Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: Ilebar98    03/03/2016    2 recensioni
Anno 845. Città di Shiganshina. Ciel Phantomhive. Sebastian Michaelis.
Cooooosaaa??? Qua c'è qualquadra che non cosa.
Ebbene, sì: cosa succederebbe se ad un tratto Ciel e Sebby si svegliassero a Shiganshina, precisamente il giorno dell'attacco del gigante colossale? Come affronterà la coppia yaoi più shippata di sempre la nuova minaccia dei titani? L'impeccabilità di Sebastian avrà la meglio anche stavolta? Capitolo dopo capitolo i nostri paladini si avvicineranno sempre di più a scoprire il motivo che li ha condotti in quel luogo, conosceranno Eren, Mikasa, Armin e gli altri, e si uniranno con loro alla legione esplorativa.
Sono particolarmente motivata per questa cross-over, ho un sacco di idee che rimbalzano in testa, e se riceverò commenti positivi contribuirete a motivarmi ancora di più! *^* Che l'esoerimento abbia inizio, e buona lettura!
Genere: Avventura, Azione, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Crack Pairing | Personaggi: Altri personaggi, Ciel Phantomhive, Sebastian Michaelis
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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5. Missione
Anno 845. Periferia di Trost, Wall Rose.


Non vedeva nulla. Non avrebbe saputo dire se avesse avuto gli occhi bendati, oppure se fosse ancora semicosciente. Fatto sta che si sentiva uno schifo: la testa gli girava nemmeno Lizzy lo avesse trascinato di peso su una di quelle giostre con i cavalli che le piacevano tanto. Brividi di freddo gli scendevano lungo la schiena.
All’improvviso, si sentì stringere delicatamente da un paio di braccia possenti. Il tepore che ne derivava era piacevole; avrebbe voluto abbandonarsi a quella sensazione beata per sempre. Sapeva solo che aveva tanto sonno…
“Signorino” si sentì chiamare.
-Lasciatemi in pace- pensò, mentre la sua mente viaggiava già tra le braccia di Morfeo.
“Bocchan. Non è il momento per dormire questo”
-Sta zitto, chiunque tu sia, ti ammazzo se mi chiami ancora-
“Beh, non mi lasciate altra scelta”
-Cosa…?-
Lentamente il conte Phantomhive tentò di aprire gli occhi, ma le palpebre erano troppo pesanti e non rispondevano ai suoi comandi.
All’improvviso, sentì qualcosa di morbido e umido sfiorargli il volto, e avvertì un improvviso pizzicorio al naso. Oh no, conosceva bene quella sensazione, era qualcosa che lo tormentava fin da piccolo.
La cosa soffice continuava a strusciare contro la sua faccia, non lasciando tregua al suo povero naso. Avrebbe starnutito da un momento all’altro.
“Etciùùùùù!!!”
Il contraccolpo lo costrinse finalmente ad aprire gli occhi, che già avevano iniziato a lacrimare.
Il muso di un piccolo gatto nero si trovava a pochi centimetri dal suo viso.
“SEBASTIAN!!! COSA TI SALTA… IN… MEEEECCIUUUU”
Ed era a due.
Il sorriso del maggiordomo fece capolino da dietro la schiena della bestiola, che sorreggeva con entrambe le mani per avvicinarla a Ciel.
“Allora fingevate di dormire, bocchan” lo stuzzicò ironicamente Sebastian.
Questo era davvero troppo: si era svegliato in un luogo sconosciuto, aveva dovuto vedersela con quei mostri enormi, non aveva bevuto il suo te’ (che era la cosa più importante), era quasi stato picchiato, era stato rapito (solo in quel momento ricordava quanto era successo) e si era svegliato di nuovo in un posto che non riconosceva. Ciliegina sulla torta, il suo maggiordomo aveva deciso di fargli venire un attacco d’asma proprio ora! Si era forse dimenticato di quanto soffrisse per l’allergia ai gatti?
“Come…sniff… come ti sei permesso… demone che non sei…altro.. sniff… eeeecciùùùùù!!! ALLONTANA IMMEDIATAMENTE QUELLA BESTIACCIA DA ME!”
“Osate chiamare bestiaccia questa meraviglia della natura? Osservate il suo pelo liscio e curato, le sue zampine morbide, i suoi artigli ben affilati, i suoi occhi guizzanti…“
Quasi si sentisse lusingato da quei complimenti, il gatto emise un miagolio di soddisfazione, iniziando a fare le fusa mentre Sebastian prese ad accarezzargli il dorso, in preda ad un’estasi indescrivibile.
Ciel era orripilato da quella scena, e starnutì nuovamente.
 
