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Autore: Yunomi    15/05/2016    1 recensioni
Zacky chiamava incessantemente, ma sia il cellulare di Brian che quello di Beth risultavano spenti. “Rispondi, lurido pezzo di-”
“Un momento di attenzione, prego.” , fece Matt, piantandosi al centro della navata e con le braccia aperte come un predicatore.
L'officiante lo guardò male.
Tutti gli occhi, compresi quelli gocciolanti di disperazione di Michelle, gli si appiccicarono addosso. “Jimmy qui ha qualcosa da dire.”
Jimmy qui lo guardò come se avesse voluto scuoiarlo e fare paralumi da soggiorno con la sua pelle. Matt, sconvenientemente solenne, gli fece spazio, e si piazzò di fianco a lui con le mani giunte all'altezza della cintura: sembrava un bodyguard di Madonna.
“Ehm...” , iniziò Jimmy, schiarendosi la voce, trovandosi a cercare le parole per la prima volta in vita sua. “Dunque... praticamente, in sostanza, essenzialmente, in concreto, alla luce dei fatti, effettivamente, realment-”
“JAMES OWEN PARLA, per cortesia.” , ululò Valary.
“L'unica cosa di cui siamo certi al centodieci per cento è che Brian ha abbandonato la cappella e mi ha fottuto la macchina.”
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Synyster Gates, The Rev
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ambasciatori di Pace

 

 

Non cercare in un viso la ragione,
in un nome la passione
che lontano ora mi fa.”

(Vedi Cara, Guccini)

 

“Ma guarda tu cosa mi tocca fare per quel cazzone...” , sussurrò Jimmy al cruscotto di un'auto non sua. Guidava con una mano sola e la camicia aperta per far prendere aria ai tatuaggi. L'altra mano schiaffeggiava l'aria fuori dal finestrino aperto. Aveva rinunciato agli occhiali, quella mattina, perché il caldo gli faceva sudare la radice del naso, e non c'era niente, diceva, che gli desse più fastidio della radice del naso tutta sudaticcia.

“Benvenuto nel club.” , rispose il cruscotto.
No beh, non il cruscotto, bensì la proprietaria dei piedi che vi stavano mollemente appoggiati sopra. Il vestito color vino se ne stava rimboccato sulle cosce, e le gambe lunghe e rosee srotolate, sudate, rimpiangenti il freddo pungente del loro paese d'origine.

Celeste Doherty era mezza irlandese e mezza italiana, capitata in California in seguito ad una serie di sfortunati eventi che chiunque la conoscesse si era perso per strada. E nonostante vivesse a San Francisco da più di due anni per via dell'università, ancora non era riuscita ad abituarsi alle giornate calde ed appiccicose che caratterizzavano la West Coast. Le mancavano costantemente le piogge torrenziali e impietose di Milano e le alte scogliere scure che si affacciavano sulle onde roboanti e salate che schiaffeggiavano il mare di Dublino. Ma non lo dava mai a vedere. E comunque, quando le sfuggiva qualche affermazione melanconica sulle uniche due città che avrebbe sempre portato nel cuore, erano sempre rivolte ad un pubblico ristretto di persone accuratamente selezionate nella sua cerchia di conoscenze.

“Benvenuto nel club?”

“Esatto.”

Jimmy la guardò, enigmatico.

Celeste inspirò un boccata di aria: le sembrò di stare respirando vapore sopra una pentola d'acqua in ebollizione. “E' la nostra missione, tirare fuori i nostri migliori amici fuori dalla merda praticamente sempre. Io me ne sono fatta una ragione, ormai.”

“Quindi tu e Beth siete migliori amiche.” , replicò Jimmy. “Beth non ci ha mai parlato molto di te.”

Celeste sorrise in un modo così amaro da far pentire Jimmy di aver parlato. “Possiamo essere considerate tali, diciamo.”

Stettero zitti per una manciata di minuti che, dilatati dal caldo come cemento al sole, sembrarono durare anni. Celeste allungò una mano inanellata e accese la radio. Le note di Hammer to Fall dei Queen rimbombavano nell'abitacolo di quel 4x4 che Jimmy aveva sequestrato con la discrezione di un Grizzly in livrea, di Matt, forse. O forse era di Zacky? Boh. Non ne era certo.

D'altronde, prendersi le auto a vicenda era diventata parte della routine, in quello sfortunato drappello di disadattati satanisti.

Every night and every day, a little piece of you is coming away” , cantava Freddie Mercury, insieme alla voce di Celeste, che aveva preso a canticchiare con lui. Imboccarono un'uscita senza mettere la freccia, difatti un orripilante ibrido della Toyota li sorpassò strombazzando a più non posso. Jimmy si sporse dal finestrino: “TI SI E' PER CASO ATTACCATA QUELLA TUA FACCIA DI CAZZO AL CLACSON?”

