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Autore: KiaeAlterEgo    17/02/2016    6 recensioni
Il Drago Smaug si è da poco insediato nella Montagna Solitaria, il Re sotto la Montagna è morto e Dale è distrutta. Il Bosco Atro è un luogo cupo e pericoloso da secoli e gli Elfi vivono lì, nascosti e circospetti.
Tauriel, da poco nominata capitano delle guardie, è con il principe Legolas a comando di una pattuglia che sorveglia la Via Elfica, quando si imbatte in una... strana creatura.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Galion, Legolas, Nuovo personaggio, Tauriel, Thranduil
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lo straniero

Capitolo 10. Una promessa

Tauriel schiuse gli occhi. Il respiro di Norue-nolo le sfiorava l’orecchio e tutto il suo corpo era contro di lei. Un braccio le avvolgeva la vita e l’altro era sotto la sua testa. Tauriel si tirò su a sedere e Norue-Nolo aprì gli occhi.

Lui sorrise e si stiracchiò a terra, sbadigliando.

«Buongiorno Tauriel» disse e il suo tono di voce era morbido e suadente. Lei rabbrividì e ridacchiò di questa sua reazione. Aveva ormai imparato che era proprio il tono della sua voce a provocarle quel brivido piacevole.

«Buongiorno».

Tauriel si abbracciò le ginocchia e poggiò il mento sopra. Norue-nolo si sedette e pettinò i capelli con le dita. Lisciò la veste sul petto e sulle maniche e la guardò negli occhi.

«Cosa ti preoccupa?»

Che faccia aveva, perché lui le stesse facendo quella domanda?

Tauriel chiuse gli occhi per un momento. «So che partirai, quando finirai le mappe».

Il sorriso si spense sulle labbra di Norue-nolo e la sua espressione divenne seria.

«Mi manca poco tempo per finirle».

«Quindi partirai presto».

Norue-nolo si avvicinò a lei. «Non così presto da non poter di nuovo guardare le stelle con te». Sorrise.

Tauriel cercò la sua mano. «Devi partire per forza?»

«Devi restare per forza?» le rispose lui.

A Tauriel si strinse il cuore e aprì la bocca per rispondere, ma Norue-nolo le posò un dito sulle labbra.

«Lo so, sei il capitano. Non ti chiederei mai una cosa del genere». Le fece l’occhiolino. «Non ora» aggiunse e le strinse la mano. «Il re vuole che io faccia da messaggero tra le altre tribù e il suo regno. Tornerò qui».

«Ma starai via spesso».

«Ma tornerò spesso». Norue-nolo le baciò la mano, poi sollevò lo sguardo su di lei. La fissò, sembrava indeciso se dire qualcosa o no.

Alla fine, Noruel-nolo sospirò. «Le sciamane, persino quelle dei Penni, potrebbero aiutarvi con l’Ombra». Le strinse la mano. «Quando questa foresta sarà libera dal Male e nessun ragno, nessun Orco o servo di questa Ombra camminerà sotto i suoi alberi, continuerai a essere il capitano delle guardie?».

Quando?

Tauriel strinse le labbra.

«Se la foresta sarà libera».

Le orecchie di Norue-nolo si abbassarono di poco e la sua espressione preoccupata le strinse il cuore.

«Non credi che il tuo re riuscirà a liberare la sua foresta?»

Lei non credeva nel re? Se quella domanda non fosse stata fatta con quel tono preoccupato, Tauriel se la sarebbe presa.

«Sono preoccupata per lui. E l’Ombra avanza».

Norue-nolo prese Tauriel tra le braccia e lei sollevò le sopracciglia sorpresa, prima di ricambiare l’abbraccio.

«Voi siete come eravamo noi nei tempi antichi, Tauriel». Norue-nolo le accarezzò la testa. «Gli antenati ci hanno raccontato. Ma abbi fiducia in te, nel tuo re e nel popolo che vuoi proteggere: l’Ombra passerà».

Tauriel si strinse a lui.

L’Ombra passerà.

«Non ho mai pensato a cosa farò, quando l’Ombra sarà scacciata dalla foresta» disse lei, infine.

Norue-nolo continuò ad accarezzarle la testa, le dita che scorrevano leggere tra i capelli. «Potresti iniziare a pensarci ora» sussurrò, con quel suo tono morbido.

