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Autore: slanif    13/05/2016    2 recensioni
Iaia non poteva crederci. Era un incubo. Un incubo orribile, opprimente, schifoso.
E pure lei si sentiva uno schifo. E oppressa. La realtà la stava schiacciando. Merda. Non avrebbe mai immaginato che avrebbe vissuto così il giorno del suo compleanno; che, rientrando a casa da un viaggio di lavoro in Italia, avrebbe visto… questo.
«Che cazzo succede qui?»
Genere: Comico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Choi Siwon, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Di mini-Tori, cowboy donne e Rodei
di slanif

 
 
 
 
Iaia non poteva crederci. Era un incubo. Un incubo orribile, opprimente, schifoso.
E pure lei si sentiva uno schifo. E oppressa. La realtà la stava schiacciando. Merda. Non avrebbe mai immaginato che avrebbe vissuto così il giorno del suo compleanno; che, rientrando a casa da un viaggio di lavoro in Italia, avrebbe visto… questo.
«Che cazzo succede qui?», abbaiò e gemette insieme, disperata e furiosa allo stesso tempo. Singhiozzò, per giunta, e la sua voce si strozzò; il viso si deformò in un’espressione di puro dolore. Ma non cedette. Non arretrò neanche di un passo. Non esisteva che se ne andasse senza prima aver sentito cosa aveva da dire e soprattutto senza prima aver detto esattamente cosa ne pensava a riguardo.
Il sobbalzo che giunse dal letto e il groviglio di gambe, braccia  e lenzuola le provocò un vago senso di trionfo. Se non altro, si augurava gli prendesse un infarto.
«I... Iaia... amore... sei tornata prima!», balbettò Siwon, arrossendo come un idiota, fissandola stralunato mentre cercava di ricomporsi e di dare alla scena una parvenza di un po’ meno schifo, anche se era seriamente impossibile.
Iaia puntellò le mani sui fianchi e fissò con gli occhi ridotti a due fessure quell’uomo che credeva la amasse e che di sicuro lei amava, da dietro la montatura bianca degli occhiali. «Amore?», ringhiò. Le riuscì così bene che – irrazionalmente – sentì la mancanza dei suoi due barboni, Luke e Leila, rimasti nella sua casa d’infanzia con i suoi genitori. Se l’avessero sentita, come minimo gli avrebbero risposto con un abbaio.
Siwon ebbe almeno la decenza di rimanersene zitto e di stringere le labbra a una linea sottile mentre la donna stesa vicino a lui cercava di coprirsi quanto più possibile col lenzuolo, tentando di nascondere la mercanzia. Iaia avrebbe voluto dirle che non serviva che si sforzasse. Non era niente che lei non avesse e soprattutto aveva visto tutto benissimo quando era entrata e suddetta donna era sopra al suo uomo e lo cavalcava come fa un cowboy in un Rodeo nell’Arena col Toro. Voleva dirle che probabilmente conosceva la sua anatomia meglio del suo ginecologo.
Avrebbe anche voluto dire a Siwon che di certo non aveva niente del Toro, ma si trattenne. Che senso avrebbe avuto? Nemmeno a dargli la soddisfazione di pensare che rimpiangesse quel coso minuscolo che gli pendeva tra le cosce. Sapeva usarlo bene, ma questo non lo avrebbe mai ammesso a voce alta. Che si fottesse. Anzi, che si fottesse quella sciacquetta e se ne andasse. A ‘fanculo.
Senza neanche ragionare, si avvicinò a passo di marcia verso il letto e con una forza che non credeva di avere, strappò via le lenzuola di dosso da Siwon e dalla sua amante, facendole volare alle sue spalle. Quindi se li ritrovò nudi davanti e... scoppiò a ridere. La situazione era così ridicola! Due idioti, colti in flagrante, che cercando disperatamente di coprire quanto più possibile con mani e cuscini, nudi come vermi. Tutte le grazie esposte. Probabilmente era lo schock, a farla ridere, ma aveva intenzione di goderne finché sarebbe durato. Ci sarebbe stato tempo dopo, per la depressione, quando non c’erano occhi e orecchie indiscrete ad assistere al tracollo.
«Alzati.», disse, cercando di smetterla di ridere, riferendosi alla donna.
«C... come...?», balbettò lei, che era giovane e bella e con due tette notevoli. I setosi capelli neri erano molto più erti dei suoi e molto più lunghi. Gli occhi neri truccati pesantemente. Aveva anche un po’ di rossetto rosso sbafato su una guancia, da tanta era stata evidentemente la foga dei loro baci.
Iaia si abbassò e afferrò lenzuola e vestiti sparsi. Li aggrovigliò tra le braccia e si diresse alla finestra.
«C... cosa stai facendo, amore?», balbettò Siwon, sempre più in confusione. Sempre più colpevole.
Iaia si girò per un secondo a guardarlo, ferma davanti alla finestra. Amore. Di nuovo quella parola. Come se potesse esserci dell’amore per lei, in quella situazione. Ridicolo.
Senza neanche pensarci due volte, spalancò la finestra e senza nessuna esitazione buttò tutto di sotto. I vestiti, le mutande, il reggiseno, i boxer e le lenzuola volarono giù lentamente per dieci piani, finendo poi chissà dove sull’asfalto della strada trafficata sotto di loro.
L’urlo indignato che lanciò l’amante le perforò le orecchie, facendole definitivamente saltare i nervi, così afferrò le scarpe di lei e lanciò di sotto anche quelle, perché almeno una soddisfazione voleva togliersela. Erano Louboutin con tacco a spillo color pesca e di sicuro erano costate un occhio della testa; ma cosa le importava? Quella donna era stata a letto col suo uomo, a cercare di diventare la prima cowboy donna (e probabilmente anche uomo) di Seoul; come potevano biasimarla che aveva deciso di compiere uno scarpificio? Anzi che non ci lanciava lei, giù dalla finestra. Avrebbero dovuto darle un premio, altroché!
«E ora, cara mia, fuori dai piedi.», aggiunse, tornando a guardarla con le mani sui fianchi. Parlò con tono calmo e quasi cordiale prima di aggiungere con uno sguardo carico di folle rabbia: «A meno che tu non voglia eseguire un tuffo carpiato fuori dalla finestra alla ricerca delle tue Louboutin
Qualcosa nel suo tono, o forse quello sguardo, fecero convincere la donna che era meglio battere in ritirata e, con sua somma soddisfazione, Iaia la vide uscire dalla porta di casa sua completamente nuda. Si augurava che il portiere, vedendola, la denunciasse per atti osceni in luogo pubblico.
Mentre lo pensava, andò di gran carriera in cucina, aprì un cassetto e prese un coltello. Quindi tornò in camera e con lo sguardo folle di un assassino psicopatico, guardò il suo fidanzato fedifrago dritto negli occhi e disse: «E adesso a noi due, traditore.»...
 
