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Autore: Fiamma Von Grossberg    27/02/2016    0 recensioni
Sulla Terra, molti secoli fa, Dante Alighieri aveva spiegato la teoria dei due soli nell’opera chiamata "De Monarchia" e si era riferito alla dualità tra potere imperiale e potere religioso.
A quanto pare la teoria del Sommo Poeta si è concretizzata a Gallifrey, dove i due soli esistono per davvero: nello specifico il primo è più caldo e luminoso, mentre il secondo sorge a sud facendo risplendere i monti, facendo apparire gli alberi argentei come una foresta in fiamme.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor - 12, Missy
Note: Lime | Avvertimenti: Spoiler!
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(Scritta ascoltando “Profane the Twelve” degli Hexentanz.) Sulla Terra, molti secoli fa, Dante Alighieri aveva spiegato la teoria dei due soli nell’opera chiamata "De Monarchia" e si era riferito alla dualità tra potere imperiale e potere religioso. A quanto pare la teoria del Sommo Poeta si è concretizzata a Gallifrey, dove i due soli esistono per davvero: nello specifico il primo è più caldo e luminoso, mentre il secondo sorge a sud facendo risplendere i monti, facendo apparire gli alberi argentei come una foresta in fiamme. E così è il Dottore, giunto ormai alla sua dodicesima incarnazione: luminoso e portatore di giustizia ovunque lui vada. L’altro, invece, spetta al Maestro –o a Missy, come si fa chiamare. Si potrebbe quasi definire come un ghiacciaio in fiamme e i suoi occhi lo testimoniano, poiché di ghiaccio hanno solo il colore. Il primo signore del tempo è ora scozzese e non si fa di certo fatica a notarlo: ciò è stato testimoniato dal divertimento di Clara, la sua assistente, dopo la telefonata della sua precedente incarnazione. Di norma va in giro a salvare mondi e persone con un soprabito nero foderato internamente di rosso. Oltretutto, da un determinato momento il suo cacciavite sonico è stato sostituito (temporaneamente?) da un paio di occhiali da sole neri più “moderni”. Odia il militarismo e i suoi annessi e connessi; chissà, forse è un residuato (bellico) della sua decima incarnazione: famosa è, infatti, l’irritazione di entrambi quando si tratta del saluto militare. La sua rivale appare invece come la versione cattiva di Mary Poppins, stretta com’è nella sua “divisa” color prugna. La complessa acconciatura è quasi sempre abilmente sotterrata sotto al curioso cappello che porta con sé. Decisamente un bel cambiamento rispetto al modo di vestire sciatto e trascurato che aveva nei momenti finali della sua precedente forma! Poi non bisogna trascurare un dettaglio puramente femminile, e cioè il trucco: gli occhi sono bistrati di nero e contornati da un ombretto color azzurro cielo –cosa che fa risaltare ancor di più le sue iridi celesti- mentre le labbra sono state valorizzate con una tinta rosso sangue. Così anche le unghie. Caratterialmente può essere definita a buon diritto una primadonna, ma soprattutto gelosa marcia di chiunque capiti a tiro nel raggio di un metro e che si frapponga, in qualche modo, tra lei e il Dottore ( “Oh, Clara, Clara, Clara. Potrei ucciderti in uno scatto di gelosia!” “No, aspetta, Davros è il tuo arcinemico ? Gli caverò un occhio!” “Uccidi il dalek!”). Per trovare il suo vecchio amico –provocatoriamente da lei definito “ragazzo”- ha architettato i piani più impensati, tanto per cominciare rigenerandosi in una donna, poi fornendo il numero di telefono del Tardis a Clara (“Problemi col computer ?”) e infine fingendosi un droide di benvenuto nella cattedrale di St. Paul. A questo punto, come un leone che tasta il terreno con gli artigli prima di avventarsi sulla sua preda, aveva esordito così: “Le mie scuse! È chiaro che lei non ha ricevuto il pacchetto di benvenuto della 3W !” e poi aveva spiccato il balzo immobilizzando il suo Dottore al muro e sorprendendolo con un lungo bacio. Non paga, gliene aveva assestati altri tre sul naso. Fortunatamente per lei, era stata ricambiata nel cimitero al termine della successiva avventura e le si poteva leggere in faccia uno sguardo di vittoria misto a