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Autore: Heart    22/04/2016    2 recensioni
Naraku si è ritirato dopo che la sfera si è spezzata in due. Una parte ce l'ha lui e l'altra Kagome.
Nel silenzio, una nuova presenza appare. Una giovane arrivata da molto lontano per distruggere una volta per sempre la Shikon no Tama.
Ma qual è la sua vera missione? Misteri e segreti si susseguiranno con l'andare del tempo, sentimenti sconosciuti usciranno allo scoperto e attrazioni fatali provocheranno quasi la morte.
Il mondo del sovrannaturale apre le sue porte.
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango, Rin/Sesshoumaru
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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XX
“Tutto può accadere”
 
Una splendida luce si aprì dal cielo per poi scomparire come era arrivata. Ad essa seguì un gran boato, come se mille corpi giacessero uno sopra l’altro, ed in effetti era così.
Dopo quel viaggio nel tempo e nello spazio, i ragazzi erano stati catapultati nel mondo della loro amica Dafne. Gli unici che si erano salvati da quello schianto erano Sesshomaru, che se ne stava tranquillo sopra un ramo coperto di neve, e Dafne che si era spostata in tempo: gli altri erano uno sopra l’altro e si sentivano le urla di protesta da parte delle ragazze.
-Monaco deviato togli quelle manacce da lì! – Minacciarono Sango e Kagome.
Miroku ricevette due schiaffi dalle due ed un pugno da Inuyasha.
-Fhe! Così impari la prossima volta a toccare la donna degli altri, stupito bonzo. –Chiarì Inuyasha furioso.
-Brr che freddo! –Esclamò Kagome coprendosi le braccia per riscaldarsi, subito Inuyasha arrivò in suo soccorso coprendola con il suo abbraccio.
-Va meglio? - Disse.
-Si. Grazie. –Rispose lei sorridendogli.
-Ma dove siamo? – Domandò Miroku dopo essersi ripreso, si guardava in giro e constatò che si trovavano intorno ad una raduna di alberi e dalla neve alta. Più in là scorgeva un sentiero.
-Purtroppo non ho potuto fare altrimenti, il campo di forza vi avrebbe rimbalzati indietro e fatto entrare solo me. Comunque non c’è molto per arrivare alla casa. –Disse Dafne saltando dall’albero che l’aveva ospitata.
In quel fragrante di tempo la ragazza captò una nuova presenza, così come i due demoni, che sguainarono gli artigli.
-Fermi. –Urlò ai due amici che erano già pronti a scattare. Bestie.
-Dafne. –Una voce maschile entrò nel loro campo uditivo e pian piano una figura si mostrò. Era un uomo dai capelli argentati come loro, ma con due occhi color ametista.
-Zio Zero! – esclamò lei buttandosi tra le sue braccia. L’uomo la strinse con le sue forti braccia. – Mi sei mancato e grazie per Phoenix. –Borbottò lei velocemente.
-Phoenix? È questo il nome che le hai affidato? Buon per te. Chi sono loro? –Disse dopo aver terminato di parlare con la nipote. Guardò quegli estranei con occhio critico e Sango e a Kagome rabbrividirono.
-Oh loro sono i miei nuovi amici, lo sai che ero in missione, be’ loro vengono da lì. Ma racconterò tutto dopo. Come stanno tutti? - Domandò euforica.
-Bene. Dai andiamo, non vorrei sentire tua zia urlarmi come al solito. – Protestò lui. Si aggiustò il capotto e avanzò.
-Dai andiamo. –Esortò agli amici. Lei intanto continuava a parlare animatamente con lo zio, conversando di armi da fuoco; l’unica che capiva qualcosa era Kagome, poiché nella sua epoca già esistevano, non poteva dire altrettanto degli altri che si guardavano confusi e sospettosi. Kagome pensò che quell’uomo aveva gli stessi capelli del suo Inuyasha, non credeva che qualcun altro ne possedesse di simili, questo era un chiaro segno che sapeva poco del mondo. Alla fine arrivarono nelle vicinanze di una casa che sembrava malconcia.
-E’ uno scherzo? Abiti in questa catapecchia? –Domandò Inuyasha già seccato.
