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Autore: GabrielleWinchester    07/05/2016    2 recensioni
[Prequel della storia, dopo Ardente sguardo di passione] Dopo la discesa di Nythiel all'Inferno, le sue avventure con Esthery non sono finite...difatti la proprietaria del night club infernale dopo la sua visita decide di sfidare il Saint Gabriel per una sfida molto particolare e con la scusa di rivedere quell'angioletto dalla camicia rossa che è venuta a trovarla. Il titolo è l'unione di due titoli di canzoni ovvero Bartender dei Lady Antebellum e Pour sugar on me dei Deff Leppard.
Dal testo: Il barista avvampò e si chinò a raccogliere il vassoio che gli era caduto ed Esthery scese dal piano di lavoro, inginocchiandosi davanti e provocandogli il desiderio di baciarla e di possederla nel laboratorio. Come Tormentatrice di Anime, la demone sapeva bene come stuzzicare le corde dell’animo di un angelo, specialmente di uno giovane come Nythiel.
“Cosa c’è? Il gatto ti ha mangiato la lingua?”
E nel dirlo la sua coda da gatto nero si agitò e lo solleticò per tutto il corpo, facendogli aprire le ali e provocando un mezzo disastro, compresa la distruzione della Paradisea Flower, la nuova creazione dolciaria di Nikiel.
Un fiore di loto fatto con cioccolato lunare, polvere di stelle "
Genere: Erotico, Slice of life, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Essenza di Paradiso e Graffio dell'Inferno'
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Buongiorno e buon sabato :-)
A due anni dalla pubblicazione de "I pensieri di Esthery" ecco a voi "Bartender pour sugar on me-Zucchero infuocato" in cui ritornano Nythiel ed Esthery in una sfida molto sensuale tra il Saint Gabriel e l'Hell's Fire, in cui la nostra cara demone non mancherà di stuzzicare all'infinito l'angelo barista...all'interno del racconto si trovano pezzi di due canzoni che compongono il titolo ovvero Bartender dei Lady Antebellum e Pour Sugar on Me dei Deff Leppard e un omaggio in memoria di una persona che ha avuto la fortuna di conoscere e per questo ho voluto fargli questo regalo. Chiedo scusa per eventuali errori presenti nel racconto e ringrazio davvero con tutto il cuore tutti coloro che decideranno di leggerla, recensirla, mettere le mie storie tra le seguite, preferite, ricordate e da recensire e tutti coloro che hanno deciso di mettermi e mi metteranno come propria autrice preferita :-) Buona lettura :-) Gabrielle :-)

Bartender pour sugar on me- Zucchero infuocato

“Nythiel, svegliati! Paradiso chiama Angelo delle Virtù per svolgere lavoro da barista!”
L’angelo delle Virtù continuò a sonnecchiare sul tavolo, totalmente ignaro che un suo collega lo stesse chiamando da più di mezz’ora e che il Saint Gabriel doveva aprire già da un bel pezzo. Nella sua mente si stagliarono immagini di una misteriosa creatura infernale dai capelli ricci, corna d’ariete e coda da gatto nero, la quale lo aveva coinvolto in un sensuale tango e poi il buio assoluto.
Chi era?
Perché era nella sua mente, lui che all’Inferno non c’era mai stato e che aveva rifiutato addirittura di andarci quando Gabriel aveva deciso di indurre una gita formativa sui pericoli che esso comportava? E che aveva ricevuto una nota disciplinare da esso?
“Nythiel!”
Il barista del Saint Gabriel saltò sulla sedia e si girò a guardare intontito il suo collega, un Principato dalla testa calva e una propensione per l’ordine e la disciplina, il quale lo fissò arcigno e le mani appoggiate ai fianchi, segno che stava arrivando una ramanzina di quelle pesanti, una di quelle che non aveva voglia di subirsi. Come era arrivato al bar? L’angelo si stiracchiò le ali intorpidite dall’immobilità, gli occhi castani cisposi di sonno, girando la testa confuso, neanche si fosse ubriacato di Whisky d’Ambrosia, chiedendosi come fosse arrivato al locale, visto che l’ultimo ricordo che aveva era di lui che si addormentava nel letto e la voce di sua madre che canticchiava mentre ricamava il lenzuolo per il suo fratellino.
Per quel fratellino che era la sua gioia e per cui si dilettava a preparare dolci, non appena i turni al bar lo consentissero, in quanto come Maestro di Cocktail doveva essere sempre reperibile per preparare nuovi intrugli e far sì che la clientela fosse sempre soddisfatta, esperienza non proprio entusiasmante, in quanto spesso non veniva apprezzato per quello che faceva e la voglia di buttare all’aria era grande. Come nel caso di una Dominazione che aveva prenotato un cocktail e poi non si era presentata a ritirarlo al locale, causando un grande ammanco nella cassa. A volte finiva che crollava con la faccia sulla farina e il piccolo Xeniel gli pasticciava la faccia con i colori stellari, colori che se ne andavano via soltanto dopo parecchie docce di luce lunare.
Lo faceva impazzire ma avrebbe fatto qualsiasi cosa per renderlo felice.
Era la sua gioia perenne.
Qualche volta voleva essere un semplice angelo, buttarsi sul divano, bersi una birra celeste e invece doveva dimostrare a tutti di essere capace, di essere sempre un passo avanti agli altri.
Strabuzzò gli occhi e l’immagine del demone gli ricomparve davanti, più sensuale e vivida che mai, quasi come se fosse a un palmo dal suo naso.
“Non sapevo che gli angeli avessero inventiva e voglia di trasgredire le regole…Come si dice? Nulla è come sembra”
Corna di ariete, capelli ricci, coda da gatto nero, camicia azzurra come il cielo serale e pantaloni di tenebra consolidata, l’Inferno che abbracciava il Paradiso.
L’ossimoro che conquistava.
“Hai intenzione di guardare il vuoto ancora a lungo? Oppure vuoi farci la grazia divina di muovere il tuo culo angelico e sistemare la saletta prima che arrivi qualche cliente?”
Nythiel si girò a guardare il suo collega, la battuta pronta, il sorrisetto sardonico “Buongiorno anche a te Sylviel “si grattò la leggera barbetta che gli incorniciava il viso “Dormito male o un demone ti ha fatto lo sgambetto? In quel caso non saprei se stringergli la mano per il coraggio oppure consigliargli di scappare per evitare la tua ira divina! Scelta difficile molto difficile!”
 “Fai poco lo spiritoso! I tavolini devono essere spolverati, non sono comodi cuscini!”
L’angelo sbuffò irritato “Tu sì che sai motivare le persone Sylviel. Saresti un ottimo counselor per tutti coloro che vogliono essere incoraggiati!”.
Il Principato sbuffò innervosito, pensando che Gabriel aveva fatto un cattivo affare a offrirgli un lavoro al bar, era spesso svogliato, sbagliava le ordinazioni la stragrande maggioranza delle volte, non era più il barista di un tempo, quello che aveva ricevuto la nomina di Maestro dei Cocktail, quello che aveva fatto sì che il Saint Gabriel venisse rinominato come il miglior bar del Paradiso, superando di grande lunga il Paradisea. E tutto questo era nettamente peggiorato da quando il suo collega lo aveva portato all’inaugurazione dell’Hell’s Fire, il night club gestito da Esthery, la figlia illegittima di Lucifero in persona, sicuro che tutto questo non avrebbe portato a nessuna ripercussione.
