Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: LiviaPotterPili    21/02/2016    3 recensioni
Elsa viene portata dai Guardiani, o le 5 Leggende, e scopre che qualcosa di grosso e terribile sta per accadere. Inoltre la giovane regina diventa molto amica di Jack Frost... Sboccerà qualcosa di più?
Intanto ad Arendelle Anna aspetta un bambino da Kristoff, ma l'improvvisa scomparsa della sorella e l'ansia crescente possono fargli perdere una giovane vita.
I nostri eroi avranno un lieto fine?
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Anna, Elsa, Kristoff, Olaf
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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-Anna, ci sei?-
Elsa bussa timidamente alla porta, con le piccole mani bianche. Indossa ancora il pigiama azzurrino e, prima di uscire dalla sua camera, si era buttata addosso solamente una leggera vestaglia.
-Mmmmm...-
-Anna, sei sveglia?- La regina soffoca le risate, adora sua sorella.
-Si si, puoi ...AAAOOUH!.- Sbadiglia sonoramente .-... entrare. Io sono sveglia da ore!-
-Anna, come sta il bambino?- Le chiede premurosa. Tra circa 4 mesi Elsa sarebbe diventata zia. Lei, che credeva di essere sola. Entra nella stanza e si siede accanto alla sorella.
-Bene, bene. Sai se Kristoff...?- Kristoff, suo marito, era partito da una settimana per la Montagna del Nord.
-Si Anna. E’ giù in sala che ti aspetta.-
La principessa sgrana gli occhi e si toglie frettolosamente le coperte di dosso, precipitandosi alla porta.
-KRISTOFF!-
-Ehi, ehi aspetta! Mettiti questa vestaglia, fa freddo fuori, sta nevicando!- Elsa la afferra per una spalla e la trattiene, porgendogli la sua. Le cinge le spalle con il candido braccio e la accompagna giù per le scale con calma. Arrivano difronte alla porta proprio quando Kristoff entra in sala, candido di neve e i capelli bagnati.
-ANNA!- Le corre incontro e la abbraccia, per poi baciarla appassionatamente. Si china sul suo pancione e schiocca un sonoro bacio sulla veste. –E ciao anche a te, piccoletto.- Le accarezza la pancia mentre la prende in braccio, fra le risate di Anna e lo sguardo triste di Elsa. Lei lo troverà mai l’amore?
-Amore, come è andata?- Gli chiede la principessa.
-Bene. La situazione sarà stabile ancora per molto, i ghiacciai reggono e non ci sono frane.- Quelle frane che ogni tanto accadevano lassù era per colpa del peso del castello di Elsa, ma nessuno gliene faceva una colpa.
-Ragazze, ma questo è odore di...-
-BISCOTTI AL CIOCCOLATO!- Urlano entusiaste insieme le sorelle. Elsa e Kristoff con in braccio Anna arrivano nell'imponente sala da pranzo, apparecchiata per la colazione.
Dopo aver mangiato e chiacchierato si dividono. Anna e Krristoff vanno di sopra e Elsa fa un giro nel bosco del palazzo, ma non prima di essersi cambiata con un abito scuro. Addentratasi nella foresta, iniziò a canticchiare una vecchia canzoncina che conosce solamente a pezzi, e farfuglia strofe a caso, ridendo di se stessa:
-Nel boschetto vicino alla montagna,
una volpe gira, gira, gira, gira.
Cercando il cibo che tanto...-
Viene interrotta da un rumore di ramoscello spezzato. Si ferma e, con un velocissimo movimento, crea una sfera di ghiaccio fluttuante nella sua mano. La scaglia in direzione del rumore e fugge verso il castello. Ma non prima di voltarsi e guardare un ombra che sembrava un uomo.
***
-Elsa, sei sicura?- Era Kristoff che, con la fronte corrugata, ascoltava cosa aveva visto la bionda.
-Si, Kristoff, te lo giuro. Ma non dirlo ad Anna, intesi? Non voglio che si preoccupi inutilmemente-
-Tanto inutlimente non direi. Elsa, sono tuo cognato e tuo amico. Non pensi che sarebbe meglio non andare più lì?-
-Si, penso di si.- Elsa si prese le guance fra le mani, appoggiando i gomiti sul lungo tavolo della sala.No, non lo pensava. Voleva tornare per vederci chiaro su chi o che cosa si aggirava nel bosco. Decise che ci sarebbe tornata non quella sera, ma bensì quella prossima. Kristoff si sarebbe reso conto della sua assenza.
Quella sera Elsa si affacciò al balcone della camera di Anna, mentre lei andava a dormire. Si era già messa il pigiama e le trecce erano sciolte sulle esili spalle, quando, con l’aiuto della sorella, si coricò nel letto, in attesa di Kristoff. Pochi minuti dopo Anna si era già addormentata. Elsa si affacciò e guardò la luna. Era grande e candida. Anzi, troppo grande. Sembrava che si stesse avvicinando. Dimenticatosi dello stato della sorella, iniziò la frase.
-Anna, la luna...-
Ma non la finì. Non perchè si era resa conto che la sorella dormiva, ma perchè era sospesa a mezz'aria, e sfrecciava verso la luna, con il vestito dello stesso colore dei suoi occhi e la treccia candida che svolazzavano in balia del vento. Spalancò i grandi occhi azzurri e urlò. Un urlo senza suono, solo la bocca spalancata. Il castello diminuiva sotto di se ad una velocità da capogiro. Proprio quando rimaneva senza ossigeno tutto attorno a lei si fece buio, la sua testa pesante e svenne, sospesa nel vuoto.
 Intanto, nel Palazzo di Babbo Natale...