Celeste rise, continuando a cantare. Jimmy rientrò nell'abitacolo masticando un figlio di troia e un sorriso strafottente.

A lato della strada male lastricata si stagliava il profilo tremolante di un motel che recava, sull'insegna smangiata dal tempo, il nome Deceiver's Inn, scritto in caratteri gotici. Jimmy pensò ad alta voce quanto fosse perfetto per la situazione di merda in cui si trovavano.

Scese dalla macchina, puntandosi le mani sui fianchi mentre Celeste si infilava i sandali. “Si è scelto proprio un ottimo rifugio, il disertore.” , disse, sorridendo alla ragazza.

 

Sotto il portico di legno, all'ombra, se ne stava Brian, appoggiato a una colonna, con una sigaretta che pendeva storta e spenta dalle labbra. Scrutava l'orizzonte. Di fianco a lui, una ragazza con i lunghi capelli castani raccolti in una coda storta e un vestito color corallo guardava per terra. Celeste le si avvicinò.

“Guardi le formiche?” , chiese, dolcemente, quando la ragazza alzò lo sguardo su di lei. “O cerchi quel poco di credibilità che ti era rimasta?”

Beth la osservò altrettanto teneramente. “In altri casi ti avrei più o meno gentilmente esortato ad andartene a fare in culo.”

Celeste le prese una mano, stringendola. “Lo so. Ciao, Brian.”

Il ragazzo le concesse un istantaneo cenno col capo.

Il sole iniziava a tramontare.

“Ciao, cazzone.” , fece Jimmy, materializzandosi di fianco a Celeste. “Sappi che se adesso non ti ritrovi agonizzante in una pozza di sangue come Beatrix Kiddo all'inizio di Kill Bill Vol. 1 è solo grazie a questa fanciulla qui.” , disse, indicando Celeste.

“Grazie?” , rispose Brian, poco convinto. “Cosa avete intenzione di fare adesso, Poliziotto Buono e Poliziotto Cattivo? Riportarci a casa cosicché quelle due ci diano le mazzate che Jimmy ci ha risparmiato?”

“Non proprio.” , disse Celeste, accendendogli la sigaretta. “Io e Jimmy abbiamo affittato una stanza.”

 

Vedi cara, è difficile spiegare
è difficile capire
se non hai capito già.”
(Guccini, Vedi cara)

 

 

“Fantastico. Un matrimoniale.” , si lasciò sfuggire Jimmy, piazzato come un bronzo di Riace davanti al letto a una piazza e mezza che occupava i tre quarti della stanza. Rigorosamente scelta perché di fianco a quella di Brian e Beth.

Celeste sorrise: “Come mai così preoccupato? Hai paura che ti salti addosso nel bel mezzo della notte?”

Lui la guardò, cercando nei suoi occhi cangianti la malizia che quella frase palesemente esplicitava. Non la trovò.

Semplicemente perché in lei non c'era malizia percepibile ad occhio nudo. E mannaggia a lui, che si era dimenticato gli occhiali da vista a casa.

Jimmy non se ne capacitava: non capiva come quella ragazza riuscisse a risultare naive e pura come una rosa appena sbocciata e allo stesso tempo uscirsene con certe esclamazioni che tradivano tutta questa sua aura da Madre Celeste. In effetti capiva perché i suoi genitori l'avessero chiamata così.

Gli piaceva perché era così piena di sfaccettature e ramificazioni tipo foce a delta che gli costavano un profluvio di notti insonni, gonfie di algoritmi e congetture per cercare di inquadrarla. Al contrario del nome che portava con così tanta grazia e pudicizia, Celeste era opaca e complicata, e non trasparente come ci si sarebbe aspettato.

Ma che poi, alla fine, chi se ne fotteva dei nomi? Lui si chiamava James, e James vuol dire “colui che soppianta”. Quando mai aveva soppiantato qualcosa, in vita sua?

“...avo scherzando, Jimmy.”

La sua voce gli arrivò all'orecchio gradualmente, come quando si passa dalla fase REM alla veglia, e il buio si dirada, e si riprende progressivamente coscienza del proprio corpo.

“Avrei sperato di no.” , rispose, sorridendole. Voleva vagliare le sue reazioni.

Celeste scostò lo sguardo, ma lui capì comunque che stava sorridendo.

“Avremmo potuto fare un salto a casa a prendere un paio di vestiti un po' meno appariscenti.” , aggiunse, accaldata, mentre trafficava nella pochette alla ricerca delle sigarette.

“No. Sei bellissima.”

 

I ain't eez-eh
I'll make you mad.”
(Kasabian)

 

 

“Come sta Michelle?”