Si svegliò di soprassalto, con ancora il rumore dell’urlo disumano – e vagamente isterico e femminile – di Siwon nelle orecchie.
Si guardò intorno, confusa: era nel suo letto, sotto le sue coperte. La luce filtrava appena dalle finestre.
Si girò a guardarle. Erano chiuse.
Le fissò per un po’ con aria confusa, e quasi ebbe un infarto quando sentì il materasso muoversi nonostante la sua totale immobilità. Si girò di scatto e alzò un sopracciglio quando vide Choi Siwon, il fedifrago, placidamente addormentato vicino a lei.
Alzò il lenzuolo. A parte un’evidente nudità, non c’erano segni di lame sul suo corpo.
Strano...
Eppure era convinta di averlo accoltellato diverse volte, soprattutto all’addome. Insomma, gli aveva fatto male. Com’era possibile che fosse tutto intero e non a fettine? E, cosa ancor più rilevante: come era possibile che fosse ancora nel suo letto e non nudo spiaccicato sull’asfalto, con il mini-toro al vento?
Senza nemmeno rendersene conto, cominciò a scuoterlo con ferocia e alla fine, con un grugnito molto poco signorile, Siwon aprì gli occhi. «Che succede, piccola...?», biascicò.
«Sei vivo?», domandò lei, sistemandosi il caschetto dietro l’orecchio.
Siwon la fissò stralunato. «Certo che sì. Che domande fai?»
Iaia lo fissò con aria apatica e addormentata. «Ero convinta di averti accoltellato...»
L’uomo sbiancò un poco. «C... come, amore?»
Lei annuì, convinta. «Sì. Un sacco di coltellate. Proprio con cattiveria. Ti avevo tagliato via anche il mini-Toro.»
«Il... il mini-cosa?»
Iaia agitò una mano in aria, come a dire che non aveva importanza. «Quindi non c’era una bellona tutta tette e con delle scarpe che costano come metà del mio stipendio nel nostro letto, ieri sera, quando sono tornata dall’Italia?»
Siwon la fissò come se fosse completamente uscita di testa. «Piccola, sei impazzita? Certo che no! Ieri sera c’ero solo io, nel letto, nudo, ad aspettarti. E tu hai apprezzato moltissimo la mia sorpresa.», ammiccò.
Iaia lo fissò con aria confusa; poi lentamente cominciò a ricordare. Rivide nella sua testa le immagini della sera prima: lei che rientrava, mollava la valigia all’ingresso e correva per la casa alla ricerca del suo innamorato. Innamorato che aveva trovato al centro del letto, completamente nudo, con le mani dietro la testa, una posa rilassata e le sopracciglia ammiccanti nella peggiore delle sue espressioni derp che – era imbarazzante ammetterlo ma era così – la eccitavano da morire. E beh, il seguito non era adatto ai minori. Ma di sicuro non lo aveva accoltellato. E la cowboy di Seoul era diventata lei, senza ombra di dubbio. E nessun mini-Toro era stato sacrificato per questo.
E, soprattutto, quella scena orribile – del tradimento, non dell’accoltellamento. Quello era stato macabramente divertente – era stata solo uno stupido incubo.
Con una nuove luce negli occhi, sorrise e si piegò verso il suo uomo, sfiorando con le labbra le sue: «Che ne dici di concedermi il bis, visto che oggi è il mio compleanno?», cinguettò.
Siwon la circondò subito tra le braccia: «Ma anche il tris, piccola!» E, con uno strilletto sorpreso di lei, si ritrovarono avvinghiati tra le coperte, la loro Arena personale, a fare un Rodeo degno di questo nome, con tanto di fuochi d’artificio finali.
 
 
 
 

FINE

 
Questa minchiata allucinante doveva essere pubblicata il 10, ma tra una cosa e l’altra non ho fatto in tempo a scriverla, perciò eccola qui, anche se un po’ in ritardo! È stata scritta per la mia amica Iaia89, che il 10 ha compiuto gli anni! Buon compleanno, ciccia! Spero che questa scemenza ti abbia fatta almeno sorridere! XD!

   
 
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