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Autore: AndreaMineLyo    06/03/2016    0 recensioni
Alexander Thorp è un brillante studente e un promettente psicologo, appena laureato, e aspirante ora ad un dottorato di ricerca. Per ottemperare a questo scopo e per risolvere i suoi problemi finanziari, Thorp accetta un breve stage in una strana società, la WIRE Corporation. Qui Thorp scoprirà qualcosa che gli cambierà la vita, e che devierà il corso della sua esistenza: "il soggetto A". Egli segnerà una grande svolta nella sua vita ed intraprenderà una "Epic Quest" per salvare il mondo.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Giorno 1436. Ore... BAH, non lo so e non mi interessa. So solo che non ho più cosa fare. Posso solo continuare a fare l'equivalente di scavare nel diamante con le mani nude, con la mente di Azazel, finché non diventerò pazzo o, con un po' di fortuna, morirò. Ultima registrazione.» così Alexander Thorp chiuse la sua pagina di diario, ormai morto e sepolto. Lo psicologo, che ormai dormiva nell'edificio di contenimento, si alzò, attraversò la camera di sicurezza, ed entrò nella camera di contenimento; aveva ormai l'aspetto di un barbone, il ragazzo carino, con i capelli castani, gli occhiali stretti rettangolari, alto, simpatico, giovane e geniale, era morto, per lasciar posto ad una persona che ormai non sapeva neanche chi era. Gli anni lo avevano piegato, lentamente e dolorosamente, il suo prezioso dottorato di ricerca ed il suo radioso futuro erano andati in fumo, bruciati completamente, non aveva più sogni ne speranze, se non quella di morire, e di liberarsi finalmente dal peso che aveva avuto la vita su di lui nei quattro anni precedenti.

 

«Giorno 23. Azazel mi spaventa, ho paura di lui, è gentile, cordiale, non sembra intenzionato a farmi del male, ma mi fa paura. Ogni tanto entro di soppiatto e lo sento sussurrare di cose come la data di morte di James e Trixie, catastrofi, eventi terribili, che succederanno nel futuro. Sembra avere una grande conoscenza del mondo, ma ho paura di lui.»

 

«Giorno 67. Sono passati due mesi ed ancora nessun risultato, da Azazel riesco solo a strappare dettagli futili, ma non ricavo nessuna delle informazioni che vorrebbero io cavassi dalla testa di Azazel.»

 

«Giorno 194. E' assurdo. Più informazioni mi chiedono e meno riesco a capirci della complessa psiche di Azazel. Sembra sapere tutto, ha una conoscenza ben oltre quello che immaginavo, non ho idea di quanti anni abbia, di come sappia tutto quello che sa, di come sia nato, di chi siano i suoi genitori.»

 

«Giorno 434. Io ed Azazel abbiamo cominciato a giocare a scacchi insieme, ha davvero una tecnica impeccabile. Giocare a scacchi con lui dovrebbe farmi capire meglio la sua psiche, ma non capisco davvero come funziona la sua mente, ho addirittura provato a giocare con lui, a sua insaputa, con i suggerimenti di calcolo del computer, sapendo esattamente come spostarmi per non farmi mai mangiare neanche una pedina. Di solito questo sistema funziona per capire come la mente di una persona lavora nelle situazioni disperate, ma con Azazel no. Non ha mostrato il minimo segno di debolezza e mi ha battuto comunque.»

 

«Giorno 945. Sono passati due anni e mezzo, ed ancora non riesco a capire perché Azazel fa quello che fa e come lo fa. Sono un incapace, un inutile, piccolo omuncolo. Qualche anno fa qualcuno mi considerava un genio. Ora sono scomparso. Il Sergente White mi ha comunicato ieri che tutti i miei dati e le mie tracce sono state finalmente eliminate da tutti i computer, da tutte le anagrafi, da tutte le università. Non conto più nulla. Non esisto neanche più. Dio, vorrei morire.»

 

«Giorno *cough* 1244. Le sto provando tutte per morire, ma non c'è proprio modo. Sono sorvegliato, e non ho armi ne modi per suicidarmi. Perché la vita è così crudele?»

 

«Giorno 1400. Li voglio tutti morti. Dovranno morire tutti nel modo più doloroso possibile. LI VOGLIO VEDERE TUTTI MORTI.»

