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Autore: FalceNera    06/03/2016    0 recensioni
Annie è una giovane adolescente malata di tumore alle ossa e frequenta la terza liceo. Nella sua scuola i maltrattamenti e la sottomissione delle donne sono all'ordine del giorno, e di certo non vengono risparmiati nemmeno a lei. Tutto cambierà quando, involontariamente, per merito suo il suo istituto finirà nel mirino della Mandragora di Hoodstuck, una serial killer che ha delle caratteristiche molto particolari, per le quali è famosa in tutto il paese: adora le torture e le morti brutali, ma non uccide solo per divertimento. Chiunque sia caduto sotto le sue grinfie aveva avuto un passato sporco: stupratori, violenti ... ma soprattutto, maschi.
Genere: Azione, Suspence, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Vedo l'orizzonte che si avvicina sempre di più, passo per passo. il cielo è nuvoloso, l'aria pesante. Continuo a correre verso una meta indefinita. Non devono prendermi, o sarà la mia fine, ancora una volta. 
Loro mi odiano. Loro mi fanno del male. Che cosa gli ho fatto?
"Tieni duro, Annie" mi dicono tutti gli altri. Sono stanca. Le mie gambe stanno per cedere. Non voglio che 
mi raggiungano. Mi faranno del male. I miei muscoli si contraggono al massimo per continuare la corsa. 
Non resisterò ancora a lungo. Sento il cuore che sta per uscirmi dal petto. I polmoni mi fanno male. Ad un certo punto inciampo in un tombino.
Rotolo a terra come un sacco di patate. E' finita. Li sento arrivare dietro di me, pronti all'attacco.
Mi è caduta la parrucca. Devo riprenderla, o tutti vedranno. Tutti sapranno della mia malattia. Non voglio che succeda. 
Faccio per allungare una mano, ma Oscar mi schiaccia le dita con tutta la forza della sua gamba. La sua scarpa mi sta sfregiando la pelle. 
Sento un male atroce. Qualcuno mi aiuti. Pervafore. 
"Sei sempre la solita ingenua Annie ... Cosa ti costava non fare tante storie eh?! Perchè non riesci a fare la troia come fai sempre?! Brutta stronza malata!" urla il mio carnefice. 
All'improvviso vedo succedere qualcosa di incredibile. Vedo un coltello da taschino passarmi a pochi centrimetri dalla faccia e finire con la punta conficcata nella spalla di Oscar. Lui si allontana da me, cacciando un urlo agghiacciante. Un rumore di tacchi a spillo si fa sempre più forte. Qualcuno si è fermato dietro di me. Mi volto velocemente, e finalmente la vedo: una donna bellissima, con i capelli biondi e il rossetto rosso come il sangue. i suoi occhi verdi brillano al sole. Ha un'espressione terrificante. Il suo sorriso beffardo la dice lunga. 
"Ma che diavolo..." balbetta Oscar con un filo di voce. 
Lei avanza, superandomi, e lancia un'occhiata di disprezzo al gruppetto di ragazzi che ha davanti. La tensione è nell'aria. La si potrebbe tagliare con il coltello. 
"Me l'avevano detto che da queste parti la gioventù stava peggiorando, ma questo ... andiamo, cercate di vergognarvi, non posso sempre fare tutto io" dice, ironica. 
"Cos'è uno scherzo?!" urla un altro ragazzo, con un tono quasi isterico. 
"Io non ho paura di una puttana in tacchi a spillo" ringhia il capo del gruppo, estraendo il coltello dalla sua spalla. 
Lei sbuffa con aria seccata. 
"Mio dio ... siete tutti uguali" dice tra sè.
Oscar non fa in tempo a provare a tirarle un pungo che lei gli afferra il braccio, e con la minima fatica lo atterra con un calcio su uno stinco ed una gomitata alla base del collo. Il ragazzo si ritrova steso a terra, in balia del dolore. La donna incastra poi la sua gola fra la zeppa ed il tacco a spillo del suo stivale in tessuto nero. A quel punto tutti gli altri ragazzi si dileguano, uscendo dal piccolo vialetto. 
"Scarti come te non dovrebbero neanche venire al mondo, brutto pezzo di merda. Non solo te la sei presa con una donna, ma oltrettutto questa ragazza ha anche una malattia molto grave. Non te lo hanno mai spiegato che cosa succede quando uno ha un tumore, mio caro? Beh, forse spiegartelo ora non serve a niente. Facciamo così: ti va di provarlo sulla tua pelle?" ringhia la rossa, con una smorfia sadica in faccia. Quel sorriso è orribilmente da brividi. 
Oscar la guarda, poi inizia lentamente a piangere. 
"Lasciami andare! Che cazzo vuoi da me! Lasciami, lasciami ho detto!" ulra, nel panico più totale, agitandosi per recuperare quei pochi sospiri d'aria che servono a farlo vivere. 
"Oh, ma certo che ti lascerò andare. Tu tornerai a vivere la tua vita, e questo bell'incubo sarà finito... oppure no?"
