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Autore: Claire_Elen    15/03/2016    1 recensioni
'Non voglio innamorarmi. Non sono fatto per l'amore, certe persone sono semplicemente destinate a non trovare l'anima gemella.
E se invece l'amore, la cosa dell'anima gemella, fosse solo un trucco per vendere fiori e cioccolatini?
Se la gente raccontasse che l'amore, quello vero, è annientarsi a vicenda, le persone si innamorerebbero lo stesso?"
"Perchè pensare questa vita separata dalla prossima, quando l'una nasce dall'altra?"
[Fanfic Bucky x OC. Ambientata in pre-Civil War, alcuni eventi dei due film precedenti si possono ritrovare nel testo, ma l'ambiente di CW è stato completamente distorto per far incastrare questo personaggio che, effettivamente, non è presente in nessuno dei film.
Spero vi piaccia!]
Genere: Angst | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta
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“James, io non capisco. Perché stai tenendo tutti questi diari?”
“Annoto tutte le cose che non voglio dimenticare.”
“Di cos’hai paura, di diventare vecchio e dimenticarti di prendere le medicine?”
Le rivolse un’occhiataccia stizzita e poi continuò a scrivere sul quaderno, reggendolo con la gamba sinistra.
“Questa me la segno nell’agenda. La mia ragazza mi prende in giro perché ho paura di invecchiare.”
“Beh, chi non ne ha?”
Detto questo riportò lo sguardo a lei e alle sue labbra sporche di rossetto che lui aveva già consumato con gli ultimi baci, così la fece chinare e lei stampò un bacio sulla pagina del diario in modo scherzoso, infantile, lasciando il segno delle labbra accanto alla sua firma.
“Adesso possiamo andare a ballare, James?”
“Arrivo, piccola!”
“Faremo tardi per il ballo!”
Lasciò il quaderno aperto sopra il letto, che recava un paio di pagine scritte, e la firma con lo stampo di un paio di labbra femminili accanto ad essa.
 
James Buchanan Barnes.
 
 
 
- Oddio!
 
Con un balzo Claire si alzò a sedere e si tirò all’indietro un ciuffo rosso che era caduto sulla fronte sudata, mentre con una mano si stava allungando verso il comodino dove la sveglia stava suonando ininterrottamente, pigiando il palmo della mano per spegnerla.
Al terzo tentativo rinunciò e staccò direttamente le pile dal retro, buttandole da qualche parte nel cassetto del comodino e, scostate le pesanti coperte dai piedi, buttò le gambe all’infuori e si costrinse ad alzarsi, indossando il paio di jeans che aveva buttato alla rinfusa sul letto la sera prima, dopo aver avuto una giornata tutt’altro che piacevole al lavoro.
L’orologio dalla parte opposta della scrivania segnava le sette e cinque minuti, ovvero troppo presto per andare al lavoro, perciò per quale maledetto motivo l’aveva impostata così presto?
La risposta le arrivò circa sedici minuti dopo, mentre era intenta a farsi un caffè nel proprio bar, che consisteva in una caffettiera generosamente regalata da Stark, il quale trovava innappropriato che lei non avesse una cosa così chic come una caffettiera personale, e una biscottiera a forma di coniglio.
All’inizio non prestò attenzione alla porta, ma quando il secondo colpo arrivò afferrò un biscotto al volo e, messo fra le labbra, aprì la porta trovandosi davanti niente di meno che Steven Rogers, per tutti e da molti anni ormai sopprannominato ‘Capitano’ per via delle gesta svolte nel periodo della Seconda Guerra Mondiale.
Si appoggiò allo stipite della porta e la guardò, senza però sorridere, entrando senza essere stato invitato.
 
