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Autore: Red Raven    24/03/2016    2 recensioni
Portò le mani alla cinta, sulla scarsella: dalla tasca, estrasse un mazzo di carte bianche. Le scorse, e su ognuna di esse, per un attimo solo, appariva una figura diversa: uomini, donne, animali, paesaggi terrestri e celesti.
Ne scelse ventidue in tutto: non sembravano diverse dalle altre. Ora l’acqua nel bacile rifletteva di nuovo la luce delle stelle. Prese le carte, e le lasciò cadere nell’acqua, una per una: le carte affondarono nel bacile e sparirono.

Ventidue carte, ognuna corrispondente a un Eroe: una pazza, una barbara cieca, una piratessa senza scrupoli, una principessa con qualche chilo di troppo, uno gnomo troppo cinico, due elfi gemelli, un Imperatore codardo, un Cavaliere di Drago, un demone ninfomane, una cacciatrice senza memoria, una scrittrice inglese, una spia vanitosa, un carrettiere di belle speranze, una regina di dodici anni, una Sacerdotessa disillusa, un guerriero alcolizzato, un nano senza un occhio, un bambino muto, un'assassina Alchimista, un politico con un sogno, un mezzo-uomo mezza rana e una drag queen.
Ventidue Eroi, con il potere di salvare il mondo.
O di distruggerlo.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Lemon | Avvertimenti: Incest
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Prologo



A lungo aveva dormito. A lungo aveva riposato. A lungo aveva riguadagnato le forze perdute.
Era ora di svegliarsi.
Si alzò, a fatica, dal suo scranno di pietra. Stiracchiò le braccia e le gambe, dando nuova vitalità agli arti indolenziti.
Si alzò in piedi, con cautela, incespicando. Il suo stesso equilibrio era compromesso: ciò non era un buon segno. Il suo risveglio forse era giunto appena in tempo.
Si guardò intorno: il suo amante e nemico di un tempo non era presente, ma poteva sentirlo. Sentiva i suoi borbottii come tuoni e i suoi scatti d’ira come lampi. Non sarebbe stato d’aiuto in quello stato. Attraversò la sala velocemente, la veste che scivolava sul pavimento di pietra: la luce delle stelle penetrava appena dalle finestre ampie. Passò nei corridoi, guardando distrattamente le miriadi di stelle oltre le finestre stendersi in ogni dove, fin sotto la fortezza. Fuori, lo spazio profondo era silenzioso, come sempre. Non perse tempo a osservare un panorama fittizio che conosceva già a memoria.
Si inoltrò nella fortezza fluttuante, corridoio dopo corridoio. Ogni tanto sentiva la struttura tremare, e lontani ruggiti echeggiavano tra le pareti. In quei momenti incespicava un poco, aggrappandosi al muro più vicino.
Fu solo dopo molto tempo che arrivò alla sua destinazione: una piccola stanza circolare, priva di finestre, se non per un’unica apertura al centro della volta. Da essa un fascio di luce fioca illuminava un tavolino circolare, semplice, adornato con una tovaglia di seta bordeaux. Su di esso stava un bacile di marmo nero ricolmo d’acqua.
Si avvicinò al mobile: l’acqua rifletteva la luce creando effetti sulle pareti di pietra. Guardò dentro il bacile: in principio l’acqua, limpida e trasparente, mostrò solo il nero del marmo. Passò una mano, e l’acqua mostrò ciò che voleva vedere: una landa desolata, attraversata dai venti freddi del nord. Un gesto, e il paesaggio mutò: al suo posto comparve un’immensa città bianca con alte torri, circondata dal mare. Le mani si mossero di nuovo, più volte, e più paesaggi si susseguirono sulla superficie dell’acqua: una solitaria nave dalle vele rosse, la periferia di una grande città, una metropoli sovrastata da alte montagne, un castello ritto sul vertice di un monte, una valle nascosta, un'oasi nel deserto, un bosco luminoso. Le immagini si susseguivano tanto velocemente che era quasi impossibile distinguerle.
Portò le mani alla cinta, sulla scarsella: dalla tasca, estrasse un mazzo di carte bianche. Le scorse, e su ognuna di esse, per un attimo solo, appariva una figura diversa: uomini, donne, animali, paesaggi terrestri e celesti.
Ne scelse ventidue in tutto: non sembravano diverse dalle altre. Ora l’acqua nel bacile rifletteva di nuovo la luce delle stelle. Prese le carte, e le lasciò cadere nell’acqua, una per una: le carte affondarono nel bacile e sparirono. Quando l’ultima sparì nell’acqua splendente, un ruggito possente scosse le pareti della fortezza.
Lei sorrise. Vieni a prendermi.




Note di Red: sono emozionata. E’ la prima volta che pubblico questa storia, a cui sto lavorando a qualcosa come anni, e che, tra l’altro, non ho ancora finito.
E’ un libro, non una fanfiction, o un racconto. E’ un vero e proprio libro, e di quelli lunghi, oltretutto. Ci sto mettendo una cura maniacale che manco Dante con la Divina Commedia.
Indi per cui, mi serve il vostro aiuto: recensite. Sono seria, ragazzi, ci tengo a questa storia, e ho bisogno di tutti i consigli possibili, quindi se pensate che si potrebbe migliorare in qualsiasi punto, ditemelo e vi lovverò per sempre <3
Parlando del capitolo, non vi lasciate ingannare: la lunghezza media dei capitoli sarà molto di più di questo prologhino striminzito. E’ che è difficile rendere un’atmosfera solenne per tre pagine. Mea culpa ç_ç
Spero che comunque la storia vi intrighi: voglio cercare di tenere gli aggiornamenti piuttosto regolari (ho già pronte parecchie pagine, ma come vi ho detto, sarà una cosa epopeica, e anche complicata).
Detto ciò, vi lascio, spero di avervi incuriosito e recensite!
Hasta la vista!
   
 
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