Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: EmilyG66    12/02/2016    2 recensioni
Questa è una fanfiction ispirata a Christmas Carol in cui Elsa riceva la visita degli spiriti del Natale passato, presente e futuro. Lei non è avara o cattiva ma solo un po’ confusa per ciò che le riserverà il futuro e gli spiriti la aiuteranno a capire cosa fare.
I personaggi non appartengono a me, tranne un paio, ma alla Disney e alla DreamWorks.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Arendelle era completamente ricoperta da uno strato di neve, le candele dei lampioni erano accese e nelle stradine si respirava la tipica aria natalizia di Dicembre.
Era pomeriggio ma sembrava già sera.
Elsa si trovava nel suo studio quando qualcuno bussò alla sua porta.
Un servitore entrò e le disse che un principe era venuto a farle visita da lontano chiedendo udienza.
La regina di Arendelle accettò e dopo poco tempo che il servitore si fu allontanato un principe dai capelli rossi varcò la soglia dello studio.
L’uomo ara più alto di lei, aveva gli occhi verdi, alcune lentiggini sulla pelle rosea e vestiva di bianco.
-Vostra altezza. –disse questo inchinandosi.
Lei si alzò osservandolo con sguardo critico.
-Mi presento, sono il principe Hadams delle isole del sud. –si presentò lui tornando in posizione eretta.
-Dunque voi siete il fratello del principe Hans. –ipotizzò con freddezza la regina.
-Precisamente, e sono venuto a scusarmi personalmente per il comportamento inaccettabile di mio fratello. Avete quasi perso la vostra vita e quella di vostra sorella se non erro. Sono davvero mortificato. –si scusò lui.
Elsa accettò le sue scuse ma stette in guardia, sapeva bene che potevano essere fasulle.
-Vi ringrazio per la premura. –rispose tentando di congedarlo.
-Mi hanno anche riferito che voi avete dei poteri speciali. –continuò a dire il principe.
Elsa si irrigidì e lo guardò severamente.
-Esatto. –ammise osservando bene la sua reazione.
Lui sorrise.
-Allora spero di vedere il vostro dono quanto prima. –ammise con tono mieloso.
La regina non sapeva se fidarsi ma quella confessione le aveva fatto piacere.
Il principe salutò e uscì mentre Elsa fu pervasa da un dubbio.
Quell’uomo aveva un secondo fine, come quasi tutti del resto, o poteva essere seriamente interessato a lei e ai suoi poteri senza tramare alle sue spalle?
Per un momento si figurò come una ragazza normale magari con un fidanzato accanto che diceva di amarla ma allontanò in fretta quel pensiero.
Uscì dal suo studio e scese al piano inferiore.
Nel salone tutto era pronto per il Natele.
C’erano le decorazioni, i regali, i dolci e un’enorme albero di Natale al centro della stanza.
La sovrana di Arendelle scese le scalinate e osservò con occhi amorevoli sua sorella.
Kristoff stava sorreggendo Anna per la vita in modo che lei potesse mettere l’ultima decorazione su un ramo e quando ebbe fatto il biondo la mise giù dandole un bacio.
Elsa avvertì un’orribile sensazione alla bocca dello stomaco e distolse lo sguardò osservando Olaf che giocava con una stella filante vicino, ma non troppo, al camino acceso.
Quando Anna si accorse della sorella Elsa le sorrise.
-Elsa! –la salutò correndo ad abbracciarla.
-Oh è tutto così meraviglioso! È perfetto! –ammise la principessa staccandosi dalla bionda.
La sovrana la guardò con scetticismo.
-Davvero? Io credo che manchi ancora qualcosa. –affermò Elsa prima di fare una sfera di neve e lanciarla in aria.
Questa esplose e cominciò a nevicare lievemente.
-Hai ragione ora è perfetto. –confermò Anna con dolcezza e mettendo una mano sulla spalla di sua sorella.
-Dai Elsa andiamo a prendere della cioccolata calda! –tentò di convincerla la principessa prendendo la regina per le braccia.
-Anch’io! –si unì Olaf.
Elsa lo guardò teneramente.
-Olaf ne abbiamo già parlato. Non puoi mangiare le cose calde. –gli ricordò prima di fargli una carezza e avviarsi verso le cucine.
Il pupazzo di neve mise su un’espressione così triste che fece sciogliere Anna.
-Però puoi prendere tutti i cioccolatini che vuoi…-gli disse in un sussurro lei.
Olaf si rianimò e corse via.

