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Autore: Alhena Devon    09/02/2016    8 recensioni
STORIA INTERATTIVA-ISCRIZIONI CHIUSE
CROSSOVER
Quattro mondi verranno in contatto per un bene comune: sconfiggere Voldemort.
Tra nuovi amori, amicizie, diverse culture e usanze riuscirà un nuovo legame a crearsi tra questi quattro mondi così differenti?
Sarà questo legame così forte da unire per sempre questi ragazzi, riuscirà la guerra a spezzarlo?
Sarete voi a deciderlo, io vi darò il materiale sarete voi a incollare i pezzi.
Sarete all'altezza della situazione? Se sì allora che aspettate?
Entrate.
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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BATTAGLIE E SMISTAMENTO

 


-L’unico modo per uccidere un mostro è combattere. Il nostro sangue considera Hogwarts un mostro.- spiegò Audrey.
-Ma come ha detto Lowell, la magia di Hogwarts è comparabile a quella di Ecate. Quindi non possiamo ucciderlo. Ma possiamo soccomberla- precisò Zoey.
-Quindi l’unico modo che abbiamo per entrare a Hogwarts è…- iniziò Ash.
-Combattere- esclamò Rebecca sorridendo.

 
§

-Rebecca qui sei tu a doverci guidare- esclamò Zoey.
-Si, solo un attimo- rispose facendo una smorfia.
Ad un certo punto una luce circondò completamente la sua figura trasformando i suoi vestiti in un’armatura da guerra.
-Dovete combattere prima con voi stessi. Ognuno di noi deve combattere in base al proprio genitore divino.
Letizia tu dovrai combattere le tue ombre, le tue paure, i tuoi demoni personali e trasformarli in forza…dopo di questo ti comparirà un mostro davanti. Sconfiggilo!-
 
-Zoey tu invece devi combattere contro la tua mente. Cerca di andare oltre la ragione e segui l’istinto.  Audrey tu invece dovrai rinunciare momentaneamente ai tuoi poteri di persuasione, devi andare oltre le apparenze di Hogwarts, oltre le apparenze di te stessa.
Ash tu devi rubare la magia di Hogwarts e i suoi segreti in cambio tu devi dare i tuoi, svela i tuoi segreti ad Hogwarts e ruba i suoi poi dai la sua magia a Lowell. Lowell tu invece devi riuscire a resistere alla magia e rilanciarla al proprietario, però prima la devi sottomettere.- ordinò la ragazza sicura di se
 
-Cosa servirà tutto questo?- chiese Brent
 
-Letizia deve rischiarare Hogwarts togliendo la magia oscura con la sua, Zoey deve togliere le magie di protezione e di illusione. Può farlo solo lei in quanto è la più potente mentalmente.
Audrey deve togliere gli incantesimi di attrazione che Hogwarts emana.
Così metà della magia è tolta. Poi il grosso spetta a noi tre. Io devo combattere le resistenze della scuola e nel mentre Ash ruberà la sua magia per darla a l’unico che qui dentro può manipolarla senza uccidersi. Grazie ai doni di Ecate dovrai farla soccombere, resistere e farci entrare. Da allora Hogwarts non ci vedrà più come una minaccia- spiegò lei tranquilla facendo roteare il suo coltello di rubini.
 
-O-OK- balbettò Felicity
 
-Pronta Letizia?-
-Diciamo-
-Ora!-
 
La terra iniziò a tremare e tutta la vegetazione iniziò ad appassire. Lo sguardo dei ragazzi di Panem e di quelli di Chicago era un misto tra il preoccupato e la paura più nera.
-Ce la posso fare! Ce la devo fare- disse fra se e se Letizia con gli occhi chiusi.
Immagini passavano veloci nella sua mente.
Il corpo di sua madre morto, i maltrattamenti di suo zio, le urla, le lacrime, le corse, la fuga.
E continuavano in un circolo continuo…pianti, urla, sangue.
Morte.
Disperazione
Rabbia.
Gli occhi le diventarono più chiari, l’aria si appesantii.
Lei non crollava mai, lei non poteva crollare…lei non l’avrebbe permesso.
Un grido disumano le uscii dalle labbra.
Lei non sarebbe crollata.
Lei avrebbe combattuto le tenebre.
Un demone le comparse davanti ringhiando e tutti sussultarono.
Letizia non si scompose, aveva un piano. Scutò il suo avversario e notò subito i punti deboli.
Gambe.
Addome.
Testa.
Prese i coltelli da lancio e con velocità sopraelevata li lanciò in rapida successione.
 
