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Autore: _ A r i a    07/02/2016    1 recensioni
{Painting!AU | Fluff, Slice of life | —✿ perché Yuu merita amore}
Una lunga vetrata limpida corre lungo tutto lo spazio dove dovrebbe essere situata la quarta parete della stanza, ad offrire un’ampia visuale sul mondo esterno e sulla vita che, molto più in basso, scorre, con il solito inesorabile ritmo.
Il Golden Gate scintilla di rosso in lontananza, sormontando l’immensità del blu profondo dell’Oceano Pacifico, che come sempre continua a muoversi nel suo perpetuo stato di quiete.
Un contrasto magnifico, specie di mattino presto, quando il sole appena sorto illumina con i suoi raggi flebili l’imponente struttura.
Le punte dei piedi scalzi s’appoggiano laddove trovano appiglio, sul linoleum ancora freddo nella luce del giorno appena iniziato o sul legno dello sgabello un po’ tremolante.
Yuuto si passa una mano tra i capelli, trovandoli incredibilmente disordinati.
Il pennello lungo e fino gli trema appena nella mano, la punta che rimane sospesa a pochi centimetri dalla tela davanti a sé, nel timore di commettere un errore impossibile da correggere
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jude/Yuuto, Sorpresa
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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 “ You were red and you liked me ‘cause I was blue
You touched me and suddenly I was a lilac sky
And you decided purple just wasn’t for you
Halsey, Colors


La baia di San Francisco all’alba sembra un paesaggio osservato attraverso un caleidoscopio:la luce s’infrange contro sottili e invisibili pareti di vetro, così che si rifranga in un incanto di colori chiari, pacati, un tripudio di tenue rosa e tiepido giallo nel cielo ancora azzurro, velato di bianco dalle nuvole, all’apparenza così soffici, stacciate nell’aria.
Una lunga vetrata limpida corre lungo tutto lo spazio dove dovrebbe essere situata la quarta parete della stanza, ad offrire un’ampia visuale sul mondo esterno e sulla vita che, molto più in basso, scorre, con il solito inesorabile ritmo.
Il Golden Gate scintilla di rosso in lontananza, sormontando l’immensità del blu profondo dell’Oceano Pacifico, che come sempre continua a muoversi nel suo perpetuo stato di quiete.
Un contrasto magnifico, specie di mattino presto, quando il sole appena sorto illumina con i suoi raggi flebili l’imponente struttura.
Le punte dei piedi scalzi s’appoggiano laddove trovano appiglio, sul linoleum ancora freddo nella luce del giorno appena iniziato o sul legno dello sgabello un po’ tremolante.
Yuuto si passa una mano tra i capelli, trovandoli incredibilmente disordinati.
Il pennello lungo e fino gli trema appena nella mano, la punta che rimane sospesa a pochi centimetri dalla tela davanti a sé, nel timore di commettere un errore impossibile da correggere.
Tra quelle immutabili pareti bianche come il latte riesce a trovare la concentrazione, nel silenzio delle prime luci dell’alba concilia la propria mente di modo che sia in perfetta simbiosi con l’ambiente che lo circonda, così da poterne percepire ogni minimo dettaglio, che gli sfuggirebbe in caso contrario.
Avverte infatti con una nitidezza che ha dell’incredibile la matita posta sul suo orecchio destro, tanto da poterne quasi definire il peso basandosi solo su quella semplice percezione, come anche il tessuto –cotone– di cui è composta la camicia azzurrina che indossa, unico indumento in cui è ora avvolto il suo corpo, di qualche taglia troppo grande per lui, tutti i bottoni di madreperla allacciati e le maniche eccessivamente lunghe arrotolate per tutti gli avambracci fino ai gomiti, anche per agevolarlo nel suo operato.
Nella luce dorata del sole la sua fronte risplende appena di piccole gocce di fatica, le palpebre si chiudono e si riaprono velocemente sui suoi occhi rossi per reidratarli.
Un velo lieve di nebbia si alza dalle acque gelide dell’oceano, sommergendo nell’opacità delle sue vesti ogni cosa incontri.
Il sole illumina piano quella foschia, che cautamente si rarefà, creando incantevoli giochi di luci e di ombre in tutta la baia.
È proprio questo il motivo per cui è sveglio a quell’ora: cercare di intrappolare sulla tela quel fenomeno spettacolare, che si verifica unicamente nei minuti subito successivi all’alba, gli unici che possano permettere un simile avvenimento per compatibilità di inclinazione della luce solare e temperatura atmosferica.
Poggia con calma la punta del pennello sulla tela, accennando sbuffi di colore grigio violaceo all’incirca all’altezza delle linee appena tracciate del disegno preparatorio, presupposte per una metà secondo ricordi e per l’altra basandosi sulle proprie supposizioni.
Man mano che i primi istanti passano le incertezze pian piano si dissipano e i tratti del pennello iniziano ad intensificarsi, un po’ di più ma egualmente soffici come il vapore di cui è ora ricolmo il paesaggio.
La mente quasi si assenta, persa tra quei fumi, mentre la mano continua a muoversi sulla tela come in trance.
Quando avverte delle braccia circondargli la vita rischia di sobbalzare e danneggiare il suo lavoro, tuttavia riesce ad agire tempestivamente mentre allontana il pennello e lo poggia sul supporto del cavalletto, sospirando di sollievo.
Per fortuna nessun tocco di colore in eccesso ha macchiato la tela.
Vorrebbe voltarsi e lanciare un’occhiataccia alla persona accanto a sé, tuttavia non ne ha il tempo, poiché quest’ultima infila il volto nell’incavo del suo collo e comincia a riempirlo di piccoli baci a fior di pelle, che fanno sobbalzare Yuuto di sorpresa e gemere sommessamente di piacere.
«Sei già sveglio a quest’ora?»si sente domandare, mentre dei brividi caldi gli corrono giù per la schiena.
Riesce a rispondere solo quando i baci sul suo collo si arrestano e dopo aver preso diversi respiri profondi, sia per recuperare fiato che per calmarsi.
«Do – dovevo cercare di imprimere sulla tela la foschia che si forma durante le prime ore del giorno nella baia …»cerca di spiegare, con ancora il fiato frammentato.
Sente un nuovo peso gravare sulla sua spalla ed accoglie ben volentieri la testa del nuovo arrivato nella stanza, mentre quest’ultimo osserva attentamente l’opera del giovane: lievi sbuffi violetti tingono con eleganza la tela bianca sulla quale stava dipingendo.
Yuuto rimane immobile tra le sue braccia, come ipnotizzato dal respiro caldo e cadenzato di Kageyama, che s’infrange a pochi centimetri di distanza dalle sue guance leggermente arrossate.
«È molto bello …»lo sente commentare alla fine, dopo diversi minuti di osservazione.
Gli occhi di Yuuto si allargano a dismisura per la sorpresa mentre chiede con voce soave:«Dici sul serio?».
L’uomo sorride, sfiorandogli appena una guancia con la punta di un dito.
«Certo che sì»risponde, serenamente«altrimenti credi che te l’avrei mai detto? Non ti mentirei mai, Yuu~».
Le guance del ragazzo arrossiscono ancora di più, tuttavia Yuuto cerca di dissimulare il proprio imbarazzo continuando a parlare, quindi spiega:«Beh, è una cortina che si solleva solamente a partire dalle prime luci dell’alba e per pochi minuti prima che s’intensifichi e diventi la solita nebbia fitta che aleggia continuamente intorno al Golden Gate, quindi gli unici momenti che avevo per riuscire a rappresentarla erano proprio questi …».
Reiji corruga appena la fronte, impensierito.
«Quindi ti ho fatto perdere l’attimo?»gli domanda infatti poco dopo, sembra pensieroso.
Yuuto sorride, incapace di non restare colpito dalla preoccupazione dell’uomo, mentre gli posa candidamente una mano su una guancia, accarezzandola con levità.
«Reiji»mormora, con una certa dolcezza«ci sono altre albe da vivere».
Kageyama si lascia sfuggire un sorriso tranquillo e Yuuto si sente subito molto più rasserenato.
Poco dopo avverte l’uomo sollevarlo dallo sgabello e prenderlo in braccio, stringendoselo al petto.
«Allora adesso andiamo a riposare»sussurra, come a giustificare la natura del suo gesto«è ancora presto dopotutto».
Yuuto lo osserva attentamente ma alla fine rimane in silenzio e si stringe a lui, permettendogli di portarlo in braccio fino in camera.
Lasciano la stanza vuota, occupata unicamente dal cavalletto con la tela, mentre le luci dell’alba trionfano sull’oscurità della notte.





