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Autore: FalceNera    06/03/2016    0 recensioni
Annie è una giovane adolescente malata di tumore alle ossa e frequenta la terza liceo. Nella sua scuola i maltrattamenti e la sottomissione delle donne sono all'ordine del giorno, e di certo non vengono risparmiati nemmeno a lei. Tutto cambierà quando, involontariamente, per merito suo il suo istituto finirà nel mirino della Mandragora di Hoodstuck, una serial killer che ha delle caratteristiche molto particolari, per le quali è famosa in tutto il paese: adora le torture e le morti brutali, ma non uccide solo per divertimento. Chiunque sia caduto sotto le sue grinfie aveva avuto un passato sporco: stupratori, violenti ... ma soprattutto, maschi.
Genere: Azione, Suspence, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Tori si svegliò con un grande mal di testa. Quando aprì gli occhi le immagini gli apparivano completamente sfocate e lontane. Non capiva dove si trovasse, né cosa ci facesse in quel posto. Dovette attendere qualche secondo per poter riconoscere casa sua. Si guardò in giro confusamente. Le tempie continuavano a pulsargli. Si accorse di essere disteso sul letto, ancora vestito con smoking e cravatta. Era tremendamente scomodo. Cerco di allentarsi la cravatta ma qualcosa glielo impedì. Provò più volte a muovere le mani, ma queste non obbedivano. Iniziò ad agitare le braccia e si accorse del fatto di essere stato ammanettato alla rete metallica del letto. Non poteva muovere nient’altro che le gambe. 
“E’ brutto quando qualcuno ti mette alle strette. Non è vero.. signor Tori Ergon?” 
L’uomo voltò la testa nella direzione da cui proveniva la voce. Un rumore di tacchi sembrava arrivare da appena fuori la stanza. Egli vide entrare nella sua camera una donna bionda, dai grandi occhi verdi. I capelli erano curati in maniera quasi maniacale. Portava un tubino nero stretto, delle calze nere che le raggiungevano la metà della coscia e un paio di stivaletti neri dotati di tacco a spillo. Indossava anche un soprabito nero aperto, che pareva quasi una specie di impermeabile in stoffa lungo fino al ginocchio e con le mezze maniche. Era lei. Era Camille. 
“Camille.. ma che diavolo..”
“E’ stato molto interessante fare le sua conoscenza signor Ergon, ma speravo in un po’ più di sincerità in lei..” disse la ragazza in tono sarcastico. 
“Cosa? Ma che diavolo sta dicendo? Mi lasci andare! Subito!”
“Mi piacerebbe, ma sa, non amo i bugiardi.. Lei ha una moglie Tori.. una bellissima moglie, che la ama tanto”
Il signor Ergon sbiancò di colpo. 
“Come.. Come fai a saperlo?!”
“Io so tutto di tutti mio caro. E come ormai avrà intuito il nostro non è stato un incontro casuale”
“Cosa vorrebbe dire?! Cosa vuole da me? Chi è lei?”
La disperazione faceva sì che la voce dell’uomo si incrinasse sempre di più. 
“Andiamo, davvero credeva che fossi una sporca sciacquetta che avrebbe potuto potarsi a casa da un bar qualunque? Beh adesso sa che non è così. Oh e per inciso, il mio nome non è Camille Orihara, è solo il primo che mi è venuto in mente. Sono brava vero?”
“Perché mi sta facendo questo?!”
“Oh su avanti, la situazione non è così drammatica.. o forse.. beh forse lo è. Chi può saperlo?”
“Brutta puttana, liberami subito! Cosa vuoi da me? Soldi? Ho tutto quello che ti serve”
“Oh no , così non ci siamo. Deve stare calmo, altrimenti le manette gli lasceranno un bel segno mio caro. Su si rilassi … Basta che lei rimanga qui con noi e capirà ogni cosa”
“Qui.. con noi?”