Illegittima in quanto non era nata da una notte di follie tra il Diavolo e un demone femmina ma era una semplice umana che era stata trascinata all’Inferno, per capriccio e per la voglia di avere una barista nel luogo delle torture.
Sylviel lo sapeva, in quanto come angelo aveva assistito all’esecuzione di Esthery, un solo colpo in fronte in un vicolo buio e poi era stata avvolta dalle fiamme e raccolta dal Principe delle Tenebre. Tutto in una frazione di secondo, un tempo così breve che il Principato non seppe sfruttare a suo vantaggio.
In quanto, in quel breve lasso di tempo aveva preferito fare tutt’altro.
Ed era una delle cose che non si sarebbe mai perdonato, in quanto aveva preferito quel giorno ubriacarsi in qualche bar malfamato della Terra, ricevendo un provvedimento disciplinare in cui gli si vietava la custodia degli esseri umani per avere causato la dannazione eterna di una sua protetta e non avere fatto nulla per impedire il fatto non appena era successo, un disonore per gli angeli custodi.
Ed Esthery glielo rinfacciava tutte le volte che poteva, in quanto la tortura a un essere umano vivo era più dolorosa di quella inflitta a un’anima.
“Dovevi proteggermi e invece hai preferito ubriacarti”.
Le sue urla di dolore e di terrore si erano sentite per tutto l’Universo e in qualche parte remota della Terra si era pensato che fossero i preparativi per la fine del Mondo.
La sua discendenza umana la rendeva più pericolosa di qualsiasi altro demone, era una delle cose che la accumunava a Nythiel, anche lui un umano morto in un incidente stradale e diventato, una volta nell’aldilà, un Angelo delle Virtù.
Il Paradiso si era mobilitato per salvarla ma tutto era stato vano, ormai l’Inferno era riuscito a portarla dalla sua parte e a farne una delle Tormentatrici di Anime più in gamba, dopo la caduta di Lucifero dal Giardino dell’Eden.
Nessun’anima dell’Inferno poteva scappare se lei decideva di tormentarla.
E certamente non poteva permettere che Esthery lo tentasse e lo portasse all’Inferno. Un tipo come Nythiel all’Inferno non solo avrebbe portato più proventi all’Hell’s Fire ma anche un servizio di guarigione, in quanto egli era un Angelo delle Virtù e quindi capace di medicare indipendentemente sia angeli che demoni.
“Tu non sei qui per essere motivato, tu sei qui per lavorare e per dare un servizio in Paradiso. Gabriel non ti paga per stare qui a poltrire. Sistema la saletta e vai ad aiutare Nikiel al laboratorio! Lysarel si è dato malato, si è beccato l’influenza angelica e il laboratorio è a corto di personale!”
“Agli ordini, capitano!”
Il Principato sbuffò innervosito e gli gettò uno straccio azzurro in piena faccia.
“Muoviti, non abbiamo tempo da perdere!”
“Mangia qualcosa perché mi sa tanto che hai carenza di zucchero”
Sylviel scosse la testa e dopo si allontanò dalla saletta. L’angelo delle Virtù cominciò a spazzare per terra, a sistemare le sedie e a pulire i tavoli, con la mente diretta sempre verso quella misteriosa demone dai capelli ricci.
E una canzone che gli rimbombava in testa.
“Ehi Nyth!”
Il ragazzo saltò in aria dallo spavento e si ritrovò a guardare il suo collega che era appena spuntato. Jophiel lo guardò stranito “Che brutta faccia che hai! Cos’è, ti sei ubriacato di Whisky d’Ambrosia?”
“Magari” esclamò Nythiel facendo comparire un vaso di fiori per abbellire il tavolo che aveva pulito e aggrottò la fronte “Posso farti una domanda?”
“Dipende se posso risponderti!”
“Noi due siamo andati all’Inferno?”
“Intendi dire che ti ho mandato a quel paese e tu hai mandato me? Uuuh, parecchie volte!”
“Non fare lo scemo! Intendo dire l’Inferno vero e proprio! Ho ricordi di questo regno ma io sono quasi sicuro che io lì non ci sia mai andato. O forse sì’? ”
A quelle parole Jophiel si mordicchiò il labbro nervoso, pensando al fatto che era stato lui a convincerlo a partecipare all’inaugurazione del night club infernale, a convincerlo che non ci sarebbero state ripercussioni all’interno del bar e del Tribunale Celeste “Stai solo immaginando tutto, stai tranquillo, hai solo una fervida immaginazione. Il Saint Gabriel è un bar frequentato da demoni ed è molto probabile che tu ti sia lasciato influenzare dai loro racconti. Ti ricordi quando Gabriel ci ha ordinato di andare all’Inferno per una gita formativa e tu ti sei rifiutato?”
“Ho ricordi troppi vividi per essere solo frutto della mia immaginazione”.
“Che vuoi che ti dica? Hai mangiato la peperonata ieri! È ovvio che adesso vedi i draghi che fanno la lap dance”
Nythiel socchiuse gli occhi sospettoso, trattenendosi dal ridere da quella battuta idiota “ Riconosco le bugie quando le dici”
“No, questo è il tono “Se brucio un’altra sfornata di biscotti, Nikiel mi mette su una teglia e mi serve come pasticcino del giorno!”
“Non è mica la strega di Hansel e Gretel!”
Jophiel scoppiò a ridere e prese un vassoio d’argento lasciato incustodito su un tavolo.
“ È troppo buono, a dire la verità. E si ammazza di lavoro, dobbiamo solo ringraziarlo. È un vero miracolo che sia qui in Paradiso e non sulla Terra!”
Poi Jophiel scappò via ad aiutare il capo pasticcere e Nythiel rimase a fissare la saletta pulita, una stanza in attesa di clienti. Nella mente quella misteriosa demone dai capelli selvaggi che tanto lo aveva stregato e che non sapeva neanche di conoscere.
O almeno era quello che tutti volevano fargli credere!
Poi dovette amarsi del suo miglior sorriso e accogliere i clienti come gli avevano insegnato.
Solo che l’unica cosa che voleva fare era baciare quel demone.
Anche se questo avesse significato dannazione eterna!
                                                                                          *
“Allora straniero, che cosa ti offro?”
“Un bacio infernale!”
Esthery materializzò il cocktail davanti al cliente, aggiungendo una piccola dose di fuoco spinato “Giornata infernale?”
