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Autore: Tactolien    18/03/2016    1 recensioni
Questa storia è ambientata dopo L'Ultimo Guardiano. Inizia con un matrimonio particolare e spero di portarla avanti fino in fondo. Dopo Una pagina di Diario e Il Sigillo di Scilla ecco questa nuova storia, magari un po' assurda, che spero possa piacervi
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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DISTORSORE EST DISATTIVATO.
Continuava a lampeggiare la parola sullo schermo.
Artemis Fowl si guardò intorno; Alvin ancora non si vedeva. Che irresponsabile! Lasciare così la sua postazione. Con lui in giro per giunta!.
Senza starci a pensare troppo si sedette davanti al computer armeggiando col sistema di Avalon, come se sapesse usarlo da sempre.
“Artemis?”. Aggrottò la fronte Leale.
“Lo so, Leale, ma devo capire che succede”.
Ticchettò esperto sulla tastiera virtuale. Ci mise pochi secondi a rendersi conto.
Fortunatamente il Distorsore non era stato distrutto come quello dell’ovest, non c’era bisogno di cambiarlo: era solo stato spento.
Quindi dovrei riuscire a riattivarlo direttamente da qui.
Premette INVIO…
IMPOSSIBILE RIATTIVARE DISTORSORE.
“Che?”.
Che scherzo era quello?. Quando mai un computer si rifiutava di obbedirgli?.
Ritentò la procedura.
IMPOSSIBILE RIATTIVARE DISTORSORE.
Riprovò cercando di aggirare il programma.
Niente. Era come se ci fosse un blocco: il computer non era in grado di far funzionare il congegno là dalla Centrale.
Tuttavia…
DISPONIBILE PROCEDURA MANUALE.
 
Procedura manuale? Significa andare là?!.
Quella proprio non ci voleva.
Eppure… perché adesso?. La fronte del ragazzo s’increspò di pochi millimetri.
Che fosse una mossa disperata della mente criminale contro Avalon?. Non lo escluse. Tutti i suoi complici erano stati arrestati e gli altri Distorsori erano al loro posto.
“Che succede, Artemis?”. Gli chiese la voce di N°1.
Il quindicenne non rispose. Si massaggiò le tempie a riflettere.
“Sshh –borbottò la guardia del corpo- Zitto. Artemis sta pensando”.
Non c’era molto da pensare. Qualcuno doveva andare al Distorsore sulla scogliera lì vicino. Ma chi? Tutti gli agenti erano impegnati al castello; Baltus Ferroso non si era più fatto vedere, e Spinella sarebbe rimasta fuori combattimento ancora per un po’.
Sbarrò gli occhi. Improvvisamente tutto gli parve chiaro.
Quel Distorsore spento… non è altro che un diversivo per arrivare al vero obiettivo.
Poco tempo prima lui e Leale si stavano dirigendo proprio al medesimo Distorsore; poi erano stati raggiunti dal Sindaco Vampiro, dove avevano parlato delle ali della Regina Mab e delle conseguenze se fossero state distrutte.
E se la misteriosa mente ci avesse sentito?.
Se possibile… Artemis Fowl divenne ancora più pallido. E più ci pensava più si rendeva conto che poteva essere vero. Insomma… tutte le altre squadre nemiche erano già al loro posto… quella magari si era nascosta nel sentirli arrivare, ecco perché non aveva smontato subito la sfera metallica.
Gli fu immediatamente chiaro ciò che doveva fare.
“Leale”.
“Sì?”.
“Devi andare immediatamente al castello di Mab, avverti il Comandante Legnetto e se possibile trova il Sindaco Baltus”.
Di norma la guardia del corpo evitava le domande, poiché sapeva che avrebbero trovato risposta solo al momento più opportuno, tuttavia quella non riuscì a trattenerla.
“Tu che farai, Artemis?”.
Lui lo guardò tirando un sorriso ironico: “Tranquillo, non ho intenzione di sacrificarmi come l’altra volta –si alzò dalla postazione- Trova Baltus. Ho un brutto presentimento su quello che sta per succedere. Se capisci cosa intendo”.
Stavolta anche Leale sbiancò.
Senza capirci molto di quello che stavano dicendo, N°1 non poté astenersi dal chiedere: “E io che faccio?”.
“Tu resti qui con Spinella, almeno ci sarà qualcuno di noi quando si risveglia”.
“Hai già capito chi c’è dietro a tutto questo?”. Ribatté l’enorme eurasiatico.
“No, ma più o meno ne ho capito le mosse. Bisogna assolutamente impedire che qualcuno si avvicini a quelle ali”.
 