Nessuno dei due che stavano in prima fila risposero, lasciandolo sbattere contro la barriera, infatti il demone si fermò scocciato, e rimase fuori da quel campo di energia. Ben presto scoprì, dopo essere stato tirato oltre la barriera dalla sua donna, che era solo apparenza, uno scudo proteggeva ciò che c’era dentro cioè una maestosa residenza vittoriana.
-Wow. – Esclamarono tutti.
Era immensa.
-Benvenuti nella residenza Kuran. – Affermò Dafne già elettrizzata per la prospettiva di poter riabbracciare i suoi cari. Aprì la porta di casa e li fece entrare. Non fecero neppure quattro passi che un uragano li sorpassò con forza e si abbattè sulla credenza.
-Siamo messi bene, di sicuro quei due stanno litigando. –Detto questo Dafne mise una mano sulla faccia per coprirsi per la vergogna. Altro che famiglia nobile, sembrano dei pazzi. In un battibaleno iniziò l’inferno. Cose che volavano, palle di fuoco, vento, rampicanti che coprivano i pilastri della scala e acqua dappertutto.
-Adesso basta! –Una voce forte righeggiò nel salone e in men che non si dica tutto cessò.
-Non avete più dieci anni, adesso mettete tutto a posto prima che tornino i vostri genitori. Per tutti i Kami, Juuri, non puoi sfogarti in questa maniera, il piccolo potrebbe impazzire prima di nascere e tu, Aki fai il maturo. Che i Kami mi aiutano! – Li ammonì quella stessa voce, per poi uscire allo scoperto.
-Dafne, tesoro! Sei ritornata? –Disse una donna che aveva super giù una trentina di anni all’apparenza, aveva lunghi capelli sul castano ramato e due occhi del medesimo colore. Indossava una veste bianca e si stava avvicinando al loro gruppo, emanava una energia simile a quella di Dafne ma non era uguale a lei. Salutò la nipote e Zero con un accenno per poi spostarsi verso gli ospiti.
- Ragazzi lei è mia nonna Juuri, scusate il casino di poco prima. –Rise nervosa Dafne imbarazzata.
-Non me li presenti cara? –Disse Juuri.
-Allora questa ragazza è Kagome, quel musone è Inuyasha. Sango e Kirara e Miroku, Sesshomaru e …- si fermò. Tutti la guardarono e solo allora si accorsero che mancavano all’appello due di loro.
-Oh Dio. Dove sono Rin e Shippo? –Chiese Dafne allarmata.
Sesshomaru si sorprese perché non ci aveva pensato, si chiese il motivo, ma era semplice: era perché non aveva tolto gli occhi di dosso un momento a Dafne, quel mondo lo incuriosiva.
-Fermo Sesshomaru, sento la sua presenza in queste vicinanze…-lo fermò Dafne e infatti dopo poco uno stridulo verso di Shippo si sentì nell’aria. Era stato preso da una mano femminile e lo teneva dalla coda, facendolo agitare ancor di più.
-Li ho trovati nel giardino. Purtroppo la ragazza non vuole venire fuori. Dafne vai da lei, ci pensiamo noi ai tuoi amici. –Colei che aveva parlato non era che Yuki, la donna di Zero, ma nessuno del gruppi la riconobbe poiché non la conoscevano.
-Piacere di conoscervi. Mamma, credo che sia meglio farli accomodare nel salone. –Disse piatta senza salutare il compagno che s’irritò ancor di più di quella mancanza.
Come se niente fosse se ne andò per la sua strada. Intanto Dafne si era recata nel giardino, sentiva qualcuno piangere sommessamente, si avvicinò cauta e scostò una grande foglia che copriva la visuale. Nel momento in cui la scostò si ritrovò a rimanere con gli occhi spalancati dalla sorpresa.
Rin era raggomitolata su se stessa con le ginocchia portate al petto e la testa fra di esse. I suoi lunghi capelli la coprivano come un velo.
-Tesoro che cosa succede? –Chiese calma. La piccola aprì gli occhi e la squadrò dalla testa ai piedi, per poi gettarsi tra le sue braccia, solo allora Dafne capì la situazione, non si capacitava per quale motivo lei fosse cambiata e gli altri no.