-Wow- esclamarono i ragazzi.
 
Letizia aveva vinto.
 
-Ehm…bravissima Letizia- le sorrise Rebecca.
-Zoey- la chiamò la ragazza.
 
Zoey annui e iniziò a guardare il castello toccandosi la fascia gialla legata al polso.
Doveva guardare oltre le apparenze, oltre tutto quello che si vedeva.
Niente logica.
Puro istinto.
Guardò più attentamente il Castello, doveva trovare una falla…qualcosa…qualunque cosa.
 
-Guarda oltre Zoey- le urlò Jay – Sei la figlia di Atena…bene adesso non più. Guarda il castello e pensa con il cuore!-
 
Pensa con il cuore.
Pensa con il cuore.
Pensa con il cuore.
E ad un certo punto Zoey capii.
Hogwarts era per lei solamente dei mattoni messi uno accatastato all’altro.
Stava cercando una barriera da abbattere.
Ma non c’era nessuna barriera.
Nessun muro.
Hogwarts era un cuore.
Un cuore fatto di magia che batteva all’unisono con i suoi studenti.
Un cuore che proteggeva, che amava, che batteva.
Aveva abbattuto le barriere mentali…ora doveva farlo vedere agli altri!
 
-Audrey aiutami…dobbiamo lavorare in due-
 
La guardò e si portò una mano al petto.
Ed Audrey capì.
Un semplice gesto che distrusse la protezione, perché alcune volte un gesto è più forte di una guerra.
 
-Audrey ora!- urlò Rebecca
 
Audrey allungò una mano prendendo ogni battito dentro di se, ogni singola goccia d’amore e di bellezza.
Doveva ammaliare Hogwarts per più tempo possibile, doveva capirla.
 
-Non resisterò a lungo- continuò sofferente.
 
Rebecca allora prese il suo coltello regalatogli da suo padre e lo lanciò nel vuoto.
Un forte scossone fece tremare l’intero castello fino a raggiungere le sue fondamenta facendo accasciare Rebecca al suolo.
 
-Ash- gemette Rebecca.
 
-Bene rubiamo a una specie di mostro millenario- rise mettendo le mani a terra.
Doveva rubare la magia no? E la magia era intorno a loro.
 
Una scossa gli trapassò il corpo facendolo gemere dal dolore e un’aurea azzurra lo circondo.
 
Subito Lowell lo raggiunse prendendo tra le mani quella strana aurea.
Ash cadde a terra stremato raggiunto subito da Zoey e Rebecca nel mentre che Letizia andava a soccorrere Ash.

 
-Hogwarts!- urlò lui con voce tonante- Io Lowell Grimm, figlio di Ecate dea, della magia, ti chiedo di ospitarci nel tuo cuore, nelle tue tenebre, nei tuoi segreti, così come tu accogli ogni mago o strega di questo Mondo come figlio tuo. Ti chiediamo ospitalità, rispetto e riparo e noi ricompenseremo adeguatamente. Siamo qui per combattere al tuo fianco, per proteggere i tuoi studenti e per la pace del tuo mondo. Ti chiediamo di accettarci tra le tue mura!- finì.
 
Il silenzio calò e tutto tornò come prima.
La luce scomparve e i semidei riuscirono a muoversi tranquillamente prontamente circondati da dei preoccupati ragazzi e da un cinereo Hagrid.
 
-E’ tutto ok!- sussurrò Zoey
-Siete stati magnifici!- disse Nemo euforico.
 
Ad un certo punto videro i portoni del porto aprirsi magicamente simbolo che Hogwarts aveva accettato la loro richiesta.
 
-Ce l’abbiamo fatta- saltellò euforica  Letizia.
 
-Tre secondi fa stava facendo seccare tutta la vegetazione con i suoi poteri- disse Helen
-E ora saltella come una bambina- continuò Joy
-E dire che sembrava una così tranquilla ragazza- finì Elu.
 
