Anime & Manga > No. 6
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Autore: floricienta    18/02/2016    1 recensioni
Il ragazzo si girò all'istante e Shion rimase per un attimo abbagliato. Poteva dire con certezza che non ci fosse una grande differenza d'età tra loro.
Ma quel ragazzo era la persona più bella che avesse mai visto: la pelle diafana era colpita dalla luce in modo tale da farla risplendere come porcellana piena di cristalli, i capelli scuri sembravano parecchio morbidi nonostante fossero abbastanza corti da non coprire neanche le orecchie, le dita che tenevano ancora il libro potevano essere paragonate a quelle di un pianista. Quello che però era sorprendente in quel ragazzo erano gli occhi.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Nezumi, Shion
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti! Che bello tornare in questo fandom dopo tanto tempo! La storia che vi presento è una piccolo racconto diviso in due parti molto tenero (spero ahah). Mi è uscito fuori mentre facevo pensieri astratti prima di dormire (?) e non ho potuto non trarne una fanfiction. Sarei davvero grata se qualcuno commentasse per sapere cosa ne pensa, è una piccola storia senza molte pretese, ma i commenti sono sempre ben accetti xD
Direi che non c'è altro da aggiungere se non ringraziare tutti quelli che leggeranno ecc... :)
Buona lettura
Flor ^w^
UN AMORE TRA LE PAGINE DI UN INCONTRO
PRIMA PARTE

 

Shion scrutava indeciso i titoli dei libri sullo scaffale della biblioteca. I suoi grandi occhi viola sguizzavano veloci tra essi.
Biodiversità”
“Elementi di Ecologia”
“Fondamenti di Botanica”

Non sapeva quale sarebbe stato più adatto per il suo interesse. Fosse stato per lui, avrebbe preso in prestito l'intera mensola e l'avrebbe portata a casa, peccato che non avesse un carretto con cui trascinare tutti quei tomi pesanti.
Alla fine decise di prenderne solo due e si diresse con un sorriso a trentadue denti verso il bancone.
Non c'era nessuno a quell'ora in biblioteca, probabilmente tutti occupati a preparare il pranzo, ma per Shion era l'orario migliore, dove poteva scegliere con calma rimanendo anche minuti interi davanti allo stesso libro, dubbioso come al solito e con una mano tra la frangia bianca che gli ricadeva sugli occhi. Probabilmente lo aiutava a riflettere.
“Mi scusi..?” richiamò l'attenzione del commesso, che era girato dalla parte opposta con un libro in mano del quale non riusciva a leggere il titolo.
Il ragazzo si girò all'istante e Shion rimase per un attimo abbagliato. Poteva dire con certezza che non ci fosse una grande differenza d'età tra loro.
Potremmo essere coetanei.
Ma quel ragazzo era la persona più bella che avesse mai visto: la pelle diafana era colpita dalla luce in modo tale da farla risplendere come porcellana piena di cristalli, i capelli scuri sembravano parecchio morbidi nonostante fossero abbastanza corti da non coprire neanche le orecchie, le dita che tenevano ancora il libro potevano essere paragonate a quelle di un pianista. Quello che però era sorprendente in quel ragazzo erano gli occhi.
Non ho mai visto un grigio così luminoso e cupo allo stesso tempo.
Si sentiva attratto da quegli occhi, soggiogato da essi. Si era incantato e non riusciva a scostare i propri viola come se fossero una calamita che lo attirava sempre più in essi.
“Serve aiuto?” domandò il commesso con cortesia, sfoggiando un sorriso che affascinò ancora di più Shion, mentre posava con delicatezza il libro sul bancone a faccia in giù per non perderne il segno.
Shion rimase immobile come se avesse perso l'uso della parola e vide le sopracciglia dell'altro aggrottarsi.
“Ehi, che fai, ti perdi nel mondo dei sogni?” il ragazzo gli sventolò una mano davanti e il ragazzo dai capelli bianchi si risvegliò sbattendo le palpebre più volte.
“Vorrei prendere questi libri in prestito!” la voce che gli uscì era strozzata e quasi acuta. Appoggiò i volumi sul banco e si accorse della smorfia di scherno che si dipinse sul volto dell'altro. Si ritrovò a pensare che anche con quell'espressione non perdeva un briciolo della propria eleganza.
