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Autore: pandafiore    12/05/2016    6 recensioni
[Post-Epilogo] {Per il momento incompleta.}
Capitol City si è ribellata.
La Paylor è morta, e, con essa, ogni speranza di un futuro felice per i distretti.
Gli anni sono passati, le cose sono tutte cambiate, il mondo è di nuovo sottosopra; tutto è diverso, tutto è come prima, ma in particolare una cosa è tornata: gli Hunger Games.
Chi vi parteciperà?
Beh, per la prima volta vedrete degli Hunger Games con personaggi che non vi aspettate, perché, a partecipare a questa nuova Edizione saranno proprio loro: i figli dei tributi sopravissuti.
I figli di Peeta e Katniss.
I figli di Johanna, Finnick, e molti, molti altri.
Chi vincerà?
Genere: Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bimba Mellark, Bimbo Mellark, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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1.

 

Non è giusto.





La mamma grida.
La mamma grida e il papà piange. Piange tanto, ma cerca di non farlo vedere alla mamma, perché sa che peggiorerebbe la situazione; tenta, invece, di sostenerla, di dirle che va tutto bene.
Ma la mamma è in un mondo tutto suo, fatto di Arene, di incubi, di morti.
Perché è qui che dobbiamo andare, io e Daisy, tra poco più di una settimana.
-Non è giusto!- Grida, la mamma, e papà piange e dice in modo sommesso che è d'accordo. Si strappa i capelli, la mamma, su quel divano così logorato dagli anni, dalle lacrime versateci sopra. Ho sempre amato i capelli della mamma, sembrano inchiostro che cola, liscio e morbido. Daisy ce li ha come lei, ma gli occhi ce li ha come papà. Sono blu, di un blu impossibile, ed odio vederli piangere, ora, mentre si aggrappa con ogni forza al mio braccio.
Lei è più forte di me, Daisy. Eppure è lei a piangere, ora, quando la morte è prossima. Io non verso neanche una lacrima, perché è giusto così. Perché questo è il destino e noi dobbiamo accettarlo.
Guardo il fuoco, sfavillante e allegro, che scoppietta felice nel caminetto, e mi hanno sempre detto che mia madre era il fuoco, che lei, quelle fiamme, ce le aveva dentro. Da piccolo avevo paura e scappavo quando mi dicevano queste cose, ma poi ho capito. Mamma è la ribellione, mamma è il fuoco della speranza. Io vedo ogni giorno nei suoi occhi - grigio liquido, come i miei - gli incubi che lei tenta di celare dietro le sue iridi ferree. Ma non è più forte come una volta, non potrebbe più prendere per mano una popolazione e portarla sotto la sua ala fino alla liberazione, perchè ora sono riusciti a spezzarla, rubandole l'ultima cosa che le rimaneva: i suoi figli.
E non farà, non potrà fare nulla per impedire che noi andremo là dentro, perché è già un miracolo che non la abbiano uccisa, con il nuovo governo. Hanno detto che è inutile farla fuori, ma ogni singolo giorno riceve minacce di morte, se solo osasse far scattare una scintilla.
Ma lei non lo fa. Non ancora. Perché ora deve combattere, da fuori, perché lei non sarà dentro l'Arena. Perché lei ci guarderà morire su uno schermo televisivo.
-Staccati.- Sibilo a mia sorella, quella che dovrebbe essere forte; quella che dice di esserlo, ma che non lo è. Mi guarda con i suoi occhioni blu, che sembrano due laghi placidi, tranquilli, che stanno per rigettare tutta l'acqua su due guance arrossate, tristi. E mi si spezza il cuore.
-Non possono farlo. Non è giusto!- Continuano i lamenti, in litanie strazianti, per la notizia che è stata data cinque minuti fa dal nuovo presidente in carica, Cruel.

Siamo seduti sul divano, come ogni sera, da quando hanno instuarato il coprifuoco. Daisy sta per terra, a pancia in giù, dondolando le sue esili gambe veloci, osservando con i pugni sulle guance, per reggersi la testa che non vede l'ora di andare a dormire, il primo discorso del nuovo presidente.
Mamma e papà commentano, o meglio, papà parla, mamma è in un mondo tutto suo.
-Abbiamo deciso in comune accordo che, per la salute e la prosperità di un nuovo Mondo, da quest'anno ricominceranno gli Hunger Games!- Ha la voce calda e avvolgente, mentre la sua faccia esprime un distacco unico, così in contrasto, così odioso. La barba bianca gli riveste gran parte del volto, e da questa sporgono due labbra rosse e sanguigne. Gli zigomi alti, forse ritoccati chirurgicamente - come tutto, a Capitol City -, e le sopracciglia folte e bianche a loro volta. Il suo volto è già un contrasto di colori, tra vermiglio e bianco, in più vi si aggiungono le iridi, glaciali, scattanti, rossiccie.
Ciò che più mi incuriosisce di quel volto sono le due piccole cicatrici che gli segnano il dorso del naso.

