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Autore: Freya Crystal    11/04/2009    2 recensioni
Due anni dopo la morte di Artemisia il Garden viene attaccato da nuovi temibili nemici. Durante lo scontro Quistis sembra essere caduta in mare,poiché il Garden era in volo.Seifer,persa la donna che credeva di amare,non si da pace perché si sente responsabile della sua morte.Ma un giorno una donna bionda con l'aspetto da naufraga viene trovata sulla riva della spiaggia...la perdita della memoria le sarà di ostacolo per tornare a vivere e avere a che fare con la vera se stessa.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quistis Trepe, Seifer Almasy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Shu e Leonheart hanno dovuto prendere un'ardua decisione:lasciare il Garden,abbandonarlo.

-Lo riporteremo in vita,avremo la forza di ricominciare! Ora dobbiamo lottare per sopravvivere e sconfiggere i nemici,se ci riusciremo ricostruiremo un nuovo Garden!-aveva dichiarato quest'ultimo quando tutti fummo riuniti nella Hall. Ha proprio una testa dura lo sfregiato. Forse non sa nemmeno lui cosa sta facendo. Ma in fondo c'è qualcun'altro che lo sa fra noi?

Così ci siamo tutti separati,siamo saliti su dei motoscafi che tenevamo nel Garage in gruppi da cinque,ciascuno con un compito da svolgere ben preciso in una meta diversa,e abbiamo lasciato il Garden in balia della suo destino.Mi tornano in mente le parole di Rinoa.

-La vita è fatta di addii e cambiamenti improvvisi. Solo chi ha la forza di guardare avanti senza mai voltarsi indietro può sopportare il peso dell'innovazione,delle conoscenze e delle scoperte future che accompagnano la nostra vita. Ma l'ottimismo e la forza di volontà non devono mai mancare. Io cerco di sorridere sempre,nonostante tutti gli ostacoli e i dispiaceri che ho dovuto affrontare.-

Quelle parole mi hanno fatto capire una cosa.Devo voltare pagina. Devo ricominciare a vivere. Grazie al mio spirito guerresco e al mio orgoglio,grazie all'ardore del mio animo e alla mia testardaggine, posso trovare anche io un posto nel mondo.Sono ambizioso,perciò arriverò da qualche parte. Diamine,ho ancora 20 anni,se non morirò prima ho ancora tanto da vivere e da imparare.Io non devo buttare via la mia esistenza.Il mio posto è qui.Devo costruire la mia storia:per me e in memoria della mia donna. Voglio vivere nel presente,sia stato quel che sia stato e sarà quel che sarà.

Viaggiare sul motoscafo mi fa pensare al macabro sogno fatto la notte precedente e osservare l’acqua mi da la nausea.
-Ehi Gallinaccio,quanto manca ancora per arrivare?-mi rivolgo a Dincht con aria stufa. Lo vedo irrigidirsi sul sedile e stringere i pugni per la rabbia fino a diventare paonazzo in viso.
-Poco.-risponde a denti stretti-Non hai gli occhi per guardare? Si vede l’isola da qui.-

Dannazione. Neppure stuzzicare Dincht riesce a  farmi distrarre un po’,ora che ha imparato a controllare la sua impulsività. Il che è un vero peccato per me,non potrò più divertirmi a vederlo urlare e agitare i pugni in aria come una scimmia ogni volta che lo prendo in giro. Mi sembra che tutto oscilli intorno a me,perfino il maledetto ciuffo del Gallinaccio. Non avrei mai pensato di poter soffrire il mal di mare
.Dannazione di nuovo!

-Sei sicuro di stare bene? Hai una faccia strana…-mi domanda Dincht.

Okay,dopo avergli sentito fare questa domanda mi convinco  di  non stare affatto bene. Da quando in qua Dincht mi si rivolge in maniera da persona civile ? Forse da quando è morta Quistis,in fondo anche lui ha avuto modo di conoscerla e magari prova una piccola parte di dispiacere che provo io,un dispiacere che lo spinge a trattarmi con compassione e gentilezza quasi. Lo fisso minaccioso,con una perfetta occhiata stile “Fatti-gli-affaracci-tuoi-e-non-mi-scocciare”,e torno a concentrarmi sulla contemplazione delle mie scarpe. Io non voglio essere compatito da nessuno.

-Comandante,siamo quasi arrivati!-annuncia il ragazzetto coi capelli rossi. Gli altri due che erano rimasti silenziosi per tutto il viaggio mi osservano con la coda dell’occhio,intimoriti e assoggettati dalla mia presenza.