Il demone sbattè una monetina sul banco, mandando su tutte le furie Esthery, la quale odiava i clienti che sbattevano i nichelini infernali sul suo bancone di granito nero “Al contrario, quasi una giornata paradisiale. Avrei accolto volentieri Gabriel e i suoi bollettini sulle nascite, pur di strapparmi alla noia. Potevo schiacciare un pisolino se non fosse che tuo padre mi scuoierebbe vivo se lo facessi. Non ci sono più i prigionieri che ti danno soddisfazioni, ormai sono tutti banali, mi mancano i dittatori di una volta. Almeno il loro livello di cattiveria compensava degnamente la mia voglia di distribuire punizioni ”
La figlia illegittima posò lo shaker e pensò a suo padre che puniva tutti coloro che erano pigri a lavoro “Almeno avrebbe dato una scossa alla tua esistenza, Hyered”
Hyered ridacchiò, annuendo e continuando a bere il cocktail che Esthery gli aveva preparato. Ogni sera veniva all’Hell’s Fire a lamentarsi di quanto i nuovi prigionieri non fossero all’altezza delle aspettative e di come le nuove idee etiche avessero rovinato il mondo e la figlia illegittima di Lucifero si ritrovò a pensare di ucciderlo seduta stante e farlo stare finalmente zitto. Le sue orecchie avrebbero gridato alleluia. A un certo punto si sentì un tonfo sordo e Hyered cadde dallo sgabello, in preda a un attacco provocato dall’ingestione del cocktail. La ragazza lo guardò con disinteresse, ignorando le grida di dolore del demone, il quale era cascato dalla sedia, con le ali in fiamme e le corna che sanguinavano.
In preda a un’agonia indicibile.
“Esthery che non interviene a peggiorare la situazione? L’inferno sta crollando, mi sa! Devo chiamare un torturatore per farti rinsavire?”
La figlia illegittima di Lucifero ghignò divertita, guardando il suo fornitore di bibite, un demone dalle corna di stambecco e le ali da drago “Stavo pensando a qualcosa di frizzante”.
“Tipo ballerine brasiliane?”
“Non esiste solo il sesso, caro!”
“Ballerine brasiliane con tanto di manie omicide? Sarebbe una bella novità per il locale! Una cosa esclusiva!”
Esthery non rispose e si limitò a guardare il demone che malamente si era ripreso dall’attacco del bacio infernale e stava biascicando “Crepa, stronza!”
“La ringraziamo per averci trovato. È stato un piacere, mi raccomando torni!”
La demone schioccò le dita e materializzò un lampione vicino all’uscita, laddove il mostro sbattè ripetutamente la testa prima di ridurlo in cenere “Omaggio della casa”
Belial ridacchiò di gusto mentre sistemava le varie acquavite dell’Averno, Whisky del Tartaro, Vodka di Caronte nei vari scaffali e le strizzò l’occhio “Bentornata cara. Mi mancava la tua cattiveria! Quasi quasi mettevo un avviso di scomparsa e mi facevo intervistare a Chi l’ha Visto? D’altronde sono abbastanza telegenico”
Esthery sbuffò, pensando a Belial che si atteggiava in maniera melodrammatica davanti alla conduttrice televisiva per poi portarsela a letto, non appena l’occasione lo avesse permesso.
“Non se ne è mai andata, tu mi sottovaluti troppo. Comunque per quanto mi alletti avere ballerine brasiliane con manie psicopatiche, ho in mente qualcosa di meglio!”
“Cioè? Dimmi cosa è meglio delle ballerine brasiliane? Peccato che non ci siano demoni che derivano da esse!”
Esthery si servì un graffio di demone e rispose “Una gara tra baristi”.
Belial scoppiò a ridere, sinceramente colpito dall’intraprendenza della sua datrice di lavoro “Una bella iniziativa, se non fosse che noi siamo l’unico night club e il Bloody Dawn non ha le nostre competenze. Non ci sarebbe gusto a sfidarli. Come si dice? Dobbiamo essere generosi con chi ha meno di noi, bisogna dare il buon esempio”
La figlia di Lucifero scosse la testa, nella mente l’angelo dalla camicia rossa con cui aveva danzato e a cui aveva tolto la memoria “E chi ha parlato del Bloody Dawn? Io stavo puntando a qualcosa di più alto”
E con fare sornione puntò il dito in alto. Belial finì di sistemare le bottiglie e ribatté “ Allora è sfida vinta in partenza! Il Saint Gabriel non è degno di sfidarci, non sarebbero in grado di  far ubriacare i Lyared e tu lo sai che è facile farli ubriacare”
Con i Lyared, Belial indicò i demoni dell’ebbrezza, demoni che si ubriacavano con poco e che con poco inducevano ignari e inconsapevoli esseri umani a cadere nei flussi dell’alcool e a renderli colpevoli dei più efferati crimini umani, reati di cui non avrebbero conservato alcun ricordo.
Erano i principali responsabili degli incidenti stradali ma tutto era messo a tacere, per evitare troppe ripercussioni nei tre regni ultraterreni.
Compreso lo sconosciuto Purgatorio, di cui tutti parlavano ma nessuno aveva la prova concreta che esistesse oppure fosse solo una diceria.
“Non sottovalutarli!”
“Noi siamo la pazzia che fa agitare le menti, loro sono la storiella che fa addormentare. Non possono reggere a noi!”
La figlia di Lucifero annuì e poi lo vide andarsene via, non prima di scagliare una freccia a un angelo che danzava sopra una roccia appuntita. Il corpo dell’angelo cadde sul banco agonizzante e la Torturatrice di Anime pose fine alle sue sofferenze con un bacio al cianuro. L’angelo diede un ultimo sussulto, uno sguardo a metà tra il grazie e il va a quel paese e dopo Esthery la buttò sul pavimento, laddove la signora delle pulizie la spazzò via al pari di una cartaccia. E poi il pensiero della demone si rispostò su quel bell’angelo dalle ali bianche, al loro tango sensuale, al loro bacio fino a quando lei non lo aveva fatto addormentare e fatto dimenticare tutto.
I mesi erano passati, molti demoni avevano tentato di graffiarle il cuore ma nessuno aveva lasciato una cicatrice profonda come quell’angelo.
E lei lo sapeva benissimo che la loro storia non poteva funzionare.
Lei era un demone e quindi capace di strappargli le ali piuma per piuma e lui un angelo, capace di convertirla e di distruggerla con un solo colpo, solo grazie all’olio divino che scaturiva dalle sue ali, frutto della sua discendenza da Angelo delle Virtù.
Comunque non c’era sfizio a fare le cose facili.
Si sarebbe dannata ma almeno avrebbe condannato un’altra persona con sé e sarebbe stato bellissimo.
Spalancò le ali e sussurrò vogliosa, combinando i due titoli delle sue canzoni preferite ovvero Bartender dei Lady Antebellum e Pour Sugar On me dei Deff Leppard “Bartender pour sugar on me”
E quando avrebbe voluto che lui le versasse lo zucchero e glielo togliesse con dei baci infuocati, per tutto l’inferno congelato!
E mica era un angelo pudico.
Poi si armò del suo migliore sorriso strafottente e si preparò a servire altri demoni.
                                                                                     *
“Nythiel sta attento!”
Il barista del Saint Gabriel sussultò mentre stava servendo dei clienti. Il vassoio si rovesciò sul pavimento, il succo al mirtillo con acqua di Lete si sparse dappertutto, macchiando tutti i commensali seduti al tavolo.
“Signori, sono mortificato!”
Materializzò un tovagliolo per pulire il disastro che aveva combinato ma il cliente lo fermò per un polso tutto stizzito “Non ti scomodare, non è giornata per te. Torneremo quando sarai operativo e in grado di servirci come si deve. Pretendiamo di avere un servizio decente. Il Saint Gabriel è un bar d’eccellenza e come tale vogliamo che il suo nome venga onorato!”