 
- Sei pronta per andare?
- Prima gradirei sapere che cosa ci sia da fare di tanto urgente da farmi mettere la sveglia alle sette, un’ora prima dell’ inizio del mio turno di lavoro?
Stava cercando senza grandi risultati di ottenere uno straccio di sorriso, ma l’unica cosa che ottenne fù uno sbuffo e un sorrisetto tirato che comparve ai lati delle labbra sottili, mentre continuava a giocherellare con il frontino del berretto.
- E’ una cosa importante, te ne ho parlato ieri sera.. non te ne sei già dimenticata, vero?
- A-Ah, no! Ora mi ricordo. Dobbiamo andare dovevano affilavano coltelli e altre cose, il..il capannone disabitato, giusto? E’ li che troviamo il nostro uomo?
Steve si chinò appena verso di lei e corrugò la fronte, senza smettere di tocchignarsi il cappello, e la esaminò.
- Ti vedo strana, stai pensando a qualcosa di particolare?
Claire avrebbe tanto voluto dirgli quello che le passava per la mente, come avesse fatto uno strano sogno su un uomo che non aveva mai visto in vita sua eppure pensava di aver già conosciuto altrove, e di come pensava spesso a cosa significasse, ma sapeva che era già abbastanza frustrato, quindi scosse la testa e si limitò a sfoggiare uno dei suoi sorrisi aperti a trentadue denti, prendendo la giacca che era appesa al corrimano del letto e afferrando un secondo biscotto, lo seguì senza fare altre domande fuori dall’appartamento.
 La strada per il capannone fù più lunga del previsto.
Non perché fosse necessariamente lunga in sé, ma perché Steve si era chiuso in un silenzio sconcertante, e stava irrigendo la mascella ogni qualvolta un semaforo diventava rosso, impaziente. Quando lo faceva lei gli accarezzava appena il braccio con la mano e lo faceva rilassare, ma dopo cinque secondi tornava ad innervosirsi, così perse la pazienza e lo lasciò fare, facendo divagare lo sguardo nel paesaggio fuori dal finestrino.
Passarono una serie di condomini abbandonati e parcheggiarono sotto uno di essi, accanto ad una Jeep Renegade nera opaco con dei rinforzi in acciaio, dalla quale uscì un ragazzo sulla trentina, pelato e scuro di carnagione, che indossava una stretta maglietta grigia da jogging, accompagnata da un paio di jeans aderenti alle cosce e delle scarpe assolutamente inguardabili.
Dopo essersi addentrati all’interno lei porse la sua mano, sorridendo.
- Io sono Claire. Molto piacere.
- Falcon. Puoi chiamarmi Falcon.
- Allora, è un..caso difficile, Falcon?
- Steve ti spiegherà tutto. Per ora devi solo stare con noi due. Mi ha detto che sei brava a comunicare con le persone e a convincerle. Vediamo fin dove può arrivare la tua tenacia.
- Ma quest’uomo, lui.. non vuole essere aiutato?
Non ottenne risposta, e ben presto arrivarono ad uno spiazzo nel mezzo del quale sorgeva una scultura in pietra o forse una vecchia lama arrugginita che una volta serviva per i coltelli, alla base del quale giaceva un uomo.
Appena li sentì arrivare alzò la testa, restando appoggiato con il braccio sinistro alla pietra, e scostò con un breve colpo del capo i capelli neri che ricadevano a ciocche sparse per il viso, scoprendolo.
Indossava una maglietta rossa a maniche lunghe, e il suo braccio sinistro pareva diverso. Non poteva certo dirlo nel buio, ma sembrava quasi che fosse argentato, come di un materiale diverso dalla carne.
Quando alzò il viso passò lo sguardo su tutti e tre e si soffermò su di lei, aprendo maggiormente gli occhi rivelando che erano di un meraviglioso azzurro acceso che però era affievolito dal tempo, e la squadrò per circa due minuti buoni, mentre lei faceva lo stesso.
Aveva un viso stranamente familiare, ma non sapeva esattamente dove l’aveva visto in precedenza, ed era assolutamente sicura che lui stesse pensando la stessa cosa, perché mantenne lo sguardo e lo portò più volte sui suoi vestiti, dalla camicetta bianca che le era scivolata fuori dai jeans per un angolo, al viso.
Vedendo che non distoglieva lo sguardo per prima si costrinse a farlo lei, leggermente in imbarazzo.
Aveva qualcosa di diverso, anche ora mentre parlava con Steve, la sua voce era roca e bassa, e notò che parte del collo era sporco di una sostanza scura e grumosa simile alla fuliggine.
L’aveva guardata come se volesse mangiarla, anche se era stranamente calmo, stanco e teneva la schiena ricurva, cercando comunque di restare appoggiato come riusciva.
Steve si schiarì la gola, guardando lei, Falcon e infine di nuovo lui.
 
-Buck, ti ricordi di me?
 
L’uomo riportò lo sguardo su di lei, poi aprì le labbra di qualche millimetro, sbattendo le palpebre stanche.
 
- Io...
 
 
 
 
[Uddio finito il primo cappy D:
First of all, ringrazio una mia amica che si chiama Giulia che mi ha spronato a scrivere questa ff, dandomi l’ispirazione sufficiente per buttarla su carta e poi sul pc!
Seguite il prossimo capitolo per scoprire cosa accadrà!]
   
 
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