Tauriel rabbrividì e si strinse a lui. «E tu?»

«Io sono un esploratore. Voglio visitare l’Ovest, quel bosco dorato, le città degli uomini liberi, gli altri Elfi che vivono oltre le Montagne Nebbiose». Le posò un bacio tra i capelli. «E mi piacerebbe che tu mi accompagnassi nei miei viaggi. Ma sono disposto ad aspettare che tu saldi il tuo debito con il tuo re e che questa foresta sia libera».

Tauriel nascose il viso nell’incavo del collo di Norue-nolo, mentre una sensazione di calore partiva dal cuore e si diffondeva nel petto.

Quell’idea di Norue-nolo era molto allettante.

 

***

 

«Tauriel, ho bisogno di parlare con te».

Tauriel sollevò lo sguardo per incontrare quello preoccupato di Legolas.

Cosa era successo? Qualche problema nel palazzo? Nel bosco?

«Dimmi, Legolas» disse lei e posò sulla scrivania il rapporto che stava leggendo.

Legolas prese una delle sedie e si sedette di fronte a lei, dall’altro lato del tavolo. Si fissò la punta delle dita per un momento, poi sollevò lo sguardo.

Cos’aveva?

«È successo qualcosa di grave ai confini?»

«No, si tratta...» Legolas sollevò lo sguardo e sospirò. «Si tratta di te. Sospiri spesso, sei distratta: cosa ti succede?»

Tauriel sgranò gli occhi e strinse i pugni. Prese un ampio respiro per calmarsi. I suoi dubbi e problemi personali avevano influenzato il suo lavoro come capitano? Proprio ora che aveva risolto la questione con Norue-nolo!

«Ho fatto qualche errore?»

Le labbra di Legolas si curvarono in un sorriso dolce. «No, le tue azioni e il tuo comportamento come capitano sono perfetti». Legolas si grattò la testa e prima che Tauriel potesse rispondere, parlò: «Stai sulle tue più del solito e sembra che ci sia qualcosa che ti cruccia».

Tauriel rilassò le spalle e distese le mani, con un sospiro di sollievo.

«Sì, Legolas. C’era qualcosa che mi preoccupava». Sorrise. C’era stato qualcosa che l’aveva preoccupata, prima. Ora c’erano i pochi giorni rimasti da passare con Norue-nolo e non sapeva ancora come sarebbe stato il suo futuro.

E mi piacerebbe che tu mi accompagnassi nei miei viaggi.

Tauriel aveva tempo per pensarci e, dopo aver passato la sera precedente con Norue-nolo, sentiva tutti i problemi avrebbero trovato una soluzione. Ne era sicura.

«Ne ho parlato con Nestades. Avevo bisogno del parere di un’amica».

Legolas aggrottò le sopracciglia e Tauriel giunse le mani di fronte a sé. «Si tratta di Norue-nolo, Legolas. Mi piace». E dirlo ad alta voce le diede una strana sensazione elettrizzante sotto la pelle.

«Lo sospettavo» borbottò lui.

«Ti è mai piaciuto qualcuno?» chiese lei allora, ignorando il borbottio. Tauriel sorrideva e ora sorridere le sembrava così naturale. Come avrebbe fatto a mantenere quell’espressione seria da capitano, d’ora in poi? I soldati l’avrebbero presa sul serio lo stesso?

«Sì, in realtà» Legolas la fissò negli occhi e anche lui sorrise. «Ma non ha funzionato. Non era lei quella giusta».

Oh.

Tauriel sollevò le sopracciglia. «Capisco», disse. «Nemmeno io sono sicura, in realtà. Ma penso che non importi, ora. C’è bisogno di conoscersi, no?»

«Già». Legolas aveva un’espressione rassegnata in volto e Tauriel ridacchiò.

«Che succede?»

«Devo rassegnarmi all’idea che non sei più la mia piccola sorellina, che rubava la marmellata di more dalle cucine».

Gli occhi di Legolas scintillarono divertiti e Tauriel rise, mentre con la mente tornò al passato. Si era sentita molto scaltra. Peccato non si fosse accorta della macchia sul colletto del vestito.

Non era molto migliorata, col tempo.

 

***

 

Tauriel bussò alla porta dello studio del re.

«Capitano Tauriel» disse e aprì la porta.

Re Thranduil sollevò gli occhi dalla pergamena che stava leggendo e la posò sul tavolo. Sollevò un sopracciglio.