La scostò un attimo per guardarla meglio.
Stava per dire qualcosa quando una presenza poco gradita la fece sobbalzare, dietro di lei si stagliava la virile figura di Sesshomaru. Il demone non percepiva la situazione e così, freddo come al solito volle capire il motivo di tutto quel scompiglio.
-Fermo Sesshomaru. –Pronunciò Dafne. Rin si era appiccicata a lei come una seconda pelle, piccole lacrime le uscivano dagli occhi. Non si voleva far vedere in quello stato dal suo signore, era troppo imbarazzante.
-Dov’è Rin? –Domandò lapidario. Come era possibile che non si accorgesse che lei si trovava lì con loro, forse era per quella trasformazione? Dafne riflette su cosa fare e alla fine decise che era meglio che il demone non la vedesse. Detto fatto scomparve senza lasciare il tempo a lui di raggiungerla.
Riapparvero dentro una camera enorme. Rin si guardò in giro disorientata fino a che ritornò la sua nee-chan con dei vestiti in mano.
-So che potrebbe risultare assurdo, ma è accaduto. Per il momento dovrai conviverci finché non risolvo questo problema, comunque Rin-chan sei uno schianto! –Affermò facendole un occhiolino. La piccola non capii il perché fino a che la ragazza l’avvicinò ad uno specchio e lì si senti le sue urla.
-Chi è quella? – Disse spaventata. Solo allora si accorse del tono di voce era più fermo, maturo e chiaro. Dov’era finita la squillante voce da bambina infantile? Era diventata grande e le sue forme glielo confermavano. In quel misero vestito arancione non ci stava più, il seno florido aveva strappato la maggior parte del sopra, le gambe lunghe aveva dimezzato l’intero vestito facendola sentire nuda. Si coprì d’istinto le parti scoperte e si rifugiò in un angolino sicuro.
-Lo so che assurdo, ma sarà dovuto a un effetto collaterale. Comunque puoi rimanere qui fino a che ti sentirai pronta per affrontare gli altri. Adesso vado di sotto a controllarli. Qua ci sono i vestiti. – Li depose sul letto e si allontanò dandole l’ultima occhiata prima di uscire.
 
Al piano di sotto le cameriere stavano servendo il the. Quando giunse a destinazione si stirò come un gatto e prese posto di fronte ai suoi amici.
-Chi ha gridato? –Proruppe Miroku.
-Ve lo spiegherò dopo con calma. Comunque come vi sentite ragazzi, avete percepito cambiamenti? –Domandò in ansia.
-Io sto bene. Finalmente un poco di modernità. –Parlò Kagome.
-Mi fa piacere che ti senti a casa Ka-chan. E voi altri? –Fissando i suoi amici che risposero con un assenso. –Okay credo che sia ora di darvi delle stanze, presto sarà sera e avrete bisogno di riposarvi. La cena sarà alle 21. Detto questo, seguitemi. –Terminato di comunicare le varie cose si alzarono e procedettero verso un corridoio dove iniziava una scala ampia e di marmo. Il piano superiore era immenso, formato da diversi corridoi che portavano in tutta la casa, ma Dafne spiegò che alcune stanze erano vietate e sarebbe stata lei a dar loro il permesso per alcune. Giunsero alla prima stanza, in cui una cameriera stava sistemando, era ampia e contava tre letti. C'erano poi un bagno e un balcone. –Questa sarà per i ragazzi, spero di ritrovarvi sani domani mattina. – Affermò sorridendo loro. Miroku acconsentì, invece i due demoni si guardarono schifati. Le ragazze sospirarono e continuarono il loro giro, all’altra parte si trovava una altra camera dove ci sarebbero state loro.
-E tu dove dormi? –Chiese Sango curiosa.
-In fondo al corridoio. Per favore scendente in anticipo per la cena, mia zia non sopporta i ritardatari. –Comunicò, - troverete i vestiti e altre cose negli armadi e se ci sono dei problemi suonate il piccolo pulsante alla vostra sinistra, una cameriera arriverà subito. –Detto questo li lasciò a contemplare la loro camera che era più o meno uguale a quella dei ragazzi.
