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Autore: sgnap97    05/04/2016    3 recensioni
[Per adesso, purtroppo INTERROTTA.]
"Possa la fortuna essere sempre a vostro favore!"
Sì... come se in una guerra contasse la fortuna. Nessuno dei 26 tributi credeva a questi motti propagandistici del governo. Nessuno vince gli Hunger Games e basta, ecco, questo sarebbe un buon motto.
Genere: Drammatico, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Allied Forces/Forze Alleate, Axis Powers/Potenze dell'Asse, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Nobody decent ever wins a war
a fanfiction crossover (Hetalia & Hunger Games)
sgnap97




GIORNO 1
La Cornucopia

 

Giorno 1, la Cornucopia.
60 secondi dal via.

 

I ventisei tributi se ne stanno immobili ognuno fermo sul proprio piedistallo. Ognuno di loro sa che se dovesse scendere prima del gong salterebbe in aria senza se e senza ma. Non c'era pietà negli Hunger Games, solo regole. E per quanto possa sembrare assurdo, le regole, in una guerra, sono fondamentali. Si guardano attorno con sguardo perso nel vuoto, terrorizzato, alcuni riuscivano ad ostentare anche sicurezza. Nessuno affronta la paura alla stessa maniera di un altro, per quanto possano sembrare simili, così, con la stessa uniforme cachi e lo stesso destino davanti, sanno bene di essere ben diversi l'uno dall'altro. Sanno bene che l'unica differenza che conterà, però, sarà solo una: uno vive, venticinque muoiono.Niente di più semplice.

 

40 secondi dal via.

 

I tributi più giovani ed esili guardano atterriti la muscolatura sviluppata dei favoriti. Dovrebbero creare due giochi, sarebbe più giusto, uno per i favoriti e uno per tutti gli altri... Ma a qualcuno di quelli che contavano, di quelli che se ne stanno dietro ad una scrivania a muovere pedine ed attendere che gli altri si scannino tra loro, importa veramente qualcosa che i giochi non erano giusti? Probabilmente se fossero realmente giusti gli verrebbe negati tutto il divertimento.
Dovrebbero cambiare le regole: perché deve esserci un solo vincitore? Perché non potrebbero riunirsi attorno ad un fuoco a cantare canzoni e raccontarsi semplicemente storie del terrore?

 

20 secondi dal via.

 

I favoriti si scrutano tra di loro, prima di cominciare a volgere lo sguardo sulle prede. Sì, prede. C'erano dei bambini che sembravano essere da poco usciti dal fasciatoio, quest'anno. Ma chiunque seguisse gli Hunger Games sapeva bene che la gara si sviluppava tra i favoriti. Come se alcuni di quei ragazzini fossero stati chiamati come mero riempimento dei buchi mancanti
Di ragazzi svegli, però, sembrava ce ne fossero parecchi: anche quest'anno la gara sarebbe stata combattuta. Almeno per alcuni.
Cercarono di ignorare quel groppo allo stomaco che si formava dalla pietà puntando lo sguardo su quel tesoro piazzato ai piedi della cornucopia. Armi, munizioni, provviste: il paradiso per chi aveva idea di come gestirle.

 

5 secondi dal via.

 

I tributi flettono le gambe pronti a scattare. C'è chi ha già studiato una strategia o chi sta pregando di non incrociare la propria strada con un favorito. Poi c'è chi è pronto e assetato di sangue.
Non c'è nessuno veramente pronto a morire.

 

Il gong fece perdere un battito ai loro cuori e diede il via agli Hunger Games.

 

~ La Cornucopia ~

 

POV: Manciuria.