-E’ un piccolo uragano, altro che tranquilla- disse Audrey guardandola tra il dolce e lo stranito.
-Allora lumache sentimentali ancora lì impalate? Voglio essere smistata entro sta sera e poi ho fame- gnignò Letizia incamminandosi dietro Hagrid che ancora balbettava frasi sconnesse su quanto i nuovi ospiti fossero pazzi e cose varie accompagnandoli tra i vari corridoi bui.
Ad un certo punto videvo una scalinata in pietra segno che erano sempre più vicini alla Sala Grande.
Salirono la scalinata di pietra e si affollarono davanti all'immenso portone di quercia.
La porta si spalancò all'istante. Si vide una strega alta, dai capelli corvini, vestita di verde
smeraldo.

 
 
-Non male- disse Day
-Non male? E’ wow- Helen
-Mi stupisco sempre di più della tua fantastica capacità linguistica- borbottò lui sorridendo.
-Certo professore-  sbottò lei orgogliosa.
 
 
-Ecco qua gli alunni stranieri, professoressa McGranitt- disse Hagrid.
-Grazie, Hagrid. Da qui in avanti li accompagno io-.
 
Spalancò la porta. La sala d'ingresso era così grande che ci sarebbe entrata comodamente tutta la Casa Grande pensarono i semidei.
Le pareti di pietra erano illuminate da torce fiammeggianti come
quelle della Gringott, il soffitto era talmente alto che si scorgeva a malapena, e di fronte a
loro una sontuosa scalinata in marmo conduceva ai piani superiori.
I ragazzi seguirono la professoressa McGranitt calpestando il pavimento tutto lastre. Da lì si udiva il brusio di centinaia di voci provenire da una porta a destra - il resto della scolaresca
doveva essere già arrivato - ma la professoressa McGranitt li condusse in una saletta vuota, oltre la sala d'ingresso. Ci si assieparono dentro, molto più pigiati di
quanto normalmente avrebbero fatto, guardandosi intorno tutti nervosi ed eccitati.
-Benvenuti a Hogwarts- disse la professoressa McGranitt. «Il banchetto per l'inizio
dell'anno scolastico avrà luogo tra breve, ma prima di prendere posto nella Sala Grande,
verrete smistati nelle vostre Case. Lo Smistamento è una cerimonia molto importante,
perché per tutto il tempo che passerete qui a Hogwarts, la vostra Casa sarà un po' come la
vostra famiglia. Frequenterete le lezioni con i vostri compagni di Casa, dormirete nei
dormitori della vostra Casa e passerete il tempo libero nella sala di ritrovo della vostra Casa.
-Le quattro Case si chiamano Grifondoro, Tassorosso, Corvonero e Serpeverde. Ciascuna ha
la sua nobile storia e ciascuna ha sfornato maghi e streghe di prim'ordine. Per il tempo che
resterete a Hogwarts, i trionfi che otterrete faranno vincere punti alla vostra Casa, mentre
ogni violazione delle regole gliene farà perdere. Alla fine dell'anno, la Casa che avrà
totalizzato più punti verrà premiata con una coppa, il che costituisce un grande onore. Spero
che ognuno di voi darà lustro alla Casa cui verrà destinato.-
-La Cerimonia dello Smistamento inizierà tra pochi minuti, davanti a tutti gli altri studenti.
Nell'attesa, vi suggerisco di farvi belli più che potete-
 Disse la professoressa guardando i semidei reduci di una lotta.
 
«Mettetevi in fila e seguitemi» ordinò la professoressa McGranitt rientrando nella stanzatta dopo pochi minuti.
Inutile dire che nessuno aveva fiatato.
Tutti erano eccitati da questa nuova avventura ma l’idea di separarsi dai loro compagni era agghiacciante. E poi com’erano i maghi?
Si sentivano dei pesci fuor d’acqua. Tutti si guardarono.
Erano di nazioni diverse, con diverse usanze e diverse credenze ma quel poco tempo trascorso insieme li aveva uniti come non mai.
Prima la pura e semplice curiosità li aveva avvicinati, poi l’ammirazione e il sostenersi l’un l’altro in momenti critici per tutti; inutile dire che il passo per arrivare all’amicizia era davvero piccolo.
Tutti ebbero la strana sensazione che le gambe gli fossero diventate di piombo, forse Hogwarts si stava di nuovo ribellando, ma subito scartarono l’idea
Uscirono dalla stanza e attraversarono di nuovo la sala d'ingresso, oltrepassarono un paio di doppie porte, ed
entrarono nella Sala Grande.

