidi - Scus-sa ... ho resistito il più possibile.- Scrollai la testa abbraciandola, trattenendo così le lacrime. -Sei stata bravissima, sono io a scusarmi, non avremmo mai dovuto deviare. Ora torniamo a casa.
E senza dire altro appena le porte dall’ascensore si aprirono, mi voltai da una parte all'altra, ma mi sembrò non esserci nessuno in divisa blu, così affrettai il passo cercando di non destare sospetto, riuscendo così ad uscire dall'ospedale.
Mentre camminavamo in quelle strade affollate, Elsa teneva la faccia nascosta sotto al mio braccio, come un pulcino si nasconde sotto l'ala della madre per essere al sicuro.
Ad ogni nostro passo guardavo in giro quasi alla ricerca di quegli uomini in divisa blu. Non so se erano vicini o meno, ma riuscivo a percepire la loro presenza; e non riuscire a vederli, mi dava angoscia verso ogni ombra o persona che mi circondava.
Le strade per arrivare a casa sembravano infinite e il tempo in città sembrava rallentare, finché in lontananza a pochi isolati vidi il nostro palazzo. -Elsa siamo a casa!! Siamo a casa!! - dissi euforica affrettando il passo, mentre mia sorella cercava di mantenere l'andatura, mancava così poco... "presto saremo al sicuro" pensai tra me e me.
Quando qualcosa o per lo meno qualcuno, afferrò il mio braccio, lo stesso che teneva Elsa.
Come per riflesso lasciai il sacchetto, stringendo il pugno per sferrare un guancio destro all’individuo.
E con sucesso ci riusci, era come se tutta l'angoscia che avevo provato, si fosse scaricata su quel pugno, colpendolo direttamente in faccia e finendo così al tappetto.
Stavo per prendere Elsa e scappare, ma mi accorsi che quell'uomo aveva qualcosa di familiare. Si rialzò, guardandomi con aria confusa -Anna ma sei impazzita!?- il suono di quella voce, mi fece risavire. -Hans!? che ci fai qui!?!?- 
Mi avvicinai immediatamente per aiutarlo ad rialzarsi -Ero ha Tyholmen per una nuova reliquia esposta al museo di questa città, quando poi sono uscito e ti ho vista. Ho pensato di fermarti per salutarti, ma non mi sarei mai aspettato una reazione del genere- Si appoggiò la mano sulla guancia la quale stava diventando sempre più rossa -Wow certo che sei forte- esclamò dolorante. Mi sentivo in imbarazzo, ero così inpaurita e disperata che in quel momento non riuscii a ragionare -Scusa, è che ho sentito afferrarmi, e ho pensato che fossi .... un .... delinquente ... non so cosa mi sia preso, scusa!- 
- Aah stai tranquilla, la colpa è stata mia, non avrei dovuto afferrarti in quel modo, dovevo semplicemente chiamarti- Hans è sempre stato un vero Gentil'uomo, difficilmente perde le staffe, e sempre stato gentile e premuroso; questo mi aveva sempre colpito fin dall'universita, ma mentre ripensanvo ad ogni momento passato della mia vita da universitaria senti tirare dal capotto, abbassai lo sguardo la quale c'era mia sorella ancora nascosta dietro di me che mi guardava molto seriamente -Ooh Elsa ... scusami, Lui e Hans, ecco lui è ... lui è ...lui era cioè ... lui è ancora ... lui ecco ... è mio amico! -
Mentre balbettavo, il mio cuore stava battendo sempre più forte, non sapevo cosa dire, non ero sicura della mia relazione, dopo tutto erano passati anni, e Hans poteva avere un'altra fidanzata; ma era come se in quel momento  mi fossi  auto friendzonata, ma penso che fosse la scelta più giusta parlare della nostra relazione ci avrebbe messo in imbarazzo davanti alla mia sorellina, ed  Hans non sembrò obbiettare al riguardo, si abbassò all'altezza di Elsa sorridendole amichevolmente -Aah ecco la piccola Elsa, di cui mi avevi parlato sul treno, finalmente ci conosciamo.- Ma la mia piccola sorellina lo guardò in modo aspro per qualche istante, per poi fargli una linguaccia.
La guardai al quanto scioccata -Elsa, cosa fai!? non ci si comporta così!- Mi guardò per qualche istante quasi seccata per poi scostare lo sguardo. 
Mi arrabiai per il suo comportamento e cercai di attirare la sua attenzione -Elsa Frozen! chiedi scusa!- ma Hans mi interruppe -Non ti preocupare anch'io alla sua età ero così, se non persino peggio, non mi fidavo mai di chi mi stava attorno, specialmente di una adulto.
-Devi essere stato molto carinissimo - farfugliai sognando ad occhi aperti un piccolo Hans che combinava guai a chi gli stasse attorno-.
Ma lui che non riuscì a capire ciò che avevo appena detto, mi guardò al quanto perplesso. Imbarazzata cercai di cambiare discorso -Ecco, stai per andartene da Tyholmen o resterai ancora qualche giorno?-
-Ecco, in realtà non parto subito, devo prima andare all'agenzia immobiliare per vendere una vecchia casa ai piedi della montagna di Arendelle, che apparteneva ai miei nonni, ma ora non ci andiamo più neanche per le vacanze, ne abbiamo una più vicina agli scavi- Mi sentii molto interessata all'argomento, e Hans sembrò cadere proprio a fagiolo -Ecco! scusami se ti faccio questa domanda inopportuna, l'hai già venduta!?-
-No, non abbiamo trovato nessuno a cui venderla, per questo sto andando all'agenzia, in modo che ci pensino loro- Il mio sguardo sembrò illuminarsi, mentre Elsa mi continuava a guardarmi come per capire cosa mi stesse frullando in testa.
-Ecco ... lo so che forse tu e la tua famiglia avete già deciso, ma ecco ... io stavo cercando una nuova casa.- Elsa sembrò sussultare in quel momento, mentre Hans sgranò gli occhi -Ma Anna, qui hai tutte le comodità: supercati, parchi, negozi di ogni genere- 
Quella casa e quasi isolata dal mondo, certo scendendo poi trovare delle case, ma i negozi e le scuole distano quasi un'ora di macchina, per questo le persone che vi abitano, sono quasi tutti dei contadini; e gli inverni possono diventare estramente rigidi, per non parlare che la casa e da risistemare - mentre continuava a parlare di tutte le cose negatiche che ci potevano essere, percepì ciò che diceva come se mi stesse leggendo le controindicazioni di una medicina.
Per quanto potesse avere delle avvertenze ovvero: una vita piena di sacrifici, trovare un nuovo lavoro, la nuova casa, cercare di abituarmi al nuovo stile di vita e confrontarmi con gli asistenti sociali; Era pur sempre una medicina che poteva salvarci da coloro che ci avrebbero fatto del male. -Stai tranquillo- risposi con un sorriso sicuro- Era da giorni che ci pensavo, non ti preoccupare, abbiamo solamente bisogno di cambiare aria,
 non farò stupidaggini.
Hans cercò di persuadermi nel cambiare idea, ma io fui irrimovibile, fino ad affermare sconfitto: -va bene-  sospirò infine - ma Anna ...l'unico problema è che avremmo dovuto darla via entro qualche giorno,mio padre non me lo perdonerebbe mai.
Scossi la testa- se prendo il necessario, potrei venire direttamente insieme ad Elsa, per parlare con i tuoi per il pagamento! - Lui annuì, dicendo che mi avrebbe aspettato in stazzione,dopo ciò mi voltai verso Elsa, che mi fissava con uno sguardo smarrito,ma quello che ci aspettava glielo avrei raccontato una volta arrivate a casa.
                                         
