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Autore: kikka_67    23/03/2016    1 recensioni
Quella strega, con le sue chiacchere, mi stava torturando da ore, si era avvicinata con il pretesto di un autografo, ma dopo pochi minuti mi ero pentito amaramente di essere stato gentile con lei, aveva iniziato a sfiorarmi quasi per caso ed a scrutarmi con occhiate allusive ed invitanti. Mi sentivo soffocare, se non trovavo subito una scusa per liberarmi di lei con le buone, non avrei rinunciato ad insultarla anche se correvo il rischio di essere denunciato per aggressione verbale.
In breve era diventata ancora più inopportuna ed invadente e quando me la sono quasi ritrovata addosso, sono stato costretto, per evitare il contatto, ad indietreggiare velocemente e troppo tardi mi sono accorto di avere qualcuno dietro di me.
Dopo anni di allenamento in palestra sapevo come cadere senza ferirmi e quindi mi fu facile afferrare prontamente anche la donna che gemette sorpresa quando la presi tra le braccia. Purtroppo mentre la stringevo ho respirato il suo profumo e questo mi ha distratto parecchio durante la fase di “atterraggio”, insomma alla fine ho urtato contro il pavimento malamente per proteggere… Elizabeth. Si, ero sicuro che fosse lei.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Richard Armitage
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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L’aeroporto era affollato all’inverosimile e non solo a causa delle imminenti festività natalizie, una tempesta di neve che da ore imperversava su Londra non faceva presagire nulla di buono, iniziavo a temere di non riuscire a partire e di dover passare le feste a casa in solitudine. Come tanti altri passeggeri in attesa, ogni tanto gettavo uno sguardo al tabellone delle partenze e fu allora che la vidi.
Capelli scuri, occhi di un azzurro chiarissimo, altezza media e corporatura esile, elegante.   L’espressione serena celava, a chi non la conosceva bene, una personalità forte, determinata, estremamente sincera e leale, in special modo nei confronti delle persone che amava.  Da ragazzina era un batuffolo dolcissimo, una scricciolina che mi seguiva ovunque. Era da sempre presente nei miei ricordi di adolescente, la sorellina che non ho mai avuto.   Da qualche minuto, però, sul suo viso si leggeva chiaramente un profondo disappunto. La causa scatenante del suo disagio, sembrava una di quelle persone convinte che la tenacia sia un’ottima qualità per raggiungere il risultato prefissatosi.
L’uomo le parlava con un tono suadente, accompagnando alle parole sguardi affettuosi e talvolta intensamente lascivi come in quel momento.  Non riuscivo a sentire le sue parole, il frastuono intorno a me era assordante, ma lei sembrava non volerlo ascoltare e cercava con gli occhi un qualsiasi appiglio per liberarsi di quello che considerava chiaramente una vera seccatura.  Senza intenzione alcuna, sospinto da un gruppo di turisti che si avviava verso l’uscita, mi sono ritrovato dietro le sue spalle proprio nel momento in cui con un gesto esasperato cercava di respingere un’inopportuna carezza sul viso.
 
  • Adesso basta! Non ti azzardare a mettermi le mani addosso un’altra volta, non sono interessata! Mi chiedo cosa ti è difficile comprendere, Nathan, il fatto che non voglio venire a letto con te oppure credere che stia effettivamente aspettando il mio fidanzato? –
  •  Se non sei rinchiusa nella sala riunioni a studiare qualche contratto, sei in ufficio a sgobbare, non hai il tempo materiale di conoscere uomini! Sono sicuro che il tuo fantomatico fidanzato non esiste! E … -
 
E…perché non sono in grado di ignorare ciò che ho appena sentito e non mi faccio semplicemente gli affari miei?  Io non sono un cavaliere dalla scintillante armatura e molto probabilmente quello sprovveduto non è a conoscenza del fatto che quella donna carina è solo all’apparenza indifesa, ma che in realtà è una barracuda pronta a distruggere chiunque la ostacoli, ma forse   quel pover uomo è solo una vittima del suo fascino subdolo! Purtroppo qualcosa nella sua espressione mi spinge nella direzione meno opportuna. Perché sono un’idiota masochista.  Ovvio.
 