 

 
Nessuno di loro aveva mai immaginato in vita propria che potesse esistere un posto tanto splendido e
sorprendente.
Era illuminato da migliaia e migliaia di candele sospese a mezz'aria sopra
quattro lunghi tavoli, intorno ai quali erano seduti tanti ragazzi con strane divisi e cappelli a punta.
I tavoli erano apparecchiati con piatti e calici d'oro scintillanti. In fondo alla sala c'era un altro tavolo
lungo, intorno al quale erano seduti gli insegnanti.
Fu lì che la professoressa McGranitt
accompagnò gli ospiti, cosicché, sempre tutti in fila, si fermarono davanti
agli altri studenti, dando le spalle agli insegnanti. Alla luce tremula delle candele, le
centinaia di facce che li guardavano sembravano tante pallide lanterne. Qua e là, tra gli
studenti, i fantasmi punteggiavano la sala come velate luci argentee.
Helen  e Audrey alzarono lo sguardo al soffitto trattenendo il respiro per poi invitare gli altri a fare lo stesso.


 

 
 
-Annabeth lo amerebbe- esclamò Letizia
-Anche Tris- dissero in coro Helen, Elu e Jay
 
-Tze ci muoviamo o dobbiamo fare le radici?- fece antipatica Syria.
-Acida- fece Vanessa che fino ad ora era stata zitta ad osservare.
Non la sopportava proprio quella ragazza.
 
-Ma tu parli mai?- chiese Lynda a Logan che se ne stava in disparte.
-Credo siano fatti miei…ti da fastidio per caso?- chiese lui apatico
-Volevo solo essere gentile musone!- e gli fece la linguaccia.
-Non preoccuparti sto bene così- continuò lui.
-Lascialo stare Lynda è solo un burbero antipatico- disse Vanessa sorridendole sotto le risa di Felicity e l’espessiona dubbiosa degli altri.
 
Ad un certo punto tutti smisero di parlare e gli studenti curiosi continuavano a guardarli come se fossero delle nuove e strane creature magiche, mentre la professoressa McGranitt, senza
fare rumore, collocava uno sgabello a quattro gambe davanti agli allievi stranieri.
 Sopra lo sgabello mise un cappello a punta, da mago. Era un vecchio cappello tutto
rattoppato, consunto e pieno di macchie.

 


 
Per qualche secondo regnò il silenzio più assoluto. Poi il
cappello si contrasse. Uno strappo vicino al bordo si spalancò come una bocca, e lui
cominciò a cantare:
 
Forse pensate che non son bello,
ma non giudicate da quel che vedete
io ve lo giuro che mi scappello
se uno più bello ne troverete.
Potete tenervi le vostre bombette
i vostri cilindri lucidi e alteri,
son io quello che al posto vi mette
e al mio confronto gli altri son zeri.
Non c'è pensiero che nascondiate
che il mio potere non sappia vedere,
quindi indossatemi ed ascoltate
qual è la casa in cui rimanere.
È forse Grifondoro la vostra via,
culla dei coraggiosi di cuore:
audacia, fegato, cavalleria
fan di quel luogo uno splendore.
O forse è a Tassorosso la vostra vita,
dove chi alberga è giusto e leale:
qui la pazienza regna infinita
e il duro lavoro non è innaturale.
Oppure Corvonero, il vecchio e il saggio,
se siete svegli e pronti di mente,
ragione e sapienza qui trovan linguaggio
che si confà a simile gente.
O forse a Serpeverde, ragazzi miei,
voi troverete gli amici migliori
quei tipi astuti e affatto babbei
che qui raggiungono fini ed onori!
Venite dunque senza paure
E mettetemi in capo all'istante
Con me sarete in mani sicure
Perché io sono un Cappello Parlante!
 