“Suvvia, Sebas-chan, non pensi di aver esagerato adesso? Se continui così va a finire che mi licenziano in tronco; voi due siete troppo importanti in questo momento, non posso permettere che uno muoia per shock anafilattico”
Al sentire che non erano soli nella stanza, il conte si guardò attorno con circospezione. L’ambiente era piccolo, del tutto simile a quello dove si erano ritrovati lui e Sebastian una settimana prima. Una fioca luce, emanata da una lanterna ad olio, illuminava il locale. Ciel notò un letto in disordine, un tavolo pieno di scartoffie e appunti e un mobile che probabilmente fungeva da piano cucina, dove erano accantonati gli avanzi di qualche pasto. Dedusse che la persona in rosso che sedeva di fronte a loro dovesse essere il proprietario di quello squallore, nonché il loro rapitore. Tutto si sarebbe aspettato, fuorché essere sequestrato da quel tipo strambo, uno shinigami per giunta. Ricordava perfettamente le circostanze nelle quali si erano incontrati: quella volta, avevano perso per sempre Madame Red, che era stata sfruttata per il puro divertimento di qualcuno che non avrebbe dovuto intromettersi nella sua vita personale.
Un’altra esistenza spazzata via.
“Inutile essere, sei almeno capace di preparare un tè?” sbraitò Ciel, che si sentiva confuso come non mai. Quali erano le motivazioni che avevano spinto quel dio a rapire lui e Sebastian così all’improvviso? E soprattutto, sapeva qualcosa riguardo a ciò che gli era successo?
“Con chi credi di parlare eh ragazzino? Guarda che qui non siamo in un albergo di lusso, come puoi vedere” rispose quest’ultimo, sistemandosi i lunghi capelli color fiamma dietro le spalle.
Sebastian si mosse repentino dietro di lui, mettendo mano ai coltelli che teneva sempre nascosti all’interno degli abiti.
“Con un eccentrico che non rispetta gli ordini che gli vengono impartiti. Grell, giusto? Ti conviene procurarci un tè al più presto, altrimenti assaggerai la mia argenteria. Il mio padroncino è ancora più scorbutico quando è affamato”
Il maggiordomo non potè fare a meno di aggiungere quella frase finale, per provocare una reazione che ormai aveva imparato a riconoscere in Ciel: uno sguardo carico di rabbia, al quale sorrise ironicamente.
“Beh, allora se me lo chiedi tu, Sebas-chan, farò tutto quello che vuoi <3” sentenziò lo shinigami, dopodiché iniziò a rovistare in giro alla ricerca di qualcosa che perlomeno assomigliasse ad un tè.
Ciel stava facendo di tutto per non perdere la pazienza. Anzi, l’aveva già persa da un bel po’.
Quando l’acqua venne messa a bollire, i tre si riunirono attorno al piccolo tavolo, e il rosso iniziò a parlare con una punta d’orgoglio nella voce, ignorando completamente il piccolo conte, sul viso del quale era apparsa un’espressione alquanto corrucciata.
“Era da tanto che non ci vedevamo vero, Sebastian? Certo che sei sempre un gran bel fi-“
“Se potessimo evitare i convenevoli io e il padroncino ne saremmo felici, dico bene?” lo interruppe Sebastian, gettando lo sguardo verso Ciel.
“Esattamente. Ora, dicci tutto quello che sai. Perché ci troviamo qui e cosa c’entri tu in tutta questa storia?” domandò il ragazzino.
“Quanta fretta! Abbiamo tutta la notte. Beh, ecco, da dove potrei iniziare…”
Grell prese tempo torturandosi una ciocca rossa. Era un discorso davvero intricato quello che si apprestava a fare; inoltre se Sebastian fosse venuto a sapere di quello che aveva combinato di sicuro lo avrebbe conciato per le feste, e quella prospettiva non gli piaceva per niente. Tuttavia, ora doveva rimediare ai suoi errori e cercare di riportare tutto alla normalità. Prese un respiro profondo e cominciò.
“Allora, diciamo che il motivo principale per cui siete qui adesso è perché siete il mio biglietto di assicurazione per il posto di lavoro”
Si rese conto che non era il modo migliore per iniziare un discorso, date le occhiatacce che ricevette in cambio. Forse doveva modificare l’ultima parte della frase, così da sembrare meno egoista?
“Ok ok scusate… beh è vero anche questo… Comunque, cari i miei Sebastian e conte Phantomhive, vi trovate in questo mondo arretrato e disgustoso perché siete le uniche persone che potrebbero far luce su un mistero molto importante, ovvero, come sono stati creati i giganti e soprattutto, chi potrebbe averli creati”.
Fece una pausa ad effetto, per ammirare le facce alquanto stupite dei suoi ospiti. Aveva fatto centro.
“Cosa ti fa pensare che noi siamo le persone giuste?” chiese Ciel.
“Cosa? Il tuo solo soprannome dovrebbe darti una risposta, cane da guardia della regina. Tu sei il prediletto di sua maestà, colui che gestisce la malavita londinese e non solo, finora hai risolto parecchi casi ai quali forze come Scotland Yard non si sono nemmeno avvicinati. Inoltre, puoi contare sull’appoggio di un maggiordomo… speciale, no?”
Lo shinigami sottolineò volutamente l’ultima parola, e per un istante la sua espressione si inebetì al pensiero di quello schianto di demone, ma tornò immediatamente serio dopo lo sguardo castigatore che lo trafisse da parte di questo.
