The End of the Line
Aveva combattuto ed aveva lottato con tutto sé
stesso per poter salvare Bucky dall’intero mondo.
Non appena erano stata vista quella dannatissima immagine che ritraeva l’amico
nella zona dell’attentato al palazzo dove si stava tenendo la riunione delle
Nazioni Unite, nessuno, si era chiesto se fosse una foto vera o falsa, no,
tutti avevano dato addosso al Soldato d’Inverno senza farsi troppi scrupoli.
Alla fine, però, aveva avuto ragione e, perfino le persone più scettiche,
avevano creduto che, almeno in quell’ultimo attentato, Bucky non avesse alcun
coinvolgemento.
Tuttavia, l’amico, aveva deciso di farsi ricongelare.
Già, non aveva voluto sentire ragioni e, credendosi troppo fragile agli
attacchi dell’Hydra, aveva preso quella decisione, ai suoi occhi, atroce e
terribile da accettare.
Combattendo per salvarlo aveva scoperto, ancora di più, quanto Bucky fosse
dannatamente importante per lui.
Aveva assistito al suo ritorno in un sonno forzato,
aveva deciso di guardarlo negli occhi mentre cadeva, ancora una volta, in quel
limbo da cui entrambi erano passati e, nei giorni successivi, si era ritrovato
a riflettere su cosa volesse fare nel suo futuro immediato.
I Vendicatori erano stati sciolti, la sua squadra almeno, ed i compagni che
l’avevano aiutato a liberare il Soldato d’Inverno erano stati sottratti alla
prigionia imposta dallo SHIELD, aveva completato le sue missioni e, ora,
nemmeno Capitan America aveva più motivo di esistere.
- Mi dispiace, Bucky, tra noi due sei sempre stato tu che quello più forte -
Steve osservò il viso dell’amico oltre il vetro della cella criogenica in cui
era addormentato, si morse il labbro inferiore chinando il capo ed appoggiando
la fronte contro quella barriera che li divideva.
Serrò le palpebre cercando di fermare le lacrime che minacciavano di uscire dai
suoi occhi.
La sua mente, il suo cuore, non potevano sopportare di vederlo in quelle
condizioni anche se sapeva che era per il suo bene.
Non aveva voluto impedire all’amico di perseguire la sua decisione ma, alla
fine, anche lui aveva fatto una scelta e, per fortuna, Bucky non era lì per
fermarlo, altrimenti, tutto sarebbe stato più difficile.
Nel momento stesso in cui l’aveva visto ricongelare, il suo cuore, l’aveva già
condotto su un nuovo cammino.
- Ne sei sicuro? -
La voce di T’Challa ferì il suo udito obbligandolo a voltarsi, ricacciò
indietro le lacrime accennando un lieve sorriso.
-Si, ne sono sicuro-
La voce era determinata, sicura proprio come lo sguardo tinto, nel suo
profondo, da quel velo di tristezza che li aveva avvolti da quando aveva
scoperto ciò che l’amico aveva subito in quei lunghi anni in cui erano stati
divisi.
Pantera Nera sospirò, quei due non si erano detti nulla, eppure, era evidente
che ciò che li legava andava oltre il tempo ed oltre qualsiasi ostacolo.
Capiva perfettamente la scelta che aveva fatto Steve Rogers e, malgrado la
disapprovasse come Re di Wakanda, la approvava come uomo.
Il mondo aveva bisogno di Capitan America e, non di uno qualsiasi, dietro la
maschera ci doveva essere Steve Rogers, tuttavia, Steve Rogers aveva bisogno di
Bucky al suo fianco e, per questo, fino a quanto non si fosse trovata la
situazione avrebbero dovuto fare a meno di entrambi.
Il Capitano gli aveva lasciato un compito molto importante, quello di custodirli
e, lui, avrebbe onorato al patto stretto.
Vicino alla cella in cui era stato sistemato Bucky ne era stata posta una
seconda, Steve non ebbe alcun tentennamento ad entrarci per poi girarsi per
rivolgere lo sguardo verso il Re di Wakanda che, fino a pochi giorni prima, era
stato un suo nemico e, ora, sarebbe divenuto il suo custode.
-Grazie-
Disse solo, tutta la tristezza che gravava sul suo cuore scomparve quasi
all’idea che, al suo risveglio, Bucky sarebbe stato al suo fianco sano e,
soprattutto, con la mente libera dal giogo dell’Hydra.
I dottori iniziarono a muoversi per attivare la macchina che iniziò,
progressivamente ad abbassare la temperatura della cella e, successivamente, ad
immettere i vapori che avrebbero congelato Steve nella medesima maniera in cui
avevano congelato il Soldato d’Inverno.
Steve avvertì il freddo, lentamente, pungergli la pelle e, le palpebre, farsi
sempre più pesanti.
Si voltò per un’istante verso Bucky, quando il sonno, ormai, stava per
conquistarlo totalmente e lo osservò dormire.
Non era certo la prima volta che lo vedeva dormire ma, ora, era diverso.
Sarebbero stati insieme nel sonno e nel risveglio.
Proprio come quando, da piccoli, dormivano insieme e, al mattino, chi si
svegliava prima prendeva a cuscinate l’altro per obbligarlo ad alzarsi.
Insieme.
Le labbra si piegarono verso l’alto in un lieve sorriso e, dopo una manciata di
secondi, chiuse gli occhi.
-Resterò con te fino alla fine, è una
promessa-