“Hai la tessera?” il commesso allungò un braccio al di sotto del tavolo per prendere un sacchetto di plastica con il logo della biblioteca disegnatovi sopra.
“Certo.” Shion si mise a trafugare nella tracolla, agitato.
Persino la sua voce è così armoniosa. Mi chiedo se sia davvero umano.
Shion arrossì da solo al pensiero e sussultò, trovando finalmente la tessera. La consegnò al ragazzo che aveva evidentemente l'aria scocciata a causa sua e della sua goffaggine.
Questo si accorse del leggero tremolio delle sue dita mentre gli consegnava la tessera e si ritrovò stranito.
“Stai bene?”
“Eh?” Shion cadde ancora una volta dalle nuvole. “S-sì, sto bene.”
“Devi star bene per forza per leggere questa roba.” il commesso fece un ghigno, leggendo i titoli dei libri che stava per prendere l'albino. “Insomma, non si può dire di certo essere una lettura piacevole e confortevole. Immagino siano per l'università.”
“No, sono per il mio diletto.”
Il ragazzo dagli occhi grigi scoppiò a ridere.
“Dici sul serio?”
Shion si ritrovò a disagio. Non capiva il perché lo stesse prendendo in giro e sentiva dentro di sé un minimo di rabbia verso quella persona che stava quasi insultando i suoi gusti personali, ma dall'altra parte sentiva una pace proveniente da quella risata cristallina. Non sapeva come comportarsi e la cosa lo agitava ancora di più.
“Dico sul serio.”
Il commesso assunse subito un'aria ironica.
“Hai mai provato a leggere qualche romanzo per diletto? Un'opera teatrale?”
Shion osservò le dita del ragazzo che sfioravano la copertina del libro ancora voltato verso il basso e in quel momento riuscì a decifrarne il titolo.
Macbeth...
“Conosci Shakespeare?” gli chiese ancora il ragazzo.
“Certo. Anche se non ho mai provato a leggere qualche sua opera.”
“Ah, dove finirà questo mondo se i giovani d'oggi dimenticano cosa significhi la vera arte!” il commesso sospirò esageratamente, allargando le braccia e socchiudendo gli occhi.
“Anche la scienza è arte!” Shion alzò di poco la voce, ingrossando le guance arrossate.
Non appena il ragazzo aprì gli occhi, uno sguardo tagliente e beffardo si posò su di lui, facendolo sussultare ancora.
“Ci sono tante cose che puoi imparare anche da un mondo che non è fatto di calcoli, teorie e studi approfonditi.”
Shion ingoiò a vuoto, non sapendo come rispondere. La convinzione di quelle parole nella voce dell'altro era così opprimente che non era capace di ribattere. Eppure ne era ancora profondamente ammaliato.
In ogni caso non avrebbe potuto controbattere, non si era mai immerso in quel mondo che sembrava tanto caro al ragazzo dagli occhi grigi, quindi l'unica cosa che gli riuscì fu quella di stringere i pugni lungo il busto e guardarlo storto.
“Ho per caso offeso il sigorino petri-dish? Non era mia intenzione.” si inchinò leggermente, portandosi la mano destra al cuore. La sua voce era di nuovo gentile.
Shion non riusciva a capire se lo stesse continuando a prendere in giro. Per quanto lo infastidisse, comunque, non aveva voglia di tornare a casa in quel momento.
“Non mi hai offeso.”
“La tua faccia dice il contrario.”
Shion si sentì preso in contropiede ancora una volta. Si portò una mano al viso, evidentemente arrossato, e percepì il proprio cuore battere più velocemente del normale.
Perché anche se si sta facendo beffa di me continuo a pensare che sia bellissimo?
Si sorprese del suo stesso pensiero e strabuzzò gli occhi, abbassando subito lo sguardo per non farsi cogliere in flagrante.
“Facciamo così.” riprese a parlare il commesso. “Ti presto questo.” indicò il suo libro sul bancone e lo mise nella busta insieme agli altri due. “Così ti fai una cultura.”
Improvvisamente sembrava essere tornato un ragazzo gentile e dai modi affabili. Shion non riusciva proprio a comprendere in che maniera fossero controllati i continui sbalzi d'atteggiamento di quella persona e la cosa non faceva che incuriosirlo ancora di più.