L’angelo delle Virtù abbassò le braccia con aria sconfitta mentre la comitiva dei clienti se ne andava sconsolata, borbottando tra sé e sé per quanto riguarda l’inefficienza del barista che li aveva serviti.
Stava per raccogliere il bicchiere che era caduto, sentendosi a disagio per le occhiate dei clienti che lo stavano osservando quando una voce comprensiva gli chiese “Che ti succede, Nyth?”
Il ragazzo si girò e vide Lysiel, un arcangelo dai capelli rossi e gli occhi azzurri, esperto di caffè e acque paradisiache, il collega che gli aveva stretto la mano la prima volta che era stato assunto da Gabriel e che non aveva esitato ad aiutarlo ogni volta che ne aveva avuto bisogno, senza chiedere nulla in cambio o rinfacciandogli qualcosa.
E lui non era un tipo da chiedere aiuto, preferiva risolversi le cose da solo.
“Nulla Lys, solo una brutta giornata. Ho bisogno solo di un po’ di tempo per riassettare le idee”
“Non ti preoccupare Nyth, non ti rimprovero come Sylviel. Ripeto, che ti succede?”
Nythiel borbottò qualcosa di incomprensibile imbarazzato, limitandosi a raccogliere il disastro che aveva combinato, le immagini dell’Inferno che lo tormentavano ad ogni minuto del giorno e della notte, quella sensuale demone che lo infiammava tutto e che gli faceva pensare a cose perverse, cose che gli avevano insegnato ad evitare perché non era consono pensare tutto questo in Paradiso.
Si poteva servire l’Inferno ma questo non significava che si dovesse pensare come l’Inferno.
“Ti conosco da quando sei stato assunto qui e credimi posso leggere nella tua anima angelica. Che ti succede?”
L’angelo delle Virtù sospirò, cedendo alle pressioni del suo collega “Hai mai avuto visioni dell’Inferno? Intendo come se ci fossi andato direttamente?”
Lysiel si grattò la testa confuso e poi rispose “Qualche volta mi sono immaginato come fosse l’Inferno, anche tramite i racconti dei demoni che vengono a trovarci ma visioni come se ci fossi stato no! Stranamente il Grande Capo permette ai demoni di salire in Paradiso ma vieta agli angeli di andare all’Inferno. È un controsenso assurdo ma sì sa che gli ordini non si discutono. Perché sei andato all’Inferno?”
Nythiel schioccò le dita e il tavolo ritornò pulito, in attesa che nuovi clienti si sedessero “No, almeno non penso!”
“Allora sta tranquillo! Riprenditi presto, altrimenti non potrò più difenderti da Sylviel. Sai che è il capo del personale e deve far sì che tutto vada al posto giusto. Non possiamo permetterci passi falsi di questi tempi”
L’angelo delle Virtù annuì triste e dopo si ritrovò solo con i suoi pensieri, l’Inferno a essere il centro dominante.
Sarebbe impazzito alla fine.
Ma prima avrebbe voluto un bacio da quel demone.
Perché sapeva che esisteva e alla fine l’avrebbe trovata.
Era questione di tempo.
Non ebbe tempo di riflettere che il bar si riempì di gente e lui dovette concentrarsi.
                                                                              *
“Almeno darò una scossa a quel posto. È un tale mortorio, così almeno conosceranno il brivido”
“Non sembra che tu sei mia figlia illegittima…”.
Esthery fece un sorriso sardonico, il night club al pienone, continuando a spillare birra sanguinaria e ascoltando gli improperi di Alastoir, il coreografo del locale, il quale era infuriato con gli angeli che si rifiutavano di sottostare agli ordini.
“Non vogliamo più ballare!”
“Sono una tipa che impara abbastanza in fretta. E poi ho imparato dal migliore. Con il tuo consenso o senza, andrò fare la sfida al Saint Gabriel”
Lucifero fece un ghigno di approvazione, gettando un’occhiata annoiata ad alcuni demoni che si stava contorcendo a terra, sotto l’effetto potente del Whisky d’Averno, demoni di primo ordine e quindi ancora non avvezzi a tutte le cattiverie “Sicura che è solo per dare una scossa al Saint Gabriel? Oppure centra quel bel ragazzo dalla camicia rossa, il quale guarda caso lavora in quel bar?”
La demone si fermò dal pulire il banco, laddove un demone aveva deciso di rimettere la sua bile nero azzurro “Non sono affari tuoi”
Il Creatore dell’Inferno mostrò i palmi in un gesto di arrendevolezza, un gesto che insospettì parecchio la ragazza “Non giudico, amore mio. Per me rimani sempre mia figlia, indipendentemente se tu decidessi di farti la doccia con l’olio sacro. Ma sai cosa succede ai demoni che si innamorano di uno del piano alto?”
Esthery bevve un lungo sorriso di birra sanguinaria e ribatté sardonica, non credendo per nulla al mito del Purgatorio “Perdonami Padre, perché ho peccato”.
“Dico sul serio…”
In quella frase Esthery captò una nota di preoccupazione e seppe che faceva riferimento a Sereyniel, l’angelo di cui si era innamorato e per cui era stato cacciato dal Regno Celeste, il vero motivo della sua cacciata dal Paradiso, opportunamente mascherato dietro la bugia che Lucifero fosse geloso dell’amore dell’Onnipotente nei confronti del genere umano. Solo che adesso se Esthery si fosse innamorata di Nythiel, sarebbe stata esiliata in Purgatorio.
Se mai quel posto fosse esistito veramente.
Sereyniel era stato il primo demone che aveva visto quando era stata trascinata all’Inferno, il primo mostro che l’aveva dissanguata e trascinata alla casa degli Incubi.
“Non farò il tuo stesso errore, non preoccuparti”.
Lucifero annuì e dopo se ne andò via, lasciando Esthery ancora più determinata a sfidare il Saint Gabriel e a incontrare Nythiel. Presa da un’improvvisa ispirazione, materializzò una piuma di fuoco e cominciò a scrivere proprio mentre il dj metteva su la canzone dei Lady Antebellum, ovvero Bartender.
Zucchero,
piccoli granelli di piacere,
a volte,
bianco,
come la luna nel cielo,
falce argentea in una volta scura,
a volte,
bruno,
come sabbia laddove camminare.
Si modella,
tra le mani,
creando voluttuose creazioni,
appagamento dei sensi,
un lungo bacio,
piccole scariche di adrenalina,
desiderio che trascende nel sublime.
Cioccolato,
nera essenza,
miele,
ambra da gustare,
i nostri sguardi sono profusione di sapori,
si riflettono,
si scrutano,
siamo zucchero infuocato,
mirtillo rinfrescante,
io inverno con l’animo primaverile,
tu primavera invernale.
Zucchero,
piccoli granelli,
caramello tra le nostre dita,
un istante erotico,
un orgasmo di emozioni.
La figlia illegittima firmò la poesia e dopo la bruciò. Adesso doveva convincere Userfy, il mediatore tra l’Inferno e il Paradiso a dare la comunicazione della sfida. Le sarebbe costato tre frustate sulle ali ma ne sarebbe valsa la pena.
“Bartender pour sugar on me”
                                                                                            *
“Adesso basta!”
