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Autore: Destiny_96    09/05/2016    4 recensioni
L'horror non è il mio genere. Però mi è stato detto che questo genere di scrittura mi riesce piuttosto bene.
Quindi, perché non tentare?
Una raccolta di piccole storie dell'orrore.
Cruente o psicologiche, a voi la scelta.
A guidarvi in un viaggio un po' cupo e tenebroso ci penso io.
Genere: Horror, Introspettivo, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti
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Shivers


First Shiver – Shadow


 

Freddo.
Intorno a te, un'immensa piana bianca.
I piccoli cristalli ghiacciati cadono, lentamente, giù dal cielo fino a posarsi – silenziosi – a terra.
La neve scrocchia sotto i tuoi piedi.


Crac, crac, crac.


Il suono è attutito, ritmico.
Stai cammimando.
Verso che cosa? Intorno a te è tutto bianco.
Si gela. Non vedi nulla. Ma cammini comunque – attratto, forse, da una tua allucinazione. Probabilmente è la fame.
Sì, sarà per quello.
Te lo ripeti, e vuoi fermarti.
Ma per quanto ci provi, sembri essere in un corpo non tuo.
Continui a camminare.
Cammini, per l'infinita distesa bianca, il crac ritmato dei tuoi passi attutiti da tutto quel nulla.


C'è del fumo.
O forse è nebbia? Sì, è nebbia, non c'è nulla qui.
Non ne sei davvero sicuro.
Magari trovi qualcuno – pensi, magari questo qualcuno può dirti dove ti trovi.
Non ti ricordi? No, non ricordi nulla.
Quando hai aperto gli occhi, era bianco.
Il suolo, il cielo, qualsiasi cosa.


Bianco.


Alla fine era davvero del fumo.
Una casetta, una piccola baita in quella piana bianca.
Sembra quasi essere apparsa per caso.
Ma no, non è mica possibile.
Non l'hai notata prima, tutto qua.
Non c'è nulla da temere, eri solo distratto.
Cammini spedito verso la piccola baita, accelleri il passo.
Non correre, non c'è fretta: mica sparisce, ti dici, mi sembra ovvio.


Di nuovo, quella strana sensazione di non riuscire a controllare il tuo corpo.
Ti muovi.
Ma vuoi davvero muoverti?


Eccola, la porta della baita.
C'è della luce che, fioca, filtra dai vetri appannati.
Ti avvicini – o meglio, il tuo corpo si avvicina, mentre la mente ti dice che non è normale, ti dice di scappare.
Tu vuoi scappare.
Ma non puoi, incollato in questo corpo che non senti tuo.
Eppure sei tu.


Giusto?


Bussi.
Nuvolette di fumo si formano davanti alla tua bocca, il fiato caldo che collide col freddo dell'aria.
La porta si apre.
Sai che non è normale: davanti a te non c'è nessuno.
Una porta non s'apre da sola.
Il caldo dell'ambiente ti avvolge.
Ti senti quasi come a casa.
Un momento, però.
Cos'è, questo sentirsi a casa?
Ce l'hai una casa, no?
Sì, impossibile, ti dici. Abbiamo tutti una casa.


C'è il camino acceso, nella piccola baita.
Due comode poltrone posizionatevi davanti, una bella coperta calda sopra ad ognuna.
L'aria ha un odore dolce – di latte caldo e biscotti.
Ti sfreghi le mani intorpidite.
Inizi a scaldarti, ma inspiegabilmente ancora senti freddo.


"Benvenuto."


Qualcuno ha parlato, ti volti, cerchi da dove viene quella voce.
Le noti adesso, le scale che portano al piano di sopra.
L'ombra di una donna proiettata sul muro – probabilmente è in cima alle scale.


"Prego, accomodati. Ti porto una tazza di latte caldo."


L'ombra si muove, aspetti che appaia davanti a te la donna.
Però non succede.
Noti una cosa strana – ambigua a tratti, non può essere vera.


Quella che parla e che viene verso di te, è l'ombra.


Scuoti la testa, sbigottito, sbatti più volte gli occhi.
Non è possibile.
Certamente stai sognando, per forza.
L'ombra ti passa accanto, ti sfiora lievemente il volto.


"Non rispondi? Oh, ma certo, che sciocca. Magari non hai fame."


Senti come se delle mani ghiacciate ti tastino la faccia.
Ti ricordi di qualche vecchia fiaba.
Non quelle melense, ma quelle più crude.
Quelle che da piccolo ti hanno sempre affascinato, proprio una di quelle.


"Però io si."


Senti un dolore pungente ovunque si posano le sue mani.
È come se ti levasse di dosso quel poco torpore accumulato.
Nemmeno il fuoco nel camino ti scalda più.
Batti i denti – ma non fai nessun suono.
Certo, è strano.
Tutto quanto è molto strano.


Qualcosa di caldo e vischioso cade sul pavimento.
Guardi a terra, incuriosito.
È rosso.
Ma come?, ti chiedi, Rosso?
Ti passi le mani sul corpo, le guardi.
Non sono rosse.
Ma c'è qualcosa di strano, nelle tue mani.
Non te le ricordavi così, certo che no.
Non le ricordavi, così scure.


"Ma come, ancora non capisci?"


Guardi la donna – o meglio, quella che credi fosse la sua ombra.
Che cos'è, in realtà?
Intorno è tutto rosso, rosso il pavimento e rossi i muri.
Anche poltrone e coperte sono macchiate di rosso.


"Allora ti do io una mano. Guarda. Guardati. Guarda ai tuoi piedi."


Fai come ti dice.
Percorri la tua figura dal torso fino ai- oh, questo si che è strano.
C'è un corpo, ai tuoi piedi. No, aspetta. È un cadavere, certo, guarda quanto sangue.
Lo guardi. Ha qualcosa di familiare, te lo senti. Osservi meglio.
E allora lo noti, vedi che ci sei collegato, a quel cadavere.


Perché tu, sei la sua ombra.











------------------------------- Angolo autrice -------------------------------

Che devo dire, è la prima volta che pubblico qualcosa del genere qui.
Ho già provato in passato a scrivere un simil-horror, anche se non è davvero il mio genere, e non scrivo nemmeno spesso in seconda persona, a dirla tutta.
Beh, comunque, la povera amica che l'ha letto mi ha detto che non era male e ci sapevo fare abbastanza - ma io sono denigrativa riguardo alla mia scrittura, potrà anche essere perfetta ma per me ci sarà sempre qualcosa che non va xD

Comunque, un bell'applauso a me che posto horror alle due di notte, evviva!

Spero di aggiungere altre storie a questa che voglio trasformare in una raccolta - ogni tanto lo ammetto, mi diverto a lasciar vagare il mio lato più sadico e sanguinolento.
Spero solo di non cadere mai nello splatter - ma non prometto nulla, le descrizioni di interiora possono essere affascinanti, se si usano le parole giuste.

Buon non-sonno!

L'Autrice che dovrebbe dormire ma si sa, le idee migliori vengono sempre sul tardi.

  
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