“In pratica, voi due siete perfetti per questo compito. Ecco perché siete stati scelti dalla Sezione Amministrativa degli shinigami per indagare in proposito”
“Oh, da quando dei della morte e demoni collaborerebbero? Questa mi è nuova” asserì Sebastian, che pareva divertito dalla questione.
“Per questa volta abbiamo chiuso un occhio per quanto riguarda i metodi di investigazione. Si tratta di un problema che ha la priorità assoluta”
Ciel si fece attento. “Non capisco. Siete in contatto con sua maestà oppure è un’operazione alle vostre dipendenze?”
“Sciocco, lo sai che noi shinigami non dobbiamo (o meglio, non dovremmo) intrometterci nelle faccende degli esseri umani. Tu fai eccezione, dato che hai stretto un contratto con un demone, ma ora lo stiamo comunque facendo indirettamente; sarebbe brutto dire che ti stiamo sfruttando”
“E se non mi interessasse minimamente prendere parte a questa pagliacciata? Perché dovrei investigare su qualcosa che nemmeno io riesco a comprendere?”
“Pagliacciata? Devo proprio raccontarti tutto allora. Scusa, vado a togliere l’acqua”
Il rosso si alzò e si diresse verso il fuoco. Prese tre tazze d’argilla e vi versò l’acqua bollente, dopodichè aprì un cassetto sotto il ripiano e tirò fuori un sacchetto pieno di foglie di tè sminuzzate. Ne versò tre cucchiaini in ciascuna tazza e le portò al tavolo. Quell’infuso aveva un colore decisamente poco rassicurante, tuttavia Ciel si costrinse a bere, disidratato com’era. Nel frattempo, lo sciagurato gatto causa del suo attacco allergico fece capolino da sotto il letto, dove era andato ad infilarsi dopo la sua sfuriata, e con un agile balzo si sistemò comodamente tra le ginocchia di Sebastian, che sorrise compiaciuto. Il conte prese la sua sedia e si accomodò all’altro lato del tavolo. Nonostante il gesto di stizza che Grell fece quando se lo ritrovò accanto, continuò da dove si era interrotto.
“Dovete sapere che non siete arrivati qui sul tappeto volante. Era da molto tempo che i piani alti del reparto tecnologico stavano lavorando a qualcosa che permettesse di analizzare i cinematic records dei defunti anche dopo un eventuale giudizio di un dio della morte. Di solito, quando raccogliamo l’anima di un essere umano, i suoi ricordi sono disposti in modo tale da essere visualizzati su di una pellicola, e per una sola volta. A nessuno era mai venuto in mente che, dopotutto, anche noi avremmo potuto commettere degli errori nel nostro verdetto. Ed ecco perché sono stati inventati i record-viewers, dentro il quale vi trovate voi in questo preciso istante”
Sebastian e Ciel si scambiarono sguardi perplessi. Grell non si fece impressionare e riprese imperterrito.
“In realtà, ora voi due non siete altro che degli ologrammi in questo mondo, delle proiezioni di voi stessi per intenderci, creati attraverso il record-viewer dove vi ho collocati. Ora vi spiego come funziona. Immaginate una grande cabina. Questa è dotata di una porta dalla quale la persona interessata può entrare e uscire grazie al possesso di una chiave speciale. All’esterno essa è costantemente seguita da un tecnico, che monitorerà le operazioni da un centro di controllo. Il dispositivo è dotato di uno spazio apposito dove viene inserito il cinematic record del defunto che si vuole analizzare. A questo punto, avviene un collegamento tra il cervello della persona nella cabina e il record, e in questo modo viene creata una proiezione della stessa all’interno della pellicola”
“In pratica, è come se ora ci trovassimo dentro il cinematic record di una certa persona” concluse Sebastian, portandosi le dita al mento.
“Esattamente” replicò Grell.
“Quindi tutto ciò che abbiamo vissuto fino ad ora… è qualcosa che è già successo in passato. Dunque non ci troviamo in un altro mondo, bensì in un’epoca precedente alla nostra.” disse Ciel, che tuttavia non riusciva a capacitarsi di una cosa. Come mai in nessun libro di storia che avesse letto erano riportati quei tragici avvenimenti e il fatto stesso dell’esistenza dei giganti? Era più che sicuro che non si trattasse di un argomento censurato, dato che lui stesso si occupava di stendere i rapporti su ciò che avveniva in Inghilterra per la regina, e quindi aveva accesso a tutte le informazioni di ambito storico, sociale, politico ed economico che non erano di dominio pubblico.
“Sorpreso, piccolo lord? Solamente noi shinigami eravamo alla conoscenza dell’esistenza di questo periodo nero della storia dell’umanità, ecco perché nessuno te ne ha mai parlato, neanche il tuo maggiordomo. Tuttavia, anche noi abbiamo i nostri crucci, altrimenti non vi avremmo arruolati per scoprire la verità sulla natura dei giganti, della quale nemmeno noi sappiamo un granché” affermò Grell. Questa notizia sorprese non poco gli altri due: allora anche gli dei non erano perfetti. Il rosso riprese a parlare. Ciel sperò che il discorso non fosse ancora troppo lungo: tutte quelle scoperte che gli balzavano addosso così di punto in bianco lo avevano stancato e spazientito, aveva la testa che gli scoppiava, e in più molto sonno. Si costrinse ad ascoltare tentando di ingerire un enorme quantità di tè bollente, ma se ne pentì quando ne sputò metà del contenuto sul pavimento subito dopo per evitare che la sua lingua prendesse fuoco.