 
Era passata un'ora e le ragazze erano pronte, Kagome aveva spiegato a Sango come indossare quegli indumenti particolari, ma ben presto la sterminatrice si trovò al suo agio. Si stava contemplando allo specchio da un po', le sue forme venivano evidenziate con quello strano tessuto che Kagome aveva chiamato jeans e poi, con quella seta che le copriva la parte superiore del corpo si sentiva come una principessa. Altrettanto felice era Kagome, con quella gonna colorata e la sua maglietta bianca per dare contrasto al capo scuro. Amava la modernità e i nuovi capi, sì quelli del SenGoku erano belli, ma difficili da indossare e poco pratici, indossò anche un piccolo fermaglio ed uscirono.
Quando arrivarono nel salone trovarono una tavola imbandita e stracolma d’argento, bicchieri di cristallo, posate lucide e la tovaglia che ornava il tavolo era di pizzo francese: era bellissimo. La donna di prima che si chiamava Yuki li guardava con occhio critico, Kagome avvertiva in lei tristezza e malinconia, tutto l’incontrario dall’altra donna, che a quanto pareva era sua madre. Quelle due erano due gocce d’acqua, tutt' al più potevano essere scambiate per sorelle e non madre e figlia, la vita eterna poteva avere tanti privilegi. La sua riflessione fu stroncata dall’arrivo dei ragazzi, un Miroku tutto chic uscì e si fece vedere, aveva un paio di jeans e una camicia sportiva che faceva spiccare i suoi occhi blu. L'amico libertino non si era trattenuto, facendo complimenti a tutte le donne della casa.
-Buona sera ragazzi. –Aggiunse Dafne. Ella indossava un mini vestito che le cadeva a pennello ed era di un bianco sfumato di rosa, i capelli intrecciati in uno chignon. Era stupenda.
Ben presto tutti i commensali si riunirono, e si presentarono due ragazzi: il primo era alto e biondo con due occhi azzurri e si chiamava Ryou, il secondo assomigliava a Juuri, la sorella di Dafne e infatti i due erano gemelli. Aki era un gran pezzo di ragazzo, alto e snello, i suoi occhi ipnotizzavano chiunque. Juuri la conoscevano di già. Gli altri erano lo zio di Dafne, Zero. Haruka, il nonno, e una timida fanciulla di nome Emily che aveva corti capelli ramati e due occhi verdi.
La padrona di casa presentò altrettanto gli amici, sbuffando contrariata a Inuyasha e a Sesshomaru che erano rimasti con i loro vestiti abituali.
Cenarono in armonia, tra le gaffe di Inuyasha che non sapeva starsene fermo un attimo in quella poltrona raffinata, Sesshomaru che storceva il naso ad ogni pietanza. Miroku che continuava a elogiare le donne della famiglia e le varie sberle della sterminatrice... tutto sommato fu una serata diversa.
-Quando ritorneranno mamma e papà? –Chiese all’improvviso Dafne.
-Presto. –Rispose suo fratello Aki.
-Capisco. –Disse abbassando la testa, le mancavano.
-Su con il morale bambina mia, tua madre è in mani sicure, sai che tuo padre non permetterebbe mai a nessuno di farle del male. –Disse Juuri, la nonna. La donna era convinta di quelle parole, li conosceva entrambi da troppo tempo.
Finito di cenare, si recarono in salotto. I Vampiri iniziarono a sorseggiare uno strano intruglio di color scuro che ben presto si scoprì fosse sangue, mentre a loro era stato offerto del succo.
-E’ strano stare sotto lo stesso tetto con dei vampiri. –Affermò sottovoce Sango.
-Spesso ce lo dicono, ma noi siamo pacifisti. Abbiamo un accordo con gli umani. –Spiegò Haruka, appoggiando una mano sulla spalla della moglie, quei due erano così teneri.
-Umani e vampiri, deve volerci molta tenacia.  –Aggiunse Miroku dubbioso.
-Infatti. Non credere che sia stato facile, la nostra famiglia ha dovuto lottare molto per avere tutto questo e ancora oggi c’è qualcuno che non è dalla nostra parte. –Terminò Ryou, per poi uscire dalla sala.
-Dafne, credo che sia ora che tu vai a riposare, domani sarà una lunga giornata. – Interruppe Juuri la sorella, prendendo la sua mano e conducendola con sé.