Nord era seduto dietro il suo banco di lavoro a creare piccoli trenini giocattolo fatti di ghiaccio. Sopra di lui Manny si faceva sempre più grande e lo invitava nel suo raggio di luce. Si avvicinò con cautela. Era da tanto tempo che la luna non gli parlava.
Ciao Nord...
Ciao Manny. Cosa è successo?
Sto portando da voi qualcuno. Tieniti pronto. Tra pochi attimi sarà qui.
Manny, non potresti spiegarti meglio?
La luna non rispose.
Nord voleva chiedere, insistere, ma non ne ebbe il tempo di porre altri quesiti. Ai suoi piedi apparve una ragazza bellissima, con una lunga treccia talmente bionda da sembrare bianca, con la pelle bianca come la neve. Indossava un bellissimo vestito che sembrava di ghiaccio e le curve erano tutte al posto giusto. Nord passo un grosso braccio tatuato dietro le esili ginocchia e un altro dietro la schiena seminuda. La sua pelle era ghiacciata. I piedi erano scalzi e ciondolavano nel vuoto quando Nord la sollevò, per portarla nella sua camera.
Qualche giorno dopo.....
Elsa si svegliò di soprassalto in un letto gigantesco. La testa le doleva e si sentiva frastornata.
-Tu svegliata!- Una voce forte e con un marcatissimo accento russo la fa sobbalzare.
-Dove diamine sono? CHI SEI?-
Elsa indicò Nord, che per lei era una novità. Molto più alto di Kristoff, con una lunga barba bianca, muscoli possenti e vivaci occhi azzurri. La metteva molto in soggezione.
-Ah, Elsa! No preoccupare! Io avere già tirato leva!-
-Quale leva? E come conosci il mio nome?- Il suo tono era aggressivo, ma nonostante ciò quando Nord si sedè ai piedi del letto si rannicchiò.
-Io essere Nord. Manny avere detto a me tuo nome.-
-Che posto è questo,Nord?-
-Vedi piccola...-
-Non chiamarmi piccola.-
Una grassa risata animò il petto possente di Nord. L’allegria non contagiò Elsa che rimase impassibile e spaventata. Delle voci risuonavano chissà dove nel palazzo e Nord si alzò. Elsa lo imitò, per scoprire che era senza vestiti. Rossa come un peperone balbettò:
-I m-miei vestiti! Dove sono?!-
-Oh, no preoccupare. Quando io avere coricato te nel letto vestito... PUFF!  Comunque io avere preparato altri per te.-
Elsa gli fu riconoscente. Un po meno quando uscì e la chiuse dentro a chiave.
-Ehi! Apri! Apri!-
-Scusa Elsa, tu scappare sennò!- Okay, forse aveva ragione. Sarebbe scappata senza pensarci due volte.
-Sii realistico, non ho la più pallida idea di dove sono!-
-Tu non temere...- Fu interrotto a metà frase. Con un gesto della mano Elsa si vestì con il suo classico vestito. Iniziò a battere i pugni sulla possente porta di legno scuro, quando sentì Nord parlarle.
-Tu essere forte!-
-Dannazione! Fammi uscire, BASTARDO!-
-Nord, che diamine sta succedendo qui?- Disse una nuova voce maschile. Era giovane e squillante.
-Saresti grato di spiegarci perchè hai tirato la leva?- Disse irritata una bella voce femminile.
-Io stavo lucidando i miei boomerang! Sono pieni di zampate adesso!- Urlò una voce profonda e maschile.
Zampate?
-Ragazzi, io spiegare tutto a voi! Si Sandman, no preoccupare.-
-Nord, perchè c’è uno yeti nella tua stanza?-
-No essere yeti!- Nord faticava a tenere a bada Elsa. Dal canto suo, lei era stanca di battere pugni  sulla spessa porta. Aveva le mani piene di schegge e sangue. Lasciava segni rossi sulla porta. Decise di fare l’unica cosa che le riusciva bene: creare del ghiaccio. Come se esso non avesse aspettato altro, eruppe dalle sue mani e congelò la porta. Dall'altra parte Jack Frost, prima guardingo e pronto a scattare con il bastone magico in mano, spalancò gli occhi alla vista dell’elegante ghiaccio che spuntava dagli stipiti della porta e mormorò:
-Ghiaccio?-
Elsa, dopo aver congelato la porta, con un ultima spallata, la fece crollare. Un polverone di schegge di ghiaccio, legno e polvere si addensò nell’aria. Jack, prima quasi imbambolato, tornò sull’attenti. Dentolina, Il Coniglietto di Pasqua e Sandman lo imitarono. Nord fu travolto dalla porta. Calmoniglio, senza pensarci, tirò uno dei suoi boomerang, accompagnato dallo strillo di una ragazza. Jack e Calmoniglio si voltarono verso Dentolina.
-Io non ho aperto bocca.- Disse, con un fil di voce.
Prima che anche solo uno di loro potesse aprir bocca, volarono delle schegge di ghiaccio lunghe quanto penne e affilate come rasoi. Una ferì Jack di striscio sulla guancia. Ormai niente li separava dalla fonte di quella confusione, solo un tappeto di schegge. Al posto dello yeti infuriato vi era una ragazza bella come poche, con grandi occhi azzurri, spaventati,  una profonda ferita sull’ attaccatura dei capelli biondi da sembrare bianchi,raccolti in uan treccia ed imbrattati sul lato destro di sangue. Attorno a lei vi era della neve candida, da poco caduta. Jack ed Elsa si fissarono per qualche istante quando la ragazza non ce la fece più e crollò a terra. Jack fece appena in tempo a sorreggerla per una delle esili braccia.
Com’è leggera.  Pensò.
E fredda.
   
 
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