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* lancia sguardi circospetti intorno * Ehm … saaalve …
Vi prego, non uccidetemi. Lo so che sono scomparsa per un tempo incalcolabile. Lo so.
Non è stato propriamente mancanza d’ispirazione, forse non lo so neanche io cosa sia stato.
Diciamo che fondamentalmente avevo bisogno di una pausa, eew.
Ora per, sfortunatamente, sono di nuovo qui. Quindi … si salvi chi può, oserei dire :3
Parliamo della fic che è meglio, okay. Fondamentalmente la storia è nata per un caso analogo a quello di “Mele e cannella”:un’idea che mi ronzava per la testa già da un po’ di tempo e poco tempo per realizzarla, poi alla fine arriva un giorno in cui un allineamento favorevole di eventi mi permette di arrivare a un livello di concentrazione ottimale e … bom, finisco in una sorta di trance creativa dalla quale non riesco a sottrarmi, inizio a scrivere a ruota e non riesco più a fermarmi finché non ho finito del tutto. Detesto lasciare le cose sospese a metà, gnn.
Tornando al caso specifico di questa shot {anche perché se mi metto a pensare a tutte le cose in sospeso che ho dopo mi deprimo e non vado più avanti owo} le mie fonti d’ispirazione sono state, a parte la suddetta idea che mi tormentava la mente già da giorni, la canzone che ho citato all’inizio della storia:è un brano della cantante statunitense Halsey, il cui titolo è –che ovvietà- Colors. Non so perché ma sinceramente l’ho trovato molto adatto alla storia, forse perché parlava di colori
Mi sento Capitan Ovvio stasera, éwé.
Btw, parliamo un attimo di On time. Giuro che in questi giorni mi metto a lavorare seriamente … sta venendo fuori una cosa dalla lunghezza mastodontica, aiut-
E no, niente, spero vi piacerà, come mi auguro che possiate aver apprezzato questa mia sciocchezzuola qua sopra. Vorrei essere più presente, davvero, solo che di recente ho finito per allontanarmi irrimediabilmente e spiacevolmente dal fandom di ie e da tutto Efp in generale. Prometto che cercherò di fare quanto più mi sarà possibile, mh?
Bene gente, penso che adesso mi dileguerò, dubito sia il caso di tediarvi oltre ^^

I’ll wait you to the moon

Aria~
   
 
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