 
Pochi minuti dopo…
“Mmm…”. Cominciò a mugolare Spinella, aggrottando la fronte confusa.
“Spinella? -la chiamò qualcuno- Spinella?”.
L’elfa riuscì ad aprire gli occhi. Il viso del diavoletto occupava il suo campo visivo.
“Spinella, ti sei svegliata. Stai bene?”.
“Mmm… N°1? –si sfregò le palpebre lei- Che succede?”.
“Non ricordi? Ti ho messa a dormire per la guarigione”.
In un lampo la Caposquadra ricordò tutto: Billy Kong, il pestaggio, l’intervento di Edward… la morte di Amaro.
Amaro… D’un tratto fu colta da una schiacciante tristezza. Nonostante non provasse più alcun dolore, si sentiva debole e spossata sia nel corpo che nello spirito. Tentò di mettersi in piedi; le gambe tremolanti come gelatina cedettero in pochi secondi.
“Aspetta, ti aiuto”. Si offrì il demone stregone, rimettendola seduta e sventolandole aria con le mani.
Lei si guardò attorno, nella sala comandi non c’era più nessuno.
“Dove sono gli altri?”.
N°1 esitò un momento prima di rispondere: “Be’… Alvin è andato e non è più tornato, Gemma ed Edward sono stati convocati altrove, e Artemis e Leale sono partiti di gran carriera in direzioni opposte”.
“Si sono divisi? Dove? Perché?”.
Una bruttissima sensazione le piombò addosso. Artemis che agiva senza Leale… e Leale che glielo permetteva. Poteva significare solo una cosa.
Guai. Guai grossi.
“Non ci ho capito granché –riprese il diavoletto- Artemis si è diretto al Distorsore est, mentre Leale è corso al castello di cristallo per avvertire il Sindaco e il Comandante”.
Gli occhi spaiati dell’elfa caddero sul computer ancora acceso di Alvin.
DISPONIBILE PROCEDURA MANUALE. Diceva lo schermo.
Artemis sta andando a rimettere in moto il Distorsore da solo. Leale al castello perché...
Un atroce presentimento le invase la mente.
“Dimmi, N°1…”.
Lui batté le palpebre. Che strano tono aveva preso la sua voce.
“Che altro hanno detto?”.
Scrollò le spalle: “Hanno solo parlato di non far avvicinare nessuno alle ali”.
Spinella sbiancò: “Le ali?! Oh No!”.
Si mosse bruscamente; di nuovo cadde a terra.
“Spinella ma che ti prende?! Sei appena uscita da una guarigione, non devi avere emozioni forti”.
Emozioni forti? Tirò un sorriso lei. Tra non molto tutta l’isola sarà un’emozione forte.
“N°1, ho un compito molto importante per te”.
Le sue parole suonarono come una richiesta disperata, giovane stregone non seppe opporsi. Annuì attento.
“Raggiungi immediatamente Leale al castello, e se trovi anche il Sindaco Ferroso digli solo che… i nostri nemici sanno”.
“I nostri nemici sanno?”.
“Solo quello, lui capirà. Fidati”.
E lui si fidò.
“Un’altra cosa, ricordi quelle ali nella teca? Devo chiederti anche di proteggerle con la tua magia”.
“E tu che farai?”.
A fatica l’elfa riprese ad alzarsi: “Io devo raggiungere Artemis. Il Distorsore è montato sul fianco della scogliera: dovrà arrampicarsi per raggiungerlo e gli servirà aiuto”.
 