“Attenzione però! È mio questo libro, se torna con una minima piega o un qualcosa di rovinato ti disintegro.”
Questa volta Shion rimase paralizzato dalla paura. L'aveva seriamente minacciato di morte e qualcosa dentro di lui gli gridava che sarebbe successo per davvero se avesse graffiato appena quel volume.
“Starò attento, tranquillo.” prese la busta che gli veniva offerta e fece un piccolo inchino.
“Puoi riportarmelo quando porti indietro anche gli altri.”
Shion gli sorrise per la prima volta, ricevendone uno in cambio.
“Io sono qui tutti i giorni a quest'orario.” continuò a parlare il commesso. “Buona lettura, Shion.”
Shion socchiuse le labbra. Non aveva mai sentito il suo nome venir pronunciato con tale grazia, non si era mai reso conto di quanto potesse essere melodioso nella bocca di qualcuno e di nuovo fu colto dalla voglia di rimanere fino alla fine del turno di quel ragazzo.
Un momento...
Shion fece un piccolo sussulto.
“Come fai a sapere il mio nome?”
Ancora scorse un ghigno derisorio nel volto dell'altro, che non si stava premurando di rispondere.
In quel momento gli venne riconsegnata la propria tessera e i suoi occhi si posarono sul nome che vi era scritto sopra.
Shion. Che stupido...
“E io posso sapere il tuo?”
“Nezumi.”
“Nezumi?” ripeté arricciando il naso.
“Qualche problema?”
Il ragazzo dagli occhi viola scosse la testa.
A parte che non si addice per niente un nome del genere a qualcuno con il tuo aspetto.
Shion si ritrovò ad arrossire di nuovo e cercò di nascondersi nella sciarpa che teneva stretta intorno al collo, riallacciandosi il giubbotto per prepararsi ad uscire nel freddo invernale.
“Buona giornata, Nezumi.” fece un altro inchino prima di scappare via ed andare verso casa.

Appena arrivò, andò nella sua camera, poggiò il sacchetto della biblioteca sulla scrivania e si buttò sul letto. Il cuore ancora gli palpitava più veloce del normale e non era persino riuscito a scrollarsi l'imbarazzo di dosso.
Si portò una mano alla guancia, scoprendola accaldata.
Non riesco a dimenticarmi dei suoi occhi fissi nei miei.
La cosa lo fece arrossire violentemente.
Il perché non gli uscisse dalla testa quel ragazzo era un mistero, tutto quello che riusciva a collegare nei pensieri era il grigio splendente più di una pietra preziosa. Qualcosa lo impauriva e nello stesso tempo lo attraeva fortemente.
Agguantò uno dei libri di ecologia che aveva appena preso in prestito e cominciò a sfogliarlo subito per cercare di perdersi all'interno di quello.
All'improvviso gli scappò un sospiro.
Voglio rivederlo.
Il suo cuore fece un balzo rendendosi conto che stava ancora pensando a Nezumi. Neanche le frasi che scorrevano sotto la sua vista attiravano la sua attenzione come avrebbero dovuto.
Voglio conoscere tutto quello che lo riguarda. Voglio sapere di lui.
Era vero. Shion avrebbe voluto rimanere le ore a parlare con quel ragazzo e imparare a capire tutte le sue sfaccettature che cambiavano continuamente. Avrebbe voluto sentirlo ridere ancora per lasciarsi trasportare in un mondo di beatitudine e avrebbe voluto ridere con lui.
Perché mai stava pensando a qualcuno appena conosciuto a quel modo?
Scosse la testa e posò per terra il libro, per prendere in mano Macbeth.
Magari potrò capirlo meglio leggendo questo.

Voleva avvicinarsi ai gusti di Nezumi, in quel momento la sua testa ragionava solo in funzione di quel commesso che gli aveva fatto provare un qualche sentimento che neanche lui stesso sapeva spiegarsi.
Molte volte aveva sentito parlare del colpo di fulmine, ma non pensava potesse essere così. Come ci si poteva innamorare di qualcuno di cui non si sapeva niente? Come ci si poteva innamorare di qualcuno che aveva passato metà del suo tempo a prenderlo in giro?