Non appena ebbe terminato la sua filastrocca, tutta la sala scoppiò in un applauso fragoroso.
Il cappello fece un inchino a ciascuno dei quattro tavoli e poi tornò immobile.
 
-Strano- fece un ragazzo dai capelli corvini seduto poco lontano – è la stessa filastrocca che fece al nostro primo anno-
-E il cappello non ripete mai la stessa filastrocca- esclamò una ragazza affianco a lui.
-Harry! Ciao!- esclamò Helen salutandolo
-Ciao Helen come va?-
-Tutto ok grazie-
La professoressa McGranitt si fece avanti tenendo in mano un lungo rotolo di
Pergamena e tutti si zittirono.
-Quando chiamerò il vostro nome, voi metterete il cappello in testa e vi siederete sullo
sgabello per essere smistati- disse seria.
 
-Logan McDowell, Distretto 1  - chiamò la professoressa. Uno stranito mormorio si alzò dalla folla.
-Distretto 1?-
-Ma cosa?-
-Che cos’è il distritto?- -Distretto…ha detto distretto-
 
Lowell si avvicinò con calma al Cappello scrutandolo dubbioso. Come poteva un Cappello smistarti, cosa sarebbe andato a cercare dentro la sua testa?
 
-Signor McDowell la prego di sedersi, non le farà alcun male.- disse la professoressa
 
Il cappello venne poggiato sulla sua testa e con un urlo gridò –SERPEVERDE!-
I suoi compagni d’avventure sorrisero felici vedendolo sedersi al tavolo con i suoi compagni.
 
-Felicity Morrison, Distretto 4- chiamò la professoressa e Felicity si avvicinò.
E quando il Cappello le venne posato sulla testa una vocina le sussurrò
-Mhh difficile, amante dello studio vedo, ma anche coraggiosa, testarda e impulsiva. Ribelle, selvaggia. Corvonero o Grifondoro? Mhh vediamo-
-GRIFONDORO- gridò infine a tutta la sala.
 
-Nemo Holmes, Distretto 12- chiamò ancora
Anche per lui il cappello era indeciso –Intelligente, buona capacità deduttiva, buona memoria direi...-
-CORVONERO!-
 
-Vanessa Black, Distretto 3- chiamò la professoressa ammonendo con lo sguardo tutti coloro che sussultarono o iniziarono ad agitarsi.
-GRIFONDORO!-
 
-Lynda Stone, Distretto 4- chiamò ancora la professoressa
Anche con lei il Cappello ci mise un po’ di più
- Molto aperta e solare, ami fare scherzi. Sempre pronta a combattere. Grifondoro direi. Sei molto intelligente, ma non te ne vanti e spesso sminuisci le tue azioni. Tassorosso o Corvonero quindi. Mhhh direi però….-
-GRIFONDORO!-
 
Urlò il cappello facendo raggiungere Lynda a Vanessa e Felicity.
-Bene- disse la professoressa cambiando foglio.
 
- Damon Joey Shendall, Intrepido- chiamò ora.
-Ma che sono sti nomi strani- sussurrò la folla di studenti nel mentre che accoglievano i ragazzi di Chicago.
-Mhh direi….SERPEVERDE!-
 
-Helen Black, Intrepida- chiamò la professoressa.
-Un’altra Black?- -Ma quanti sono?- -Ma non erano tutti morti?-
-GRIFONDORO!-
E Helen raggiunge le altre ragazze al tavolo battendo il cinque con Vanessa.
 
- Eleanor Jane Keyson, Intrepida- chiamò ancora la professoressa.
-CORVONERO!-
 
-Sei stata veloce!- le disse Day con sguardo freddo.
-Grazie Mr. Ovvio-
 
- Brent Todd Woodson, Candido- disse la McGranitt e molti studenti si misero a ridacchiare.
-Forse…non saprei…difficile…molto difficile.-
-GRIFONDORO!-
 
-Allora Candido sotto sotto sei coraggioso!- lo prese in giro Syria
-Zitta Intrepida!- le sputò lui facendola ridere.
 