La bionda mantenne lo sguardo sull’uomo intrappolato e fece cenno ad una persona di entrare nella stanza. Tori Ergon vide che si trattava di una donna dai capelli rossi e gli occhi azzurri, vestita comodamente. Sua moglie. Per un attimo il cuore dell’individuo ebbe un sussulto. 
“Emma..” sospirò il signor Ergon. 
“Silenzio ora!” intimò la bionda. 
La donna appena entrata nella stanza aveva cominciato a piangere. 
“Scusami Tori …”
La bionda estrasse una pistola da una delle tasche del soprabito. 
“Cosa.. ma che vuoi fare?!”
“Beh sai.. tua moglie mi ha chiesto di pareggiare i conti.. ed io ho accettato con piacere”
“Pareggiare i conti?”
“Qualcuno dovrà pur far rispettare le regole in questa casa … Dico bene, piccolo bastardo?!”
La ragazza puntò la pistola ad una gamba di Ergon e premette il grilletto. Un proiettile attraversò l’intero ginocchio del malcapitato, facendolo urlare di dolore. La moglie osservava lo spettacolo, piangendo. 
“Allora signor Ergon, lo sente? Lo sente il brivido del dolore?”
“Stupida troia, io ti uccido!”
La ragazza mirò di nuovo e perforò anche l’altro ginocchio. L’urlo del ferito fu ancora più straziato. Lei raggiunse la sua testa, lo afferrò per i capelli e lo sollevò,tanto da arrivare a sussurrargli all’orecchio “E ringrazia Dio che quella povera donna di tua moglie ha chiesto di poter assistere alla tua fine, o non ci sarei andata così leggera”. 
L’uomo era ormai in preda al panico. Era arrivato il momento di finirla. 
“Perché, perché tutto questo?” chiese implorante, scoppiando in lacrime. 
“Perché lei chiede?!”
La bionda raggiunse la moglie del prigioniero e gli sollevò una manica del maglione che indossava. Si potevano intravedere lividi, ferite e cicatrici di ogni genere. 
“Emma.. tu razza di troia.. è colpa tua!” esclamò infuriato Tori Ergon. 
La ragazza incaricata di vendicare la moglie del violento, ingranò la pistola e mollò tre proiettili alle gambe dell’ammanettato. Urli strazianti si avvertirono in tutta la casa. 
“Mi aspetti fuori, signora. Non sarà un bello spettacolo da vedere” 
La donna ubbidì, e con una mano sulla bocca e due occhi gonfi di lacrime uscì dalla porta della camera. La ragazza invece tenne sempre gli occhi sull’uomo, ormai destinato ad una morte lenta ed atroce. 
“La polizia ti troverà e te la farà pagare” disse a fatica il signor Ergon. 
“Certo, lo so. Diciamo che ormai, beh.. Sembra diventata una moda dare la caccia alla Mandragora di Hoodstuck”
“La.. La Mandragora di Hoodstuck? Tu sei..?”
“Non mi piace vantarmi, ma ne passerà di tempo prima che quei poveri imbecilli lo scoprano..  Beh, ora devo andare”
“Hai intenzione di lasciarmi qui?! Morirò dissanguato!”
“Non si preoccupi.. Ho una soluzione anche per quello”
La giovane estrasse da un’altra tasca una scatoletta di fiammiferi e ne accese uno, mettendolo vicino ad una delle tende della porta finestra. 
“No! Non lo faccia!”
“Troppo tardi per pentirsi, amico mio. Ci si vede all’inferno!”
La tenda iniziò a brillare di luce e fiamme. La stanza era completamente in legno. Non ci avrebbe messo molto per andare a fuoco completamente. L’assassina uscì dalla camera e poi dalla casa del signor Ergon, seguito dalla moglie del suddetto. Un'altra richiesta svolta alla perfezione. Nessun dubbio. Lei era la sicaria più ricercata e più in gamba di tutta la città e il suo nome era Chris Alvaro. Ma tutti la conoscevano come la Mandragora di Hoodstuck.
  
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