Finnick abbracciò Annie da dietro, avvolgendola con le sue possenti braccia. Il ragazzo si abbandonò alla sua donna, si abbandonò al suo amore. Si abbandonò all'unica persona che era sicuro di amare. Aveva messo in dubbio tutto dopo gli Hunger Games. I suoi amici, i suoi parenti, se stesso, per fino. Ma non lei che gli era stata sempre al suo fianco, che l'aveva sostenuto ogni giorno, per quanto gli fosse possibile. Baciò la ragazza sulla test, delicatamente, tra i capelli scuri che alla luce rossiccia del tra mondo prendevano sfumature aranciate. Il suo amore per lei l'aveva travolto come un'onda del mare. Non poté fare nulla per fermarlo. Si era lasciato travolgere dall'intensa forza di questo sentimento. Resistervi era stato impossibile. Ricordava come se fosse stato ieri il loro primo incontro, circa due anni prima. Era staro proprio qui, su questa spiaggia, in una giornata d'inverno. Il mare era in tempesta, ma Finnick si era recato comunque in spiaggia per andare a nuotare, magari anche con la speranza di annegare. Era l'unica cosa che voleva, in quel momento. Morire. Appena tornato dagli Hunger Games, leggermente instabile di mente per il veloce cambiamento che si era verificato in lui. Era diventato un assassino e l'unica cosa che desiderava era morire con i tributi che era stati costretto ad uccidere. Chi parlava della crudeltà dei giochi non sapeva quanto lo fossero davvero. Lori li vivevano da uno schermo, non erano stati costretti a parteciparvi. Parteciparvi per uccidere per non essere ucciso. Come bestie rabbiose rinchiuse in una gabbia. Finnick stava per buttarsi a mare, quando la voce di una ragazza che gli urlava di non farlo attirò la sua attenzione. Era una ragazzina che non conosceva, anzi, di cui non sapeva nemmeno l'esistenza. Era bellina però, pensò Finnick guardandola. Era bassina e delicata nel suo vestitino giallo che le metteva in risalto la pelle abbronzata. I lunghi capelli ricci e scuri le ricadevano lungo le spalle sfiorandole i fianchi. Ma non era quello il momento di distrarsi per una ragazza. Finnick mise i piedi nell'acqua gelida e pian piano iniziò a camminare verso il largo, ma la ragazza lo raggiunse correndo. «Si può sapere cosa stai facendo?» gli sbottò contro afferrandolo per una spalla e voltandolo verso di lei. Da vicino era ancora più bella. La pelle perfetta del viso era chiazzata da piccole lentiggini che le donavano un'aria tenera. Gli occhi, invece, erano grandi e verdi come l'erba in primavera. «Cerco di farmi un bagno» le rispose, cercando di apparire il più distaccato possibile. «È pericoloso» continuò Annie afferrandolo per il polso e cercando di strascinarlo fuori dall'acqua. «Allora vattene» Ma lei non lo fece. Rimase lì, con lui. E non se ne sarebbe andata mai. A quel tempo, il ragazzo non lo sapeva. Il loro primo incontro non fu di certo dei migliori, ricordò Finnick continuando ad accarezzare Annie sugli zigomi alti e schizzati di lentiggini, come quando aveva appena dodici anni. Ancora oggi, a distanza di tanto tempo si pentiva di come l'aveva trattata. Se quel giorno avesse saputo che sarebbe diventata la sua ragione di vita, nei suoi confronti avrebbe avuto un atteggiamento diverso. Di certo, non avrebbe cercato di mandarla via. Piuttosto, avrebbe cercato di trattenerla a sé per paura che svanisse come schiuma nel mare.