  • Ciao tesoro, non riuscivo a trovarti, sono in ritardo, scusami. – sussurro sorridendo alla donzella in difficoltà.
 
 
Non posso dire chi dei due ha l’espressione più sconvolta mentre mi fissano.   L’esame dura solo pochi secondi, ma l’ometto dopo avermi soppesato velocemente, con mio grande divertimento, si allontana di un passo dalla “mia” fidanzata, che nello stesso momento si protende verso di me barcollando, assolutamente sconvolta. Ma in breve tempo il suo viso si trasforma, è sinceramente felice di vedermi, ha colto la situazione al volo e simula perfettamente una dolce espressione di sollievo. Con naturalezza si appoggia a me per sfiorarmi con le labbra la guancia.
 
  • Grazie. Ti devo un favore.  – sussurra pianissimo.
  • Chi è il tuo amico cara? – le chiedo fintamente curioso.
  • E’ un collega, tesoro. Mi stava appunto salutando. Sai con questa neve aveva paura di non riuscire più a tornare in città. Nathan ti presento il mio fidanzato…. –
  • Richard, piacere di conoscerla. – la interrompo, porgendo la mano verso l’uomo che sembra aver ingoiato un rospo.
  • Il piacere è mio. Dicevo appunto a Liza che stentavo a credere della sua esistenza, è sempre tanto presa dal lavoro. – sbiascica ricambiando la stretta.
  • E’ stata la mia fortuna che non si sia lasciata distrarre da qualche manager intraprendente ed abbia avuto la pazienza di aspettarmi. E se non ha mai sentito parlare di me, forse, Elizabeth ha solo preferito non confidarsi con nessuno, la riservatezza è una qualità molto preziosa non crede? – gli chiedo sornione.
  • Certamente. Ehm.allora.. Vi auguro una buona vacanza. – mormora in tono dimesso allontanandosi.
  • Siamo stati bravi, c’è cascato in pieno!  Non so come ringraziarti…Ricky. –
  • Non chiamarmi così, lo sai che mi dà noia. Però è’ stato un piacere aiutarti, mia cara, spero solo di non aver ferito, intervenendo, un cuore innamorato. – ribatto volgendo un breve sguardo al poveretto che cammina indispettito.
  • No, tranquillo. E’ solo un mentecatto convinto di essere irresistibile. Ci prova con tutte in ufficio. – risponde sicura.
  • Mi chiedo il motivo di fingere di aspettare un fidanzato, non potevi rimetterlo al suo posto da sola? Non mi pare una persona irragionevole. –
 
La mia asserzione la fa ridere – Vedi, Nathan è un uomo sicuro di sé, convinto di essere una benedizione per una donna e siccome è una persona generosa, si prodiga affinché la maggior parte di noi possa godere delle sue attenzioni.  E non volendo fare discussioni in pubblico, è una cosa che mi urta molto, temporeggiavo. Ti ringrazio. Senza il tuo aiuto sarei stata costretta a seminarlo in qualche altra maniera. Ma dimmi come stai? Sono secoli che non ci vediamo. Sei cambiato parecchio, vesti con stile, chi è il fashion stilist che ti segue? E hai anche un taglio di capelli decente…molto bene, sei un vero macho sexy!   – ironizza guardandomi attentamente.
 
  • Bene, tu invece non sei molto cambiata, Betta, non nell’essenza almeno. Ti ho lasciata che eri un topino dispettoso e adesso sei diventata una donna…. – stavo per aggiungere fantastica, ma era meglio non farle troppi complimenti, sarebbe diventata insopportabile!
  • Elizabeth!! Cosa stavi per dire Mr. Scudodiquercia Armitage? Una donna…? E poi avevi promesso che non mi avresti chiamato più Betta! – sibila con un ringhio.
  •  Come vedi i voli sono stati cancellati. Mi fai compagnia davanti ad una tazza di tea? – ovviamente ignoro il suo ultimo commento e sorridendo gentile le offro un braccio.
 