Mamma, all'annuncio dei nuovi Giochi, scatta in piedi, pronta a scappare nei suoi boschi, ma papà le tiene un polso, negando piano con la testa. Non so cosa significhi, ma spesso loro parlano senza parole, fanno discorsi di silenzi, e si capiscono, non so come. Come oggi, che mamma torna a sedersi, tremante, sul divano, con le ginocchia al petto, come una bambina.
Un ragazzo con una scatola di cuoio marrone dall'aspetto antico, porge un plico di lettere ingiallite al presidente, che raccoglie quella della 76^ Edizione. -Ci eravamo bloccati alla 75^ Edizione, quella della memoria. Per colpa di due ragazzini innamorati... e non siamo più andati avanti.- Guarda fisso le telecamere con i suoi occhi rossicci, con tono disgustato per questi "ragazzini innamorati", e sento mamma sussultare, mentre papà tenta di calmarla, sebbene sia palesemente agitato anche lui. -Ed ora, miei cari concittadini, è arrivato il momento di ripercorrere quella retta via, tracciata dai nostri avi. Per questo,- Apre la lettera che tiene tra le mani guantate. -è giunto il momento di annunciare la 76^ edizione degli Hunger Games!- Il pubblico capitolino lo acclama, e stride in applausi ed omaggi, mentre a casa nostra c'è una tensione da morirci. -Nella 76^ edizione, affinché Panem possa ricominciare a vivere nel modo più corretto ed auspicabile, e affinché nessuno - con una ribellione che porterà solamente morte - intralci più, i tributi saranno selezionati tra i figli dei Vincitori, in vita o non.-


Ed ecco perché, ora, la mamma si strappa i capelli e sembra pazza, il papà credo stia per morire di dispiacere, Daisy non mi si stacca di dosso ed io... beh, io mi ripeto nella mente quel gioco che mamma e papà mi hanno insegnato a fare quando sentivo arrivare una crisi, un attacco di panico.

Mi chiamo Ryan Mellark. Ho diciotto anni. Sono figlio dei simboli della rivolta. Loro hanno fatto due Arene. Papà è stato depistato, l'ho scoperto l'anno scorso, dopo un suo episodio. Ma ora sta bene. Ho una sorella, Daisy, ha sedici anni. È più piccola di me. Assomiglia alla mamma, ma ha i begli occhi del papà. Tra poco io e lei entreremo nell'Arena perché l'unico altro vincitore del 12 è Haymitch. E Haymitch non ha figli. Un tributo femmina, Daisy Mellark. Un tributo maschio, io.
E possa la fortuna essere sempre a nostro favore.





______

Buonasera!
Ho deciso si intraprendere questa nuova storia perché sono folle, perché a quanto pare non mi bastano tutte le Long che già gestisco. Ma va bene così, tanto ormai ci sono abituata alla mia pazzia. Pazzia che, oltretutto, decide anche di creare degli Hunger Games con i figli dei Vincitori delle edizioni passate. Con i figli di Peeta e Katniss, mamma mia voglio trafiggermi il cuore con un pugnale, scusate ma soffro troppo.
Va bene, torniamo a noi... questa storia è ambientata dopo l'Epilogo, quando Ryan Mellark ha 18 anni, e sua sorella 16 (ho rispettato il film, non il libro, per questo Ryan è più grande.)
E, giustamente, nell'Arena ci sarà anche il figlio di Finnick ed Annie, ormai grande - e figo -, e molti altri, figli di persone che ho accoppiato a mio piacimento, ma che sono certa vi sorprenderanno. *Momento di grande potere.*

Tanto per darvi una piccola idea dei pochi personaggi presentati fino ad ora:
-Presidente Cruel: Cruel significa Crudele. E qui mi fermo.
-Ryan Mellark: Ryan significa - in non ricordo che lingua - piccolo re. *^*
-Daisy Mellark: Daisy significa Margherita, e ho chiamato così la piccola Mellark in praticamente tutte le mie storie.

Beh, le qualità tecniche e combattive le scoprirete man mano che la storia proseguirà!
Fatemi sapere cosa ve ne pare di questa iniziativa, attendo con ansia anche critiche, perché voglio davvero migliorare.
Grazie.

   
 
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