Ringrazio anche solo chi legge.
Partecipa alla fanfiction challenge II:
Prompt: Ancora
Pantere
“Ho cucinato questo per
te” sussurrò T’Challa. Passò
di
fianco a una porta a pannelli grigi illuminata dalla luce del neon e
raggiunse
Natasha. La rossa aggrottò le sopracciglia vermiglie,
osservando lo sguardo
intenso dell’africano. Abbassò lo sguardo e vide
che il principe di Wakanda le
porgeva un cestino di vimini, con all'interno una soffice
torta al limone.
“E a cosa devo questo
onore? Non credo che tu cucini per
tutte le donne” ribatté. Prese il cestino con una
mano, da esso proveniva un
profumo pungente.
“Tu mi ricordi la Dea
Pantera. Colei che io venero” sussurrò
Panther. Un rivolo di sudore gli scese lungo la pelle nera. La russa si
mordicchiò un labbro.
“Credevo che fossi tu la
Pantera nera” ribatté. Gli
ticchettò con l’indice sul petto. Panther
negò nuovamente.
“Io sto parlando di Bast,
la dea” rispose. Natasha fece
ondeggiare il cestino e le sue iridi color smeraldo brillarono.
“E tu cosa
saresti?” s’informò.
“Un Bashenga. Un suo umile
servitore, che le chiede la forza
di scacciare gli spiriti malvagi dal suo regno”
spiegò Phanter. Natasha si girò
una ciocca di capelli rossi intorno al dito indice.
“E quindi cosa vuoi da
me?” chiese. T’Challa le prese la
mano libera nella sua e le baciò il dorso.
“Solo la tua benevolenza.
Rendimi l’uomo che possa diventare
l’ancora di salvezza del
suo popolo”
rispose.
Natasha ridacchiò,
leccandosi le piene labbra rosse.
“Bisogna dire che sai
corteggiare le donne” ammise.