«C'è qualche problema?»

«Norue-nolo ha finito di disegnare le mappe e di trascrivere le informazioni richieste».

Thranduil unì le mani sotto il mento. «Lo so. Il sapiente Hannon si sta preparando per partire con lui».

Tauriel mantenne l’espressione del viso neutra per nascondere la sorpresa. Hannon sarebbe partito con Norue-hon? Be’, non gli aveva più chiesto del viaggio, aveva senso che non lo sapesse. Lei e Norue-hon avevano passato altre sere insieme, a guardare le stelle, a scambiarsi racconti e canzoni, a divertirsi, come avrebbe detto Nestades.

«Vorrei chiedere licenza per qualche giorno, per accompagnarli a Esgaroth».

Thranduil la fissò in silenzio, come se volesse leggere la motivazione della sua richiesta.

«Chi farà le tue veci?» chiese il re.

«Feren».

Thranduil aggrottò le sopracciglia e poggiò il mento sulle mani. Poi annuì.

«Va bene, Tauriel». Thranduil sospirò, poggiandosi contro lo schienale della sedia. «Ma posso sapere perché?»

Tauriel abbassò lo sguardo. Poteva dirlo al suo re? Gli interessava? Alzò lo sguardo. C’era curiosità negli occhi di re Thranduil e qualcos’altro… Preoccupazione? Per lei? Stava parlando come re o come Thranduil?

«Desidero accompagnare Norue-nolo, fino a che posso» rispose lei.

Thranduil la scrutò, il suo sguardo era indagatore. Tauriel rimase ferma. Lo capiva Thranduil perché lei desiderava accompagnare Norue-hon? Glielo doveva dire? Sembrava proprio che lui stesse aspettando che lei continuasse a parlare.

Eppure c’era qualcosa che la bloccava. Tauriel abbassò lo sguardo. Era l’imbarazzo a tenerle chiuse le labbra. Se gli avesse detto perché voleva accompagnare Norue-hon, sarebbe stato come confessargli una marachella.

E questo pensiero era ancora più assurdo. Non era più una bambina! E quello che provava per Norue-hon non era una marachella.

«Mi sono... affezionata a Norue-nolo» disse lei infine.

L’espressione di Thranduil si ammorbidì, le sopracciglia di poco più sollevate di prima e le labbra una linea più morbida. Fu un minimo cambiamento, ma bastò a farle rilassare le spalle.

Re Thranduil si alzò dalla sedia e le poggiò una mano sulla spalla.

«Che le stelle brillino sul tuo cammino, capitano».

Le strinse la spalla. «Torna presto, Tauriel» aggiunse e tornò alla scrivania.

Tauriel rimase per un momento lì in piedi, ferma, a fissare re Thranduil con gli occhi sgranati. Cosa intendeva? Era un augurio? Un ordine?

Si riscosse, non poteva stare lì impalata, e si congedò.

Che il re fosse preoccupato per lei? Temeva partisse con Norue-hon fino a… fino a dove? All'Est? Oppure lei stava cercando un significato dove non c’era e le parole del re erano un semplice saluto?

Tauriel informò Feren che annuì senza far commenti. Poi passò dal suo studio e riordinò la scrivania. Quando ebbe finito, un sospiro fuggì dalle sue labbra.

Il momento della partenza si stava avvicinando sempre di più.

Uscì dal suo studio e passò dall’armeria per prendere le ultime cose, prima di cercare Norue-hon.

Lo trovò nella stanza che gli aveva assegnato, la sacca da viaggio riempita per metà. Stava tendendo l'arco che gli avevano dato, un arco leggero e spoglio di decorazioni.

Tauriel non poté fare a meno di ammirarlo nella sua posa da arciere, il braccio destro tirato indietro, le dita che gli sfioravano la guancia, il sinistro teso.

Norue-hon voltò la testa e le sorrise, allentando l'arco. Tauriel fece un passo avanti e poggiò la mano sul tavolo.

«Sei quasi pronto a partire».

Il sorriso di Norue-hon si attenuò. Guardò la sacca, senza dire nulla, e si allacciò il pugnale al fianco. Indossava gli stivali e le braghe che gli avevano fornito, e una casacca verde. Sulla sedia era poggiato un mantello grigio.