Il barista del Saint Gabriel saltò in aria mentre si accingeva a servire un cappuccino celeste a un gruppo di angeli bambini. Posò il grembiule e si preparò all’ennesima sfuriata di Sylviel, il quale era intenzionato a riprenderlo per ogni minima cosa.
Compreso il fatto di non controllare la durezza dell’acqua nella macchinetta del caffè.
O altre sciocchezze come non avere pulito i tavoli, ogni cosa storta doveva essere attribuita a lui. E che cavolo, non era l’unico che lavorava in quel locale, era distratto questo sì ma il suo lavoro lo sapeva svolgere e non doveva essere ripreso per ogni minima cosa. Vide Sylviel fissarlo con gli occhi di fuoco, le mani sui fianchi, le ali tese.
“Adesso cosa ho fatto?”
“Cosa hai fatto? Vieni!”
Il collega lo prese malamente per il braccio, facendolo uscire dal bancone, sotto lo sguardo sgomento dei clienti appena arrivati e lo portò in saletta, laddove un Serafino era in preda alle convulsioni, il bicchiere del frappè ridotto in mille pezzi, le ali dell’angelo in fiamme.
“Che cosa ho fatto?”
“Hai servito un frappè infernale, ecco cosa hai fatto!”
Il barista inorridì, ripensando a quanto aveva preparato il frappè e gli aveva aggiunto un po’ di fiamme infernali al posto delle nuvole del Paradiso.
“Vado ad aiutarlo!”
“Non ti azzardare a complicare la situazione! C’è un altro Angelo delle Virtù che si sta occupando di lui”
Un angelo paramedico alzò la mano in segno di saluto mentre somministrava un potente sedativo per calmare i tremori e una soluzione d’acqua paradisiaca per fermare l’auto-combustione delle ali. In poco tempo il Serafino tornò ai valori normali e l’infermiere gli disse “Ce la fa oppure vuole fare degli accertamenti per essere sicuri?”
L’angelo sbattè le ali per riprenderne il controllo, ignorò totalmente la domanda del paramedico e si rivolse ai baristi in tono grave “Chi mi ha preparato il frappè?”
Ci fu un momento di grande imbarazzo tra Sylviel e Nythiel e alla fine l’Angelo delle Virtù abbassò la testa con aria mortificata, assumendosi tutte le responsabilità “Sono stato io, vi chiedo scusa”.
Il Serafino lo guardò con aria di superiorità e dopo si addolcì, capendo che era stata una cosa incidentale e non voluta “Per questa volta non avvierò un provvedimento disciplinare nei tuoi confronti”.
Sylviel rimase basito, capendo che il Serafino era un Nasyere, un angelo militare abilitato a controllare i vari bar della zona e un suo provvedimento poteva portare o alla sospensione temporanea della licenza del bar oppure alla chiusura definitiva del locale.
Dalle stellette che aveva sopra le spalle, era un Tenente Colonnello di Quarto Grado.
Avevano rischiato grosso.
“Il Saint Gabriel è un’eccellenza in Paradiso” continuò il militare scrivendo su un taccuino di polvere di stelle “E può capitare a tutti una piccola distrazione, non siamo mica come l’Onnipotente che non possiamo sbagliare. Ovviamente con la promessa che tutto questo non accada più, non è vero?”
“Certo, signore”
“Bravo ragazzo!”
E dopo il militare diede un buffetto alla guancia destra di Nythiel e se ne andò con le proprie gambe, seguito a ruota dall’angelo paramedico. Per un po’ l’atmosfera al Saint Gabriel si raggelò, nessuno ebbe il coraggio di fiatare e dopo Sylviel urlò “Vattene al bar, hai combinato troppi disastri”.
“Starò più attento, lo giuro”
“Starò più attento, lo giuro” gli rifece il verso Sylviel, la faccia deformata dalla rabbia e strattonando la camicia rossa “Non sei attento! Specialmente da quando…”
E si fermò imbarazzato, capendo che si era spinto oltre e che c’era il segreto istruttorio.
“Da quando?”
Il Principato si mordicchiò le labbra, pensando al fatto di dirgli la verità “Nulla”
“Da quando?”
Sylviel cercò con gli occhi i suoi colleghi, fino a quando non comparve Lysiel, il quale senza peli sulla lingua annunciò a grande voce davanti a una saletta gremita di gente, incurante della bomba che stava gettando “Da quando sei andato all’Inferno!”
Nythiel spalancò gli occhi stupefatto e d’un tratto tutto si fece chiaro.
Nella sua mente si stagliarono i ricordi di lui e Jophiel che scendevano all’Inferno per partecipare all’inaugurazione dell’Hell’s Fire, gestito da Esthery in persona, lei che si era presentata con il seno al vento e aveva pronunciato la frase che il Saint Gabriel aveva rubato le fiamme e allora lei avrebbe preso il Cielo…lei che faceva acrobazie e che lo coinvolgeva in una danza…
“Adesso mi ricordo”
“Che l’Onnipotente ci protegga!”
A un certo punto tutto fu interrotto da una colonna di fuoco nero e piume d’angelo, il modo di comunicazione dell’Inferno. Al suo interno comparve un demone dalle corna di toro e dalle ali di drago, il mediatore tra i due regni ultraterreni principali.
Userfy.
E quando compariva, non presagiva nulla di buono.
“Sto interrompendo qualcosa?”
“Ci mancavi solo tu. Ambasciatore porta pena a quanto pare!”
Il mediatore si leccò i denti appuntiti e sorrise sornione “Sylviel, che caloroso benvenuto, tu sì che sai come eccitare un demone!”
Tutti si girarono verso Sylviel, il quale borbottò qualcosa di incomprensibile. Non capitava tutti i giorni che Sylviel si imbarazzasse per qualcosa, di solito non lo smuoveva niente e nessuno. Ed erano capitate giornate in cui Succubi dal seno prosperoso avevano tentato di sedurlo in tutti i modi ma ricevendo solo due di picche.
“Dai, capita a tutti di avere un momento di follia. Solo che la prossima volta metti il burro cacao, ho le labbra tutte screpolate”
Il Principato arrossì e se ne andò via. Il mediatore dell’Inferno gli urlò “Amore cosa mi metto stasera? Il perizoma o il tanga?”
Nella saletta calò il gelo e Lysiel domandò furioso “Che cosa sei venuto a fare qui, a parte molestare Sylviel e interrompere il nostro servizio?”
Userfy si grattò la testa e rispose “A parte che non dovrebbe vergognarsi di avere una storia con me e sono dannatamente serio in questo, l’Hell’s Fire vi sfida”.
“Stai scherzando?”
“No, non sto scherzando, caro angioletto dalla camicia rossa. L’Hell’s Fire sfida il Saint Gabriel per una sfida con i cocktail divini. Esthery mi ha pregato o meglio mi ha tormentato di dire che sarà Nythiel il suo degno avversario”
L’Angelo delle Virtù posò il vassoio con le tazzine sporche “Perché io?”
“Perché sei il Maestro di Cocktail e perché la ecciti”.
L’angelo rabbrividì, pensando ai baci sul collo e dovette calmarsi prima di avere una reazione inattesa davanti a tutti. Userfy richiamò la colonna, materializzò un orologio fatto di sangue e ossa “Mi raccomando, non fatela aspettare troppo. La pazienza non è la sua virtù”
E poi calò il silenzio.