Finalmente dopo un’eternità arriviamo alla spiaggia.Mi era mancato sentire la terra sotto i piedi.Siamo costretti a fare la strada a piedi,poiché se fossimo passati direttamente per il porto avremmo potuto trovare la città assediata e controllata dai nemici. E finire dritti nella tana  del lupo sarebbe stata l’ultimo cosa che avrei voluto.

-Muovetevi voi incapaci!- ordino al Gallinaccio che sta attraccando il motoscafo a riva e agli altri tre sempliciotti- Dincht,credi che ritorneremo a prenderlo?? Non ci servirà più! Muoviti!- aggiungo quasi ringhiando. Durante la mia rapida corsa non mi sono nemmeno voltato a controllare la presenza degli altri dietro di me e in un attimo mi sono trovato alle porte di Balamb.

-Stiamo per entrare in un campo minato,dobbiamo fare molta attenzione a ciò che facciamo o diciamo. Anche se non abbiamo avuto tempo di organizzare la missione o di prepararci al peggio,dobbiamo essere molto astuti. Non siete ancora dei veri Seed,posso capire la vostra paura,ma se restiamo uniti…

-Piantala con le tue insulsaggini Gallinaccio. Sono solo un mucchio di parole. Entriamo e basta!- lo interrompo irritato,non lo sopporto quando inizia a parlare come un mitragliatore con quella sua aria pomposa,mi mette un tale nervosismo.

-Calmo,devo restare calmo…-lo sento farfugliare a bassa voce.

La città di Balamb appare deserta.Niente persone,niente macchine,niente rumori. Purtroppo nella nostra fuga improvvisa non abbiamo potuto mettere in atto un piano,dobbiamo perciò seguire il nostro istinto e proseguire senza indugiare. Potremmo rimanere intrappolati,ritrovarci a fare kamikaze con una serie di  soldati,venire catturati e uccisi.Non sappiamo cosa ci aspetta. Ma non possiamo fare altro se non proseguire. Vada come vada…

Col Gunblade stretto nella mano destra mi incammino verso l’interno della città,seguito da Dincht e dai tre buoni a nulla. Balamb è un cimitero. Dopo venti minuti di ispezione mi rendo conto che forse non c’è nessuno veramente,l’intera isola è stata abbandonata. Che ne è stato dei suoi abitanti? Negozi chiusi,strade vuote,tutto perfettamente in ordine,aria piatta.

-Ma che diavolo è successo qui? Chissà dove sarà finita mia madre…-riecheggia vuota la voce del Gallinaccio.

-Hanno portato via tutti. A quanto pare noi cinque siamo le uniche persone presenti sull’isola.

-Allora che dobbiamo fare? Come facciamo ad avvisare Squall?-

-Non chiederlo a me. E stai calmo,dannazione! Piuttosto voi andate a fare rifornimento di armi,cibo e di qualsiasi cosa possa esserci utile. Io andrò al porto a sgranchirmi. Aspetteremo un po’ e se non succederà niente decideremo  quale sarà la nostra prossima tappa.

-Ma quali rifornimenti? Vuoi che saccheggiamo tutti i negozi?-sbraita Dincht irritato.

-Se vuoi puoi anche lasciare i soldi alla cassa,io non ho nulla in contrario,sono problemi tuoi.Ora muovetevi! E vedete di prendere roba decente!-ribatto infastidito e furente. Che razza di domande mi fa? Però è divertente vedere co
me gli altri tre rimangono impietriti tutte le volte che abbiamo un battibecco.

-Zuccone…-sento dire mentre mi allontano per i fatti miei . Non ho dubbi nel stabilire chi possa avermelo dedicato.

L’ambiente che mi circonda è in perfetta armonia con la mia mente:vuoto assoluto,totale annullamento. Non penso a niente e mi lascio piacevolmente catturare dal silenzio e dal suono dei miei passi sull’asfalto. Neppure il vento sospira,ma c’è quella monotona brezza nell’aria a riportarmi indietro di due anni. L’uso dei G.F non ha potuto cancellare la nitidezza di quei ricordi,i ricordi di una canna da pesca e di due…di due…amici?…E’ così che devo chiamare Raijin e Fujin?E’ così che li avrei dovuti chiamare quando erano ancora in vita?

Balamb mi riporta a pensare a quei giorni tranquilli e noiosi,a quei giorni che ho tanto desiderato di poter rivivere. Ma ora posso solo ricordare e gustarne il sapore,non posso tornare indietro. Seifer Almasy passava le giornate guardando il riflesso della sua faccia sull’acqua,proprio lui che amava l’intraprendenza e il rischio,a cui piaceva provare il brivido. Ma almeno così non si preoccupava di niente,se non solo di uno stupido amo da pesca,non aveva nessun compito,nessun dovere,nessun problema,nulla da fare.La sua vita gli piaceva in quel modo,doveva solo aspettare che un qualche insignificante pesciolino abboccasse all’amo. Seifer sapeva stare fermo,poteva vivere davvero senza il bisogno di cacciarsi nei guai.