Shion non comprendeva. Amore era una parola grossa e non poteva essere usata in quel contesto, d'altra parte, lui stesso non sapeva cosa fosse l'amore se non quello per gli amici e la famiglia. Non aveva mai avuto l'occasione di assaggiare quel dolce sapore sulla propria pelle.
Non poteva però nascondere il suo batticuore e la sua ansia crescente che gli stavano facendo perdere il controllo. L'unica cosa di cui era convinto era la sua voglia di rivedere Nezumi e poter conversare con lui.
L'unico modo per incontrarlo di nuovo era quello di andare in biblioteca durante il suo turno di lavoro, ma non potevano di certo continuare ad incontrarsi per qualche minuto alla cassa. Sarebbero stati sempre cliente e impiegato, non potevano dialogare a loro piacimento.
E se lo invitassi fuori?
Shion scosse di nuovo la testa, sentendo un groviglio nel suo stomaco e mancargli il fiato. Non ci sarebbe mai riuscito, non avrebbe chiesto un appuntamento a Nezumi, sicuramente avrebbe rifiutato con qualche battuta ironica.
Sfiorò delicatamente una delle pagine dell'opera di Shakespeare. Chissà quante volte le dita esili di Nezumi avevano toccato allo stesso modo quella pagina lievemente ingiallita, probabilmente era un libro vecchio, magari appartenuto a suo padre o al nonno.
Un pensiero imbarazzante lo colse all'improvviso e si portò il libro davanti alla faccia, nascondendola dietro di esso.
Non posso averlo immaginato davvero...
Invece era così. Aveva fantasticato di Nezumi che gli prendeva la mano e gli trasmetteva il suo calore, per poi portarla alle labbra e lasciarle un leggero bacio mentre non lasciava il suo sguardo e lo faceva cadere in uno stato di estasi.
Si era sentito per un attimo come un libro tra le mani di quel ragazzo, sicuramente era il tipo da trattarli come se fossero un oggetto altamente prezioso, e Shion avrebbe voluto sentire la stessa premura su di lui.
Quante sciocchezze si stavano insinuando in lui – così continuava a ripetersi – e non capiva perché continuassero a fluire invece di essere fermate. In qualche modo si sentiva bene a vagheggiare di quelle situazioni improbabili.
Un sorriso si impossessò delle sue labbra e si immerse nella lettura.

Mi spiace, Shion. Ho avuto un imprevisto.
La voce dall'altra parte del cellulare era evidentemente dispiaciuta.
“Tranquilla, Safu. Vorrà dire che mi berrò due cioccolate da solo.” Shion fece una piccola risata, seduto al tavolino all'interno di un bar.
Mi dispiace davvero.
“Lo so, lo so. Ci vediamo un'altra volta, non preoccuparti.”
Grazie, Shion. Ora devo scappare. Ciao.
“A presto.”
Shion chiuse la chiamata e fece un piccolo sospiro mentre la sua cioccolata stava fumando invitante, richiedendo di essere bevuta al più presto. Peccato che ce ne fosse un'altra identica a qualche centimetro dalla propria e nessuno dietro di essa che l'avrebbe bevuta.
Soffiò sulla bevanda per farla raffreddare un poco e in quel momento sentì una voce che non poteva di certo definire familiare, ma che non poteva non riconoscere all'istante.
“Ma guarda te se un bambino rabbioso deve darmi buca.”
Shion alzò lo sguardo e lo vide: Nezumi era al telefono, evidentemente arrabbiato con il suo interlocutore dall'altra parte.
“Non mi interessa che uno dei tuoi luridi cani sta male, io sono venuto apposta...”
Il ragazzo dagli occhi grigi incrociò lo sguardo di Shion e bloccò la frase a metà. Shion gli fece un cenno con il mento e gli sorrise.
“Sì, sì, va bene.” continuò a parlare Nezumi, mentre si avvicinava al tavolo dove era seduto l'altro, che improvvisamente sentì il suo cuore ricominciare a battere troppo forte. “Non ti azzardare più a chiedermi un favore, non ci sarò quando ne avrai bisogno. A mai più risentirci, Inukashi.” dicendo così, interruppe la chiamata e mise il cellulare nella tasca del giubbotto di pelle nera.