Nella mente di Nythiel si stagliò l’immagine di Esthery che lo baciava appassionatamente, poi i suoi occhi castani si oscurarono e cadde a terra.
                                                                                            *
“Sempre con le mani in pasta Nikiel. E non è una battuta a doppio senso”
Il capo pasticcere del Saint Gabriel continuò a modellare la pasta, facendo un mezzo sorriso. Era da tempo immemorabile che non sentiva quella voce, da quando era un umano, il quale gestiva un noto bar in un’anonima cittadina nel Sud Italia.
“Che fai, non rispondi? Lo zucchero ti ha ostruito le vie uditive?”
Nikiel smise di impastare e si girò a guardare un’irriverente Esthery, la quale si era appena seduta sul piano di lavoro, macchiandosi tutto il pantalone di tenebra consolidata “Vedo che hai deciso di venirmi a trovare. Paparino ha deciso di farti seguire la retta via! Non è mai troppo tardi per pentirsi dei propri errori”
La figlia illegittima di Lucifero fece una smorfia di disgusto e dopo il suo volto si illuminò di un sincero sorriso. Esthery e Nikiel erano amici di vecchia data, da quando il demone era una cliente affezionata del bar che Nikiel aveva in gestione e dopo aveva deciso di prendere la sua strada, lavorando in un altro locale.
“Non essere così trionfo. In realtà sono qui…”
Il pasticcere la fissò con i suoi occhi color ambra “Vuoi sfidare il mio bar, non è così?”
La demone si portò alle labbra una succulenta fragola e mentre il succo le colava giù per il mento rispose “Sono venuta a darvi una scossa. Sto posto è un vero mortorio!”
“Non sei mai stata brava…”
A un certo punto si fermarono e videro Nythiel arrivare di corsa ed esclamare, le parole che inciampavano in gola “Nikiel, i clienti pretendono di avere i bignè alla crema pasticcera, adesso!”
Il capo pasticcere diede un colpo di mattarello al tavolo, facendo venire un colpo sia a Esthery che a Nythiel. Era difficile che Nikiel perdesse le staffe, era un tipo molto accomodante e il fatto che si arrabbiasse, beh era un evento più unico che raro. Fece un sospiro profondo tentando di calmarsi “Dì ai clienti che sono momentaneamente occupato e che hanno tutta l’eternità davanti”
Poi si portò la mano allo sterno, toccandosi la cicatrice e fece un sorriso amaro. La demone non fece alcuna battuta sarcastica, in quanto sapeva come era morto Nikiel e non era giusto scherzare su questo. Era cattiva ma non spregevole.
Anche i demoni avevano una loro etica.
Nythiel abbassò la testa imbarazzato e fu in quell’istante che la vide, finalmente la demone era davanti ai suoi occhi.
“Tu!”
“Salam aleico, sahuàni àmel al màqha” rispose Esthery in tono sornione.
“Che cosa hai detto?”
Esthery ridacchiò sorniona, conscia del fatto che l’Angelo delle Virtù non sapesse l’arabo e che gli avesse detto Pace a te, sensuale barista e mentì “Chi non muore si rivede”.
Il barista avvampò e si chinò a raccogliere il vassoio che gli era caduto ed Esthery scese dal piano di lavoro, inginocchiandosi davanti e provocandogli il desiderio di baciarla e di possederla nel laboratorio. Come Tormentatrice di Anime, la demone sapeva bene come stuzzicare le corde dell’animo di un angelo, specialmente di uno giovane come Nythiel.
“Cosa c’è? Il gatto ti ha mangiato la lingua?”
E nel dirlo la sua coda da gatto nero si agitò e lo solleticò per tutto il corpo, facendogli aprire le ali e provocando un mezzo disastro, compresa la distruzione della Paradisea Flower, la nuova creazione dolciaria di Nikiel.
Un fiore di loto fatto con cioccolato lunare, polvere di stelle e ghiaccio di cometa.
“Stai attento!”
La Tormentatrice di Anime continuò a stuzzicarlo, sorridendo sorniona, ormai a un passo l’uno dall’altra “Non ho tutto questo tempo da perdere”.
“Cosa ci fai qui?”
“Ah ma allora parli!” esclamò Esthery sarcastica “Non lo avrei mai creduto! Sono venuta a trovare il mio vecchio compagno di disgrazie!”
“Tu conosci Nikiel?”
“Anche gli angeli possono frequentare i bassifondi. Poi non ti pensare, Nikiel è un grande furbacchione, ha le corna lunghe!”
E guardò il capo pasticcere, il quale tutto stizzito stava rimediando al disastro provocato dal barista.
“Gli angeli non possono…”
“Inutile che mi rifili la storiella del fatto che gli angeli non possono frequentare i bassifondi. È un divieto che dovrebbe essere tolto e poi so che ti è ritornata la memoria. Uno scrittore mi ha raccontato tutto. Essere una figlia illegittima hai i suoi vantaggi e ti posso fare i miei omaggi per avere servito un frappè infernale a un Nasyere” gli accarezzò la faccia e sussurrò “Che intenzione hai?”
“Di fare cosa?”
Esthery lo baciò sulla bocca, mordicchiandogli sensualmente il labbro inferiore “Hai intenzione di accettare la mia sfida?”
Nythiel volle ricambiare il bacio ma la demone si scansò divertita “Non ho mai detto che tu potevi ricambiare. Accetti la mia sfida?”
“Sì”
“Bravo ragazzo” la demone strizzò l’occhio destro e dopo se ne andò canticchiando “Mi raccomando Nikiel, non strafare. Riposati”
“Sono un tipo forte. Il mio cuore resiste”
E detto questo il suo sguardo si spostò un portafotografie con un raggiante Nikiel e una squadra di diciannove ragazzi, tra femmine e maschi, che lo abbracciavano calorosamente davanti a una torta al cioccolato, in merito alla festa per il trentacinquesimo anniversario dell’apertura del bar di cui era il titolare sulla Terra.
Per tutto l’Universo, come gli mancavano!
E non erano mancate occasioni in cui aveva sbirciato la loro vita ed era stato contento che tutto stesse continuando per il verso giusto.
“Senza di te, il Saint Gabriel sarebbe vuoto” poi mandò un bacio a un timido Nythiel “ Ci vediamo, angioletto dalla camicia rossa. Mi farebbe piacere rivederti!”
Nythiel rimase lì a fissarla inebetito e per un po’ non seppe cosa fare. Poi Nikiel lo riportò all’ordine.
“La festa è finita, a lavoro!”
                                                                                     *
“Allora che intenzione hai?”
Il barista del Saint Gabriel ignorò deliberatamente le domande insistenti del suo collega mentre cercava di destreggiarsi con due vassoi stracarichi di prelibatezze e di seguire le richieste assurde dei clienti, i quali volevano essere serviti subito e bene.
E meno male che oggi doveva essere il bilancino ad aiutarlo.
“Il mio caffè macchiato di luna!”
“Ragazzo, ti avevo chiesto cinque secondi fa il mio mokaccino di Venere!”
Nythiel pensò che magari poteva avere molte braccia come la Dea Kalì, così almeno avrebbe accontentato tutti e sarebbero rimaste un paio di mani per grattarsi la schiena e il fondoschiena, non appena il tempo lo avesse permesso. Cominciò a servire i clienti con Sylviel che lo seguiva come un cagnolino “Che intenzione hai?”
