Centomila giorni.

 
 
Lunghe trecce nere le ricadono morbide sulle spalle, mentre la sua voce cristallina canta le ultime strofe della canzone. Il rossore delle sue guance in contrasto con l’ardore dei suoi occhi congela e ovatta il mondo attorno a me, chiudendomi in una bolla di vetro, in cui la sua presenza basta a farmi tirare un sospiro di sollievo, gli angoli della bocca sollevati. Sei così bella, Katniss.
 

*

 
Il torpore in cui sono ancorato viene interrotto da una voce dura, stridente come le sbarre della mia cella, mentre nuove fiamme e vampate di ricordi modificati devastano la mia mente, attanagliandomi le viscere e imprigionandole in una morsa di terrore.
Sotto le mie palpebre vibra l’immagine della Ghiandaia Imitatrice, letale e sadica nel suo abito nero, un sottile arco fra le dita e una freccia pronta ad essere scoccata. Dovessi vivere centomila giorni in balia di queste torture, ti troverei sempre così mortalmente bella, Katniss.
 
 


Note d’autrice: buonasera! Pubblico questa double drabble ambientata in contesti differenti: la prima avviene quando Peeta ascolta Katniss cantare, in classe, molti anni addietro. La seconda, invece, durante le sue torture a Capitol City.
Per quanto riguarda il banner l’ho trovato nel motore di ricerca, quindi se qualcuno è a conoscenza della sua provenienza mi faccia sapere! Un bacino.