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Autore: AliceMiao    13/04/2016    1 recensioni
Seguito di Bianco e Nero .Sconsiglio a chi non ha letto Bianco e Nero di non leggerlo semplicemente perché non capirebbe la storia.
Dove starà portando Tess? Cosa provano l'uno per l'altra?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tess non sapeva come fosse finita in quella situazione. Ricordava solo di essere andata ad una festa e di aver scoperto due cose: la prima era che Gabriel era un angelo dalle ali nere; la seconda era che non aveva paura di lui. Quando le aveva rivelato la sua vera natura invece di essere terrorizzata ne era rimasta ancora più attratta. 
Ed ora eccola lì, su un aereo, diretto verso la morte. La sera prima l'aveva baciata più volte e alla fine lei si era lasciata convincere a seguirlo. Evidentemente aveva capito la sua attrazione per lui, tanto che la portò in un palazzo abbandonato.
"Stanotte rimarremo qui. Ho prenotato un volo per domani".
"Dove andiamo?" Aveva chiesto Tess.
"Non è importante per te saperlo". E l'aveva baciata. E lei aveva ricambiato. Ed era successo. La mattina si era svegliata accanto a lui. Come era potuto succedere? Era attratta dal suo nemico?
"Dovresti mangiare qualcosa ". La voce di Gabriel la fece tornare al presente.
Lei lo guardò e vide che aveva ordinato un paio di panini.
Mimó un 'grazie' con le labbra e addentò il panino con prosciutto e fontina. 
Dopo il panino andò in bagno. Voleva provare a comunicare con i suoi, avvertirli della situazione.  Ma venne interrotta dalla porta che si apriva. Gabriel entrò e chiuse la porta dietro di sè. In quel bagno piccolissimo si stava davvero stretti e ora lui era appiccicato a lei. Afferrò il telefono. Sullo schermo lampeggiavano il nome di suo padre e il tasto per avviare la chiamata. Gabriel ringhiò e spezzó il telefono in due, dopodiché lo buttò nel cestino. 
"Cosa credevi di fare?!". Tess non rispose, tanto non sarebbe servito a nulla, il telefono era una prova più che sufficiente. Ma inizió a tremare. A tremare dalla paura, dalla vicinanza a lui.
"Non si fa così angioletto. Non si disobbedisce" disse Gabriel baciandole una tempia. Passó poi al collo e infine le labbra baciarono le sue. E la paura svanì. Ricambió quel bacio e sorrise quando sentì le mani di lui andare sotto la maglia e accarezzarle i fianchi. Lui sorrise nel sentire che si stava lasciando andare, che stava cedendo al suo fascino, sentiva le sue mani toccare i muscoli scolpiti sul petto. Ma erano pur sempre in un aereo pieno di umani e non voleva dare nell'occhio.
"Se fai la brava una volta arrivati continuiamo. Ma solo se fai la brava" le sussurrò all'orecchio prima di uscire dal bagno. Lei rimase lì qualche istante, cercando di capire cosa stesse succedendo. 
Atterrarono che era notte fonda e Gabriel mantenne la promessa, portandola in un hotel e passando la notte con lei. Quella mattina Tess non sapeva dove fosse, ma stava bene. Stava bene con Gabriel, nonostante la stesse portando dalla morte in persona.
"Cosa mi farà Lui? Mi ucciderà?" Aveva chiesto Tess, con la testa appoggiata al petto di lui e con le sue braccia muscolose che la abbracciavano.
"No Tess. La morte sarà una cosa che vorrai tu ma che lui non ti darà. Il dolore che ti farà provare sarà talmente forte che la morte sembrerà un premio. Si divertirà un po' con te, dopodiché ti darà a me, come un giocattolo con cui giocare".
Lei iniziò a tremare, mentre sentiva una lacrima scivolare lungo la guancia.