“Sono cercato dall’Fbi celeste, per caso?”
“Fai poco lo spiritoso, rispondimi!”
“Non sono tenuto a dirti nulla e tu non hai alcuna voce in capitolo per controllarmi! Sei solo una rottura…”
“Sei in un locale pubblico!”
L’Angelo delle Virtù scoppiò a ridere in tono ironico “Te ne sei accorto solo ora! Mi stai rompendo le scatole da più di mezz’ora e sono stato fin troppo paziente nei tuoi riguardi. Sono solo al bar, il mio collega Jophiel è in vacanza con la sua ragazza e tu hai intenzione di tormentarmi chiedendomi in continuazione se ho intenzione di accettare la sfida? Cambia disco, sei davvero pesante!”
“Tu non hai la più pallida di chi ci ha sfidato!”
“Dimmelo tu, Piero Angela. Illustrami chi ho di fronte! Fammi un documentario!”
Il barista del Saint Gabriel servì cinque tavoli in meno di sei minuti e stava per ritornare al banco per prendere altre comande da Frasiel, quando Sylviel ritornò all’attacco “Ti contaminerà l’animo!”
“Almeno darei una scossa alla mia esistenza! Adesso fammi fare il mio lavoro e togliti dai piedi, prima che materializzo il pugnale angelico”
Sylviel lo prese per il polso e tutto il contenuto si sparse per terra, facendo girare tutti gli avventori del locale verso di loro. L’angelo barista pulì il disastro che aveva combinato il suo collega “Accetto”.
E dopo se ne andò via, lasciando Sylviel solo e sconsolato.
All’Hell’s Fire si stappò una bottiglia di champagne di sangue di drago.
                                                                                        *
“Buona giornata Metatriel”
Esthery era vestita di tutto punto e fissò divertita il bodyguard del bar del Paradiso, il quale le puntò la punta della lancia divina al collo “Dove pensi di andare?”
“A bermi un thè al mirtillo, si può?”
“Non sei gradita”
E detto questo la punzecchiò con la lancia per indurla a andarsene via.
“Tu sì che sai come trattare una donna come si deve. Ho avuto una bella giornata e quindi ho voglia di rilassarmi al Saint Gabriel. Come è il vostro motto? La tua dolcezza è il nostro vanto!”
“La dolcezza degli angeli e non dei demoni schifosi come te”
“Come si dice un’accoglienza in grande stile. Calmati tigre, non ho intenzione di uccidere nessuno. Tieni a bada i bollenti spiriti”
“Non sei gradita qui, Lyrt”
Esthery sbuffò risentita, muovendo i capelli ricci a destra e a sinistra “Pensavo che in Paradiso vi insegnassero le buone maniera ma mi sbagliavo. Mi dispiace ho il patentino per torturare ma non per fare la baldracca. Comunque se vuoi una notte movimentata, ti posso metterti in contatto con qualche Succube”
Il bodyguard del locale strinse l’arma a sé, come segnale d’attacco e difesa, ed esclamò “Non sei gradita”.
“Non devo essere gradita a te per entrare nel locale. Mi basterebbe schioccare le dita, strapparti le ali e trascinarti nel punto di sospensione, laddove ogni tuo atomo verrà disintegrato e non ci sarà possibilità di ritorno. Voglio proporre una sfida”
“Una sfida?”
“Una sfida tra baristi del Paradiso e dell’Inferno”
Metatriel abbassò l’arma e ridusse gli occhi a fessure “Un nuovo modo dell’Inferno per conquistare il Paradiso?”
Esthery scoppiò a ridere “Affatto, il Paradiso è così noioso e io non ho voglia di trasformare un luogo movimentato in un mortorio vivente. Voglio solo un confronto tra colleghi”
“Tu sottovaluti troppo il Regno Celeste”
“Io non sottovaluto, io parlo con cognizione di causa. Adesso mi fai passare, così parlo con i tuoi principali e diamo inizio allo spettacolo?”
Metatriel si spostò a farla passare ed Esthery entrò, non prima di avergli lasciato un bigliettino con il numero di una Succube “Sai, ha bisogno di essere consolata”.
L’arcangelo strappò il bigliettino in mille pezzi, furioso perché era stato Lucifero a uccidere la sua amata per mezzo di una Succube e ogni volta che Esthery ne aveva l’occasione, glielo ricordava.
                                                                                            *
“C’è nessuno? Come, mi hanno detto che il Saint Gabriel è un’eccellenza e fate aspettare una signora? Che caduta di stile!”
“Se mai tu fossi una signora”
La figlia illegittima di Lucifero si girò e vide il suo ex angelo custode irrompere in saletta con un vassoio in mano.
“In questo bar sapete davvero come eccitare un demone come me. Dovrei venire più spesso!”
“Esthery!”
“Sylviel” esclamò la demone sorridendo falsa “Ma che bella visione! Ti vedo in forma. Cosa fai, palestra?”
Il Principato le gettò in faccia un thè al mirtillo e gli disse “Sfida me, se ne hai il coraggio”.
La demone inarcò le sopracciglia e bevve il thè al mirtillo che era rimasto nel bicchiere e rispose a tono “Tu che non hai mai preso il patentino? La mia sfida è rivolta a Nythiel e alla creazione del Bacio Divino”
“Io te lo impedirò!”
“Come hai impedito la mia morte in quel vicolo buio? Come ti abbia supplicato di salvarmi e tu abbia fatto finta di non capire e abbia preferito non ascoltarmi? Non fare la morale a me, brutto ipocrita! Ho intenzione di sfidare Nythiel con la preparazione del bacio divino, anche a costo di farmi spiumare da mio padre”
Il trambusto fu così forte che gli altri baristi accorsero a vedere. Qui videro Sylviel borbottare tutto paonazzo “Ho fatto un errore”.
“Hai preferito ubriacarti piuttosto che eseguire gli ordini”.
A quelle parole, l’angelo barista arretrò spaventato e dopo Esthery gli lasciò la mancia ridacchiando “Mi raccomando, non spenderli tutti”.
Per bacio divino s’intendeva un cocktail speciale in cui i due contendenti dovevano mettere un qualcosa che apparteneva all’avversario e questo legava le due anime indissolubilmente, indipendentemente da quante volte i due si allontanassero.
“Che tu possa essere benedetta”
“Mi ha già benedetta la vita! Grazie”
E poi mandò un bacio a un timoroso Nythiel, il quale aveva seguito la baruffa da dietro la cassa. Esthery uscì dal bar, ripensando a un episodio di quando era un’umana e scoppiò a ridere di nostalgia. Poiché Nythiel gli ricordava tantissimo un suo carissimo amico.
Solo che l’angelo barista gli ispirava qualcos’altro.
Era cioccolato voluttuoso con note di peperoncino.
“Domani sera, al calare del sole. Odio i ritardatari!”
*
Finalmente il grande giorno era arrivato. Nythiel si svegliò con il respiro affannoso, la voglia di sfidare Esthery e nel contempo avere soggezione di lei. Nessun angelo femmina era riuscita a farlo smuovere come aveva fatto lei e adesso il giorno tanto atteso era arrivato. Alzò lo sguardo e vide Chylsia, sua madre, l’angelo che lo aveva preso in custodia dopo che era morto ed era iniziato il processo di conversione ad Angelo delle Virtù “Mamma, non dovevi!”