 
 
Abbiamo passato quasi tutta la notte, dividendo un tavolino e parecchi caffè, a parlare dei tempi andati e di quelli che non avevamo condiviso,  e così ho scoperto che è diventata una manager di un’importante industria cosmetica. E che questa vacanza è una specie di premio per riprendersi dalle fatiche professionali. Ho anche scoperto che è single, come me, e che prendiamo lo stesso aereo e…. Che ha un profumo meraviglioso.
Si è  trasformata in una donna sicura di sé, elegante, ma non aveva perso il vizio, quando era nervosa di mordersi le labbra. Forse era a disagio per causa mia, improvvisamente ripenso alle ultime parole che mi aveva urlato in mezzo alle lacrime…ti odierò per sempre.
  Non ci eravamo salutati da buoni amici ed era stata tutta colpa mia. Ero andato a casa dei suoi, prima di partire per una tournee, che mi avrebbe portato fuori patria per un anno e l’avevo trovata pronta a seguirmi, mi aveva sussurrato parole d’amore e baciato con labbra tremanti d’emozione. Colto di sorpresa   l’avevo respinta e mortificato quel delicato sentimento che era mio dovere rifiutare. Era ancora una bambina all’epoca e avevo ritenuto più giusto deluderla, che legarla a me con dolci ricordi, che le avrebbero impedito di vivere la sua vita serenamente.   
 
 
 
 
 
 
 Richard è diventato  un uomo interessante, è sempre stato molto riservato, di primo acchito sembra severo, quasi arcigno. Lo sguardo deciso e il portamento sicuro gli conferiscono un’aurea autorevole. In realtà, Rick,  è un uomo estremamente generoso e gentile, lo è con chiunque, provvede al bisogno altrui prima che del proprio. Nonostante il suo viso non rispetti i canoni di bellezza maschile, è decisamente attraente e difficilmente passa inosservato, infatti tutte le donnine che sono passate davanti al nostro tavolo non hanno mancato di notarlo. I loro sguardi adoranti però,  quando si accorgevano di me, si colmavano di malevola incredulità, è stato davvero divertente.
Ha i capelli lunghi, raccolti in una coda bassa e una barba incolta che rende i lineamenti del viso più marcati.  E’ vestito casual, con una dolcevita e pantaloni blu scuro e un pastrano pesante che lo ripara dal freddo, sembra un marinaio in libera uscita, anzi un pirata. I suoi occhi, incredibilmente azzurri come li ricordavo, sono un po’ velati dalla stanchezza, ma non importa, è assolutamente meraviglioso.  Ho passato quindici anni lontano da casa per studiare prima e per lavoro in seguito,  ho avuto alcuni flirt e solo un paio di storie che credevo importanti, ma  non sono mai riuscita a dimenticarlo, per un breve attimo ripenso all’ultima volta che lo vidi,  preferisco ignorare l’imbarazzo, ero solo una ragazzina, innamorata dell’amore e dell’unico ragazzo che conoscevo che non fosse pieno di purulente acne, era stato per me… la prima cotta ecco.  Sono riuscita a convincervi?  Saliti a bordo, non so come, riesce a convincere la hostess a sostituire i posti indicati nei biglietti con altri due vicini. Che carino!
 
 
 
 
 
Mi giro verso di lei mentre dorme, sul viso ha un’espressione assolutamente tranquilla e rilassata, la testa sulla mia spalla e una mano sul mio braccio.   Mi permetto di guardarla con calma, con il desiderio di imprimermi nella memoria i suoi tratti da adulta.  Non sono un uomo particolarmente espansivo, difficilmente mi apro con le persone appena conosciute, ho imparato dopo alcune esperienze negative a soppesare le persone con attenzione prima di permettere che sfiorino la mia sfera più intima. Coltivo le amicizie di vecchia data e ho avuto poche storie veramente importanti con donne a cui sono tuttora legato da un affetto profondo.  Ma nonostante tutto mi sono ritrovato più volte, piacevolmente sorpreso, di sentirmi ancora così a mio agio vicino ad Elizabeth, volevo bene alla bambina che era, ma la donna che è diventata mi piace molto, forse anche troppo.
 