Tutti rimasero a fissarle nel tentativo di capire che cosa stessero dicendo.
-Ah le donne... avete così tanti segreti. –Rise Haruka scompigliandosi i capelli.
-Tesoro siamo fatte così. –Borbottò la compagna.
-Tsk. Quanto zucchero! Tra poco mi cadono i denti. – commentò Inuyasha indignato.
-Inuyasha a cuccia! –Esclamò Kagome. Come si permetteva di dire una cosa del genere? Quelle due andavano d'amore e d’accordo, magari avesse avuto anche lei una sorella.
-Scusatelo. –Rise verso i due coniugi.
-Non ti preoccupare cara. – Detto questo tutti si congedarono e si recarono nelle loro camere. Inuyasha fu rimproverato duramente da Kagome per il suo comportamento, ma il demone non le dava corda.
La notte calò alla villa Kuran e, mentre i nostri eroi dormivano un sonno ristoratore, le ombre oscure si aggiravano nella tenuta. Dafne raccontava le sue vicende alla sua famiglia, dei progressi e delle mille avventure. La sorella Juuri accennò anche a qualche piccolo particolare, era così bello ritornare alla normalità. Alle prime luci sparirono per concedersi qualche ora di riposo.
La mattina giunse, i primi ad uscire furono i due demoni, stanchi di sentire il borbottio della volpe susseguito da Miroku che russava. I due fratelli sembravano in sintonia, ma più Inuyasha osservava Sesshomaru più si diceva che non aveva nulla a che fare con un tipo algido come lui.
Si divisero. Il demone maggiore trovò ristoro in un giardino immenso abbellito da tanti tipi di rose, invece Inuyasha fu attirato dall’odore della cucina.
Ben presto dovette fare marcia indietro, poiché incontrò Dafne in pigiama.
-Che affare è? –Chiese guardandola in malo modo. La ragazza aveva gli occhi gonfi dal sonno e poi camminava come uno straccio.
-Fai ridere. –Disse lui senza dolcezza –sembri uno spaventapasseri. –Continuò così fino a che non gli raggiunse una botta al capo. Anche se la ragazza moriva di sonno, non gli avrebbe concesso la briga di prenderla in giro. Aveva gli ormoni fuori posto quel giorno, era meglio non trattarla male. Infatti era scesa solo per prendere quella magica erba contro i dolori, poiché le medici non avevano effetto su di loro.
-Osami di nuovo disturbare e resterai in questa forma a vita. –Pronunciò fredda. Lo sorpassò senza battere ciglio, dietro di se si irruppe l’abbaiare di un cane.
-Feccia inutile. –Blaterò sottovoce.
Sesshomaru, guardando il tutto da una finestra, sbuffò seccato. Come era possibile che quello lì era diventato un demone completo con un cervello da gallina? Era ancora un mistero. Si girò e fissò il cielo.
Inuyasha continuò il suo giro in forma canina, non prestò nemmeno attenzione a Kagome che lo guardava con tanto d’occhi per poi iniziare a borbottare, o meglio a ringhiare! Questa volta gliela avrebbe fatta pagare, bastava solo ritornare in sè.
Dafne aveva le ore contate.
 
 
La mattina scivolò via e giunse il pomeriggio. I ragazzi si erano trovati a vagare nella villa da soli, poiché gli abitanti di essa dormivano ancora, ma che cosa si aspettavano? Erano pur sempre dei vampiri.
-Sango ti va di andare nel giardino? Ci sono parecchi fiori. –Disse all’improvviso Kagome. Avendo il consenso dell’amica, lasciarono così i ragazzi soli.
-Fhe sempre a parlare di fiori quelle lì. –Indicò Inuyasha ritornato normale.
-E che ci vuoi fare, sono ragazze. Mica si possono interessare di armi e cose del genere. – Borbottò Miroku.