 

Thorp si sedette sulla poltrona, aveva trafugato un coltello dalla mensa della W.I.R.E. ed era ormai senza controlli quando era con Azazel, non sarebbe stato difficile piantarselo nel cuore e finalmente porre fine alla sua vita, ma voleva vedere il suo tormentatore un'ultima volta. Azazel si alzò da terra, era seduto poco prima nella stessa posizione in cui era la prima volta che si erano incontrati, quasi quattro anni prima: era in piedi ora, ma girato verso il muro; si voltò lentamente, era in lacrime, singhiozzava, stava piangendo. Thorp riconobbe che stava piangendo davvero. Non stava fingendo. Alexander fu stupito, era la prima volta che vedeva Azazel piangere in 4 anni. Era orribile, piangeva lacrime scarlatte, quasi fossero lacrime di sangue. Non poteva crederci: dopo tutti quegli anni non lo temeva più, era diventato suo amico, ma ciò nonostante lo odiava, i suoi segreti avrebbero potuto salvarlo da questa condizione di schiavitù anni prima, ma Azazel affermava di non poter rivelare i suoi segreti, per niente al mondo. «Sei stato un vero bastardo Azazel. Ho passato anni a soffrire per causa tua. A sentirmi incapace, impotente, uno stupido di quelli che compativo al liceo. E ora stai piangendo? Perché bastardello? Perché piangi ora? Sai, avevo sognato una vita fuori da qui... una vita nel campo della ricerca, con un ragazzo bello e gentile, in una grande casa. E che cos'ho? Una ricerca che non porta da nessuna parte, un bastardello che mi ha tenuto incatenato alla mia sofferenza ed una “casa” grande come un ripostiglio in un sottoscala. Quindi ora asciugati quelle lacrime e dimmi perché piangi.» «Per la sofferenza che ti ho arrecato. Non ti avrei inflitto tutto questo se non fosse stato necessario. Mi dispiace da morire.» rispose Azazel tra un singhiozzo e l'altro. «Ti dispiace? Ma cosa cazzo ti passa per quella testa vuota? Credi possa perdonarti per quello che mi hai fatto, per quello che mi hai tolto?» rispose Thorp pieno di rabbia «Non mi aspetto il tuo perdono, ti capisco, ma ora posso donarti la libertà, scusa.» disse infine Azazel amareggiato. A questo punto il ragazzo cominciò a fluttuare, un aura nera ne ricopriva i contorni, fu a quel punto che, con un lieve movimento della mano, egli spostò le lastre di vetro infrangibile antiproiettile che separava le due porzioni della stanza. Fu allora che Azazel si avvicinò a Thorp, prese il suo viso tra le mani, pose un bacio sulla sua fronte e si allontanò nuovamente, in lacrime e con il volto amareggiato. Testa bassa, piedi uniti, braccia aperte, l'edificio cominciò a tremare. Le lacrime di Azazel cominciarono a cadere verso l'alto, una luce intensa si accese al centro del suo torace, i suoi vestiti da bianchi divennero neri, un maglione ed un lungo impermeabile nero si formarono da dei fasci di luce intorno a lui. Azazel alzò la testa al cielo, una sfera di particelle di luce si formò intorno a lui, dei fasci lucenti cominciarono a girare intorno a lui. Il pianto si fece più intenso, ed i singhiozzi più frequenti. Le mura cominciarono a creparsi, Azazel distrusse il tetto e lo strato roccioso soprastante con un raggio oscuro, poi le mura si sgretolarono: Azazel alzò le braccia di scatto, e tutto l'edificio, così come la montagna che lo teneva nascosto, si disintegrarono, esplodendo nell'aria intorno. Thorp guardava impotente, ma soddisfatto. I frammenti di roccia che si avvicinavano a loro venivano polverizzati da una barriera di luce pura invisibile. Il sole era rosso, Alexander si mise a piangere rivedendolo per la prima volta dopo quegli anni passati nel buio. Poi tutti frammenti rocciosi, sotto gli occhi increduli degli impiegati della WIRE, cominciarono a ruotare a sfera intorno ad Azazel; poi lui, Alexander e i vari strati delle sfere, cominciarono a fluttuare, lo strato roccioso esplose mentre Azazel li teletrasportava via da lì.

 

«Siamo a casa.»

«Sì Alexander. Sei a casa.»

«Non ci rivedremo mai più non è vero?»

«E' così.»

«Allora devo chiederti un'ultima cosa.»

«Tutto quello che vuoi.»

Lo spazio intorno ai due diventò grigio, segno che il tempo era fermo.

«Quanti anni hai, Azazel?»

«Tanti quanti ne ha l'universo.»

«...»

«Scusa, Alexander. Addio.»

Il tempo ripartì, Azazel scomparve, Alexander Thorp non lo rivide mai più.

  
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