La bambina tirò un piccolo urlo, rimanendo immobile sul proprio piedistallo. Ad uno occhio poco attento e dall'animo nostalgico sarebbe potuta sembrare una di quelle ballerine che ruotano dentro ai vecchi carillon francesi, di quelli di cui sono pieni i film dell'orrore. Quando si decise a scendere e muoversi, cominciò a correre, sperduta da una parte all'altra dell'arena.
Non sapeva bene cosa fare, come comportarsi: lei non era fatta per la guerra. C'era un gruppo di tributi che aveva preferito fuggire nel folto del bosco, dandosela a gambe e sperando di trovare un buon posto dove nascondersi, così da lasciare sfogare i favoriti sui malcapitati.
Già, i favoriti. Loro si erano gettati rapaci verso la cornucopia, verso le armi. C'era una sorta di tacito accordo tra di loro per cui avrebbero fatto fuori prima i pesci piccoli e poi i rimanenti.
E lei era senza dubbio un pesce piccolo.
Forse avrebbe dovuto muoversi, fuggire... o trovare un arma... non lo sapeva! Era così preda del panico che non aveva idea di cosa fare, se ne stava semplicemente immobile, impaurita, con le braccia strette al petto per cercare di coprirsi.
Era così innocente da non essere un bersaglio, perché avrebbero dovuto attaccarla? Perché avrebbero dovuto eliminarla?
Aiuto... Voglio tornare a casa...
Uno dei favoriti, le passò accanto senza nemmeno considerarla: con il fucile in spalla ed i capelli biondi ben ordinati sulla testa. Le lanciò solo un lieve sguardo di superiorità. Doveva aver pensato che a lei ci avrebbero pensato altri, che non sarebbe valsa la pena di perdere tempo con lei.
Forse se avesse avuto degli alleati...
Arretrò quel tanto che bastava per cadere su una delle piattaforme. No... Vi prego. Vi prego!
Una folata di vento troppo repentina e troppo improvvisa le sfiorò la guancia, che si rigò di sangue un attimo dopo. Il dolore non arrivò subito, prima si fece strada il prurito e poi il bruciore. Si portò una mano al volto, spaventandosi quando la vide macchiata di sangue. Non era nemmeno riuscita a vederlo quel kunai.
“No...” Urlò, portandosi le gambe al petto e cercando di farsi piccola piccola, sperando che quel tributo la lasciasse stare come l'altro.
Era uno dei due ragazzi del 3... Un ragazzo giovane, dagli occhi nocciola che la fissavano con una sorta di rassegnazione. Muori tu e vivo io, sono le regole del gioco.
“Ti prego...”
Si riscosse, cercando di fuggire verso il bosco. Forse se si fosse data una mossa...
La katana del ragazzo la passò da parte a parte senza alcuna pietà. Spalancò gli occhi, prima di soffocare il grido di dolore e paura nel sangue che bloccava le sue vie orali. Quando Honda ritrasse la spada, la bambina si piegò su se stessa, come accade ad un foglio quando sta bruciando. Vomitò grumi di sangue prima che il cannone battesse il primo colpo.

 

POV: Giappone

Il ragazzo giapponese se ne stette per un poco immobile, con gli occhi che vagavano dalla katana insanguinata al corpo della bambina. La prima vittima era stata sua.
Pulì la spada sull'erba e si sistemò l'uniforme. Doveva necessariamente aver fatto una buona impressione sugli sponsor: probabilmente non si aspettavano una spietatezza tale da uno come lui. Ma le regole del gioco sono ferree e alla fine solamente uno può rimanere in vita: non c'è spazio per gli elementi deboli, meglio evitare che si creino false speranze ed eliminarli subito. Anche gli altri favoriti sarebbero d'accordo, in fondo.
“Era innocua.”
Si voltò, guardando il proprio compagno di Distretto: anche Wang non scherzava in fatto di armi. Scrollò le spalle.
“Appunto.” gli rispose. “Che sia viva o sia morta non cambia molto la situazione.”
Il cinese strinse a sé lo zaino con le armi e si decise a muoversi. Per un attimo la sua mano indugiò su di uno shuriken come se fosse indeciso sul da farsi, come se fosse indeciso se attaccarlo o meno. Se sperava di coglierlo di sorpresa si sbagliava.
Dovette scegliere di lasciare le cose così com'erano perché si avviò celermente verso il bosco, prima di scomparire.
Il ragazzo ripose la katana e si decise a darsi una mossa. Per quanto fosse forte doveva trovare degli alleati: solo un idiota poteva pensare di sopravvivere nell'arena da solo. Chissà che intenzione avevano gli altri favoriti... probabilmente con il ragazzo del 7 si poteva parlare. Gli sembrava abbastanza sveglio da non penalizzarlo nei giochi.
Chissà dove poteva trovarlo: lo aveva visto andare verso il bosco, ma poi? Non che avesse paura, se almeno la metà dei partecipanti erano come quella bambina, tornare a casa sarebbe stato molto più semplice del previsto.
Si avviò verso il boschetto con la katana stretta tra le mani e pronto a sguainarla alla prima occasione. Non dovette camminare molto prima di udire il secondo colpo di cannone.
 




 


ANGOLO DELL'AUTRICE

Ed eccoci qui nel pieno dei giochi! Sì, non ho voluto far morire nessuno dei personaggi hetaliani, ma purtroppo ci può essere un solo vincitore e presto dovrò cominciare a soffrire mentre scrivo (sì, sono empatica e per scrivere queste storie è una sofferenza immane.)

Spero che questo primo capitoletto vi piaccia e che vi invogli a continuare questa storia! Scusatemi il ritardo, ma mi sono liberata solo adesso dagli esami! (per ora...) Cercherò di essere più puntuale e di pubblicare, se non una volta a settimana almeno due al mese (ma anche tre eh, ce la puoi e ce la devi fare!)

Fatemi sapere chi è il vostro favorito e lasciatemi un parere sulla storia, lo apprezzerò tantissimo!

Alla prossima, baci, Sgnap.

  
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