-Che cose inutili. –
Miroku sospirò, era veramente un idiota il suo amico. Il monaco aveva osservato attentamente la casa. Avevano un gusto molto raffinato ed elegante. Gli oggetti erano costosi e di materiali che non identificava. L’abitazione era formata da tre piani più un sotterraneo poiché aveva visto un membro della famiglia andarci. Ognuno di loro possedeva un’energia speciale, e i due coniugi erano molto vecchi anche se all’apparenza non sembrava. Erano una famiglia alquanto strana, ma unita. Si vedeva che Dafne voleva un gran bene a tutti, ma mancava qualcuno, come i suoi genitori. Chissà com’erano.
All’improvviso avvertì qualcosa, uno spostamento d’aria. Qualcosa si materializzò davanti ai loro occhi. Era una donna dai lunghi capelli ed era di spalle.
Inuyasha partì alla carica.
-Inuy… -cercò di dire Miroku, ma il demone non si fece abbattere, stavolta quella lì meritava una punizione.
-Adesso me la paghi, Dafne. Come ti sei permessa di ridurmi di nuovo in quella forma? È patetico. –L’artigliò su una spalla girandola con forza.  Rimase sorpreso ma ancor di più quando una mano lo prese dal collo e lo fece volare oltre il muro del salone. Tutti rientrarono per il fracasso.
-Ma che accidenti succede …Inuyasha, cosa è successo? –Disse preoccupata Kagome.
-Dannato. –Urlò con rabbia.
-Che cosa ci fanno due spettri in casa mia?! –Tuonò forte una voce autoritaria. Un’onda di energia fluì dal suo corpo per infrangere i vetri delle finestre.
-Oh cavolo…-Blaterò Shippo dietro Sango.
L’uomo fissò truce Inuyasha e il demone fece un passo indietro per quel potere.
L’uomo, non ricevendo risposta, strinse gli occhi e aprì la mano.
-Stai calmo. Sto bene. –Indusse piano la donna che era al suo fianco. – Sicuramente mi avrà scambiato per Dafne, avendo la stessa corporatura. Abbassa la mano Kaname. –Disse, appoggiando la sua in quella del marito. L’uomo la fissò a lungo e poi decise di essere clemente.
-Inu-chan che cavolo combini? –Protestò Dafne giungendo dalle scale.
-Oh cavolo…-
Solo allora il ragazzo si accorse dello sbaglio madornale. Quelle due, anche se erano uguali, erano due cose distinte. I loro occhi avevano una luce ben diversa.
-Bentornati. –Affermò Dafne sorridendo loro,  ma il sorriso morì non appena incontrò lo sguardo della madre. Era sofferente e triste, infatti abbandonò il salone dopo poco seguita da suo marito, che fissò in malo modo i due demoni.
 
 
Da quel momento in poi nessuno parlò.
Kagome fissava Inuyasha e gli altri componenti del gruppo con uno sguardo carico di attenzione. Era normale che si comportassero in quella maniera? In effetti era strano, anche Miroku se ne stava sulle sue a pensare. Si era capito che quei due erano potenti, gli venivano i brividi al solo ricordate il tono di voce dell’uomo. Tuttavia avvertiva anche tanto amore, da come guardava la sua compagna, dei gesti, quei due sicuramenti avevano un legame molto forte.
-Dafne, come stai? –Chiese all’improvviso svegliando l’amica che se ne stava con le gambe incrociate.
-Bene. Forse lo dovrei dire io a voi. Siete da meno di 48 ore qua e già vi fate odiare da mio padre. Accidenti Inuyasha che cacchio ti è saltato in mente di attaccare mia madre? Se lei non avesse fermato mio padre, non ci saresti più! –Gli urlò, scattando in piedi.
-Tsk! Che ne sapevo se era lei o tu? Fatto sta che non ci hai raccomandato nulla. Credevo che fossi tu. –Ribaltò lui.
-Oramai la frittata è fatta. Di sicuro tuo padre si sarà fatto una certa idea di noi, bella impressione. –Borbottò il monaco, guardando in malo modo il suo amico.
-Già. –Confermò la sterminatrice.
-Comunque non dovremo stare qui a rimuginare, ah…- iniziò a dire ma si fermò. Qualcuno la stava chiamando. –Scusatemi, ritorno presto. –Detto questo svanì come se nulla fosse, lasciando il suo vuoto nel gruppo.
-Non mi abituerò mai alle sue scomparse, è troppo fico! –Affermò Kagome elettrizzata da quella tecnica.