 
 
 
 
Quando finalmente scendiamo a terra, dopo aver recuperato le valige, camminiamo uno affianco all’altro in silenzio, una sottile sensazione di perdita e nostalgia ci separa, nonostante fossimo ancora insieme.  Mi sarebbe piaciuto chiedergli di tenerci in contatto, ma ero cosciente che appena fuori dalle porte di questo aeroporto, Richard sarebbe ritornato ad essere solo una vecchia conoscenza, un’amicizia che apparteneva ad un passato ormai lontano.
 
 
  • Ehm… ti va di fare colazione con me? – chiedo ansiosa senza guardarlo.
  • No, ti ringrazio. Mi aspettano fuori.  – risponde lentamente fissandomi serio.
  • Va bene, come vuoi. Richard. E’ stato un piacere averti rivisto e naturalmente averti avuto come fidanzato anche se solo per cinque minuti. Ciao ti auguro buone feste.  – gli sorrido porgendogli la mano.
  • Ti sembra il modo di salutare il tuo fidanzato? Sei una donna ben avara mia cara Elizabeth! – esclama girandomi verso di lui.
  •  Sono contento di averti avuta come fidanzata…. Anche se solo per cinque minuti…- sussurra a voce bassa.
 
 
 
I suoi occhi sembrano diventare più scuri e incatenano i miei senza fatica, la sua barba morbida mi sfiora la guancia e il bacino che si protrae per qualche minuto più del dovuto, mi paralizza i sensi. Sono sopraffatta, non tanto dalla sua vicinanza, ma dal repentino quanto intenso desiderio di appoggiarmi a lui. Quanto mi era mancato, quando era partito, avevo pianto per giorni e mi ero ripromessa che mai più avrei permesso a nessun uomo di farmi soffrire in quel modo.
 Invece quando avevo conosciuto David mi ero lasciata incantare dai suoi  modi eleganti e raffinati, avevo ignorato la totale assenza di passione,  preferendo esaltare  i molteplici fattori che facevano di noi, le  due  facce della stessa medaglia, due anime affini i cui gusti ed opinioni  combaciavano perfettamente.  Avevo creduto di aver trovato l’uomo giusto, invece quell’omuncolo ridicolo era riuscito a ferirmi, in realtà a soffrire era stato  il mio amor proprio quando avevo scoperto che mi tradiva con una collega. In quel momento avevo anche compreso che non lo avevo mai amato.
 
 
 
 
 
  • Fidanzata??!! – esclama una voce esultante dietro di noi.
  • Mamma! Ciao come stai? No.. Non hai inteso…. – borbotta Richard abbracciando una bella signora sorridente e assolutamente convinta di aver sentito suo figlio pronunciare la parola “fidanzata”.
  • Elizabeth?!! Sei tu la sua fidanzata?  Ero quasi convinta che vivessi in Europa! In tutti questi anni non l’hai mai accompagnato qui da noi. Non è un rimprovero ti assicuro, cara, Richard mi ha detto quanto sia importante per te il tuo lavoro. – continuò imperterrita baciandomi affettuosamente.
  • Nora, ti assicuro che io…non sono…Non hai compreso che… - rispondo esitante incapace di frenare il suo entusiasmo.
  • Chiamami mamma ti prego! Tra poco tempo farai parte anche tu della famiglia.  –  risponde sicura prendendomi sotto braccio.
  • Richard!!  – trillo allarmata.
  • Eh?! Si certo! Ecco… pensavo… Io ed Elizabeth andremmo in albergo… così…. –
  • Richard!!! – lo intimo al limite di sopportazione.
  • Ma non se ne parla assolutamente!! I parenti vengono a casa con me, lo spazio non manca, lo sai. - replica perentoria.
 
