Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
Ricorda la storia  |      
Autore: Little_Lotte    04/03/2016    7 recensioni
"Erano così belle, le mie ali.
Ricordo che erano il mio più grande vanto, ero solito mostrarle agli altri Angeli con orgoglio e – lo ammetto – persino con un po' di superbia; sapevo che mio Padre non ne sarebbe stato fiero, ma per quale motivo avrei dovuto fingere modestia? "
[La storia di Lucifero, l'Angelo Caduto, da me rielaborata ispirandomi alla serie televisiva "Lucifer".]
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Le mie ali.

Erano così belle, le mie ali.

Ricordo che erano il mio più grande vanto, ero solito mostrarle agli altri Angeli con orgoglio e – lo ammetto – persino con un po' di superbia; sapevo che mio Padre non ne sarebbe stato fiero, ma per quale motivo avrei dovuto fingere modestia?

Ero il più bello di tutti gli Angeli, nessuno avrebbe mai osato affermare il contrario.

Anche mio Padre sapeva quanto fossi bello e splendente.

Del resto, era stato proprio lui a generarmi.

Era strano, mi fissava sempre con un'espressione profonda ed enigmatica, e per me era sempre difficile riuscire a capire che cosa gli passasse per la testa: a volte sembrava orgoglioso e compiaciuto dalle mie gesta, altre volte appariva come contrariato dalla mia superbia e dal mio eccesso di vanità.

Non è un comportamento da Angeli, mi diceva.

Eppure io non me ne curavo, non mi importava poi molto di quanto diceva mio Padre; ero diverso da tutti gli altri Angeli,e non solo per bellezza: ero schietto, diretto, tutt'altro che disposto a credere ad ogni sua singola parola come se fosse oro colato, ribelle ed incostante, poco incline alla disciplina.

Ero, per Lui, una dannazione.

I miei fratelli mi guardavano sempre con aria di sdegno, spesso con invidia; non si spiegavano come fosse possibile che proprio io, il più indisciplinato e vanitoso di tutti gli Angeli, fossi il figlio prediletto e più ammirato dal Padre.

In effetti, io stesso non riuscivo a darmi una risposta.

Mentre gli altri miei fratelli rispettavano il volere di nostro Padre, io me ne stavo in silenzio ad osservare gli uomini, incuriosito e preoccupato per il loro Destino: Come era possibile che mio Padre li lasciasse vivere in quel modo? Come poteva permettere loro di rovinare la propria esistenza e tutto ciò che li circondava? Quei poveri stolti, gli umani, credevano davvero che il loro libero arbitrio fosse in realtà un volere divino, una forza superiore alla quale non potevano ribellarsi; fino a quando era il Bene ad agire per mano loro tutto era perfetto, ma quando qualcosa di male accadeva per causa loro, ecco che qualcosa veniva a mancare.

Un capro espiatorio, mi verrebbe da dire adesso.

Mio Padre non poteva prendersi una simile responsabilità, sarebbe stato troppo per lui: il Sommo, il Creatore di tutto, l'Alfa e l'Omega... Come poteva Egli essere malvagio? Come poteva restare in silenzio a guardare gli essere umani commettere gli atti più atroci ed imperdonabili, senza mai intervenire?

E gli esseri umani, erano davvero capaci di arrivare a tanto pur di soddisfare i loro più reconditi ed oscuri desideri?

Sì, certamente... Ma loro non avrebbero dovuto mai conoscere la verità.

Era più saggio offrire loro qualcuno a cui dare la colpa, raggirarli con l'esistenza di un demone tentatore, un'entità maligna in grado di corromperli e spingerli verso il Male; in questo modo avrebbero potuto giustificare le proprie azioni, convincersi che dentro di loro vi fosse ancora del buono e pentirsi al momento giusto, così da venire premiati e ricompensati con la Salvezza Eterna.

Un inganno bello e buono, a mio parere.

E fu proprio allora che, per la prima volta, mio Padre osò servirsi di me: Non poteva sacrificare nessun altro Angelo, a quanto pare io ero il solo a poter svolgere un sì arduo compito; io ero il più bello, il più splendente ed importante di tutto i suoi Angeli.

Io ero il Figlio prediletto, la sua Stella del Mattino.*

Io ero il solo che potesse essere sacrificato.

Le mie ali... Ricordo ancora il dolore che provai nel momento in cui me le strappò dalla schiena, con forza ed arroganza. Lo ricordo ancora, perché non avevo mai provato dolore prima di allora.

Lui disse che era un dono, un prezioso regalo del quale io solo ero degno.

Che sciocco, per un po' avevo persino iniziato a crederci.

Mi scaraventò giù dal Paradiso, fino a farmi precipitare sotto terra: non vi era niente, laggiù, se non cenere e lapilli; l'aria intorno a me puzzava di zolfo ed i rumori risuonavano ovattati, come un'eco lontana.

Ero solo, per la prima volta in tutta la mia vita non dovevo più rispondere a nessuno.

