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Autore: pervinca anthea    14/02/2016    2 recensioni
[Pre!Saga ~ Odesta!centric ~ One-shot]
I lievi riccioli un po' ribelli di lui, aggrovigliati sul capo all'insegna del primo mattino, ricordavano il groviglio di intersecate emozioni che quegli attimi suscitavano nella giovane Vincitrice dai pensieri un po' confusi.
I suoi lineamenti, dolci e affascinanti, gli conferivano lo stesso effetto delle lame affilate, letali, ma con un'elsa in diamanti purissimi che avrebbe reso piacevole persino la morte.
Genere: Erotico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annie Cresta, Finnick Odair
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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He's mine, I am his.



Lo ricollegava alla libertà, l'odore della sua pelle. Odore di salsedine, di spiaggia al mattino presto. 
Lui la toccava, e lei ricordava di essere viva. 
Quanto tempo era passato da quando l'aveva delicatamente adagiata sul letto, da quando il suo idilliaco attacco aveva avuto inizio?
Con una lentezza quasi esasperante, l’aveva privata dei suoi vestiti, lasciandola in intimo e facendole riprovare lo stesso imbarazzo che provò la prima volta che la guardò immergersi nell’acqua tiepida del mare limpido.
Non avrebbe mai smesso di provare quell’imbarazzo, nonostante il tempo corresse e le stesse situazioni si susseguissero, così come lui non avrebbe mai smesso di rimanerne estasiato. Non facevano l’amore coi corpi, ma più che altro con gli occhi, fissi in quelli dell’altro, perdendosi nell’oceano azzurro che entrambi rispecchiavano, un oceano di emozioni.
I lievi riccioli un po' ribelli di lui, aggrovigliati sul capo all'insegna del primo mattino, ricordavano il groviglio di intersecate emozioni che quegli attimi suscitavano nella giovane Vincitrice dai pensieri un po' confusi. 
I suoi lineamenti, dolci e affascinanti, gli conferivano lo stesso effetto delle lame affilate, letali, ma con un'elsa in diamanti purissimi che avrebbe reso piacevole persino la morte.
Con un dito, ripercorreva per intero il suo corpo statuario, quasi fosse stato scolpito nella pietra, quasi appartenesse a quelle divinità Greche che molto spesso venivano esposte sottoforma di statue.
Persino Poseidone avrebbe provato invidia, cogliendo occasione per richiamarlo a se, nella profondità delle acque, con l’accusa di essersi dimostrato migliore di un Dio.
Lui fece lo stesso, sostituendo il dito con la punta della lingua, passandola morbidamente sulla candida pelle del suo busto, dal quale si intravedevano facilmente i sottili tagli delle ossa, provocando in lei delle scariche elettriche passanti per tutto il corpo.
Le labbra di lei, leggeri petali di rose molto sottili, erano schiuse come a formare una perfetta figura tondeggiante, dal quale lievi sospiri delicati facevano capolino, riempiendo d’amore e passione la stanza, mentre le braccia si congiungevano dietro il suo collo, aggrappandosi a lui come fosse la sua ancora, il suo salvagente.
Nonostante la passione del momento, però, nulla impedì alla mente della ragazza di trasforare il delicato respiro di Finnick che premeva contro il suo ventre nel ricordo dei famelici ibridi pronti a sbranarla, smaniosi della sua carne, del suo sangue.
Un greve urletto le sfuggì dalle labbra, chiudendo gli occhi e portandosi le mani alla testa, a coprire le orecchie, tentando di placare gli immondi versi che adesso riempivano la mente della ragazza, la quale reazione durò solo per un paio di secondi, non perché la sua situazione stesse migliorando ma perché Finnick, prontamente, le ridonò la serenità, la tranquillità, con un dolcissimo bacio a fior di labbra, lasciando che i suoi occhi scorgessero, una volta aperti, il proprio sorriso ad attenderli.
Intanto si guardavano, lui ancora un po' titubante per l'attacco di panico appena sfiorato, temendo di peggiorare le cose se solo avesse continuato, lei piacevolmente stordita, attendendo l'attimo in cui il mondo, il suo mondo, si sarebbe colorato di mille sfumature, non appena Finnick l'avrebbe fatta sua.
E lo fece, con un unico, lieve, movimento del bacino, non prima di averle chiesto il permesso con un dolce sguardo.
Fu qualcosa di molto delicato, come le lievi onde mattutine, la quale acqua andava ad infrangersi dolcemente sulla sabbia, per poi ritrarsi e compiere quello stesso movimento più volte.
Si strinsero forte all'insegna del non volersi mai lasciare, baciandosi di tanto in tanto e procedendo il rapporto con una dolce smania, arrivando entrambi al culmine del piacere sussurrandosi dolci parole, guardandosi con occhi lucidi dalle emozioni, mentre Annie rimaneva immobile, mossa solo dai lievi spasmi muscolari, continuando quell'abbraccio prolungato al quale si erano sottoposti e che solo Finnick spezzò, privandola della sua presenza in sé e accostandosi al suo fianco, affondando il naso nel suo collo ed ispirando a fondo il suo profumo, profumo che ormai aveva associato all'amore, l'amore vero.
E vederla così, pura e splendida nel suo candore, accanto a lui, non poté che avvalorare quella semplice e pulita associazione.
   
 
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