 
Mentre Nora impartisce ordini a casa tramite cellulare rimango a fissare Richard che a sua volta mi studia attentamente con uno strano sorriso a piegargli le labbra, gesticolo in modo eloquente verso sua madre, SPIEGA L’EQUIVOCO!! Ma lui continua a sorridere quasi soddisfatto. Tento di divincolarmi dalla sua stretta ma lui aumenta la pressione delle dita e con garbo mi allontana dalla signora che esultante divulga velocissima la buona novella.
 
  • Hai ragione dovrei dirle tutto, ma hai visto come è felice? A casa vivono anche mia nonna, mio padre e un numero non ben precisato di zii e cugini, non vorrai deludere metà della mia famiglia? –
  • Non essere ridicolo! Chiarisci l’equivoco prima che assuma dimensioni mastodontiche. Se questa “cosa” arriva alle orecchie di “mia” madre, sono rovinata! Come puoi anche solo pensare di sostenere questa farsa per più di qualche minuto e perché poi!!!?? Tu la donna ce l hai, no!?! –
  • Ascoltami ti prego, per quieto vivere ho ehm… inventato una fidanzata ufficiale per tranquillizzare mia madre. – mormora velocemente trascinandomi un po’ più distante dal fine udito materno.
  • Hai mentito a tua madre?!! – esclamo allibita.
  • Diciamo che le ho lasciato credere… insomma prima o poi glielo dirò! Sarà solo per pochi giorni, in montagna abbiamo uno chalet, potrai utilizzarlo per le tue vacanze da sola, ovviamente. Ti prego non hai idea quanto mi aiuteresti, ogni anno è sempre la stessa tortura, appena arrivo, mia madre invita frotte di donne determinate a mettere su casa con il sottoscritto! Qui addestrano le figlie a diventare mogli e madri, sono tutte determinate a catturare il primo poveretto che abbocca, vogliono mettere su casa appena uscite dalla scuola dell’obbligo!! – sibila esasperato.
  • Ma dai Rick, stai farneticando.  E se fossi una pazza maniaca con velleità casalinghe pure io e tentassi di incastrarti? – lo sfido ridendo.
  • Perché sei interessata al matrimonio?! – chiede sinceramente stupito.
  • Assolutamente no! Che Dio me ne scampi e liberi! Ma non è questo il punto… -
  • Invece sì, è perfetto, non capisci? Noi non siamo interessati al matrimonio, siamo consapevoli che una storia tra noi non potrà mai esistere, e poi mi devi un favore no? – chiede abbagliandomi con un sorriso mozzafiato.
  • Questo è un colpo basso!  Ti concedo una sera e basta! Domani mettiamo su un litigio con i fiocchi e mi sbatti fuori di casa ed io finalmente raggiungerò il mio albergo per iniziare le mie ferie, prendere o lasciare! – sentenzio categorica. Beh a dire il vero lo comprendo benissimo, tutto sommato anche io avevo inventato di sana pianta un fidanzato per lo stesso motivo.
  • Prendo! Ti ringrazio! Ehm… esattamente per cosa dovremmo discutere? Dammi un suggerimento, se non mi preparo psicologicamente, sarà impossibile mentire ed essere credibile. –
  • Ma non lo fai per mestiere? E va bene, ehm…. russo, come un trombone! Se siamo fidanzati si presume che dormiamo insieme e tu questa sera … scappi fuori dalla stanza…urlando. Che ne dici?  - suggerisco veloce.
  • Ho il sonno pesante, non me ne accorgerei mai, altro? – risponde scartando l’idea con un gesto della mano.
  • Sono disordinata, non so cucinare… - propongo.
  • No, non va, ho una donna di servizio, non sarebbe un problema. Un altro uomo?  Sarei spietato! – mi assicura.
  • E perché non facciamo un’altra donna? Io sarei spietata!! Ci sono già passata, provo ancora del risentimento che cova in un angolino nascosto e sono pronta ad usarlo senza pietà!! – replico sorridendogli soavemente.
  • Mi spiace per te. Comunque non va Elizabeth, se lo viene a sapere mia madre mi tortura a fuoco lento! Mi butta fuori casa appena ti vede varcare la porta! – afferma serissimo.
  
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