“Non credi di essere stato un po' duro con chiunque tu stessi parlando?” disse Shion, rimanendo con il sorriso sul volto nonostante l'ansia si stesse impossessando ancora di lui.
“Se lo merita quel ragazzino impertinente.” Nezumi notò la cioccolata in più sul tavolo di Shion e questo se ne accorse.
“Siediti se vuoi. A quanto pare non sei l'unico a cui hanno dato buca oggi.”
“Ah, la tua ragazza si è rifiutata all'ultimo?” il moro si sedette senza altre cerimonie.
“Non ho la ragazza.”
Nezumi schioccò la lingua, guardandolo con divertimento.
“Hai letto Shakespeare?” domandò iniziando a bere.
“L'ho finito il giorno stesso.”
Shion era talmente agitato che gli uscivano solo frasi brevi, prive di qualsiasi pensiero troppo complicato. Perché era così difficile sostenere lo sguardo e una conversazione con quel ragazzo? Perché la gola gli si stava facendo secca nonostante la bevanda calda stesse fluendo giù per l'esofago?
“Davvero impressionante.” Nezumi appoggiò il gomito sul tavolo e la guancia sul palmo della mano, il tutto con molta eleganza, quasi come se avesse studiato ogni minimo movimento, per poi sorridergli con dolcezza.
Quello era il momento adatto per provare a farsi conoscere, per dialogare e scoprire tutto quello che voleva sapere su di lui. Non sapeva quando l'avrebbe potuto rivedere un'altra volta.
Cominciarono a discutere del libro. Shion trovò il coraggio dentro di sé per poter formulare qualcosa di complesso e Nezumi rimase sbalordito di come la sua mente vagava ben oltre quello che si era immaginato.
“Pensavo che fossi un ragazzino dedito alla scienza e basta.” lo interruppe ad un certo punto. “Ma vedo che invece hai la testa tra le nuvole più di qualsiasi altra persona io abbia mai conosciuto. Sei proprio una testa vuota.”
Shion sobbalzò. Ancora una volta non era in grado di afferrare il significato delle parole che uscivano dalla bocca dell'altro. Non gli avrebbe mai fatto un complimento esplicito da quello che aveva appreso dai loro due unici discorsi, ma nello stesso tempo captava che dietro quelle parole c'erano molte cose sottintese e lui aveva il compito di coglierle.
“Non sono una testa vuota.”
“Dovrai dimostrarmelo.”
È una provocazione?
Lo sguardo, il tono di voce e il ghigno sempre presente su quel viso erano un quadro bellissimo e terrificante. Shion era a metà tra l'impulso di tirargli un pugno dritto in faccia e tendere la mano verso di lui per stringere quelle dita che lo attiravano tanto. Non sapeva davvero come comportarsi, non si era mai sentito così con la sua amica Safu e con nessun altro.
Era una sensazione che gli piaceva a dire il vero.
Provò a restituirgli lo sguardo beffardo e Nezumi fece una piccola risata sincera.
Shion vide i suoi zigomi accentuarsi, il mento puntato verso l'alto così da mostrargli per bene il collo e le vene che si intravedevano appena sotto la pelle. Quella stessa pelle era così nivea che sembrava una bambola e non un essere umano, Shion ne era sempre più convinto.
È bellissimo.
Nezumi si mise a rovistare nelle tasche del giubbotto e tirò fuori qualche moneta.
“Lascia stare.” disse subito Shion. “Ho già pagato, dopotutto era per il mio appuntamento.”
“Proprio per questo.”
“Davvero, non serve.” provò di nuovo a convincerlo.
“Non voglio avere debiti con nessuno.” rispose il moro con tono serioso.
“Non è un debito. Te l'ho offerta gentilmente.” Shion gli sorrise. “Considera come se avessi io un debito verso di te per avermi prestato il libro.”
Nezumi ci pensò per qualche secondo, poi mise via i soldi con un piccolo sospiro.
“Come vuoi.”
Qualche minuto dopo si alzarono per andare a fare una passeggiata dopo che Shion ebbe insistito un po' per convincere l'altro.

