Partecipa alla fanfiction challenge II:
Sharon
sentì una serie di mugolii, sgranò gli occhi di
scatto e si alzò seduta sul letto. Tolse la beretta da
sotto il cuscino, la
caricò e corse fuori dalla propria stanza. Percorse il
corridoio dalle pareti
incrostate dell’appartamento. La luce delle insegne degli
hotel illuminavano l’intorno
attraverso le finestre. Raggiunse la porta socchiusa
dell’altra stanza, da cui
si alzavano i gemiti. Appoggiò la schiena contro la parete e
sentì l’interno,
regolò il respiro e socchiuse gli occhi, allungò
la mano e aprì la porta. Entrò
dentro e puntò la pistola, guardandosi intorno. Steve era
privo di vestiti e la
bionda arrossì.
Rogers
stringeva a sé spasmodicamente il cuscino e
singhiozzava, le lacrime gli rigavano il viso e le sue labbra arrossate
erano
socchiuse. Sharon sospirò e si passò la mano tra
i lunghi capelli biondi.
Scosse il capo, abbassò la pistola e si avvicinò
al letto, sedendosi sul bordo.
Steve sgranò gli occhi e volse il capo, sbatté un
paio di volte le palpebre e
mise a fuoco la figura della giovane.
“Tutto
bene?” domandò e la voce gli tremò.
Sharon socchiuse
le labbra rosee e sbuffò.
“Hai
gl’incubi” borbottò.
“Com’era
Capitan America, davvero?” domandò la bambina. La
nonna le sorrise e le
accarezzò la guancia, stringendola con l’altro
braccio al petto.
“Era
un
cucciolo” spiegò. Sharon sporse il labbro
inferiore e osservò il viso luminoso
di Peggy.
“Era
un
eroe” brontolò. Scosse il capo facendo ondeggiare
i lunghi capelli biondi e una
ciocca le finì davanti al viso. Con la mano libera Peggy
gliela mise dietro l’orecchio.
“Sì.
Era
buono, dolce, eroico e coraggioso, ma essenzialmente era anche un
cucciolo. Un
bambino dolce nel corpo del migliore tra gli uomini”
spiegò Peggy.
Sharon
ridacchiò vedendo Steve sbuffare. Rogers si mise
seduto, tenendo nascoste le proprie nudità tenendoci
appoggiato il cuscino.
“Può
capitare” si lamentò. Sharon si
massaggiò una spalla.
“Sei
un cucciolo”
sussurrò. Steve avvampò e la bionda
scoppiò a ridere.