Fumetti/Cartoni americani > I Pinguini di Madagascar
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Autore: Zappa    10/04/2016    2 recensioni
La vita avventurosa e un po' romantica del detective Skipper e della sua brillante squadra di polizia.
Raccolta.
[Humanized, AU]
I personaggi presenti non mi appartengono, se mi appartenessero, be', sarei molto felice, non c'è dubbio.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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In tutta la sua vita, pensò, non aveva mai provato un così strano sentimento per una donna.

E lui ne aveva avuta esperienza col genere femminile, negli anni.

<< Usciamo assieme, questa sera. >>

Marlene era stata semplice, concisa, diretta: niente di più semplice aveva pensato Skipper.

Un invito a cena presso un tranquillo locale sulla Fifth Avenue, una cena romantica e costellata dalle sue risate argentine, una passeggiata assieme sulla battigia al porto, fino ad arrivare ad uno dei tanti parchi di Manhattan.

<< Posso offrirti un gelato? >>

Si erano gustati il gelato al gusto di fragola su una panchina, sotto la luce delle stelle. In lontananza proveniva la musica di un concerto e le note risuonavano, tranquille, tra le fronde degli alberi.

<< È bello qui... >> sussurrò la ragazza, ammirando gli alberi tra di loro.

Marlene era di poche parole e lui ancora di più.

La osservò, prendendo un altro po' di gelato dal cono, con un'occhiata veloce e sfuggente.

Era illuminata dalla luce fioca della luna, i raggi pacati ne carezzavano il volto, accompagnando lo sbattere delle lunghe ciglia.

Marlene era un'amica, una compagna, un supporto. Era un aiuto presente anche quando non lo si chiedeva.

Marlene era simpatica, gentile, lo era sempre con tutti. Anche con la gente che non se lo meritava.

Marlene era una ragazza semplice, non si vantava, non si metteva in mostra e accompagnava sempre le sue giornata con una buona dose di divertimento ed ironia.

Marlene sapeva ascoltare il silenzio e mai migliore compagnia l'aveva accompagnato quando si staccava dalla costante baraonda che creava incessantemente la sua squadra di lavoro.

Marlene era allegra, un raggio di vivacità e ottimismo nella sua visione sempre troppo realista nel mondo.

La vedeva, ora, chiudere gli occhi marroni, ascoltando e facendosi cullare dalla musica del concerto. Una spruzzata di lentiggini a colorarle il viso sorridente.

Si alzò, poi, all'improvviso, dalla panchina, cogliendolo leggermente di sorpresa, presa dall'entusiasmo per la canzone che risuonava dal palco in lontananza e, sotto le stelle, iniziò a ballare, disinvolta.

Leggera, aggraziata, avvolta da quel grazioso abitino blu che le arrivava sopra le ginocchia, volteggiava con un sorriso sulle labbra mentre sussurrava le parole della dolce melodia.

Skipper accavallò le gambe fasciate dal completo nero che aveva scelto per l'occasione ma che, in fin dei conti, indossava sempre per lavoro: la osservò assorto, come rapito, dal suo lento incedere sulla ghiaia al ritmo delle note.

Come una farfalla, danzava leggera, per poi, fermarsi, e scoppiare una risata sincera, divertita, sotto il suo sguardo leggermente perplesso.

Si riaccomodò, poi, sulla panchina, vicina a lui, accavallando anche lei le gambe, in un sospiro deliziato.

Skipper la osservò ancora, con i suoi profondi occhi blu, mentre si sistemava una ciocca dei suoi capelli ribelli dietro l'orecchio e sorrideva, guardando le stelle.

Lo guardò, poi, anche lei, specchiandosi con i suoi occhioni marroni nei suoi sottili occhi blu: Marlene, forse, non era destinata ad essere solo un'amica.

Sorrisero entrambi di circostanza, avvicinandosi di più sulla panchina per poi chiudersi in un abbraccio.


   
 
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