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Autore: sgnap97    24/03/2016    1 recensioni
[Per adesso, purtroppo INTERROTTA.]
"Possa la fortuna essere sempre a vostro favore!"
Sì... come se in una guerra contasse la fortuna. Nessuno dei 26 tributi credeva a questi motti propagandistici del governo. Nessuno vince gli Hunger Games e basta, ecco, questo sarebbe un buon motto.
Genere: Drammatico, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Allied Forces/Forze Alleate, Axis Powers/Potenze dell'Asse, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Nobody decent ever wins a war
a fanfiction crossover (Hetalia & Hunger Games)
sgnap97




LA MIETITURA
prima parte

 

Non importava quale fosse il loro nome, quanti anni avessero, quale fosse la loro nazionalità. I ragazzi se ne stavano tutti immobili, come bravi soldatini, fermi, con le braccia lasciate penzoloni lungo i fianchi e gli occhi fissi ognuno verso la propria urna. Avrebbero potuto sovrapporre le immagini di ogni Distretto e nessuno avrebbe notato la differenza.
Un solo tombale silenzio, come se tutti quei ragazzi fossero già morti.Poi la voce e quella mano che pescava quei biglietti senza capire bene quanto quel gesto avrebbe significato. Ed ecco che dal silenzio tombale uscivano i nomi dei tributi ed essi, lentamente si avviavano all'esecuzione.



 

~ Tributi dal numero 1 al numero 13 ~

 

Primo tributo del Distretto 1: Feliks Łukasiewicz (Polonia)

Sorrido alle telecamere. Sì, devo sorridere anche se mi sento morire dentro dalla paura. Magari qualcuno penserà anche che sono felice di andare a morire in un'arena in una maniera totalmente priva di senso. Eppure avanzo ostentando un passo quasi sicuro, cercando di convincermi che ce la posso fare, che sono abbastanza forte e che sì, non è tutto così deciso come credono i miei connazionali.
“Un applauso al primo tributo.”
La mia gente applaude senza allegria, in maniera educata. Sembra uno di quegli applausi di cordoglio nei funerali di Stato.

 

Secondo tributo del Distretto 1: Roderich Edelstein (Austria)

C'è così tanta tensione che i battiti del cuore rassomigliano ai tocchi del metronomo. Tic tac tic tac, sarebbe stato un buon accompagnamento per la sonata n° 11 di Mozart. Cerco di concentrarmi sulla musicalità del momento per non lasciarmi coinvolgere e divorare dalla paura, ma non sembra servire granché. Allora mi tolgo gli occhiali e cerco di dare una parvenza di decenza a quel ciuffo a cui, in tempi migliori, avevo dato anche un nome. Come era? Maria... Mariazell. Quando rimetto gli occhiali noto che dall'agitazione ho lasciato ditate su tutta la lente, ma che importa? Quando sarò morto nessuno controllerà se i miei occhiali erano sudici.
“Un applauso al secondo tributo.”
Eleganza: l'ammiro. Se chiudo gli occhi potrebbe anche sembrare la fine di un'esibizione con il mio fidato piano. Faccio un breve inchino, ecco, sì. Molto meglio. Almeno quando morirò le mie sonate saranno apprezzate maggiormente.
 

Primo tributo del Distretto 2: Ivan Braginski (Russia)

Strano, non riesco a sentire niente. Dovrei provare paura o ribrezzo nel pensare che dovrò uccidere dei ragazzi come me per portare a casa la pelle e vincere, eppure non riesco a sentire niente. In realtà non so nemmeno io cosa provo, se sono felice di dover dimostrare il mio valore e rendere evidente la superiorità della mia nazione o se sono solo scocciato dal fatto che nell'arena non ci sarà la vodka. Ma non sarebbe stato un grave problema, mi sarebbe bastato chiedere agli sponsor e me ne avrebbero mandata quanta ne avessi voluto.
Per i favoriti sono una cosa semplice, gli Hunger Games.
Una volta sul palchetto mi stringo semplicemente nella sciarpa, attendendo il prossimo tributo per potermene andare.
“Un applauso al primo tributo.”
La gente non applaudì, attendeva solamente di potersene tornare a lavorare nelle fabbriche. Strinsero le dita a pugno e le alzarono in segno di rispetto. A presto, compagni.
 