Tauriel gli intercettò le mani e intrecciò le dita con quelle di lui.

«Torna presto».

Gli occhi di Norue-hon brillarono di una luce divertita e le rivolse un mezzo sorriso.

«Il più presto possibile, Taur-hen» sussurrò e l'attirò tra le sue braccia, per stringerla forte a lui. Il cuore di Tauriel era impazzito, come sempre quando stava così vicino a lui, e gli poggiò la testa contro la spalla.

Norue-hon inspirò e anche lei inalò il suo profumo. Era esotico, dolce e misterioso. Era il suo. E voleva averne un ricordo perfetto, per i prossimi mesi.

Norue-hon la baciò sulla tempia, sfiorandole l'orecchio con le labbra.

«Tornerò» le disse e il suo sussurro fu una carezza sulla punta dell'orecchio.

Tauriel gli sorrise e lasciò che finisse di sistemarsi. Sarebbe tornato. Glielo leggeva negli occhi. E lei avrebbe aspettato.

Si recarono nelle cucine e Hannon si unì a loro lungo il cammino. Non commentò la sua presenza né Tauriel commentò il suo aspetto, ma dovette premere le labbra tra loro per riuscirci. Non era abituata a vederlo così vestito, abiti pratici da viaggio e armato. Era così poco... sapiente!

Lui e Norue-hon presero le gallette e la carne essiccata avvolte nei tovaglioli di stoffa, riempirono l'oltre d'acqua e si misero le sacche in spalla.

«Tu non prendi nulla?» le chiese Norue-hon.

Tauriel indicò il piccolo otre che teneva legato al fianco e la sacca quadrata, più piccola del suo pugno, allacciata lì vicino. «Ho l’acqua e qualche galletta. Mi basteranno».

Tauriel spostò lo sguardo da Norue-hon ad Hannon. «Andiamo».

Percorsero i corridoi e le rampe, Tauriel che apriva la strada, il passo lento per permettere a Norue-hon di vedere il palazzo un’ultima volta. E per rallentare il più possibile la partenza.

Raggiunto l’ingresso del palazzo, c’era un gruppo di persone ad attenderli. Tauriel strinse gli occhi: erano sapienti, ma anche altri amici di Hannon e qualche guerriero che in quel momento non aveva compiti da svolgere.

Devono proprio esserci tutti?

I sapienti si fecero avanti e Tauriel fece un passo indietro, fino a raggiungere Norue-hon. Lui le prese la mano e le rivolse un sorriso. «Vengono a salutarci».

«Non dovevate organizzare un comitato d’addio, tornerò qui» stava dicendo Hannon. Tauriel si appoggiò con la spalla contro Norue-hon e attese, gli occhi chiusi, e godette ancora di quei minuti in cui poteva stare insieme a lui.

Il chiacchiericcio si avvicinò e i sapienti vennero a salutare anche Norue-hon. Tauriel fece per allontanarsi, ma lui le strinse la mano e la tenne accanto a sé. Tauriel avrebbe voluto sprofondare, quel gesto così personale di tenersi per mano ora era sotto gli occhi di tutti e la cosa la stava mettendo troppo in imbarazzo.

Scrutò Norue-hon, che era calmo e sicuro, come lo era sempre stato nelle cose che li riguardavano, e prese coraggio dalla sua vicinanza.

Non c’era nulla di cui sentirsi in imbarazzo.

Avrebbe ignorato le occhiate dei sapienti.

Era in licenza, in quel momento, ed era suo diritto fare quello che le pareva.

Quando, alla fine, varcarono le porte dell’ingresso, i sapienti intonarono un canto d’augurio di buon viaggio e quelle note li accompagnarono sul ponte che attraversava il fiume e sulla strada tra gli alberi, fino a quando il palazzo non fu nascosto dalla vista e i sussurri del vento tra le fronde e i cinguettii degli uccellini di quella parte del bosco li avvolsero.

Il viaggio attraverso la foresta fu tranquillo, ma silenzioso e senza soste. Tauriel non se la sentiva di avvicinarsi a Norue-hon, non con Hannon con loro.

E presto, troppo presto, raggiunsero Esgaroth.

Tauriel si fermò davanti al ponte di legno che collegava la città sul lago alla terraferma e sollevò lo sguardo verso Norue-hon.

«Qual è il vostro piano di viaggio?»