“Che schifo! Adesso pulisci te però!” si lamentò Grell, mostrando una faccia che era un misto tra disgusto e seccatura.
“Lasciate, ci penso io signorino” si propose subito Sebastian, che si affrettò a prendere la prima cosa che gli capitò tra le mani e usarla come straccio.
“NOOOO COSA FAIII QUELLO E’ IL MIO CAPPOTTO NUOVO!!! SEBAS-CHAN!!!” imprecò Grell, e Ciel sperò che si trovassero in un posto abbastanza lontano, perché se qualcuno avesse sentito quelle grida le avrebbe sicuramente scambiate per gli strilli isterici di una moglie in crisi di nervi.
“Signor Grell, il suo cappotto si è rivelato utile allo scopo: ora il pavimento è perfettamente asciutto! Grazie mille” disse il maggiordomo, che si chinò in una profonda riverenza, e lanciò un occhiolino di proposito allo shinigami. Sapeva che aveva un debole per lui fin da quando si erano visti per la prima volta, e la sua mossa ebbe effetto.
“Oh, beh, se la metti così allora…. mmm non importa! Sono felice di averti aiutato! Sai, se tu mi aiutassi a non perdere il posto di lavoro mi renderesti ancora più felice! Oh caz-“ Si pentì subito di ciò che aveva detto. Non avrebbe dovuto aprire quella sua boccaccia!
“In che senso? Spiegati meglio” chiese Sebastian alzando un sopracciglio.
“Ecco… il fatto è che.. ehm..” iniziò a balbettare Grell, temendo il peggio.
“Se non vuoi una mano allora potevi fare anche a meno di dirlo” lo incalzò il corvino, ottenendo la reazione desiderata. Ciel si portò una mano alle tempie: ne aveva davvero abbastanza di questi giochetti insulsi.
“No no no! Aspetta, ora ti dico tutto. Allora… quegli strumenti, i record-viewers, ecco… dovete sapere che non sono ancora stati brevettati e sono in fase sperimentale… Io ho pensato quando mi è stato affidato questo incarico, che anche se avessi messo due persone nella stessa cabina il dispositivo di riconoscimento avrebbe funzionato lo stesso! Così diciamo che ora voi due ve ne state dormendo appiccicati l’un l’altro come delle sardine (che invidia!) Ma non è questo il problema: il collegamento tra il cervello e il cinematic record di questa persona poteva funzionare solo con uno di voi due… è che non so chi abbia effettuato il collegamento corretto! La persona che non l’ha effettuato è quindi come un ostacolo nella cabina che impedisce alle onde di fluire attraverso il corpo dell’altro nel modo giusto, e quindi è rigettato dal sistema. In parole semplici: uno di voi due non è stabile in questa dimensione. Ciò significa che potrebbe scomparire da un momento all’altro. Io e i miei colleghi abbiamo ipotizzato che nel peggiore dei casi… questa persona potrebbe morire.”
Grell parlò tutto d’un fiato, come se fossero le ultime parole che avrebbe detto in tutta la sua vita. Probabilmente lo sarebbero state, se Ciel non avesse fermato Sebastian con un gesto della mano per impedirgli di avventarsi sopra il povero shinigami, che già tremava dalla testa ai piedi, preparandosi a ricevere il colpo di grazia.
“Frena la tua collera Sebastian, non ce n’è bisogno. Tu sei un demone giusto? Non potrai di certo morire per questa sciocchezza. Con ogni probabilità sono io l’elemento di disturbo nella cabina. Se entro un minuto, essere abominevole, non mi avrai spiegato i dettagli di questa missione, giuro che il mio maggiordomo davvero non avrà alcuna pietà con te. E desidererai di non averci mai conosciuti”
Sebastian al sentire pronunciare queste parole si riempì di incredulità. Non avrebbe mai pensato che anche di fronte alla morte stessa il suo padroncino avrebbe saputo mantenere i nervi così saldi. Era per avere questo che aveva coltivato e custodito la sua anima con tanta cura: alla fine, ne era valsa la pena. Il demone si leccò le labbra, pregustandone già il sapore. Vedendo che Grell era rimasto totalmente paralizzato da quelle parole, aggiunse: “Non hai sentito? Ti conviene sbrigarti”
Lo shinigami si scosse improvvisamente, come risvegliandosi da un incubo; gli era infatti parso di vedere un’ombra minacciosa dispiegarsi dietro Sebastian.
“Ma ma io non avevo idea che-“
“Ti ordino di parlare. ORA.” inveì Ciel.
“Certo, certo come desideri… L’obiettivo principale è svelare chi sta dietro alla creazione dei giganti, oltre a ovviamente scoprire come mai siano scomparsi dalla faccia della terra. La Sezione Amministrativa è già sulle tracce di un possibile indiziato, tuttavia nemmeno io sono a conoscenza della sua identità”
“E per quanto riguarda la persona alla quale appartengono questi records?” chiese Ciel curioso.
“Il suo nome è…”
 