Inuyasha sbuffò.
-Ragazzi ma poi che fine ha fatto Rin? E da un poco che non la vedo, in effetti da quando siamo arrivati…- aggiunse il monaco devastando di dubbi l’intero gruppo.
-E con lei. –Ammise Sesshomaru piatto.
Tutti lo guardarono. Quel demone stava cambiando e nemmeno lui se ne rendeva conto. Punto primo era ancora insieme a loro. Punto secondo non aveva fatto una piega sull’abbigliamento, non che fosse mal vestito in quel modo, era talmente bello che le due ragazze erano rimaste di stucco, senza contare che Dafne era diventata tutta rossa, era palese che la giovane avesse un interesse nei suoi confronti, ma lui come al solito non se ne accorgeva. Punto terzo, era diventato meno freddo.
-Questa casa è avvolta da uno strano profumo. –Borbottò Inuyasha grattandosi il naso.
-Non solo. È pieno di potere e poi quella donna emana tanta energia. –Mormorò Kagome avendo l’appoggio di Miroku.
-Io non ho sentito nulla. –Continuò il demone minore.
-Perché ti sei concentrato solo sull’apparenza. Feccia! – Sbottò Sesshomaru guardandolo di traverso.
All’improvviso ritornò Dafne e dietro di lei aveva una nuova ragazza. Aveva lunghi capelli neri e un vestitino di media lunghezza. Osservava i ragazzi con vergogna, soprattutto Sesshomaru.
-Chi è la splendida fanciulla che è dietro di te? –Abbottò Miroku già in estasi.
-Una persona che voi conoscete. –Affermò lei - ma dovrete essere gentili con lei, è la prima volta che si trova in questo aspetto. –Continuò.
-Non capisco. Che significa? – chiese Sango, cercando di vederla meglio.
La giovane ragazza prese coraggio e si mostrò agli altri. Nessuno la riconobbe. Tutti la fissavano ma nessuna la riconosceva.
-Chi sarebbe questa qui? –Pronunciò Inuyasha senza avere tatto.
Rin non essendo riconosciuta emise un singhiozzo e si apprestò a nascondersi dietro Dafne.
-Inuyasha! –Urlarono Miroku, Sango e Kagome. Il demone non fece una piega, altrettanto non fu così per Sesshomaru che si avvicinò ipnotizzato da quella nuova presenza, il corpo della giovane lo attraeva e quegli occhi neri e infiniti...
Dafne sorrise e la lasciò sola. Sesshomaru allungò il braccio per sfiorarle il mento e incontrare quegli occhi. Ci fu un lampo come un fulmine caduto dal cielo, tale che il grande demone sobbalzò dalla sorpresa. Si chiese come mai non l’avesse riconosciuta prima. Forse era causato dal potere che aleggiava nella casa o la presenza di Dafne, ma quella ragazza era così simile a Rin, la bambina che gli veniva sempre dietro.
-Assomiglia tanto a Rin. –Disse senza accorgersene.
Lei sorrise.
-Perché lo sono. – anche la sua voce era cambiata. Nessuno fiatò a quella scena romantica.
-Com’è possibile? –Chiese spiegazioni alla giovane che aveva di lato, le alzò le spalle.
-Un momento prima era piccola e un momento dopo mi sono trovata in questo corpo. –Ammise Rin imbarazzata.
-Forse lo spazio e tempo ha modificato qualcosa. –realizzò il monaco pensieroso.
-Può darsi. –Affermò Sango.
-Non è stato niente di questo. –Disse all’improvviso una nuova voce. Dafne si voltò e si ritrovò sua madre, indossava un jeans e una maglietta a tre quarti.
-Che cosa significa? –Rispose Inuyasha, cercando di rimanere al suo posto.
La donna non diede importanza a nessuno e si avvicinò a Rin.
-E’ frutto di un desiderio. –Parlò con voce dolce, accarezzando la testa della giovane. – Rin ha espresso un desiderio e nel momento in cui è atterrata in questa dimensione si è esaudito. Ritornerà al suo aspetto nel momento in cui varcherà la dimensione del SenGoku, nulla di grave. –Terminò.