Secondo tributo del Distretto 2: Elizabeta Héderváry (Ungheria)

Mi sento come se il mondo mi fosse crollato addosso: una botta di emozioni così, tutta insieme, senza nemmeno lasciare un piccolo preavviso. Stringo con le dita la gonna, cercando di asciugare le mani grondanti di sudore.
Sì, ho paura. Ho così' paura che ho una voglia fottuta di prendere la mia padella e sbatterla in giro riducendo in pezzi ogni cosa. Sono così arrabbiata! Perché, perché, perché a me? Non voglio morire, non voglio assolutamente morire. E sono pronta a tutto.
Cerco di tenere la testa alta mentre cammino per prendere il mio posto accanto all'altro tributo. Se solo fossi una dei favoriti almeno quanto lo è lui...
“Un applauso al secondo tributo.”
Sorridi Elizabeta, sorridi e conquistati il pubblico. Mi passo una mano tra i capelli, mostrandomi molto più convinta di quanto non fossi. Sì, ce la posso fare, non devo demordere. Sono bella e sono abbastanza sveglia per vincere: in fondo non devo contare solo sulle mie doti. Basterà stringere le alleanze giuste.
Lancio un bacio al pubblico che mi applaude esaltato: li ho appena conquistati.

 

Primo tributo del Distretto 3: Kiku Honda (Giappone)

Struscio le dita sul bottone dorato della divisa per farlo risplendere: doveva essere tutto perfetto per quando sarei salito su quel palco e tutto il paese mi avrebbe visto. Liscio il tessuto della divisa bianca, rigirando all'interno i piccoli fili che continuano ad uscire, ribelli.
Sono stato scelto io.
Avrei una voglia matta di tirarmi indietro, di fuggire, di rifiutarmi di adempiere al mio dovere. Eppure me ne sto in silenzio cercando di camminare pensando alla responsabilità che ho sulle spalle. Se ho paura? Sì, credo di doverne avere, anche se non riesco a capire bene cosa provo. In fondo è mio dovere combattere e portare onore al mio paese.
Non è altro che un compito come un altro.
“Un applauso al primo tributo.”
La mia gente congiunge le mani e piega la schiena in un elegante inchino. Contraccambio, tenendo le mani giunte davanti al petto.

 

Secondo tributo del Distretto 3: Yao Wang (Cina)

Il mio primo pensiero corre al mio fedele amico e compagno: come farà senza di me? Avrà qualcuno che gli darà da mangiare, che gli offrirà una coperta o un tetto la notte, o che semplicemente lo stringerà a sé quando avrà paura? Sono convinto che potrei portarlo con me, ma non mi perdonerei mai se gli succedesse qualcosa per causa mia.
Strano, mi sto aggrappando a cosa possa pensare il mio panda senza neanche sapere se ha o no capito che sono stato scelto, che devo partire e che nemmeno so se riuscirò a tornare. Quando lo poggio con grazia a terra e gli faccio segno di non seguirmi noto nei suoi occhi la paura di perdermi.
E' bello contare tanto per qualcuno.
Mi avvio verso il palchetto invidiando la compostezza dell'altro tributo. In realtà non mi sono nemmeno sistemato il ciuffo o rifatto la coda.
“Un applauso al secondo tributo.”
Cerco di risultare sicuro di me quando in realtà mi sento morire. E' buffo, visto che sono uno dei favoriti. Lancio un fugace sorriso al mio piccolo panda per poi tornare ad ostentare il coraggio.

 

Primo tributo del Distretto 4: Lovino Vargas (Sud Italia)

Stringo i pugni quasi per istinto. Dannazione... Avrei una voglia matta di urlare e spaccare tutto, soprattutto la testa di Spagna. Ironico, davvero, come nei momenti difficili abbia voglia di ammazzarlo.
E pensare che Antonio non sarà nemmeno nell'arena. E questo è un bene... Perché non lo avrei mai ammazzato sul serio. Spero solamente che il lato buono che c'è in me non venga scoperto proprio adesso: non sarò mai l'agnellino sacrificale.
Mi avvio con un passo sicuro che non so come mi sia uscito visto che in realtà non sono sicuro per niente.
“Un applauso al primo tributo.”
Come farò a tornare a casa? Come posso sopravvivere a questo gioco? La mia gente applaude, ma per me non è altro che un rumore di sottofondo: ogni cosa si è fermato quando è stato pronunciato il nome di mio fratello.