 
Leale corse come un razzo sotto gli sguardi allibiti dei passanti. Alcuni si spaventarono nel vedere un Fangoso così grosso a piede libero, altri invece non recepirono affatto.
“Era Edward quello che è passato?”.
“No, Edward è più grosso. Forse era un giovane orco”.
Devo fare presto, dove fare presto!. Continuava a ripetersi l’enorme eurasiatico, schivando qualunque ostacolo avesse davanti.
Grazie al cielo il castello non era molto distante dalla Centrale, ci arrivò di corsa in meno di un quarto d’ora; il respiro affannato e la fronte imperlata di sudore.
Stava già per avvicinarsi al grande portone quando una violenta scarica elettrica gli attraversò il corpo tramite la gamba. Stramazzò a terra momentaneamente paralizzato.
“Fermo lì, Fangoso!!”. Sbraitarono un paio d’agenti puntandogli contro le Neutrino.
“Potrebbe essere in combutta coi nemici di Avalon”.
La guardia del corpo mugolò, tentando di muoversi. Era chiaro che quelle due Guardie non avevano mai sentito parlare di lui o della sua amicizia con Spinella.
“Immobilizziamolo e portiamolo dal Comandante Legnetto”.
“Cerco Baltus”. Parlò strozzato l’omone, rimettendosi poco a poco su un ginocchio.
“Che dici?”.
“Cerco Baltus”.
Una seconda sfrizzata elettrica lo ricostrinse a terra: “Per te è il Sindaco Ferroso, Fangoso”.
“Fermi!!”. Gridò una voce femminile dall’alto che Leale riconobbe subito.
Gemma Twist atterrò davanti ai due spiritelli, parandosi tra loro e l’umano: “Che diavolo state facendo!?”.
“Che diavolo stai facendo tu. Abbiamo l’ordine di catturare qualunque individuo sospetto nei pressi del castello”.
“E chi c’è di più sospetto di un Fangoso alto due metri?”.
La giovane Fata roteò gli occhi: “Ma questo è un nostro amico. Ci sta aiutando”.
Si guardarono perplessi: “Un nostro amico?”.
“Sì be’… e’ amico della Caposquadra Tappo, lui ed altri sono ad Avalon da poco”.
“Siamo molto confusi”.
“Gemma… -riprese a tirarsi su Leale, lieto di vederla suo malgrado- Dov’è Baltus?”.
“Non lo so è da un po’ che non lo vedo. Forse lo sa il Comandante Legnetto”.
“Portami subito da lui”.
 
 
Non accadeva molto spesso che Artemis Fowl avesse qualche difficoltà a mettere in atto i suoi piani. In teoria era semplice: andare alla scogliera e riaccendere manualmente il Distorsore. Se non fosse stato per un piccolissimo dettaglio che si erano scordati di menzionare.
Il Distorsore si trova sul lato della scogliera, attaccato alla roccia a strapiombo. Ignorò il vento freddo, osservando dove si trovava il prezioso congegno.
“E come ci arrivo laggiù?”.
La sfera metallica si trovava ad almeno una ventina di metri più in basso. Ancora più giù s’infrangevano grosse onde marine in una gola a ferro di cavallo.
Il ragazzo deglutì: là sarebbe andato a finire se qualcosa fosse andato storto.
Si guardò indietro. Era troppo tardi per andare a prendere una pitocondra o un paio d’ali meccaniche: doveva scendere giù, arrampicandosi.
“Questo Leale non lo approverebbe di certo”.
Ma in fondo che poteva succedere ancora? Doveva solo mettere i piedi dove serviva per andare e tornare.
Aveva affrontato goblin, troll, follette pazze, viaggi nel tempo e una recente resurrezione. Una piccola discesa non sarebbe stato un problema, giusto?.
Per fortuna gli spuntoni rocciosi sono tanti e grossi.
Cominciò ad andare, non ci volle molto prima chi e suoi costosissimi abiti da sartoria cominciassero a sporcarsi in maniera irrimediabile, in particolar modo i mocassini. Quello sinistro alla fine gli si sfilò, cadendo nel vuoto.
Artemis sospirò poggiando il piede coperto solo dal calzino sulla fredda pietra: “E ti pareva”.
Continuò la discesa, i muscoli tesi e qualche sassolino che ricadeva nel baratro sotto di lui.
 
 
“Dannazione! Dannazione!”. Imprecava furiosa Spinella Tappo, cadendo per l’ennesima volta.
Appena aveva capito ciò che stava accadendo si era subito precipitata per raggiungere Artemis.
Aveva preso il primo paio d’ali che le era capitato a tiro; avevano retto circa cinque minuti per poi andare fuori uso per una questione di batteria.
Si era ritrovata a dover scendere e proseguire a piedi il più velocemente possibile consentitogli dalle sue gambe malferme, pesanti come sacchi di piombo.
Ce la devo fare. Ce la devo fare!.
Le gambe cedettero. Cadde con la faccia a terra. Ancora una volta percepì quell’orribile sensazione d’impotenza che aveva sentito durante il pestaggio da Kong e i suoi compagni.
Compagni… S’irrigidì, sollevandosi poco a poco. I miei compagni. Amaro.
Aveva perso Amaro. Ora rischiava di perdere i suoi amici… insieme a tutta Avalon.
Oh, sì. Lei conosceva bene il segreto che Baltus Ferroso custodiva così gelosamente.
L’aveva capito giusto due giorni dopo essere sbarcata sull’isola.
 