Mio Padre disse che avrei dovuto costruire il mio Regno fra quelle macerie, un'enorme prigione dentro alla quale i mortali avrebbero trovato la degna punizione alle malefatte da loro compiute sulla Terra, e così feci; mi piaceva l'idea di essere finalmente il sovrano di qualcosa, di essere l'unico ad avere il compito di decidere riguardo alle sorti dell'umanità più misera e meschina.

Ho sempre avuto un grande senso della giustizia e provavo una grande soddisfazione nel punire coloro che, in vita, avevano peccato contro il volere divino.

Speravo che con il trascorrere dei secoli mio Padre sarebbe sceso a complimentarsi per il mio ottimo lavoro, ma ciò non accade mai; Egli, in fin dei conti, era troppo preso da se stesso.

Il suo dovere era quello di ispirare gli umani al Bene e non aveva tempo per pensare a me; al contrario, io ero quello da cui dover stare alla larga, il Male per eccellenza, il tentatore ed il depravato.

Questo pensava la gente di me, ed ancora continua a farlo.

So bene quel che dicono di me: Credono ch'io sia il solo ed unico responsabile di tutte le loro malefatte, s'immaginano forse ch'io passi tutto il mio tempo a spiarli di nascosto, in attesa che arrivi il momento migliore per costringerli a compiere qualcosa di maligno, perfido, imperdonabile.

Eppure io non ho mai costretto nessuno.

E' vero, a volte mi diverso a scrutare dentro ai loro animi in cerca dei loro desideri inconfessabili e quando mio Padre desidera metterli alla prova, spesso li costringo a scegliere se seguire il Bene o abbandonarsi al Male... Ma non sono io a scegliere per loro.

Nessuno di quei mortali crede nel libero arbitrio, loro pensano che sia io ad influenzare le loro scelte e non sanno quanto si sbagliano! Non sono io a spingerli lungo la strada del peccato, non sono io ad obbligarli a cedere al Male, piuttosto che alla Fede in Dio.

Eppure è il mio nome, che invocano con risentimento: E' il mio nome ad essere associato al peccato, allo sdegno e alla depravazione, è il mio nome ad incutere loro terrore.

Il mio nome, un tempo simbolo di Luce e Bellezza, sarà per sempre infangato dalle menzogne che mio Padre ha osato raccontare agli uomini.

Se solo quei ciechi mortali potessero osservare la realtà con i propri occhi... Mi chiedo che aspetto io debba avere dentro alla loro mente! Probabilmente mi immaginano come un orrido mostro, con occhi iniettati di sangue ed un grosso paio di corna caprine, gli zoccoli neri e la puzza di zolfo.

Se solo mi avessero visto quando avevo ancora le mie ali.

Le ho conservate, dopo essere stato cacciato dal Paradiso: mio Padre, forse in preda ai sensi di colpa, me le lasciò tenere come ricordo e come mia unica memoria di quei giorni da Angelo trascorsi al suo cospetto.

Sono ancora così belle, anche se un po' sgualcite; quando le guardo il mio cuore sembra contrarsi dentro al mio petto, con dolore e fatica, e le cicatrici sulla mia schiena bruciano un po' più del solito.

Non posso piangere, perché per un essere divino ed immortale è impossibile versare lacrime.

Però sento l'odio ribollirmi nelle vene e quello, in un certo senso, mi è consentito; del resto, come potrei non provare odio per colui che mi ha condannato ad un simile destino?

Io, Lucifero, il più bello e maestoso di tutti gli Angeli, il figlio prediletto di Nostro Signore, adesso vivo nella vergogna e nella dissacrazione.

E quelle ali, quelle bellissime ali ancora così splendenti, sono tutto ciò a cui ancora posso aggrapparmi.









N.d.A: * Per chi non lo sapesse, il termine "Stella del Mattino" è riferito al pianeta Venere, il quale appare nel cielo nella sua massima luminosità proprio poco prima dell'alba - e anche del tramonto, come appurò Pitagora attraverso i propri studi. Venere è detto anche, per tale motivo, Lucifero (letteralmente "portatore di luce").

Che posso dire... Questa riedizione di Lucifero è molto differente da quella conosciuta dalla Bibbia e infatti non ha minimamente l'ambizione di sostituirne la validità. Io la definirei piuttosto una riedizione, che mi è stata ispirata - come ho già detto - dalla serie tv "Lucifer" in onda su Fox, serie che consiglio vivamente di seguire; in questa serie, Lucifero scappa dall'Inferno per prendersi una vacanza e condurre una vita normale e, pian piano, si scopre il suo passato: egli non si è ribellato a Dio, ma è stato quest'ultimo - suo padre - a gettarlo all'Inferno per conferire lui il compito di giudice dei dannati e "tentatore" degli esseri umani.
Non so voi, ma a me questa visione di Lucifero come una necessità più che come Male assoluto piace tantissimo... E' complessa e, indubbiamente, affascinante! Spero di aver fatto un buon lavoro, un abbraccio e un grazie a chiunque abbia letto e/o commentato. :)

  
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni / Vai alla pagina dell'autore: Little_Lotte