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Autore: Mitsuko_Ayzawa    18/03/2016    3 recensioni
"The Bad Sides Of Being In Love" ovvero gli aspetti negativi di essere innamorati, ovvero tutte quelle cose che apparentemente sembrano di discutibile piacevolezza, ma che in realtà grondano di meraviglioso romanticismo.
Questa è una raccolta di OS sulla Solangelo, che potrebbero essere le une slegate dalle altre come non esserlo, potrebbero esserci delle AU, insomma, un potpourri di prompt che hanno a che fare con qualche brutto aspetto.
(Per il momento mantengo il ratings sul giallo, eventualmente lo modificherò in futuro)
1- Bad Weather
2- Bad Idea
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nico di Angelo, Nico/Will, Sorpresa, Will Solace
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alla mia BAE, fedele compagna di ship, senza la quale non andrei da nessuna parte.

BAD WEATHER


 
 

C’era un lato negativo nell’essere figli di Apollo, dio del sole per eccellenza.
La meteoropatia.
Will Solace era meteoropatico, più o meno come tutti gli altri suoi fratellastri. Lui ne era perfettamente consapevole, e lo era anche Nico di Angelo, che da qualche mese a quella parte si era guadagnato il diritto di auto-definirsi il fidanzato di Will meraviglioso Solace. Ancora dopo tutto quel tempo a volte si chiedeva ancora come avesse fatto il figlio di Apollo ad innamorarsi di uno come Nico, ma al ragazzo la cosa non dispiaceva. Gli dispiaceva solo avere ceduto al corteggiamento palese e sfrenato del biondo solo dopo un anno da che si erano conosciuti, quando l'ingresso in università del maggiore era imminente. Oh, quanto tempo sprecato.
Nico però non si era abbattuto, anzi, aveva fermamente deciso di continuare su quella strada, e crogiolarsi ancora della presenza di Will nella sua vita, dell’affetto con cui lui lo trattava e dell’espressione a metà tra il sorpreso e lo sconvolto quando qualche nuovo semidio appena arrivato al campo si rendeva conto che il biondo dottore che assomigliava ad un surfista aveva una relazione felicemente stabile con lo scarno ed inquietante figlio di Ade. Quella era decisamente la parte migliore. Quando gli altri si rendevano conto di dover restare all’esterno dello spazio vitale di Will, se volevano conservare tutti i loro arti.
Ma nonostante il carattere aperto e allegro del giovane Solace, quando pioveva precipitava in uno stato di apatica depressione.
Ecco perché, quando Will aveva dovuto lasciare il sicuro nido costituito dagli incantesimi di protezione del campo per frequentare il college di medicina migliore degli Stati Uniti, la John Hopkins University, il giovane occupante della Cabina 13 lo andava a trovare ogni qual volta che pioveva, con l’obbiettivo di tirargli su il morale.
Dopo tutto quel tempo, Nico era diventato molto più forte, e grazie alle premurose cure di Will, viaggiare nell’ombra non costituiva più un pericolo. Ergo, poteva recarsi dal suo fidanzato ogni volta che uno dei due desiderava vedere l’altro.
Cosa che, in quegli anni, sarebbe successa piuttosto spesso.
 