 
Il Sindaco era veramente entusiasta di avere la famosa Spinella Tappo tra la Guardia di Avalon. Non poteva negare a se stesso che aveva sperato che fosse lei la nuova Regina attesa dalle ali nella teca. Ma purtroppo quando l’aveva portata davanti ad esse per il consueto giro del castello… non avevano mostrato reazione.
No. Non poteva essere lei la Regina.
Era il tramonto quando la ritrovò davanti alla vetrata raffigurante Titania con l’isola tra le mani.
“Agente Tappo?”.
Quella lo guardò appena. Era seria non c’era che dire.
“Come mai siete tornata qua?”.
“Volevo rivedere queste opere d’arte. Speravo d’incontrarla”.
“Volevi chiedermi qualcosa? Per caso riguarda il nuovo lavoro? Per quello dovrà rivolgersi al Comandante Legnetto”.
L’elfa accennò un sorriso triste: “In realtà… volevo chiederle chi è l’artista di queste vetrate”.
Il Vampiro trattenne il respiro per due secondi buoni, poi riprese contegno.
“Come mai lo vuoi sapere?”.
“Per chiedergli di questa vetrata in particolare. E’ diversa dalle altre”.
Ferroso fece un risolino: “Non direi. E’ solo una rappresentazione artistica”.
“Appunto. E’ diversa. Le altre raccontano la storia così com’è andata. Questa invece è un’ipotesi mai concretizzata. O almeno… è ciò che l’artista vuol far credere”.
Ora il Sindaco era nervoso: “Che sciocchezze”.
“Ho notato che ci sono altre storie su vetro in giro per il palazzo. Lo stile è diverso e c’è la firma dell’artista in piccolo sull’angolo. In queste invece no –la ragazza elfica lo guardò intensamente- Siete voi l’artista, vero?”.
I due si guardarono negli occhi. Il Vampiro rimase quasi folgorato dall’intensità di quegli occhi spaiati, azzurro e nocciola. Capì subito che continuare a mentire non sarebbe servito a niente.
Sospirò: “Come l’hai capito?”.
“Sono rimasta molto tempo a contatto con un genio criminale, qualcosa ho imparato. Allora, qual è la vera storia?”.
E Baltus gliela raccontò.
“Quanto tempo ci rimane?”.
“Un secolo o giù di lì, se non troviamo presto la nuova regina”.
“Così poco? Peccato. Sarei voluta restare qui ad Avalon più a lungo”.
 
 
Sarei voluta restare qui ad Avalon più a lungo. Ricordò. Adesso Avalon si ritrova a poter sprofondare con tutta la sua popolazione!.
E adesso ci si metteva anche Artemis con la sua missione in solitaria. In altre occasioni non avrebbe obiettato, se non fosse stato per le discutibili capacità atletiche del Fangosetto.
L’avrebbe raggiunto e gli avrebbe dato una mano. Grazie al cielo si era portata dietro la sua pitocondra. Perché c’era un altro piccolo dettaglio da calcolare…
Sono settimane che la Guardia progetta di spostare il Distorsore, e ancora non l’hanno fatto. Quella parte di scogliera sta franando!.
Cadde di nuovo. Si alzò a carponi e gridò al vento: “ARTEMIS!!”.
 
 
Nascosto dietro il trono, Bombarda Sterro ci mise mezzo secondo a riconoscere l’individuo appena entrato.
Argh Sgrunt?! Che ci fa qui?!.
In un attimo seppe che era lui la causa di tutti i danni ad Avalon. Ma come mai stava lì alla sala del trono, invece di essere da qualche parte a latrare ordini insulsi?.
Si avvicinò alla teca di cristallo guardando attentamente ciò che conteneva.
In mano il suo vecchio bastone col grosso pomo in cima.
 
 
 
Nota dell'autrice: Scusate il ritardo, ero un po' indecisa su cosa fare. Dato la lunghezza del capitolo originale ho dovuto tagliarlo in due parti. Non temeto, è tempo che la storia giunga alla sua conclusione, spero vi piaccia.




 
  
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