Stavano camminando per le strade ghiacciate, dirigendosi verso una meta che neanche loro sapevano, semplicemente parlavano tra loro ridendo come due amici che si conoscevano da tempo. In realtà, Nezumi continuava a prenderlo per i fondelli, ma ormai Shion ci aveva già fatto l'abitudine e cercava in tutti i modi di rispondere a tono, riuscendo anche a vincere qualche round.
“Impari in fretta, Shion.”
“In questo sono piuttosto bravo.”
Nezumi portò una mano tra i suoi capelli bianchi e li scompigliò appena. Quel gesto non poté che far balzare il cuore al ragazzo dagli occhi viola, che bloccò di colpo il suo avanzare.
“Che ti prende?” domandò Nezumi, voltandosi verso di lui.
Shion scosse il capo e riprese a camminare a testa bassa, coprendosi con la sciarpa fin sopra il naso per nascondere il rossore dovuto non solamente al freddo.
Aveva gli occhi che pungevano e non capiva il perché. Negli ultimi giorni c'erano troppe cose che non capiva e questo lo faceva stare male, ma così vicino all'altro si sentiva davvero bene. Così tanto da dimenticarsi persino dei suoi studi, di dover tornare a casa prima che facesse buio, di dover pensare ad altro che non fossero sempre quegli occhi grigi di cui non poteva più fare a meno.
Forse esiste davvero il colpo di fulmine?
Un gatto si parò davanti a loro, miagolando, e Shion si distrasse per un secondo.
“Guarda, Nezumi!” corse verso l'animale e si abbassò su di lui per accarezzarlo.
“Ma cosa sei, un bambino? Dai è un randagio, potrebbe avere chissà quali malattie.”
“Non è affatto un randagio.” Shion fece ondeggiare un campanellino sotto al mento del gatto e sorrise al moro. “Accarezzalo anche tu.”
“Non ci penso nemmeno.”
“Ah, giusto. I topi hanno paura dei gatti.”
Nezumi schioccò la lingua e incrociò le braccia.
“Fai presto a diventare impertinente! E no, non ho paura dei gatti.”
Shion scoppiò a ridere e il micio si mise a correre.
“Inseguiamolo!” esclamò con gli occhi luminosi e prese a correre dietro all'animale.
“Aspetta, Shion!”
Corsero per qualche via, fino a quando non raggiunsero un vicolo. Il gatto era svanito e Shion si guardava intorno cercando di ritrovarne qualche traccia.
“Maledizione, Shion, ma che ti è preso? Sei davvero una testa vuota.” Nezumi si mise una mano sulla fronte e sospirò esageratamente, per poi avvicinarsi al ragazzo e mettergli una mano sulla spalla.
L'albino si girò e sorrise ancora.
“Non è stato divertente?”
“Se tu definisci questo divertente...”
Shion arricciò il naso e in quel momento avvertì un leggero calore sul suo mento. Nezumi gli aveva preso il mento tra il pollice e l'indice e si era abbassato sul suo viso.
“...Allora mi sa che non hai sperimentato molte cose divertenti nella tua vita.” lasciò andare il ragazzo e riportò le mani in tasca per scaldarle.
Shion era rimasto inebetito da quel gesto. Anche se non poteva di certo definire le dita di Nezumi davvero calde a causa della temperatura invernale, sentiva la pelle bruciare, anche adesso che si era staccato da lui.
Quindi è questo il calore delle tue dita.
Di nuovo gli passarono davanti le sue fantasticherie e fu convinto di star arrossendo per l'ennesima volta. Non resisteva più, aveva un impulso che non poteva controllare oltre. Per qualche strano motivo non poteva più ragionare con la testa, ma il corpo agiva da solo.
Si alzò in punta di piedi per poter annullare i centimetri di altezza che lo separavano da Nezumi, portò le braccia dietro al suo collo per reggersi e posò le labbra sulle sue.
Erano leggermente screpolate e fredde, ma non gli importava, anzi, premette ancora di più le labbra per scaldarle con le proprie.
Nezumi spalancò gli occhi, rimanendo immobile con le mani ancora in tasca. Solamente quando Shion lo strinse di più contro di sé, inclinando il capo e portando una mano tra i suoi capelli, socchiuse gli occhi vedendo lo sguardo rilassato dell'altro.
Rimasero in quella posizione per parecchi secondi.

 
  
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