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Autore: Kary91    25/02/2016    3 recensioni
{Raccolta di 5 Drabble}
Gale, 6 anni; Forse sono come quel burattino che alla fine della storia diventa vero.
Rue, 11 anni; La voce della mia mamma ha le ali come gli uccelli.
Prim, 13 anni; In fondo io ho sempre avuto Katniss e le sue ninna nanne. La mamma invece solo il silenzio.
Sebastian (bimbo) Odair, 17 anni; Perché i suoi sguardi sono come le conchiglie: sussurrano sempre.
David (bimbo) Mellark, 4 anni; La voce della mia mamma è mia.
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bimbo Cresta-Odair, Bimbo Mellark, Gale Hawthorne, Primrose Everdeen, Rue
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Much worse games to play.'
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La voce della Mamma.

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La voce della mamma è il mio segreto, perché mi spegne.

Papà dice che sono un bambino di legno e che quando mi arrabbio mi scoppia tutto un fuoco dentro; ma quando la mamma si mette a cantare mi calmo e non penso più a nulla.

Non lo so che mi succede: forse sono come quel burattino che alla fine della storia diventa vero. La mamma scaccia via il fuoco ed io non sono nemmeno più fatto di legno.

Vorrei che cantasse sempre per me, ma sono troppo grande ormai, così non glielo dico e  l’ascolto di nascosto quando fa addormentare Rory.

E la guardo negli occhi, alla mamma, quando canta.

Perché quando la spio dalla porta e lei se ne accorge sorride con tutta la faccia e non mi vergogno più del mio segreto.

Perché, quando mi guarda così, non mi sento più poi così grande, ma solo un bambino.

 

Un bambino vero.

 

 

Gale Hawthorne. 6 anni

 

 

 

 

 

La voce della mia mamma ha le ali come gli uccelli.

Quando racconta mi fa viaggiare lontano e quando canta porta via i pensieri brutti, stringendoli fra le sue piume.

La voce della mamma a volte è il cinguettio severo della mamma chioccia che chiama i pulcini per farli uscire dalle uova schiuse.

Sa farmi ridere e divertire come i pigolii degli uccellini appena nati. Ma fa paura come lo strillo di un' aquila quando deve urlare contro qualcuno per difendermi.

E la guardo, alla mamma, quando ho un incubo e le chiedo di cantare per me.

Perché i suoi occhi sono come un nido: e quando li guardo e ci casco dentro sono salva.

 

Rue. 11 anni

 

 

 

 

 

La voce della mamma, una volta, era delicata ma ferma.

Proprio come le sue mani quando si occupa dei pazienti.

Da quando abbiamo perso papà però è cambiata.

Adesso la mamma parla piano e solo a volte: le sue parole si sentono poco, come una siringa senz’ago premuta su un braccio.

Allora le parlo io: voglio aiutarla a sentirsi meno sola, perché non lo fa nessun altro.

In fondo io ho sempre avuto Katniss e le sue ninna nanne. La mamma invece solo il silenzio.   

La guardo negli occhi, mentre le parlo: vorrei che mi sorridesse, che mi dicesse più spesso “Ti voglio bene”.

La guardo, perché gli sguardi della mamma sono come i cuori dei pazienti più moribondi: sembrano immobili, ma possono sorprenderti con un guizzo di vita improvviso.

Ed io non voglio perdermi quel battito.

Primrose Everdeen. 13 anni.

 

 

La voce di mia madre è come un’onda.

Mi viene incontro sciabordando e mi abbraccia, mi accarezza. Cerca di catturarmi, di portarmi via con sé, ma è troppo fragile: allora torna indietro e si allontana sussurrando.

A quel punto la mamma diventa muta: la sua voce si è smarrita a largo.

Però so che prima o poi le correnti la sospingeranno di nuovo verso riva.

E allora aspetto, prendendomi cura con pazienza dei suoi silenzi.

E la guardo negli occhi, la mamma, quando non ha voce.

Perché i suoi sguardi sono come le conchiglie: sussurrano sempre.

E se li ascolti con attenzione, potrai sentirci dentro il mare.

 

(Finnick) Sebastian Odair[1]. 17 anni

 

 

 

 

La voce della mia mamma è mia.

È mia perché è così tanto bella che non la voglio imprestare a nessuno e perché mi fa dormire anche se non voglio. Anche se scappo via quando lei e il papà mi dicono di andare a nanna.

Quando la mamma mi canta le ninna nanne si nasconde, perché non vuole cantare quando ci sono tante persone.  Allora è vero che la voce della mamma è mia, altrimenti cantava a tutti!

La mamma è così tanto brava a cantare che mi viene da abbracciarla e da darle i baci e per un po’ non sono più un dinosauro, ma solo David (perché i dinosauri non danno i baci a nessuno!)

Alla mamma piace quando faccio David: lo so perché sorride e diventa bella.

E allora le guardo gli occhi, alla mamma, anche se poi mi addormento subito.

Li guardo perché anche se sono un dinosauro e non so mica leggere, sulla faccia della mamma sembra che c’è scritto che mi vuole bene.

E comunque io posso guardarli quanto voglio, perché gli occhi della mamma sono miei: e anche tutte le altre parti della mamma.

 

 

David G. Mellark[2]. 4 anni

 

 

 Note Finali.

Dopo “Daddy’s Hands”, la raccolta di drabbles sulle mani dei papà, mi era venuta voglia di provare a scrivere qualcosa sulle mamme. Ho faticato un po’ a scegliere su quali mamme scrivere. Questa volta non ho inserito Peeta perché il rapporto con sua madre non era dei migliori, stesso per quanto riguarda Katniss che però si è beccata tante coccole da quella peste di David. Pinocchio Gale e la sua fissazione per le belle voci e al sentir cantare è una cosa che si rifa al mio head-canon e tra l’altro questa cosa avrà delle ripercussioni anche sulla sua vita amorosa, viste le sue cotte storiche (anche Sapheen, la mamma di Joel Jr., aveva una bella voce. Johanna, invece,  suppongo che canti come una cornacchia raffreddata, ma diciamo che è l’eccezione che conferma la regola (?)

 

 



[1] Sebastian è il figlio di Annie e Finnick.

[2] David, nel mio head-canon, è il terzo figlio di Katniss (nato diversi anni dopo l’epilogo). È un affarino  iperattivo ossessionato dai dinosauri, come viene raccontato soprattutto in S.O.S. Hawthorne.

 

   
 
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