 
 
 “…Levi Ackermann. Il soldato più forte dell’umanità. Chi l’avrebbe mai pensato che ci avrebbe causato tutti questi problemi”
William T. Spears alzò lo sguardo al cielo stellato, una promessa di speranza in una situazione davvero intricata.

 
 
 
 

Angolo dell’autrice più ritardataria della storia
 
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Ok non uccidetemi. Cercate di capirmi, l’ispirazione non arrivava e tra impegni e cose varie rimandavo sempre di più la storia T.T Ora non vi prometto più niente ahah pubblicherò quando mi sentirò illuminata (?) Comunque la continuo la storia eh, non preoccupatevi per quello e.e
 
TAN TAN TAAANN!!! Questo ragassuoli miei è il capitolo delle revelations! \(*o*)/ Certo che Grell l’hai fatta proprio grossa, più grossa della pupù del mio cane xD Non so se siate riusciti a stare dietro a tutti i ragionamenti astrusi della mia mente bakata, fra un po’ non ci sto più dietro nemmeno io lol
Eeee ecco che vediamo il nome di Levi comparire per la prima vez (vuol dire volta in spagnolo per chi non lo sapesse, mi è venuto da scrivere così xD)
Anche io voglio finire nei suoi ricordi *sigh* >.<
Ci sono ancora molte cose da svelare, ma per questo e altro vi rimando al prossimo capitolozzo che spero di riuscire a pubblicare quanto prima, ma non vi garantisco nulla!
Sciauuu a tutti e buonenanne <3
   
 
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