 

Secondo tributo del Distretto 4: Feliciano Vargas (Nord Italia)

Piantala! Piantala! Piantala! Non puoi farti vedere così! No! No! NO! Devo stare calmo, devo cercare di stare calmo. Eppure non riesco a smettere di tremare e guardarmi intorno con gli occhi sperduti.
Non è solo per la paura di morire, no... cioè, ovvio che ho paura di morire. Ed è altrettanto ovvio che non voglio morire, che voglio ancora vivere, crescere, mangiare la mia amata pasta... No! Era per mio fratello... Dio! Come è potuto accadere che dovessi combattere contro mio fratello, che dovessi lasciare morire... o uccidere! mio fratello se voglio vincere? Se voglio tornare?
No! No! No!
Metto un passo avanti all'altro, a fatica. Sono sempre stato un codardo, sempre. Non può esserci qualcuno di così stupido da volersi alleare con me. E poi cosa avrebbe portato? Tanto sarei morto comunque.
“Un applauso al secondo tributo.”
Non tremare... Non tremare... Non tremare...

 

Primo tributo del Distretto 5: Olanda

Mi sistemo il ciuffo e trattengo la sciarpa in modo che non mi cada mentre camminerò verso il palchetto. Devo farmi vedere sicuro così che gli sponsor avrebbero potuto puntare su di me: chissà, sia mai che per una volta le cose andassero nel verso giusto.
“Un applauso al primo tributo.”
Spero solo che quando riporteranno il mio corpo a casa, i miei familiari lasceranno i tulipani arancioni sulla mia tomba... Sono i miei preferiti.

 

Secondo tributo del Distretto 5: Eduard von Bock (Estonia)

Non è tanto il morire che mi rattrista, ma l'evidenza che io stesso, per sopravvivere, dovrò essere l'artefice delle morti degli altri tributi. Io non sono un assassino, non voglio diventarlo. Non voglio cambiare per uno stupido gioco.
Mi piacerebbe sistemarmi gli occhiali ma so che se li prenderò in mano non riuscirò a trattenerli e mi cadranno a terra.
“Un applauso per il secondo tributo.”
Non male come ultimo saluto, mi fa sentire importante. Come se per una volta, nella vita, contassi qualcosa.

 

Primo tributo del Distretto 6: Raivis Galante (Lettonia)

Le lacrime cominciano a scendere da sole, senza che il mio precario autocontrollo potesse fermarle. Poi comincio a tremare. No! No! Non io, non io, non io! Non posso essere io! Perché? Che speranza ho, io, con i favoriti? Non so nemmeno come usarla un'arma, come posso combattere... uccidere! No! Non possono mandare me, non possono!
I pacificatori dovettero raggiungermi ed afferrarmi per le braccia per trascinarmi fino al palchetto, non sarei mai riuscito a muovermi altrimenti. Non con questo tremore incontrollabile alle gambe.
“Un applauso al primo tributo.”
E' un applauso composto, il loro: un ultimo saluto. Il mio pianto isterico si trasforma in un grido disperato quando non riesco più a negare l'evidenza: non farò mai ritorno.

 

Secondo tributo del Distretto 6: Danimarca

Il ragazzo danese ostenta una sicurezza che molti gli invidiano. Se i pacificatori lo avessero permesso si sarebbe presentato volentieri con la sua fedele arma. Ravvia il ciuffo, sorridendo in una maniera sghemba e che molte ragazze avrebbero trovato attraente.
Aveva paura? Anche fosse non lo avrebbe mai dato a vedere. La sfida lo intrigava in fondo, sarebbe stato bello se uno come lui avesse primeggiato sui favoriti.

 

Primo tributo del Distretto 7: Tino Väinämöinen (Finlandia)

Mi sentivo piccolo ed inadatto: come se non dovessi essere qui. Perché dovrei in fondo? In un gioco non dovrebbero partecipare quelle persone che hanno la possibilità di vincere in egual misura? Ed io, che possibilità ho contro tutti gli altri? Che cosa posso fare io che non so nemmeno come si combatte, che non voglio combattere.
Sono solo un tassello per riempire lo sfondo di un mosaico di guerrieri.
Quando mi tolgo il berretto per salutare sembra molto il rispetto che si ha durante un cordoglio... non farò ritorno.  




 



ANGOLO DELL' AUTRICE
Spero che questa fanfiction vi piaccia! Questa è la prima parte del prologo, spero che vi invogli a continuare a leggere, presto pubblicherò anche la seconda parte della mietitura. 
Fatemi sapere, mi farebbe molto piacere ricevere un vostro commento ed una vostra opinione.

A presto, baci, Sgnap.

  
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