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Autore: Hufflepuff03    17/03/2016    0 recensioni
"Benvenuti ai 65esimi Hunger Games! e possa la fortuna SEMPRE essere a vostro favore". Peccato che la fortuna non sia mai a favore di nessuno. e Finnick se ne accorgerà presto.
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Finnick Odair, Johanna Mason
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mietitura

Era arrivato il giorno che tutti i distretti odiavano e temevano: il giorno della mietitura.

Nel distretto 4 ogni ragazzo e ragazza si preparava, per andare in piazza, come in ogni altro distretto. L' unico che ancora dormiva era il quattordicenne Finnick Odair. Finnick dormiva ancora, non perchè fosse un ragazzo pigro, ma per il fatto che la sera prima era stato tutta la notte a pescare e vendere ai pacificatori per riuscire anche per quel giorno a nutrire la sua famiglia, composta da sua madre, Elinor, e sua sorella minore, Ines. Sentì un tocco su di se, il solito tocco che conosceva ormai da quattordici anni, e la voce calda e accogliente di sua madre. Essendo ancora immerso nel suo profondo sonno, il ragazzo, non distinse le parole che sua madre gli sussurrava alle orecchie, come il dolce fruscio del vento che ti accarezza la pelle nel tepore di una giornata di primavera. Le parole sempre più confuse tra loro dicevano: oggi è il giro della mungitura. Finnick non riusciva a capire. Si alzò lentamente, si sropicciò gli occhi e finalmente capì ciò che sua madre gli sussurrava: -“oggi è il giorno della mietitura, tesoro, svegliati, preparati o ci verranno a prendere, dobbiamo andare, coraggio. Tu vai in bagno e inizia a prepararti, io intanto inizio a preparare la colazione”-.

Finnick andò in bagno, si lavò la faccia e cominciò a vestirsi sovrappensiero. Uscì dal gabinetto e si diresse verso la cucina dove vide sua madre in lacrime. Probabilmente era già convinta che lo avrebbero estratto, visto che il suo nome era stato inserito nell'estrazione per ben trentacinque volte. Si fermò sulla soglia e vide sua sorella che arrivava, anche lei con una faccia funebre. Non appena lo vide i suoi occhi si riempirono di lacrime. Finnick la avvolse in un abbraccio che solo un fratello può dare a una sorella. Sentiva le lacrime di Ines bagnargli la maglietta all'altezza del petto dove cercava di soffocare i singhiozzi che le uscivano irrefrenabili. La strinse un'ultima volta e poi la lasciò andare con un bacio sul naso e asciugandole le lacrime.

Le gli rivolse un flebile sorriso ed entrò in cucina. La madre sentendo la sua presenza si asciugò velocemente i segni della sua disperazione e facendosi forza andò a preparare la colazione.

Finnick fece colazione e, pur avendo lo stomaco chiuso dall'agitazione, finì tutto per non dare un ulteriore dispiacere alla madre che gli rivolse un sorriso spento e gli disse -“dobbiamo andare, è ora”-. Disse l'ultima parola come fosse un lamento, un sospiro.

Finnick finì di prepararsi e uscì di casa dirigendosi, come tutti gli altri, verso la piazza.

Si registrò e andò nel lato dei ragazzi. Si sentiva in trappola, in mezzo a continui spintoni e un'agitazione opprimente che lo attanagliava in tutto il corpo. Sentiva tutto ovattato e distante. Sentiva una sola frase che gli rimbombava in testa Scappa, salvati, devi farlo per la tua famiglia, devi farlo per loro. Non andare agli Hunger Games. Non puoi.

A ridestarlo dai suoi pensieri fu la squillante voce della presentatrice che diceva come ogni anno -“felici Hunger Games! E possa la fortuna SEMPRE essere a vostro favore”- peccato che la fortuna non sia mai a nostro favore, e non mi riferisco ai vari distretti, ma semplicemente so che la fortuna è solo dalla parte di Capitol City. Sempre.

-“ benvenuti a tutti! Benvenuti alla 65esima edizione degli Hunger Games! Allora, senza aspettare altro tempo, estraiamo i nomi del giovane uomo e della giovane donna CORAGGIOSI”- coraggiosi, che ci sarà mai di coraggio in un sorteggio e in una condanna a morte? Niente, assolutamente niente -“ che avranno la fortuna di partecipare ai 65esimi Hunger Games! Ditemi quanto siete emozionati?!”-. Un silenzio di tomba invade la piazza. NESSUNO vuole gli Hunger Games, NESSUNO vuole morire per il divertimento di assassini. Si assassini, perchè è questo che sono. Snow e tutti gli altri, ognuno di loro. La donna fa una smorfia verso il pubblico e si avvicina alle boccie di vetro con dentro i nomi dei possibili condannati a morte. Infila lentamente la mano in quella delle ragazze, fa qualche giro in mezzo ai bigliettini finchè non la tira fuori con un rapido movimento. Si avvicina al microfono e apre lentamente il biglietto e legge con voce squillante -“Samantha Grow”- un silenzio di tomba. Tutti si guardano intorno. Una ragazza di 15 anni si avvicina al palco. Non ha l'aria timorosa. Sembra sapesse già da un pezzo che sarebbe stata estratta per partecipare ai giochi. -“e adesso”- continua la donna -“ passiamo ai ragazzi”-. A quelle parole Finnick si sentì gelare. Era paralizzato. Aveva paura. La presentatrice mise il braccio nella sfera che tirò quasi immediatamente fuori, si avvicinò al palco e disse -“il tributo maschio del distretto 4 è...”- quel momento di suspance sembrò a Finnick un'infinità di tempo. Se lo sentiva. Sentiva che avrebbe udito il suo nome tra pochi secondi. Lo sapeva. Lo sentiva. -“ Finnick Odair!”- . Si sentì morire. Era finito. Non sarebbe sopravvissuto, ma DOVEVA sopravvivere, doveva farlo per sua madre e per Ines. Doveva. Non poteva rinunciare a vivere. Non in quel momento. Non con gli Hunger Games alle porte. Non con la lotta che stava per affrontare.

   
 
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