commozione, come quando è stato raggiunto un obiettivo agognato troppo a lungo. Ma, d’altronde, è a lei che il suo Dottore ha consegnato quello strano strumento a forma di meridiana. Ed è lei che l’ha salvato dalle grinfie –letteralmente parlando- di Davros e del suo scagnozzo Colony Sarff. Ora questo diavolo di donna dagli occhi glaciali vuole terminare quello che non era riuscita a completare nella Chiesa di St. Paul. La scelta del colore dell’abito, tuttavia, è controversa e contraddittoria a dir poco: è ametista, e, secondo la cristalloterapia, esso è il colore del sesto chakra. Lavora dunque su tutta la sfera del sistema nervoso, aiuta a fare scelte ponderate e riflettute e soprattutto, secondo gli antichi, impediva all’uomo di ubriacarsi. In greco antico “amethystos” significa appunto “colui che non si ubriaca”. Ebbene, Missy è l’esatto contrario e i suoi atteggiamenti l’hanno ampiamente dimostrato (“Pazza io sono !” prima di uccidere Osgood). La sua filosofia era simile a quella teorizzata dal famoso poeta terrestre Charles Baudelaire ne “Lo spleen di Parigi”: “Bisogna sempre essere ubriachi. Tutto qui: è l’unico problema. Per non sentire l’orribile fardello del Tempo che vi spezza la schiena e vi piega a terra, dovete ubriacarvi senza tregua. Ma di che cosa? Di vino, di poesia o di virtù: come vi pare. Ma ubriacatevi. E se talvolta, sui gradini di un palazzo, sull’erba verde di un fosso, nella tetra solitudine della vostra stanza, vi risvegliate perché l’ebbrezza è diminuita o scomparsa , chiedete al vento, alle stelle, gli uccelli, l’orologio, a tutto ciò che fugge, a tutto ciò che geme, a tutto ciò che scorre, a tutto ciò che canta, a tutto ciò che parla, chiedete che ora è: e il vento, le onde, le stelle, gli uccelli, l’orologio, vi risponderanno: - È ora di ubriacarsi! Per non essere schiavi martirizzati dal Tempo, ubriacatevi, ubriacatevi sempre! Di vino, di poesia o di virtù, come vi pare.” D’altronde lei era una signora del tempo che aveva saputo uscire, in un modo o nell’altro, da quella specie di prigione temporale in cui la sua precedente rigenerazione aveva voluto chiudersi. Dunque governava il tempo stesso, non ne era certo succube. Questa apparente contraddizione in termini (la scelta dell’abito contrapposta al trucco e al comportamento) ricorda una grande figura terrestre: nello specifico un’attivista per i diritti delle donne. « Di me sono state create due immagini. Sono una pazza, una mezza pazza, un'eccentrica. [...] Ho abitudini dissolute; una comunista raccontava, nel '45, che a Rouen da giovane mi aveva vista ballare nuda su delle botti; ho praticato con assiduità tutti i vizi, la mia vita è un continuo carnevale, ecc. Con i tacchi bassi, i capelli tirati, somiglio ad una patronessa, ad un'istitutrice (nel senso peggiorativo che la destra dà a questa parola), ad un caposquadra dei boy-scout. Passo la mia esistenza fra i libri o a tavolino, tutto cervello. [...] Nulla impedisce di conciliare i due ritratti. [...] L'essenziale è presentarmi come un'anormale. [...] Il fatto è che sono una scrittrice: una donna scrittrice non è una donna di casa che scrive, ma qualcuno la cui intera esistenza è condizionata dallo scrivere. È una vita che ne vale un'altra: che ha i suoi motivi, il suo ordine, i suoi fini che si possono giudicare stravaganti solo se di essa non si capisce niente. » (S. de Beauvoir, La forza delle cose, pag. 614) Nella sua precedente rigenerazione, e nello specifico nei panni (letteralmente) del Primo Ministro Harold Saxon, aveva avuto esperienza con l’altro sesso: era stato sposato con l’avvenente Lucy Cole, che, però, alla prima occasione, aveva cantato “Dottore” come tutti gli altri su quella dannata Valiant e soprattutto aveva tentato di ucciderlo due volte (prima con la pistola e poi con la pozione della morte). Ma qui? Al massimo c’erano il Dottor Chang e l’intelligenza artificiale Seb, ma di certo non erano al suo livello. Lei mira al suo Dottore. Ha sempre e solo mirato a lui e si è visto, tra le altre cose, dall’insolito regalo di compleanno (l’armata dei Cyberuomini).
  
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