Lo sapeva, ma non voleva separarsi così, senza dirgli niente. Forse avrebbe potuto trovare altre parole da dire, un saluto magari, ma non c’era il tempo di pensare a qualcosa di meglio. Si sarebbe potuto incamminare prima che le venisse in mente qualcosa.

«Cercheremo un passaggio sul Celduin. Da lì navigheremo lungo il fiume fino al mare di Rhûn, raggiungeremo Treporti e poi avremo una bella camminata da fare» Norue-hon lanciò un'occhiata ad Hannon e ridacchiò.

«Ti assicuro che sono preparato al viaggio» commentò il sapiente, con un sopracciglio inarcato.

Tauriel si coprì la bocca con la mano per nascondere la sua risata.

Norue-nolo prese il coltello dalla cintura. Tauriel sbatté le palpebre. Cosa aveva intenzione di fare?

Lui tagliò una delle trecce sottili che portava sulla tempia. Legò l'estremità tagliata con un cordino e tese una mano verso di lei.

«Dammi la tua mano».

Confusa, Tauriel posò il dorso della mano sul suo palmo. Lui premette la treccia di capelli e la chiuse nel pugno di lei, per poi baciarle le nocche.

Tauriel deglutì. Ma perché davanti ad Hannon!

Il sapiente, però, sembrava interessato da alcune piante sulla riva del lago, anche se le sue labbra erano curve nel suo sorrisetto insopportabile.

«Tornerò, prima che i miei capelli saranno cresciuti tanto quanto è lunga questa treccia» le disse Norue-hon, il tono solenne.

Il cuore di Tauriel sussultò e si portò il pugno chiuso al cuore. Era davvero un addio, quindi.

«La conserverò, come un tesoro» rispose lei allora.

Norue-hon le sorrise di un sorriso dolcissimo. Si sfiorò le labbra con tre dita e poggiò la mano sul cuore.

«Che le stelle veglino sul tuo cuore».

Tauriel raddrizzò le spalle.

«Che le stelle veglino sul tuo cammino». Guardò Hannon. «Sul vostro cammino» aggiunse e chinò la testa.

Hannon sbuffò. «E sul tuo, capitano».

I due viaggiatori si voltarono e si incamminarono sul ponte.

Si stava allontanando davvero. Una cosa era saperlo. Una cosa era vederlo. Una morsa fredda le strinse il cuore e gli occhi presero a pizzicarle.

Tornerò, prima che i miei capelli saranno cresciuti tanto quanto è lunga questa treccia.

Tauriel strinse il pugno che la teneva. La treccia era lunga e sarebbero passati anni. Ma non così tanti. E si era tagliato una ciocca di capelli. Per lei.

Quella era una promessa.

Quando Norue-hon attraversò il ponte, si voltò e alzò un braccio, come per salutarla.

Tornerò, sembrava stesse dicendo.

Tauriel alzò il braccio e sorrise.

Tornerai.

 

Fine

 

Angolo dell’autrice

Ebbene sì, è la fine. ù_ù

Non voglio fare altri commenti, sono così emozzzzionata dalla cosa che quasi piango. Quasi appunto, perché sono anche molto soddisfatta, ho creato una storia a capitoli e l’ho finita!

E ora… Ringraziamenti!

Ci tengo tantissimo a ringraziare la mia beta che con le sue osservazioni e la sua beta-frusta (questa molto usata per il mio uso improprio di italiano) mi ha aiutato a rendere questa storia così come la leggete (leggibile appunto, e poi ho pure scoperto cosa significa biasimare). Grazie Kan (*momento shameless promotion* e leggete le sue fan fiction, soprattutto le rosse, che sono bellissime e piene di AmmoreH)!

E poi anche le fedeli recensitrici, melianar, tyelemmaiwe, Feanoriel, leila91, Thranduil_Oropherion, hellet e la new entry del penultimo capitolo, Connie91!

Grazie a tutte per avermi seguito e lasciato il vostro parere ♥ (un giorno  risponderò, abbiate fede).

E ultimi, ma non meno importanti (cit.), saluto e ringrazio tutti i lettori anonimi! Grazie e spero che questo mio lavoro vi sia piaciuto ♥

Un grazie speciale va anche a Sara_3210 per aver letto ;)

kiaealterego

P.s. È l’ultimo… E l’emozione mi sta facendo traboccare il cuore di emozione!

  
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