I suoi occhi non erano più tristi, il suo volto era più rilassato, in pace. Era ritornata la donna che conosceva, Dafne non ci pensò un attimo e l’abbracciò forte. –Bentornata a casa mamma. –Le due rimasero attimi infiniti in quella posizione dimenticando che c’era altra gente che li osservava, ma poco importava.
 
-C’è la lasceresti anche un po' a noi Dafne-chan? –Domandò una voce maschile, in un battibaleno apparve Ryou che si fiondò tra le braccia della madre.
-Mi dispiace. –
-Non ti preoccupare tesoro. Doveva succedere prima o poi. – Abbassando il capo. –Comunque mi presento, sono la mamma di Dafne e di questi pazzoidi, Jenny. – disse con un sorriso sulle labbra, aveva cambiato umore così senza battere ciglio.
-Piacere di conoscerla. –S’inchinarono le tre ragazze.
-E’ un onore conoscerla signora, lo sa che è bellissima? –Iniziò a lusingarla Miroku prendendole la mano.
-Grazie per i tuoi complimenti, ma è forse meglio che non fai più questi gesti, mio marito potrebbe arrivare da un momento all’altro, lui è molto geloso. –Affermò. Miroku le lasciò la mano e indietreggiò.
-Detto questo vi prego di seguirmi. – Affermò facendo un cenno al gruppo, mentre la sala rimaneva vuota, Sesshomaru fissava Rin, la giovane si trovava in una situazione complicata.
-Un desiderio... e quando lo avresti espresso? –Domandò a un passo da lei.
Rin si sentiva agitata, aveva le palpitazioni e non riusciva a guardarlo negli occhi.
Sesshomaru aspettò attimi interi, ma da quella piccola bocca non uscì nulla, seccato s’incamminò verso gli altri, voleva verificare una cosa.
Giunti in un altro salone ma ben più grande trovò le ragazze a parlottare.
Ryou, il figlio di quella donna, stava mostrando a quei maschi varie collezioni di armi, pensò che era il momento giusto per mettere alla prova la donna. Caricò il colpo, ma in quel fragrante un altro ragazzo apparve e lo guardò con determinazione, che avesse avvertito il pericolo per la madre?
-Madre scusatemi se vi disturbo, ma chiedono di voi. –Disse con cortesia.
-Grazie Aki. – si allontanò.
Durante tutto quel lasso di tempo non avvertì nulla, quella famiglia sembrava infinita. Fino a che una voce squillante proruppe dal nulla e stritolò il corpo di Dafne.
-Sorellina li ho trovati. –Urlò a gran voce.
-Davvero? –Chiese Dafne eccitata.
-Si guarda. È una collezione limitata. Finalmente abbiamo il permesso di guardarlo e sono tutte e tre film! –
-Che meraviglia, quando danno lo spettacolo? –
-Domani. Ok deciso domani ce lo andiamo a vedere! –
-Spero che l’invito sia anche per noi. –
Sesshomaru ne fu sorpreso, la donna era riapparsa e lui non se ne era accorto. Era affianco alle due figlie e alle umane.
-Certo. –
-Ma prima dovremo cercare degli abiti per loro, tra una settimana ci sarà il tuo compleanno Dafne. – Affermò la donna, stringendo la figlia con amore –alla fine anche tu hai raggiunto il traguardo. Sono così felice per te. Ho già molte idee per la festa, spero che tu approvi. –
-Vedremo. Comunque è deciso, domani si parte per la missione vestiti e di sera ci vedremo la trilogia di 50 sfumature! –Urlò a gran voce, senza dare spazio alle altre. Era così felice che si era dimenticata di tutto, l’unica cosa che le importava era stare lì, in quel covo di pazzi, ma che era il suo pilastro, la sua famiglia.
 
 
 
 
 
 
Buona sera. Rieccomi con un nuovo capitolo, lo avevo detto che sarei stata veloce. Finalmente siamo nel futuro e abbiamo una miriade di eventi. Lo scontro –diciamo- tra Inuyasha e Kaname(il padre di Dafne). La trasformazione di Rin… ma ancora non siamo a nulla, ci sarà altre parti interessanti.
Spero che vi piaccia. Almeno un pochino.
Alla prossima.
Heart
 
 
 
  
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