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Autore: Maty2002    06/04/2016    1 recensioni
"Rue.
Nome sfuggente.
Vento che soffia tra le fronde e profumo di resina fresca".
Una breve One shot su Rue, personaggio delicato e al contempo forte, il cui ricordo non mi abbandonerà mai totalmente.
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Katniss Everdeen, Rue
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Anche se il titolo e l'introduzione possono essere abbastanza tremendi, spero che la One shot sia apprezzabile ^^
Dopotutto, è semplicemente Rue, un personaggio complesso che vive nel limbo tra la l'età adulta e l'infanzia, tra la vita e la morte.
Un'esistenza che non sfiorirà presto dal mio cuore.
E se nel testo sono presenti molto ripetizioni, me ne sono resa conto, era solo per dare un tono più poetico (?) alla storia... o almeno, l'intento era quello XD




 
  Rue

Rue.
Nome sfuggente.
Vento che soffia tra le fronde e profumo di resina fresca.
Ragazzina dai capelli ribelli e dagli occhi scintillanti che si affaccia dall’alto di un albero.
Richiamo di una vita da affrontare.
 
Rue.
Bambina dallo sguardo profondo, bambina che non ha mai vissuto, ma solo sopravvissuto.
Ragazzina che cresce affamata di cibo che le viene sottratto quotidianamente, ragazzina che combatte ogni giorno in una società creata per schiacciarla.
Donna in un corpo di bimba, donna che, alla fine, non sarà mai.
 
Rue, che vorrebbe poter giocare sotto al sole d’estate, sotto il canto delle ghiandaie imitatrici che ancora ripetono le frasi di un mondo passato.
Rue che, alla fine, vorrebbe solo poter cantare senza essere frustata, che vorrebbe poter guardare il mondo dall’alto al basso anche una volta scesa dal frutteto, sua prigione.
Rue, a cui viene concessa solo la morte.
 
Bambina dalla pelle scura e dall’espressione profonda, attorniata da adulti privi di pietà, attorniata da chi ha sempre vissuto dal pregio e da chi sembra non aver mai mangiato in vita sua.
In fin dei conti, una bambola di pezza buttata alla rinfusa sul pavimento, senza nesso e scopo.
Una bambola le cui labbra serrate sono simbolo di idee negate dalle autorità e di ribelli sacrificati in nome di una gerarchia rigida e indifferente.
Forse anche lei ribelle in un mondo sanguinolento e meccanizzato, diretto ad obbiettivi inutili a tutti.
 
Ragazzina chiusa in un’arena, capitataci per le troppe tessere comprate per sfamare la famiglia.
Ragazzina che non affronta la lotta come scontro diretto, ma che fugge veloce, in un silenzio quasi etereo che disorienta gli avversari.
Ragazzina che canta richiami melodiosi alle ghiandaie, per poi scappare leggiadra sulle fronde degli alberi a lei amici.
 
Donna che ragiona in maniera diretta e che non perde tempo ad attivare ogni minimo ingranaggio.
Donna di cuore, con ancora il ricordo di una bimba in cerca di attenzioni e con la speranza, di attenzioni.
Donna dopotutto fiduciosa, che si convince dell’umanità di un singolo individuo, spartendo la sua sopravvivenza con esso.
 
Donna che, alla fine, non sarà mai.
Ragazza che perderà l’equilibrio del suo massiccio albero.
Bimba che cadrà in un campo di fiori, accompagnata dal cantare degli uccelli.
 
Un semplice essere umano che, ora, rantola a terra, con i vestiti zuppi di sangue e con una lancia impiantata nello stomaco.
Un essere vivente vulnerabile, caduto al suolo per uno scherzo della vita e che non vedrà mai più l’alba del giorno seguente.
Semplice essere che ha mantenuto la sua umanità e che si addormenta eternamente su una sinfonia sempre più lontana.
 
Rue si spegne tra le braccia di Katniss, tra le note dolci di un “here is the place where I love you”, con il volto bagnato da lacrime  forse anche non sue.
Chiude gli occhi in un’ espressione di sollievo, dipinta su un viso segnato dalla polvere e dal sangue, graffiato dal vento e dalla pioggia, dalla pelle rovinata già in giovinezza.
E forse, quelle lacrime graffianti, sono l’ultimo segno di fanciullezza su quel volto spento.
Ma dopotutto sono solo gocce d’acqua salata, gocce che chiunque può versare.
Le lacrime di Rue, però, sono diverse, sono lacrime di una battaglia combattuta fino allo stremo delle forze, sono l’ultima nota del canto di una ghiandaia, sono l’ultimo ricordo di una famiglia lontana e l’ultimo ricordo di ogni frutteto.
Sono lacrime dai mille colori e che profumano di bosco, di sole e di pioggia, di fiori appena colti.
Proprio come quelli che la ricoprono.
 
Proprio come l’ultimo petalo che soffia nel vento.
Nel vento che trasporta l’ultimo bagliore della speranza,
speranza che si spezza come un medaglione a forma di fiore.
 
 
   
 
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