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Autore: Emily27    18/05/2016    8 recensioni
Il valore del gesto di Daryl, nel donarle la rosa cherokee, ha accompagnato Carol per tutto il tempo e lo fa ancora adesso che il rapporto tra di loro è cambiato.
(Storia partecipante al contest di Biancarcano: "Oggetti e giocattoli dimenticati... o ricordati?")
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Carol Peletier, Daryl Dixon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cherokee rose






 
Aveva ripulito e messo in ordine il camper, rendendolo più accogliente per quando Sophia sarebbe tornata da lei. Innumerevoli volte aveva immaginato quel momento, pensando a come l'avrebbe stretta a sé, per non lasciarla mai più. Per ora restava solo un sogno e una speranza cui aggrapparsi tenacemente, lei era chissà dove a piangere, patire la fame e volere la sua mamma. Con il cuore stretto in una morsa, Carol continuò a cucire, tenendosi occupata per non pensare.
Daryl, dopo l'ennesima ricerca, salì sul camper senza sua figlia, ma portandole in dono una rosa cherokee, che aveva sistemato dentro una bottiglietta di birra vuota. La leggenda narrava di come il fiore fosse nato sul sentiero della lacrime, per donare forza e speranza alle madri cherokee che avevano perso i loro figli. Daryl le disse di credere che quel fiore fosse nato per Sophia. Il suo  gesto la toccò profondamente, convincendola che, nonostante le apparenze, in lui si nascondesse un lato sensibile e dolce. Lo guardò con gratitudine, incapace di trattenere le lacrime.
Poi, la dura verità: Sophia era morta da giorni. Mentre tutti continuavano a cercarla, lei si era ormai trasformata in una creatura senz'anima.
Disperata, Carol andò nel bosco dove crescevano le rose cherokee e le strappò con rabbia. Non c'era più speranza, era morta con Sophia.
Una volta sul camper, afferrò la bottiglietta con la rosa e fece per scagliarla a terra, ma si bloccò. Osservò il fiore del quale Daryl le aveva fatto dono con l'intento di confortarla. Daryl, che si era preoccupato per lei e Sophia, che aveva rischiato la vita per cercare la sua bambina. Tenne la bottiglietta tra le mani, mentre una lacrima dopo l'altra scesero a rigarle le guance.
Si asciugò il viso e cercò negli armadietti, finché trovò un rotolo di pellicola per alimenti. Ne prese un pezzo con cui avvolse la rosa, così si sarebbe conservata anche una volta appassita.


