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Autore: Sakura Hikari    15/02/2016    2 recensioni
Era tutto perfetto, esattamente come aveva desiderato… se non fosse stato per un unico, piccolo dettaglio.
“Kristoff… Sven deve per forza stare qui a guardarci?”
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Kristoff, Sven
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Primo appuntamento con terzo incomodo



Prompt di Soly Dea: Frozen, Kristoff/Anna. "Sven deve per forza stare qui a guardarci?"



Un appuntamento. Finalmente Anna era ad un vero appuntamento, come aveva sempre sognato. Kristoff aveva sistemato la tovaglia vicino alla sponda del lago e all’ombra di un salice piangente, ed aveva disposto i piatti con i cibi con cura. Il sole brillava caldo su nel cielo sgombro di nuvole, una brezza leggera attraversava appena il prato e portava con se il frinire delle cicale e il canto degli uccelli. Anna si sistemò meglio accanto a Kristoff e lui le passò un braccio attorno alle spalle, stringendola a sé. Era tutto perfetto, esattamente come aveva desiderato… se non fosse stato per un unico, piccolo dettaglio.
“Kristoff… Sven deve per forza stare qui a guardarci?”
A sentire pronunciare il suo nome, la renna sollevò il capo e li fissò coi suoi grandi occhi espressivi. “Perché? Ti assicuro che si comporterà bene”, promise Kristoff.
“È solo che credevo che saremo rimasti da soli. Inoltre, vuoi davvero che Sven ti guardi mentre baci la tua fidanzata?”, gli fece notare Anna.
Kristoff batté le palpebre un paio di volte, poi il suo volto assunse un’adorabile espressione meravigliata mista ad imbarazzo; portò il corpo in avanti, prese una carota dalla tasca e la mostrò a Sven. “Okay amico. Ecco il patto”, disse in tono complice. “Una carota per un intero pomeriggio di privacy. Come dici? ‘Una carota non è sufficiente’?”, continuò, cambiando appositamente il tono di voce, cosa che Anna trovava al contempo buffa ed adorabile. “Ti ho detto delle altre carote che ti aspettano a casa? ‘Ha, ora sì che ci siamo capiti’!”
Finalmente, Sven accettò la carota e si allontanò di una ventina di metri. Anna, nel frattempo, era impegnata a sbocconcellare uno dei tramezzini al salmone e formaggio che avevano portato.
“Mi piace”, disse Kristoff, tornando a sdraiarsi accanto a lei.
Anna annuì. “Sì, è davvero una bellissima giornata”.
“Ma io mi riferivo al fatto che tu ti riferisci a me come al tuo fidanzato”.
Anna sentì il viso avvampare. Accidenti, accidenti, accidenti. “L’ho detto davvero?”, chiese, tentando di dissimulare senza successo la nota acuta nella sua voce. “Cioè, non che non lo pensi davvero… ma mi ero ripromessa che avrei fatto le cose per bene e con calma, sai, dopo quanto successo con Hans… Con questo non voglio dire che non mi piaci, ci mancherebbe altro, ci siamo pure ba-“
“Ehi”, Kristoff interruppe quel turbine di parole poggiandole una mano sotto il mento. “Non era mia intenzione metterti pressione. Sono assolutamente d’accordo sul fatto di fare le cose con calma e con i tuoi ritmi”, disse con grande sincerità, ed Anna non poté fare a meno di sorridere. “Grazie”, rispose. “Sono proprio un disastro”.
“Beh, non più del solito, no”, disse Kristoff, inarcando appena le sopracciglia in un’espressione derisoria, e Anna gli rifilò un pugno scherzoso. “Stupido!”
Kristoff bloccò il suo pugno successivo tra le sue grandi mani calde. “Scherzavo. Pace?”
Anna sorrise: “Pace”, accordò, e avvicinò le labbra a quelle di lui per un bacio leggero, dolce e caldo, come la sensazione dei raggi del sole sulla pelle. Kristoff portò una mano sulla sua guancia ed Anna gli circondò il collo con le braccia, inclinando appena la testa per un migliore accesso.
Uno strano rumore interruppe il momento magico e li fece voltare: a pochi centimetri da loro c’era il muso di Sven e, Anna avrebbe potuto giurarlo, sorrideva.
Kristoff emise un verso frustrato. “Quali erano i patti, Sven?”



 
  
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