Dopo qualche minuto Anna, Kristoff e Elsa erano seduti nel salone a sorseggiare cioccolata mentre Olaf era stato mandato a letto dalla sua “mamma”.
-Non ti sembra incredibile Kristoff? Questo è il primo Natale che passiamo insieme! –gli fece notare Anna euforica.
Lui annuì e Elsa sospirò.
Sua sorella temendo di aver detto qualcosa di sbagliato si apprestò subito a dire:
-E anche il primo Natale che festeggiamo di nuovo insieme Elsa. –
La regina alzò lo sguardo e fece un sorriso tirato.
-Hai ragione Anna…Sono stanca, è meglio che vada a letto. –disse alzandosi dalla comoda poltrona.
-Buona notte Anna. Buona notte Kristoff. –li salutò.
-Notte Elsa. –risposero entrambi.
Non appena la sovrana fu fuori dal loro campo visivo i due innamorati si guardarono negli occhi, si presero le mani e…
Elsa li abbandonò in quel momento tornandosene in camera sua.
Dopo essersi infilata una lunga vestaglia da sera azzurra con le maniche lunghe la bionda si gettò a pancia in giù sul letto in modo poco signorile.
-Che cosa mi sta succedendo? Dovrei essere felice, Anna e io stiamo recuperando il tempo perduto, il popolo mi vuole bene, è Natale…eppure…- disse alzando lo sguardo verso la finestra.
-Eppure mi sento vuota in un certo senso…-affermò scendendo dal letto e sedendosi davanti alla finestra.
Osservò la luna piena e chiuse gli occhi.
-Vorrei davvero sapere cosa c’è che non va in me…e –cominciò a dire pensando poi al fratello di Hans.
-e che cosa mi riserverà il futuro. Come devo agire luna? –domandò alla sfera bianca.
Non ricevendo alcuna risposta Elsa espirò e si mise sotto le coperte.

Dopo qualche ora di sonno la regina fu svegliata dal un lieve picchiettio e aprì gli occhi.
Ci mise un po’ per mettere a fuoco la sua stanza ma quando i suoi occhi si abituarono all’oscurità non vide nessuno.
Capì che il rumore proveniva dalla finestra così si alzò dal letto, andò verso le imposte e le aprì.
Non fece in tempo a guardare fuori che qualcosa di grosso e colorato entrò nella sua stanza velocemente.
La regina si girò verso quella cosa e rimase sbalordita.
Di fronte a lei c’era una donna uccello con delle lunghe piume colorate che stava svolazzando per la stanza.
-Chi sei?! –chiese Elsa.
La strana donna le sorrise forse troppo felicemente e le volò molto vicina.
Aveva degli occhi incredibilmente rosa.
-Ciao io sono Dentolina e solo per questa sera ti guiderò nei ricordi dei tuoi Natali passati! È la prima volta che faccio una cosa simile! –ammise lei eccitata.
-Ma- tentò di obbiettare la sovrana prima di trovarsi le mani dell’essere nella bocca.
-Oh ma che denti brillanti come la neve che hai! –esclamò questa.
Elsa si allontanò bruscamente e mise le mani di fronte a se.
Dentolina fu ferita da quella reazione e si scusò in fretta.
-Scusami a volte mi faccio prendere la mano, sai io sono la fatina del dentino. L’uomo della luna ha detto che hai chiesto il nostro aiuto, non è così? –le domandò la fata.
La bionda ci mise un po’ per elaborare il tutto e alla fine si voltò verso la finestra osservando la sfera bianca.
-Ma…io gli avevo solo chiesto cosa mi aspettava nel futuro. –ammise Elsa con tono docile tornando poi a guardare Dentolina.
Questa si rilassò e sorrise.
-Beh per sapere il futuro bisogna prima conoscere il passato. –affermò lei porgendole un piccolo contenitore giallo.
-Cosa…cos’è? –chiese la sovrana.
-Denti, o meglio, ricordi di quando eri piccola. Hai detto alla luna che ti mancava qualcosa, scopriamo cosa. –la incoraggiò.
La regina fissò quella lunga scatolina con incertezza e la fata del dentino le prese la mano poggiandola sul piccolo contenitore.
Questo cominciò a brillare e tutto intorno a loro cambiò.
Ora entrambe si trovavano nel salone privato che usavano Elsa e sua sorella per giocare, ma non erano da sole.
La regina quasi pianse vedendo i suoi genitori che attendevano l’arrivo delle loro figlie.
-Madre, padre…-qualche lacrima disubbidiente scese dai suoi occhi e Dentolina si dispiacque per questo.
Elsa si asciugò gli occhi mentre nel salone irruppero due bambine piccole.
  
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