L’angelo era arrivato con un piatto di frittelle di luna appena fatto. L’odore di cannella marina gli arrivò alle narici, facendogli ritornare in mente le gite al mare.
“Sono riuscita a toglierle dalle grinfie di Xeniel”.
Nythiel scoppiò a ridere pensando al fratellino che rubava il piatto di frittelle e se le mangiava davanti a uno spettacolo di stelle comete. Era così birichino da essere amato da tutti, anche dai demoni che venivano al Saint Gabriel.
“Come appetito, non so da chi abbia preso. Comunque non dovevi”
L’angelo lo fissò con i suoi occhi verdi e da un lato non sapeva se essere orgogliosa di quel figlio così coraggioso o tremare per la sua incoscienza. Sapeva benissimo che Esthery lo aveva preso di mira e non avrebbe rinunciato a lui.
“Stai affrontando la figlia di Lucifero, non legittima ma illegittima e quindi doppiamente pericolosa! La sua discendenza umana è un’arma a doppio taglio e ho paura per te. Anche se si tratta di una normalissima gara, ricorda che è un demone e non ci penserebbe due volte a strapparti le ali!”
E io a strapparle le corna d’ariete che ha in testa…anche se dopo pretendo di avere un bacio da lei.
“So badare a me stesso!”
“Andrai in Purgatorio!”
“Sono sempre incline ai nuovi territori. Ci vediamo stasera mamma!”
Chylsia sospirò preoccupata e dopo lo vide andarsene via. In realtà sapeva che Esthery sarebbe stato il suo destino ma sperava in qualcosa di meglio.
Nythiel incominciò a camminare, sapendo che il luogo dell’incontro si trovava a cinque chilometri da casa sua e che la demone odiava i ritardi.
                                                                                        *
“Benvenuti signori e signore…”
“Blah, blah, blah” disse Esthery in tono annoiato da dietro il bancone “Bando ai convenevoli, iniziamo lo show”.
“Esibizionista” borbottò Sylviel a bassa voce, pensando di non essere sentito.
“Ehi Sylv, Userfy mi ha raccomandato che ha prenotato all’Artiglio Rosso! Mi raccomando, divertiti!”
Il Principato la benedisse più volte e dopo iniziò la gara. Ovvero la creazione del Bacio Divino. Il cocktail per eccellenza nei regni ultraterreni. Sospiri di cielo, fiamme dell’Inferno, zucchero di tramonto, cioccolato lunare e un ingrediente speciale.
O polvere di corna di demone o una piuma d’angelo immerse all’interno di un bicchiere di zucchero infuocato.
Dipendeva da chi lo finisse per primo.
“Che la gara abbia inizio”
La figlia illegittima di Lucifero materializzò una corda di fuoco da legare intorno alla pancia e preparò il cocktail a mezz’aria, attirandosi le grida di giubilo dei suoi dipendenti.
“Spero di non distrarti troppo”
Esthery strizzò l’occhio e Nythiel borbottò imbarazzato, muovendo le ali avanti e indietro, in preda alla frenesia. Quel demone gli suscitava istinti primordiali e la sola cosa che voleva fare era baciarla appassionatamente e fare sesso con lei, indipendentemente dal fatto che ci fossero angeli e demoni a guardarli.
Indipendentemente se il Tribunale Celeste gli avesse dichiarati colpevoli.
Il barista del Saint Gabriel continuò a preparare il cocktail divino, tentando di non farsi distrarre da Esthery, la quale continuò a fare acrobazie e a canticchiare “Hey Bartender” dei Blues Brother. La figlia illegittima atterrò nella postazione di lavoro dell’angelo delle Virtù “Scusami, ho finito lo zucchero di tramonto”
E qui cominciò a canticchiare “Pour sugar on me” ovvero “Versa lo zucchero su di me”.
Pour some sugar on me
Ooh, in the name of love
Pour some sugar on me
C'mon fire me up
Pour your sugar on me
Oh, I can't get enough
“Invasione di campo. La demone non sta rispettando le regole, sta tentando di corrompere Nythiel”
“Sono un demone, le regole devono essere infrante! Poi è un angelo delle Virtù! Essere tentato e resistere è nelle sue mansioni. Altrimenti che sfizio c’è a lavorare in un bar?”
Esthery mosse la coda da gatto nero, provocando un brivido di piacere a Nythiel, il quale ci mancò poco che rompesse il bicchiere laddove stava preparando il cocktail.
“Concentrazione, amore mio”
Tutte e due volevano finire il cocktail prima del loro avversario, ne andava della reputazione del locale da dove provenivano, nessuno dei due aveva intenzione di cedere lo scettro della vittoria. Alla fine avevano concordato che in caso di vittoria di Nythiel, la demone lo avrebbe lasciato in pace e non sarebbe salita in Paradiso, pena essere disintegrata atomo per atomo e questo per la creatura infernale era inaccettabile. Esthery spalancò le ali e si scansò appena in tempo per evitare l’attacco di Nythiel. Un fascio di luce partì dalle ali dell’angelo barista e fu quasi per poco che le ali di Esthery non si disintegrarono del tutto.
“Un tipo focoso, mi piace”
“Mi hai sottovalutato”
La demone ridacchiò, virò a sinistra per evitare un attacco a destra e dopo caricò con le sue corna d’ariete, facendo schiantare il povero Nythiel sul banco e distruggendo tutte le bottiglie. Gli bloccò i polsi, poi gli rovesciò un bicchiere di zucchero infuocato sopra le ali e dopo lo baciò tutto.
“Bartender pour sugar on me”
“L’avversaria sta tentando Nythiel. Che qualcuno la fermi!”
“Adesso mi avete scocciato!”
La figlia illegittima di Lucifero schioccò le dita e il tempo si fermò. Tutti erano immobili tranne loro due ed Esthery ne approfittò a togliere lo zucchero dalle sue ali. Poi gli strappò una piuma dall’ala destra e la dissolse nel cocktail.
“Alla tua salute, caro”
Sempre sopra di lui, cominciò a bere il cocktail e Nythiel decise di sfruttare quel momento. La fece avvicinare a sé, gli occhi demoniaci che incontravano quelli angelici, il cielo di sera che incontrava il tramonto “Promettimi che sarò io l’angelo a cui farai perdere sempre la memoria. Che tenterai sempre me”
La gestore dell’Hell’s Fire ridacchiò compiaciuta del fatto che avesse attirato l’attenzione dell’angelo barista “Abbiamo un’eternità per dimenticarci e per rinconquistarci. La nostra storia non è finita qui, è solo un atto!”
E dopo lo baciò, facendogli perdere i sensi e il fatto di averla conosciuta. Doveva fare c0sì, era scritto nel destino delle stelle. Lo scavalcò e dopo cominciò a canticchiare.
“Hey bartender pour ‘em hot tonight
‘Til the party and music and the truth collide
Bring it ‘til his memory fades away
Hey bartender”
E dopo schioccò le dita e Nythiel si trovò con le ali ricoperte di zucchero infuocato.


 
  
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