Per tutto il mese di ottobre aveva piovigginato a tratti, ma tutto sommato la situazione era passabile, e Will, complice il suo perenne ottimismo e le quotidiane chiamate-Iride con Nico, era riuscito a frequentare i corsi senza troppi problemi.
Poi la seconda settimana di novembre si era svegliato, mentre fuori dall’edificio la pioggia batteva fortissima, ed era quasi impossibile intravedere qualcosa al di là dei tre metri e mezzo.
Will rivolse un silenzioso ringraziamento a Zeus, riempiendolo con quanto più sarcasmo possibile, prima di infagottarsi in una felpa sformata e trascinarsi stancamente per le aule.
Era stato verso l’ora di pranzo che era tornato sui propri passi, per cambiare i libri per le lezioni del pomeriggio, e davanti alla porta della sua stanza aveva visto la cosa più bella che avesse potuto immaginare.
Nico di Angelo, il busto magro ma atletico fasciato da un chiodo in pelle, con i capelli neri scompigliati sul volto, lo stava aspettando appoggiato con la schiena alla porta della sua stanza. Ai suoi piedi giaceva un borsone nero semivuoto. Non lo aveva ancora notato, quindi Will si concesse qualche secondo per metabolizzare il fatto che lui fosse lì, fissandolo a bocca aperta. Sentendosi osservato, Nico si voltò, incrociando gli occhi dell’altro e facendogli un lieve sorriso, mentre si scostava dalla porta.
«Will, ti stavo aspettando!» esordì il più giovane, camminando verso l’altro con il suo passo leggero ed elegante tipico di ogni semidio guerriero. Will allungò un braccio davanti a sé, mentre con l’altro reggeva una pila di libri, e abbracciò strettamente il suo ragazzo, seppellendo il volto nell’incavo tra il collo e la spalla. Nico gli cinse le spalle con le braccia magre, mentre gli dava qualche pacca incoraggiante sulla spalla.
«Penso di essere depresso, Nico» mugugnò Will dopo qualche secondo, senza cambiare posizione.
«Tu non sei depresso Will».
«Ti dico di sì, invece».
«Will, sono solo due gocce d’acqua, smettila di frignare».
«Due gocce d’acqua?» Will si staccò di colpo, emettendo un verso quasi stridulo e indicando la finestra che dal corridoio si affacciava sul cortile. «Ti sembrano due gocce d’acqua? Sembra che Zeus stia provando ad affogarci!»
Nico incrociò le braccia sul petto, alzando un sopracciglio.
«Punto primo, se Zeus volesse davvero farci fuori ci avrebbe fulminato e, punto secondo, il dio più probabile per i tentativi di omicidio per affogamento è Poseidone. Ah, e punto terzo, ti ricordo che siamo in autunno. E in autunno piove, di solito».
Will alzò gli occhi al cielo.
«Non dovrebbe piovere così tanto» mentì, cercando di non sembrare patetico, ma Nico continuava a fissarlo con quel sopracciglio inarcato che lo rendeva al contempo terribilmente spaventoso e incredibilmente sexy, e Will sapeva di avere poche speranze di riuscire a mandare avanti la farsa.  
«Comunque» riprese Nico prima che il figlio di Apollo potesse dire altro, mentre le sue labbra si aprivano in un sorriso leggero «ero certo che ti saresti ridotto in questo stato, quindi sono venuto a tirarti su il morale». Gli occhi di Will si illuminarono e il ragazzo fece un passo in avanti.
«Davvero?» Nico gli rivolse un sorriso ancor più ampio, prima di sporgersi in avanti e lasciargli un bacio a fior di labbra.
«È quello che fanno i fidanzati, no?» gli sussurrò a pochi centimetri dal volto. Il cuore di Will si riempì improvvisamente di gioia. Il suo ragazzo era venuto a trovarlo appositamente per sollevargli il morale. Il suo ragazzo, che fino a due mesi e mezzo prima gli avrebbe tagliato una mano se si fosse azzardato a toccarlo in pubblico, e che ora lo baciava nel bel mezzo di un corridoio affollato di sconosciuti. Nico di Angelo, figlio di Ade, uno dei semidei più potenti e pericolosi dei due Campi che faceva qualcosa di romantico e si definiva come il suo fidanzato.
La giornata aveva preso una piega inaspettatamente bella.
E Will Solace era convinco che se non avesse smesso di sorridere gli sarebbe venuta una paresi facciale, ma proprio non riusciva a smettere. Si sporse a sua volta in avanti, catturando di nuovo la bocca dell’altro con la propria.
«Oh, Nico di Angelo, non sai quanto ti amo in questo momento».
Un secondo dopo, realizzò quello che aveva detto. Ti amo. Aveva sul serio detto ti amo. Se lo era lasciato scappare. Non il mi piaci, o il vorrei stare con te che i due si erano sempre detti. Aveva proprio detto di amarlo.
Per un lunghissimo secondo Nico non disse nulla, mentre metabolizzava la cosa, e Will si sarebbe davvero dato una sprangata in testa.
Ma poi Nico sorrise, e tutto andò improvvisamente bene. Il moro lo guardò intensamente, gli zigomi lievemente arrossati, mordicchiandosi il labbro inferiore per un altro secondo, prima di avvicinarsi ancora di più a lui, senza però baciarlo ma limitandosi a far accostare le loro fronti.
«Lo sapevo già» sussurrò, prima di fare un passo indietro tirando Will con sé. «Beh, che aspetti, vogliamo andare in camera? Ho portato qualche DVD e un po' di roba da mangiare» disse indicando il borsone che giaceva abbandonato a due metri da loro. «Ma se vuoi, possiamo anche passare il tempo in altro modo, amore».
Will non poté fare a meno di sorridere, di fronte all’espressione leggermente ammiccante di Nico e al modo in cui lui lo aveva chiamato.
«Ah sì? E quale altro modo di passare il tempo proporresti?» chiese il biondo mentre faceva scattare la serratura della sua stanza, reggendo il gioco. Nico passò da uno sguardo ammiccante a uno decisamente più malizioso. Il ragazzo si alzò in punta di piedi per compensare la differenza di altezza, passandogli le braccia intorno alle spalle e premendosi contro il corpo dell’altro e spingendo entrambi nel privato della stanza. Immerse le mani nei ricci biondi di Will, lasciando che si attorcigliassero di nuovo intorno alle sue dita.
«Questo sta a te deciderlo» disse contro le sue labbra, prima di baciarlo.
Forse, in fin dei conti, il brutto tempo non era poi una cosa negativa.


 
 
   
 
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