Carol, specialmente in quel periodo, pensava spesso a quegli istanti. La morte di Sophia era una ferita che non si sarebbe mai rimarginata, ma lei aveva trovato la forza per andare avanti. Dopo altre perdite, altro dolore e momenti d'incertezza, ora il gruppo si trovava in un posto che appariva sicuro: Alexandria.
Le prime luci dell'alba, filtrando attraverso le tende, rischiaravano la stanza. Adesso poteva dormire in un letto e usufruire delle comodità che Alexandria offriva, sebbene non si fidasse ancora dei suoi abitanti e lo fingesse soltanto. Carol, sdraiata a letto girata su un fianco, lasciava fluire i suoi pensieri verso Daryl e la rosa che le aveva donato. Un lieve sorriso distese le sue labbra, mentre accarezzava il braccio che le cingeva la vita, deliziandosi del contatto della sua schiena nuda contro il petto di Daryl, anch'egli senza niente addosso. Una coperta li riparava entrambi dalla frescura del primo mattino: l'estate stava ormai cedendo il passo all'autunno.
Era successo qualche settimana prima, poco dopo il loro arrivo ad Alexandria. Una sera erano rimasti sul patio a scambiarsi sguardi e silenzi alternati a poche parole, dopo le loro mani si erano sfiorate, le loro labbra cercate, e si erano ritrovati a fare l'amore proprio su quel letto, in maniera così naturale, come se avessero sempre saputo che doveva accadere. I loro gesti, dapprima inibiti, erano poi stati guidati dalla passione. Carol non aveva mai fatto l'amore in modo tanto intenso e coinvolgente. Mai.
Stando attenta a non svegliare Daryl, si sfilò dal suo braccio e scese dal letto, avvolgendosi in un plaid. Sul pavimento erano sparsi i loro indumenti, Carol si chinò per prendere qualcosa dalla tasca anteriore dei suoi pantaloni. Osservò la rosa cherokee protetta dalla pellicola, tenendo tra le mani quel fiore che portava sempre con sé. Da allora, molte cose erano cambiate, lei era cambiata. Era diventata una donna forte e indipendente, anzi, più precisamente, aveva preso consapevolezza della forza e dell'indipendenza che erano sempre state sue, sepolte nel suo intimo, quello stesso luogo dove di tanto in tanto si scatenavano tempeste che aveva imparato a dominare, o almeno ci provava.
Si accorse che Daryl si era svegliato e la stava guardando.
«Voglio mostrarti una cosa» gli disse.
Daryl, incuriosito, si tirò su a sedere sul letto. Carol andò a mettersi accanto a lui e gli porse il fiore, che egli accolse nella propria mano. Non fu necessario specificare che si trattava di quella rosa.
«L'hai conservata per tutto questo tempo?» si sorprese lui.
«Era importante per me, e lo è ancora. Il tuo gesto è stato importante, non l'ho mai dimenticato.»
Daryl abbassò gli occhi sulla rosa e, tristemente, disse: «Credevo di trovarla, volevo trovarla.»
«Lo so. Però mi hai portato questo fiore.» Carol immaginò che lui stesse rammentando quei giorni, ma non voleva che il ricordo gli causasse dispiacere. «Mi ha aiutata, lo sai? Mi ha dato coraggio quando ne ho avuto bisogno.»
«Era il mio intento quando te l'ho donato, allora» affermò Daryl sollevando lo sguardo su di lei.
«L'ho capito in quel momento.»
«Che cosa?»
«Che per me saresti sempre stato una persona speciale.»
Egli parve colpito da quelle parole, e lei poté scorgere sul suo volto l'ombra di un sorriso.
«Credo di non essere mai stato speciale per nessun altro» sostenne Daryl, senza traccia di rammarico.
Carol sorrise e gli accarezzò la fronte scostandogli i capelli. «Sono felice di avere l'esclusiva.»
Daryl posò la rosa sul tavolino da notte, dopodiché i suoi occhi celesti incatenarono quelli di lei per lunghi istanti.
«Carol... Io...» Sembrò sul punto di dire qualcosa, poi tacque. Le prese il volto tra le mani e la baciò.
Un bacio che le tolse il respiro. Carol avvertì un brivido di desiderio mentre lui le faceva scivolare di dosso il plaid, sfiorandole il collo con le labbra e la schiena con le mani, adagiandola poi distesa.
Non servivano le parole, tutto ciò che Daryl provava lei lo sentì nei suoi baci, nelle sue carezze e nei suoi sospiri. Se riuscivi a entrare nel cuore di Daryl Dixon, avevi tutto di lui, senza riserve.
Fecero l'amore come un uomo e una donna che si appartengono l'un l'altra. Come si meritavano.

La vista della rosa cherokee gli aveva riportato alla mente i giorni passati a cercare Sophia. Aveva desiderato fortemente che le ricerche andassero a buon fine, perché c'era una bambina indifesa e sola in mezzo ai pericoli e una madre disperata che l'aspettava. Perché quando era piccolo e si era perso nel bosco nessuno era andato a cercarlo.
Invece Sophia era morta e lui l'aveva presa come una sconfitta.
Era trascorso tanto tempo da allora e Daryl si sentiva cambiato. Aveva conosciuto l'amicizia vera e il significato della parola famiglia, ma, soprattutto, aveva scoperto di saper provare ciò cui ancora non osava dare un nome.
Abbassò gli occhi a guardare Carol, la quale si era addormentata con la testa appoggiata sul suo petto.
Aveva sempre pensato di non essere fatto per quel genere di sentimenti e di legami, era convinto che le cose belle fossero soltanto per gli altri. Non per un bambino cresciuto con le botte di un padre sempre ubriaco, per un ragazzo il cui unico esempio era costituito dal fratello strafatto. Non per un uomo che aveva eretto una barricata intorno al proprio cuore.
Carol gli aveva insegnato di cosa fosse capace quel cuore. Con lei aveva sperimentato l'emozione di fare l'amore e non il mero sesso.
Daryl rivolse lo sguardo alla rosa cherokee e strinse più forte le braccia attorno al corpo di Carol. Adesso c'era qualcosa di bello anche per lui.








Autore su ffz e su efp: Emily27
Originale o fandom: Fandom "The walking dead"
Titolo: Cherokee rose
Oggetto utilizzato: Rosa cherokee
Come è stato utilizzato l'oggetto: La rosa che Daryl le ha donato e da lei conservata, ha continuato a infondere a Carol forza e speranza.




 
  
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