“Certo che hai proprio una bella faccia tosta, Bry.”

Un batterista, un chitarrista, una laureanda in legge e una semi anatomopatologa vestiti da cerimonia, seduti all'indiana sulla moquette di uno squallido motel che dava sull'autostrada, muniti di tequila e sigarette invece che di voglia di vivere. Un quadretto da appendere al Wall of Shame, insomma.

“Sentimi bene, James.”

Quando Brian chiamava Jimmy col suo nome per intero si poteva intuire di quanto avesse le balle piene di qualcosa. E sì che Jimmy aveva passato tutta la prima serata a ripetere a disco rotto la suddetta frase.

“Sentimi bene perché non lo ripeterò più: mi hai davvero rotto il cazzo. Lo so cosa ho fatto, lo so quanto mi odia Valary-”

“Credimi, non lo sai.” , interruppe Beth, nascondendosi subito dopo dietro il bicchiere, pieno a metà di liquore. Brian la guardò in cagnesco.

“Dicevo... Lo sappiamo entrambi che abbiamo fatto un grande sbaglio, un grandissimo sbaglio che probabilmente ci costerà ciò che ci resta da vivere. Ma non mi aiuti se continui a comportarti da stronzo e a sbroccarmi contro ogni tre per due. Come se tu fossi il Padreterno, peraltro.

Giust'appunto, spiegami un po' secondo qualche criterio hai scelto proprio Celeste come ambasciatrice di pace? Ti ha fatto qualche memorabile lavoretto di mano in sagrestia?”

“Ragazzi non mi sembra davvero il caso-”

“E' già tanto se non sono entrato qui dentro di retro con il suv di Zachary e non sia andato avanti e indietro sulla tua insensibile salma finché nemmeno tua madre ti avrebbe riconosciuto, in obitorio.” , rispose Jimmy, calmo come un Buddha, abituato ormai alle frecciatine a sfondo sessuale di Brian, accendendo una delle sigarette bianche di Celeste. “E comunque la cosa grave è che tu pensi che la cazzata apocalittica che ha mandato tutto non ti dico dove sia stata fuggire dal matrimonio, dal tuo matrimonio, con la mia Mustang e la tua scopamica.

Brian lo guardò, accigliato, mentre Jimmy passava la sigaretta a Celeste.

“La cazzata apocalittica di cui ti si incolpa, Brian, è che sei tornato insieme a Michelle e, come se non bastasse, ti ci sei pure fidanzato.”

“E l'hai illusa.” , aggiunse Celeste, che fino a quel momento si era tenuta esente insieme a Beth.

“La pensi come lui?” , chiese Brian.

Celeste annuì.

“E certo, dopo che te le porti a letto ce le hai tutte al guinzaglio.” , sbottò, guardando Jimmy con aria cattiva da sopra il bicchiere.

Fu davvero veloce.

Nessuno dei presenti la vide.

Una delle delicatissime e leggiadre mani di Celeste sbatté sulla faccia di Brian a mo' di racchetta da tennis. Jimmy, Beth e lo stesso Brian la guardarono basiti. Celeste, con tutta la sua solita imperturbabile calma, si raddrizzò un anello, che nell'impeto dello schiaffo stava per scivolare dal dito, e si accese un'altra sigaretta. “Come ho detto, non mi sembra davvero il caso.”

“Sei bellissima.” , ripeté Jimmy, suscitando la risata di Beth e della stessa Celeste. “E tu,” disse, indicando Brian, “alla fine la mazzata te la sei presa.”

“Signori, sono dell'idea che nessuno dei due qui sia ancora pronto a tornare a casa, e consequenzialmente affrontare l'ira funesta delle sorelle Di Benedetto. Quindi penso che sia più saggio prenderci qualche giorno per pensare al modo di reagire alla situazione che attenti alla persona di Brian il meno possibile. Anche se, a conti fatti, in tal modo gli si farebbe un enorme favore.” Si alzò, e il vestito le ricadde lungo le gambe come un sipario. “Vogliate scusarmi, credo che andrò a fare una doccia. Mi dispiace che abbiate dovuto assistere a un tale impeto da parte mia, ma d'altronde sono poche le ammirevoli teste di cazzo che riescono a urtare così sensibilmente i miei nervi.”

La guardarono uscire dalla stanza e raggiungere quella a fianco, poi Beth si strinse nelle spalle e si versò un'altro bicchiere di tequila. “Sapete, quando è incazzata sfodera il suo lato più aulico. Lo fa per dare conferma di essere superiore a certe minchiate.”

Scoccò un'occhiata a Brian, come a dirgli te la potevi evitare perfettamente, e uscì sul terrazzo a fumare.

 

Niente paura,

ci pensa la vita,

mi han detto così.”

(Ligabue, Niente paura)




 

   
 
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