-Syria Gerona, Intrepida-
-Tz vengo vengo-
Appena il cappello sfiorò la sua testa subito gridò –SERPEVERDE!-
 
-Perché non  ne sono stupita?- chiese Helen guardandola
-Forse perché ce lo saremmo aspettati tutti-  disse Vanessa
 
-Bene, abbiamo quasi finito- dichiarò la professoressa prendendo un altro foglio- Si calmi Signor Weasley…non morirà certamente di fame!-
 
-Lo vedremo- borbottò lui stendendosi sul tavolo.
 
-Bene, Zoey Charlotte Mason, figlia di Atena- disse la professoressa e tutti trattennero il respiro.
-La figlia di una dea?- -Impossibile-
-E’ possibile ok? Mia madre è una dea problemi?- chiese lei innervosita.
-Chiamate le pompe funebri- fece Audrey a Letizia che ridacchiò divertita.
-Mettà il Cappello signorina.-
-E’ una figlia di Atena, ne sono onorato, ma se la mente è quella della Madre, il cuore è di una Grifondoro. Quindi…-
-GRIFONDORO!-
 
- Letizia Nöel, figlia di Ade- chiamò la professoressa.
-Io direi perlopiù cocca del papà che per il compleanno le compra un esercito di cadaveri- rise Lowell per poi cadere con il sedere per terra.
Letizia si girò e gli fece una linguaccia guardandolo divertita.
-Grazie papi- ridacchiò per poi mettersi il cappello.
-SERPEVERDE!-
-Ci avrei scommesso-
-Io no, la vedevo bene anche tra i Grifondoro- disse Audrey guardandola dirigersi verso il tavolo.
 
-Rebecca Jones, figlia di Ares-
-GRIFONDORO!- annunciò subito il Cappello.
 
-Lowell Grim, figlio di Ecate- disse la donna sgranando gli occhi.
-GRIFONDORO!- annunciò ancora il Cappello.
 
-Bhe va molto veloce…che ne dici principessina?- chiese Ash prendendo in giro Audrey
-Dico che sei un cretino ma…hai ragione sembra già sapere dove deve mandarli già prima di farsi indossare!-
-Forse è in base ai nostri genitori!-
-Può darsi ma allora Zoey dovrebbe essere a Corvonero-
 
- Audrey Henderson, figlia di Artemide-
-GRIFONDORO!-
 
-E per ultimo Ashley Rybakov – Miles, figlio di Hermes-
-Allelujia non ne potevo più- esasperò Ron cercando di mangiare un tovagliolo.
-RON! La vuoi smettere?- lo sgridò una riccia accanto a lui con le risa di sottofondo di tutto il tavolo.
 
-SERPEVERDE!- gridò il Cappello.
 
Appena Ash si sedette al tavolo della propria Casa Albus Silente, il preside, si alzò dal suo scranno facendo tintinnare il suo coltello su un bicchere là vicino.
 
‘Era ora’ disse Ron, brandendo coltello e forchetta e guardando con
aria d'attesa il suo piatto d'oro.
Il professor Silente si era alzato in piedi. Sorrise agli studenti,
le braccia allargate in segno di benvenuto.
‘Ho solo una parola da dirvi’ esordì, la voce profonda che
echeggiava nella Sala. ‘Abbuffatevi’.

 

 



SONO TORNATA!
Spero tanto che il capitolo vi piaccia e che le Case siano azzeccate! In alcuni ero indecisa e mi sono decisamente sentita il Cappello Parlante quando leggevo nelle schede il vostro carattere.
Vi devo dire che in vita mia non farò mai il Cappello Parlante…è snervamte come lavoro!
Allora abbastanza originale come capitolo?
Scusate gli errori ma appena ho visto che dovevo rileggere 11 pagine di word sono sbiancata…perdonate questa povera ragazza!
Inoltre volevo sapere se li ho descritti bene, con i loro caratteri eccetera.
E’ da un po’ che non scrivo di loro e ho paura di aver sbagliato qualcosa, magari facendogli fare cose che in realtà non avrebbero mai fatto e cose così. Vi prego di aiutarmi e di correggermi…sono favorevole alle critiche ma che siano costruttive e sensate!
Quindi commentate!!!
Un bacione
Alhena
 
P.S: io mantengo sempre le mie promesse ;)
   
 
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