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Autore: Mana Sputachu    24/03/2016    3 recensioni
Ero convinta della bontà delle nostre leggi, che sposare l’uomo che mi avrebbe battuta fosse la cosa migliore, senza accorgermi di come il nostro modo di vivere funzionasse finché limitato a quelle montagne.
Ero libera come un uccello in gabbia, ma per rendermene conto avevo, ironicamente, dovuto attendere il momento in cui mi avrebbero davvero dato quella libertà.
Non perché la meritassi, ma perché era la mia punizione.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cologne (Obaba), Mousse, Shan-pu
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Nobody’s wife

 

1. Never thought it could happen

 

What goes around comes around, you’ll see.



 

5 Dicembre 1990

 

Mai avrei pensato che questo diario, nato per sfogo più che per reale interesse a tenerne uno, potesse rivelarsi per me così... così prezioso.

Gli ultimi mesi sono stati quanto di più emotivamente pesante io abbia mai affrontato; se non avessi avuto modo di sfogarmi tra queste pagine, sarei...

 

Si morde il labbro inferiore, indecisa su come concludere quella frase.

Credeva di aver superato la fase di negazione della sua fragilità, venendo finalmente a patti con se stessa, ma la sua natura di guerriera ogni tanto cerca di riemergere e prevalere sul resto.

Inspirando, riprende a scrivere:

 

...sarei crollata. Ho imparato a contare anche sugli altri, a non  ritenere l'aiuto di qualcuno una forma di debolezza.

E per una come me è un traguardo non indifferente.

 

Fa una breve pausa, poi sfoglia il quaderno fino a tornare indietro alle prime pagine.

 

20 Febbraio 1990

 

Continuo a chiedermi perché io abbia questo improvviso bisogno di tenere un diario. Non è da me.

Io, Shan-Pu di Joketsuzoku, non ho mai avuto bisogno di scrivere su carta i miei pensieri. Quando cresci come un'amazzone non è certo la prima cosa che ti viene insegnata.

Ciò che impari subito è che nel tuo villaggio le donne sono la razza dominante. Noi comandiamo, gli uomini obbediscono. Nessuno di loro, nemmeno i guerrieri migliori, hanno alcun diritto su di noi: non possono nemmeno guardarci senza permesso, siamo noi donne ad avere il comando.

Eppure nel giro di un mese sono riuscita a perdere totalmente il controllo di me, della mia vita... perdere tutto ciò che avevo di più caro. È bastato un errore. Uno stupido, insignificante errore che ha fatto crollare tutto come un castello di carte.

E le cose non sono di certo migliorate da quando tutto è cominciato. Anzi, se possibile, va tutto a peggiorare, e solo i kami sanno se e quando questo inferno finirà e vedrò finalmente la luce in fondo al tunnel.

Dicono che una volta toccato il fondo non rimane altro che risalire... ma a me sembra solo di raschiarlo, continuando a scavare invece di guardare verso l'alto in cerca di un appiglio.

 

Si ferma di nuovo, massaggiandosi gli occhi che le pizzicano.

Ormai è passato il tempo in cui piangeva nel rileggere quelle righe; ora si limita tutto a una fitta al cuore e al pizzicore agli occhi.

Non si supera mai un dolore, soprattutto quelli così grandi. Semplicemente impari a conviverci, ti abitui alla sua presenza invasiva e soffocante, finché a poco a poco non diventa una cosa piccola che riponi nell’angolo più remoto della tua testa. All’inizio, ripensarci farà male come la prima volta. Ma il tempo riuscirà ad affievolirlo e riempirà il vuoto che credevi incolmabile: non del tutto, ma abbastanza da rendere quella sofferenza sopportabile e permetterti di guardare avanti senza rimanere incatenata a quel ricordo.

 

Per quasi tutta la mia esistenza ho creduto che essere un’amazzone fosse la cosa migliore al mondo: ero convinta volesse dire essere forte, libera; ero convinta che le nostre leggi fossero giuste.

A posteriori, mi rendo finalmente conto di quanto in realtà fossi tutt’altro che libera.

Forte fisicamente, ma fragile dentro.

Ero convinta della bontà delle nostre leggi, che sposare l’uomo che mi avrebbe battuta fosse la cosa migliore, senza accorgermi di come il nostro modo di vivere funzionasse finché limitato a quelle montagne.

Ero libera come un uccello in gabbia, ma per rendermene conto avevo, ironicamente, dovuto attendere il momento in cui mi avrebbero davvero dato quella libertà.

Non perché la meritassi, ma perché era la mia punizione.

 

Il rintocco dell' orologio che segna lo scoccare della mezzanotte scuote Shan-Pu dalla lettura del diario. Lo ripone con cura nella tasca del grembiule, ritira l'insegna del ristorante e chiude la porta d'entrata per poi recarsi verso le scale, non prima di essersi assicurata che anche la porta sul retro sia chiusa.

Una porta che trova aperta è invece quella di Mousse, lasciata socchiusa come fa ormai da qualche mese a questa parte: Shan-Pu sbircia dentro e una massa scomposta di coperte sotto le quali si trova Mousse, nel caso non bastasse il suo russare a confermarne la presenza. Sorridendo, Shan-Pu si chiude la porta alle spalle e si dirige finalmente nella sua stanza, augurandosi come ogni sera un sonno senza sogni.

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Soundtrack: Nobody’s wife - Anouk




***

Ciao fandom di Ranma, torno a molestarti!
Questo è il mio secondo esperimento con una (non molto) long, nata da una mia riflessione sulle leggi amazzoni di Joketsuzoku, nello specifico un aspetto che la Takahashi non ha mai approfondito.
Siccome mi piace la suspance al momento non vi dirò nulla, ma già dal prossimo capitolo potrete cominciare a farvi qualche idea in merito. E visto che questo primo capitolo è così breve il prossimo potrebbe arrivare tra un paio di giorni, per il resto aggiornerò a cadenza settimanale (la storia è già completa).
Se siete reduci dalla mia Sleeping Awake... vi giuro che a questo giro non vi farò brutti scherzi, promesso XD Per il resto spero possa piacervi, come sempre ho fatto del mio meglio per rimanere IC pur piazzando i personaggi in una situazione del tutto nuova, e ovviamente per offrirvi una storia interessante.
Non so se avrò modo di fare fanart per ogni capitolo, ma per il primo e l'ultimo sono assicurate :)
Penso di aver detto tutto, come sempre potrete trovarmi su FB e nel mio gruppo (che ha cambiato url per... chiamiamoli problemi tecnici XD) se vi andasse di chiacchierare. Poco più sotto troverete una legenda, spero che i dialoghi risultino comunque comprensibili ma better safe than sorry!
Ringrazio Nyappy (la beta seria) per il betaggio dall'Olanda con furore, Subutai Khan (il beta sui generis) per la rottura di cazzi per farmi finire la storiail supporto morale e The edge of Darkness per alcune nozioni mediche! Grazie, soci. ♥
Al prossimo capitolo,
Mana

Legenda:
-Normale: le pagine di diario di Shan-Pu, scritte in cinese e per questo grammaticalmente corrette.
-Corsivo: Narrazione in terza persona
-Corsivo tra * *: I ricordi scritti sul diario, narrati sempre in terza persona.
-Dialoghi tra « »: Dialoghi in cinese
-Dialoghi tra " ": Dialoghi in giapponese (qui Shan-Pu parla sgrammaticato, cosa che personalmente preferisco all'uso smodato delle L in sostituzione delle R)


   
 
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