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Autore: ArwenDurin    05/04/2016    3 recensioni
Thorin e frammenti di memorie
"A volte ripenso com'ero, rammento i miei occhi limpidi e sereni privi di qualsiasi preoccupazione mentre scrutavano e sostavano sull'orizzonte al di là di Dale, ricordi che colpiscono, frammenti dolorosi come schegge dentro me si muovono, mentre un nome aleggia nell'aria
"Frerin"
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Frèrin, Thorin Scudodiquercia
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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A volte ripenso com'ero, rammento i miei occhi limpidi e sereni privi di qualsiasi preoccupazione mentre scrutavano e sostavano sull'orizzonte al di là di Dale. Ricordo l'odore dolce dei pini e quello più duro della montagna solitaria aleggiare intorno a me, e avvolgere il mio essere, riempiendomi della sensazione di essere a casa: e ci stavo bene.
Avevo solo alcuni impegni reali ma nulla di più, ero felice e avvolto dalla spensieratezza giovanile. Ogni tanto guardo i miei nipoti e in loro rivedo quello che io ero, nel sorriso giovane e privo di ombre che riempie i loro volti, e il loro legame fraterno così forte. Farebbero di tutto l'uno per l'altro e si sacrificherebbero per salvare il proprio migliore amico, il proprio fratello.
Un tuffo al cuore. E ricordi che colpiscono, frammenti dolorosi come schegge dentro me si muovono, mentre un nome aleggia nell'aria
Frerin
Con lui ero così: per quanto fossimo diversi, c'era la giusta complicità tra noi. Frerin era il nano allegro e di gran compagnia con cui tutti adoravano parlare, io invece ero colui che stava in disparte, taciturno e misterioso per molti. Ero io a proteggerlo da qualsiasi cosa, persino da una sua piccola fuga alla lezione d'armi che ci aspettava. Era lui quello stimolante, che sollevava il mio umore inventandosi delle specie di ricerche, trovando vecchie mappe polverose nascoste negli archivi di Erebor. Così egli dava il via per trovarne il contenuto: che sia una vecchia gemma o un vecchio trattato storico, lui era così. A volte contro la mia stessa volontà, mi trascinava, dicendomi di muoversi dalla mia pigrizia, e provocandomi con altre frasi del genere.. E io reagivo, inseguendolo, perché non tollero le provocazioni.
Magari lo rincorrevo con ira ma poi scoppiavamo entrambi a ridere, e la ricerca aveva inizio.
Frerin, il fratello pronto all'avventura, colui che mi faceva perdere spesso la pazienza ma che mi faceva anche ridere, perché con lui mi divertivo davvero. Ed io quello "grande" che lo proteggeva da ogni pericolo. Eravamo così io e lui: opposti ma nel giusto equilibrio.
Poi il drago era arrivato, e aveva spazzato via la spensieratezza e la gioia; fiamme e distruzione che portarono cupezza nel mio carattere e riflessioni in quello di mio fratello.
e da lì l'odore di fuoco e catastrofe impregnò la mia memoria... e non ci furono più giornate sotto al sole con una pipa e chiacchierate di leggende o miti, o a correre per Erebor scherzando e ridendo. Poiché da quel momento una ferita si aprì, un varco di dolore che mi tormentò, mi schiacciò in incubi e immagini da sveglio dell'accaduto: pressante dolore di rabbia che brucia, vendetta che auspica di essere realizzata.
E poi lui entrò nella leggenda, con la battaglia di Azanulbizar, che portarono me e Frerin in guerra precocemente.
Lì non l'ho protetto.
E Frerin con l'impeto giovanile in una giornata di cupo inverno, dove nemmeno i raggi del sole ci raggiungevano, si era buttato nella battaglia come fosse una nuova avventura, quasi un gioco. Ho cercato di seguirlo, ho cercato di stargli dietro quanto potevo ma la signora in nero era stata più veloce. Una ferita, un dolore irreparabile e lui che con onore aveva protetto la nostra gente, da vero principe nanico, era spirato.
Il mio fratellino non c'era più.
E quella ferita che si era aperta prese a sanguinare e quel varco di dolore divenne disperazione.
Quello fu il colpo di grazia per la mia famiglia: mia sorella Dìs non sorrise quasi più. E a me fu tolto “il principe” Thorin, e giunse il peso, tutto sulle mie spalle, di essere re. E da lì è cominciato l'oblio, quello a cui devo porre fine con la missione per riprendermi ciò che mi spetta, la mia terra, l'orgoglio del mio popolo.
Ogni tanto guardo Fili e Kili ridere sotto la luna che li benedice, e con le lacrime agli occhi prego Mahal che non abbiano lo stesso destino. Prego che quei sorrisi e quella giovinezza nei loro cuori rimanga intatta, dominata solo dalla luce.


Angolo autrice: 
Ciao a tutti :) posto qui quello che è stato definito da chi lo ha letto, un monologo di Thorin. Adoro questo personaggio (se ancora non si fosse capito ahah) anche se adoro è limitativo :P comunque, è uno dei miei personaggi preferiti usciti dalla geniale penna di Tolkien e l'interpretazione che gli ha dato Richard per me è eccellente :)
Ammiro questo personaggio per molti ragioni ma tra queste vi è il fatto che per quanto ne abbia passate non lo si vede mai lamentarsi! Lui tiene tutto sulle sue spalle e va avanti, per il suo popolo, ecco perchè ho deciso di fare un pezzo di quanto Thorin abbia passato e sofferto che solo a pensarci mi fa male.. quindi volevo "espellere" la sofferenza che questo povero tesoro ha passato. Con Frerin, per quanto poco nominato nei libri, ho un rapporto particolare  e gli sono molto attaccata ragione per cui è nato questo raccontino dove si percepisce il rapporto tra i due fratelli e ho pensato che lui fosse diverso da suo fratello ma che andassero comunque d'accordo
In quanto Fili e Kili mi sono immaginata questo grande nano che guardando i suoi nipoti tenta di proteggerli dal destino al quale lui era stato buttato. 
E prego sia di vostro gradimento fatemi sapere che ne pensate :)
Un enorme GRAZIE a chi leggerà e magari farà una piccola recensione :) 




 
   
 
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