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Autore: demonwxlf    23/03/2016    1 recensioni
[ modern!AU ] ( . . . ) il sangue bagna le dita del tedesco, ed il labbro brucia. E' lesto a premere il bicchiere gelido contro di esso — un gemito che lascia le labbra sottili; la voce di Hugo lo distoglie dal sordo pulsare che si propaga attraverso le ossa e rimbomba tra le orecchie. Gli occhi azzurri si alzano dal lavandino, incrociandone altri altrettanto chiari. « Prima che tu dica qualcosa — », inizia, alzando il bicchiere come se si trattasse di corpo contudente, « — io sono una povera vittima, e tu lo sai, Stiglitz. »
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Hugo Stiglitz
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Dieter Hellstrom  non θ mai stato capace di capire il limite; forse θ stato il suo cognome ad aiutarlo un po troppo, forse il suo talento nel parlare, forse il suo sapersi fare amici coloro che non conviene mai provocare. No, non θ mai stato capace di capire il limite — ma, con un mostro come Donnie Dolowitz, il limite θ fatto per essere superato.

E' cosi si θ conclusa la serata disastrosa con gli amici di Hugo — con il pugno dello stronzo contro il labbro di Dieter, dopo l'ennesima insinuazione per nulla fine su Donnie ed Aldo Raine — e con suddetto Aldo impegnato a calmare la belva e Hugo che, finalmente, si decide ad intervenire e trascinare via quello che ha presentato alla banda con un boffonchiato " il mio ragazzo" nemmeno due mesi prima.  Una serata condita da troppo alcol per degli uomini tra i quale scorre fin troppo astio — ed il labbro spaccato di Dieter ne θ la prova. Probabilmente gli yankees stanno ridendo di lui — non che al tedesco importi dell'opinione di esseri che reputa inferiori — semplicemente ci brucia come Hugo lo abbia trascinato via prima che potesse dimostrare di non essere la bionda principessa descritta dal Dolowitz.
Ecco, se una cosa brucia piu del labbro rotto, quello θ il suo orgoglio ferito.


Chiude l'acqua con un gesto secco del polso, ed una bestemmia particolarmente colorita; quando, finalmente, esce dalla stanza per andare a crollare sul divano in salotto, la testa che va automaticamente in grembo ad Hugo, la mano torna a sfiorare la ferita. Il sangue bagna le dita del tedesco, ed il labbro brucia. E' lesto a premere il bicchiere gelido contro di esso — un gemito che lascia le labbra sottili; la voce di Hugo lo distoglie dal sordo pulsare che si propaga attraverso le ossa e rimbomba tra le orecchie. Gli occhi azzurri si aprono nuovamente, di scatto, incrociandone un secondo paio, altrettanto chiaro. « Prima che tu dica qualcos'altro — », inizia, alzando il bicchiere come se si trattasse di corpo contudente, « — io sono una povera vittima, e tu lo sai, Stiglitz. »
« Piu che povera vittima — », ed θ palese quanto Hugo Stiglitz sia divertito dalla situazione, Dieter lo conosce abbastanza bene da percepire il ben che minimo cambiamento nella sua ristretta mimica facciale — gli angoli della bocca sono lievemente inarcati, e gli occhi azzurri ed incredibilmente innocenti sono illuminati — si, Hugo sta ridendo della situazione. Ma, una cosa θ  certa — riflette Dieter, nella propria mente — nel momento stesso in cui saranno nudi, Hugo non ridera' piu.  « — tu sei un povero stronzo. Te la sei cercate, e l'hai trovata. »
Brontola una bestemmia, Dieter, sistemandosi meglio in modo da non avere nessun osso conficcato nel corpo, ma sorride a propria volta — anche se il tirare le labbra fa aumentare il dolore — e tasta il pavimento alla ricerca del pacchetto di sigarette che ha sentito cadere di tasca prima, quando θ rientrato in casa. Hugo pare cogliere le sue intenzioni, dato che dalla propria posizione sopra elevata avvicina il posacenere al bordo del tavolino di vetro, in modo che Dieter non debba slogarsi un braccio nel far cadere la cenere.
La fiamma dell'accendino scatta, e due profonde boccate di fumo spariscono nella gola del tedesco prima che si decida a parlare.
  « Hai visto come era incazzato? Ne valeva la pena.  Sembrava l'orso ammaestrato che tutti vedono meno voi. »
«  Tutti cioθ te », lo rimbrotta Hugo — e Dieter fa un gesto con la mano che stringe la sigaretta, il fumo che crea particolari volute ai suoi movimenti. Aspira nuovamente il fumo, avido, gemendo di dolore quando il filtro caldo tocca la carne viva del labbro — e deve essere stato un gemito particolarmente rumoroso, perchθ Hugo arriva addiritura ad accarezzargli piano i capelli.
« Io possiedo spirito d'osservazione, a differenza vostra. »
Ribatte, scoccando un'occhiata divertita all'altro, per poi salire con la mano libera contro il suo collo; lo tira giu per quanto possibile, ed Hugo gli concede di farlo, e quando le loro labbra si uniscono per un bacio lento e profondo, Stiglitz percepisce la nicotina ed il sangue come se fosse sua la bocca ferita e riempita dal fumo, ed Hellstrom sente il whiskey come se avesse vinto lui la gara di shot un paio d'ore prima.  E' sempre cosi, tra di loro — un continuo dare ed un continuo prendere, in maniera quasi disturbata; nessuno potrebbe mai scommettere su di loro — sono troppo diversi, troppo arrabbiati l'uno con l'altro,  troppo scuri e con troppe crepe — ma si completano, e a Dieter non pesano troppo i silenzio continui con cui deve lottare, e Hugo cerca di ignorare il nero metallo della croce di ferro che il proprio amante porta al collo. Fanno dei sacrifici — e per un uomo che non conosce i limiti, e per un altro che ne ha infranti fin troppo — sono dei gran sacrifici. Ma, per quello che chiamano amore a mezza voce — quando l'altro dorme, o non puo sentire —, sono disposti a sacrificare anche qualcosa di piu.
« Hai intenzione di portarmi a letto in braccio? »
« Te lo puoi sognare, Hellstrom. »
« Ma vaffanculo, sono ferito! »
« No, sei solo un rompicazzo assurdo », ma ride piano, Hugo — e nuovamente cerca le sue labbra, le dita che stringono delicatamente le ciocche bionde dell'uomo sotto di se.
C'θ un attimo di silenzio tra di loro, e la sigaretta viene spenta sul posacenere nero; quando parla, Dieter ha un po paura della risposta, ma suona sicuro di se come sempre.
« — se mi avesse colpito piu forte — saresti intervenuto? »

Hugo ci mette forse un po troppo a rispondere, ma quando lo fa Dieter non ha piu alcun dubbio, e semplicemente chiude gli occhi, illudendosi che quello che stanno vivendo possa continuare ancora per molto — ma sa che non sara' cosi.
 
  
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