"Che cosa vuoi farmi?!"
Il suo sorriso si fa sempre più spigoloso. 
" Beh vedi caro, sei una personcina interessante. Verrò ancora a cercarti per giocare con te. E ti troverò. Sempre, ovunque sarai, ricordati che potresti avere i minuti contati." gli sussurra lei all'orecchio. 
Lui esplode in un pianto di disperazione, poi fugge con la coda tra le gambe appena lei molla la presa. Io la guardo, sempre più sbalordita. La vedo voltarsi verso di me e venirmi incontro. Mi accorgo di essere ancora a terra. Lei mi allunga una mano per farmi alzare. Io cerco di afferrarla, ma all'ultimo momento mi ricordo della parrucca. Rantolo a terra per raggiungerla e me la rimetto più in fretta che posso. Non voglio che altri mi vedano così. Mi vergogno tanto. 
"Perchè te la rimetti?" chiede lei, senza più neanche un briciolo di rabbia in corpo. Sembra quasi una persona normale adesso. 
"Beh, non è carino vedere ..."
Lei storta lievemente la testa, come se non capisse, poi mi sorride. Non sembra più così cattiva. Assomiglia ad uno di quei sorrisi che fa mia madre, quando mi dice che mi vuole bene. 
"Fidati di me, non dovresti usare le parrucche, molte ti rovinano la testa" ironizza. Poi succede una cosa assurda. La vedo togliersi dalla testa una grande parrucca rossa. Cavolo, non avevo notato che fossero capelli finti. Sulle spalle le ricadono un sacco di grandi boccoli biondi. La luce del sole li fa apparire quasi bianchi. Oh mio dio, non è possibile. Mi sembrava di averla vagamente vista da qualche parte. Pensavo assomigliasse al personaggio di un film o si una serie tv. Adesso ricordo dove l'ho vista. L'ho vista in una foto, al notiziario di qualche giorno fa. E' lei. E' la Mandragora di Hoodstuck, la serial killer più famosa di tutta la città. Non è mai stata rintracciata. Alcuni pensano che abbia addirittura un accordo con la polizia. Lei non uccide persone normali. Uccide stupratori. Uccide quelli che vogliono farci del male. E' un angelo travestito da demone. 
"Tu ..."
"Mi chiamo Miranda. Non aver paura. Non ti toccheranno più" mi rassicura, "adesso, vieni con me. Come ti chiami?"
"Annie" dico, con un filo di voce. Iniziano a sgorgare lacrime dai miei occhi. Ho visto una scena terribile qualche attimo fa, eppure mi sento bene. Che cosa mi succede?
"Molto bene. Stai bene, Annie?"
"Adesso si"
Lei sorride, sollevata, poi mi prende per mano e mi conduce vicino ad una porta poco lontana da lì, sempre nello stesso vialetto. La vedo aprire la serratura con un vecchio mazzo di chiavi, dopodi chè mi conduce fino all'entrata di uno degli appartamenti del piccolo palazzo. Deve essere casa sua. Entriamo senza troppi convenevoli. 
"Allora? Hai scoperto cos'era quel baccano là fuori?" sento domandare da una voce maschile al di là della hall della piccola casa. Vedo comparire davanti a noi un ragazzo: ha i capelli neri e gli occhi verdi, mentre la barbetta ispida fa da contorno alle sue labbra carnose. Ma chi è?
"Oh, non mi avevi detto che avremmo avuto ospiti" ironizza, con un sorriso compiaciuto e imbarazzato. 
"Trattala bene, non iniziare con le tue stupidaggini" lo rimprovera Miranda, con serietà. 
"Si si, lo so... tu sei un maschio, quindi sei inferiore eccetera eccetera, potresti anche togliertela ogni tanto quella faccia da scorbutica che ti viene quando dai una lezione a qualcuno, sai?" borbotta lui. 
"Annie, questo è Bejamin. Benny, per gli amici. E', come dire, il mio animaletto da compagnia" dice lei, ridendosela sotto i baffi. 
"Molto divertente. Comunque piacere ..." sbuffa il ragazzo, contrariato. 
"Dei ragazzi si stavano divertendo a fare gli idioti. Sono dovuta intervenire" spiega Miranda al coinquilino. 
"Coosa?! Non dovremo cambiare casa un'altra volta vero?!" risponde Benjamin, contrariato. 
"Non ho ucciso nessuno, non preoccuparti" 
"E menomale! Ci mancava solo questo!"
"Sei noioso!"
"E tu fuori di testa!" 
"Ehm scusate ... Io toglierei il disturbo" dico, cercando di farmi notare il meno possibile. I due si voltano verso di me, con fare sbalordito. 
"Ma che dici! Non farci caso, qui questo è all'ordine del giorno, per colpa di qualcuno. Comunque vieni in cucina, ti preparo qualcosa di caldo. Sembra tu abbia avuto una brutta giornata" mi rassicura Benny. Io faccio come mi dice. Ma esiste veramente una situazione più assurda di q
uesta?!
  
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