"Oh no Tess, non piangere. Il tempo che passerai con lui sarà un giorno soltanto. Lui si stanca facilmente dei suoi giocattoli". Le asciugò la lacrima, mentre lei continuava a singhiozzare.
"Quanto manca ad arrivare da Lui?". 
"Non molto. Per il tramonto dovremmo essere arrivati".
Il tramonto. Che ironia, quella era la sua parte preferita della giornata. Era il momento in cui il cielo si tingeva di rosso e arancione, creando un quadro pieno di sfumature e colori. Era anche il momento in cui suo fratello arrivava a casa dopo i suoi viaggi e le portava sempre un regalo comprato in posti che lei nemmeno immaginava.
Sentì le labbra di Gabriel sulla fronte e poi lo vide alzarsi. Il sole è sorto, dobbiamo partire. Tess annuì, ma per tutto il viaggio si sentì come se fosse nel braccio della morte.
Al tramonto arrivarono a un palazzo maestoso. Era enorme, e anche i giardini intorno non erano da meno. Lo stile era simile a quello gotico e questo lo rendeva ancora più affascinante. Peccato che lì ci vivesse Lui.
Vide Gabriel avvicinarsi con una corda ed ebbe paura. Cercó di indietreggiare, ma lui fu più veloce e la bloccò prendendole un polso. 
"Non avere paura, è solo una procedura per entrare. Devo renderti inoffensiva. Fidati di me". Fidarsi? Tess non sapeva cosa fare, ma alla fine annuì, perché in effetti sentiva che di lui poteva fidarsi. Lui le passò la corda intorno ai polsi e poi prese un pezzo di stoffa. 
"Non vorrei, ma devo farlo" e detto questo avvicinó la stoffa al suo viso e lo posò sulla sua bocca, legandolo dietro la testa. Dopodiché le unì le caviglie con un'altra corda e la prese in braccio a sacco di patate. "Se fossi in te mi mostrerei un po' spaventata e tenterei di liberarmi", le sussurrò all'orecchio. Lei obbedì. Iniziò a muoversi, scuotendo mani e piedi, invano. Provò a parlare, ma anche quello risultò impossibile. Continuò così fino a che non furono entrati nel palazzo e poi in una stanza. Era tenebrosa e scura, con al centro una sedia, sulla quale la posò. Alle spalle di Gabriel c'era un uomo. Alto, grosso e sulla quarantina d'anni. Vestiva di nero, come le sue ali. Era Lui. Si avvicinò a lei e Tess per la prima volta provó la vera paura. Lui la annusò, dopodiché ringhió.
"Avevi giurato che non avrebbe avuto rapporti di quel genere con nessuno prima di me!".
"A quanto pare mi sbagliavo. Non posso sentire l'odore, come fate voi".
Lui ringhió di nuovo. "Prendila, non so che farmene di lei. Ma guai a te se la fai fuggire, conosci le regole". E detto questo se ne andò.
Gabriel la prese di nuovo in braccio e lei continuò ad agitarsi mentre la conduceva nella sua stanza. Una volta dentro chiuse la porta a chiave.
"Nessuno può entrare qui a parte me e il padrone. Inoltre non dovrai mai uscire da qui, altrimenti verresti punita molto severamente, sono stato chiaro?". Tess annuì e lui la liberò. Si guardò intorno. La stanza era gotica e alle pareti c'erano anche delle catene. E ciò la preoccupò.
"Non preoccuparti per quelle. Ci finirai solo se non farai la brava". E le fece cenno di seguirla. Da una porta si accedeva ad un'altra stanza, più semplice e moderna, con un bagno.
"È la tua stanza" le spiegò "domani mi dirai cosa vuoi metterci e provvederò a farlo. Ora riposa" e detto ciò la lasciò nella stanza. Tess andò verso il letto e una volta sdraiata venne accolta dalle braccia di Morfeo.

Note: ecco il seguito di Bianco e Nero. Spero vi piaccia!
Baci AliceMiao 
   
 
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