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C'è lo fatta, a soppravivere alle grinfie di Marshmellow!!
ahahahah apparte gli scherzi! mi scuso per l'inmmenso ritardo!!
Ma non sono stata per nulla bene e sono dovuta  stare a riposo.

Anna sta facendo il possibile per Elsa, ma purtroppo si rende conto che la vita a Tyholmen sta diventando troppo pericolosa è ciò che le dà la conferma fu l'incontro ravvicinato con quei tipi in divisa blù.
Dopo esserne scampate incontrono Hans , che sembra avere la chiave per fuggire da queste persone; anche se questo comporta una vita molto più dura di quella vissuta fin'ora per la nostra protagonista.
Riuscirà Elsa e Anna a trasferirsi ad Arendelle, dove Anna inizialmente viveva? sarà capace di intraprendere questa nuova avventura insieme ad Elsa?
Elsa riuscirà ad non avere risentimento vero l'ex fidanzato di Anna? che cosa le riserverà il futuro? potranno essere finalmente libere? scopritelo con "The last door".

scusate se ci sono errori grammaticali e di scrittura.

mi scuso per l'immagine di copertina che non ho messo al capitolo :(:( , ma è già in programmazione per il prossimo XD.
Ringrazio ancora voi tutti che mi continuate a supportare.
E un ringraziamento a mio fratello e la mia amica Stella che mi hanno aiutato nella correzione :) :).

al prossimo capitolo

Luna the Night_Light
 
  
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