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Autore: _Gia    11/02/2016    2 recensioni
''Sarebbe venuto a prendermi, a salvarmi.
E questa, era una consapevolezza che neanche la più deviata delle menti avrebbe mai potuto eliminare. ''
[ Capitolo I ]
'' Mi sentivo in trappola, come un orso finito in una tagliola, come una tigre dietro il vetro di uno zoo.
Ma forse, dopo tutto quello che mi era stato fatto, la similitudine che più mi si addiceva era quella con un variopinto pappagallino, privato dei suoi sgargianti colori, dell’allegria che essi gli conferivano. ''
[ Capitolo 2 ]
'' Avevo quasi dimenticato la sensazione di inettitudine che si provava dinanzi alla paura.
Era tutto così disonorevole, che a morire mi sarei vergognata di meno. ''
[ Capitolo 3 ]
Raccolta | Drabbles | During Mockingjay
Brevi pensieri di chi, per amore della Rivoluzione, ha sofferto e subito le più atroci sofferenze: quelle del cuore.
Genere: Angst, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Annie Cresta, Johanna Mason, Peeta Mellark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Mi sentivo in trappola, come un orso finito in una tagliola, come una tigre dietro il vetro di uno zoo.
Ma forse, dopo tutto quello che mi era stato fatto, la similitudine che più mi si addiceva era quella con un variopinto pappagallino, privato dei suoi sgargianti colori, dell’allegria che essi gli conferivano. Un pappagallino a cui era stata strappata via un'ala, rinchiuso in una gabbietta troppo piccola, senza poter spiccare il volo, privato della propria libertà.
Eppure, durante ogni supplizio, ogni pena, un pensiero andava a lei.
Lei, dal viso spigoloso, magra e fragile come un ramoscello secco, che contornava le labbra con un’apposita matita ma senza poi colorare il loro interno, nella fedele riproduzione di una moda uscita di vigore anni e anni prima, ma che col tempo avevo iniziato ad apprezzare, semplicemente perché era il contorno del mio sorriso preferito.
Lei, che mi aveva donato l’amicizia e l’affetto più sinceri che chiunque potesse desiderare.
Conoscendola, ci avrebbe scherzato un po’ su, se solo ci fosse stata, se solo avesse potuto.
Avrebbe detto qualcosa riguardo al colore del mio occhio livido, un viola acceso che ricordava i completi che per anni avevo sfoggiato, come: « Quantomeno, adesso nessuno potrà dire che non hai il trucco abbinato ai vestiti ».
Una lacrima, una preghiera, era sempre per lei, che sapevo non se la passasse meglio di me, nella sua lurida cella non degna di una principessa del suo livello.
Egoisticamente, invece ,se proprio non potevo sperare nella sua libertà, avrei voluto che fosse con me.
Almeno, in due, il dolore lo avremmo sopportato di più.
Perché ogni volta che Octavia non era con me, una parte del mio cuore smetteva temporaneamente di battere.
   
 
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