Avrebbe voluto lasciare immutato il corso degli eventi in quel porto,aveva ritagliato il suo angolo di vita in quello spazio…Ma non avrebbe mai ammesso a se stesso di essersi affezionato al posto che aveva odiato e amato allo stesso tempo.

Si,mi dico,non lo avrei mai ammesso.

Dei rumori di voci mi riportano alla realtà con violenza. Dannazione…ero convinto che non ci fosse nessuno.Il sospetto che i nemici siano in agguato,pronti a tendermi una trappola,tornano a rianimarmi.Sono impaziente di dargli una lezione,stringo il Gunblade e mi nascondo furtivo dietro un bidone.

-Questa poi…trasferire tutti gli abitanti dell’isola a Galbadia in un giorno. Di cosa ce ne facciamo di questa cittadella? Non è adatta per il servizio militare,ne tanto meno per farci da area di rifornimento,è tro
ppo esposta. Se fosse situata in un punto più strategico,e magari anche più fortificata,avremmo potuto utilizzarla da tramite per metterci in contatto con la base…-

La voce che mi giunge alle orecchie è roca,infastidita e scocciata.

-Si,hai ragione. Ma non parliamo così ad alta voce di queste cose! Non si sa mai…-

Il secondo uomo che aveva parlato era più calmo dell’altro,e anche più furbo,dedussi. Avevo una voglia di uscire allo scoperto e rompergli le ossa,ma prima dovevo scoprire da dove provenissero vedendo le loro uniformi. Ma forse stavano giocando,forse mi avevano visto arrivare prima e non aspettavano altro che io uscissi allo scoperto…

-Che diavolo te ne importa? Tanto ora dobbiamo darle fuoco…Hai portato l’esplosivo? Così sarà tutto molto più semplice…

Persi un colpo a quelle parole. Dannazione,dovevo trovare il modo di avvisare il Gallinaccio e gli altri al più presto.Mi dovevo dare una mossa. Quando mi sarei deciso a ritornare nel mondo dei vivi e ad entrare in azione?

-Sai,a volte ti adoro. Hai ragione,così faremo molto prima.-ghignò il secondo uomo con voce sibilante.

-Ma prima prendiamo quei bidoni. Dobbiamo caricarli con noi,dentro hanno molto olio,è prezioso in questo periodo di guerra.-continuò il tizio con voce roca.

Merda.

Ero veramente nella merda se si fossero avvicinati a me. Volevo fare troppe cose in una volta:scoprire di più sulla situazione esterna tramite i nemici,individuare la loro provenienza,dargli una bella lezione,e aspettare che arrivassero il Gallinaccio e company. Ma almeno qualcosa lo avevo scoperto:guerra. Avevano parlato di guerra.

Quindi è già iniziata un’altra epica battaglia per il mondo?Grandioso,sarò in prima fila questa volta, e nessuno mi ruberà la scena.

-Riceveremo uno stipendio favoloso se porteremo con noi tutto quell’olio.-

Stavano arrivando,bene…Sarei scattato prontamente e li avrei fatti fuori prima di dargli il tempo di dire “A”. Sentivo il mio corpo fremere di eccitazione al solo pensiero.

-Carl,aspetta! Sento delle voci!...-dichiarò improvvisamente allarmato il tizio con voce sibilante.

-Stai pronto a fare fuoco,imbecille! Non ti agitare inutilmente.!-si irritò il suo compagno.

Che idioti…Immaginai il Gallinaccio che parlava a macchinetta e a voce alta,come se fosse per le vie del paese dei Balocchi mentre si avvicinava. E infatti…ecco la sua voce squillante e terribilmente fastidiosa giungerci alle orecchie. Si può essere così…idioti?Rovina sempre tutto.

-Avevi detto che non c’era nessuno!!! -Chi può essere questo rincitrullito che parla a vanvera!? -aggredì il suo compagno l’altro con voce ringhiosa.

Bella domanda,pensai. Ora i soldati erano vicinissimi al mio nascondiglio. Potei vederli finalmente,quando mi affacciai furtivo. Indossavano uniformi viola,come quella del soldato che io avevo preso in ostaggio il maledetto giorno dell’aggressione al Garden. La rabbia mi salì come bile fino in bocca,avrei voluto torturarli atrocemente una volta uscito allo scoperto e ucciderli. Ma qualcosa mi tratteneva.

-Perciò dobbiamo solo…-si interruppe bruscamente una voce a me familiare.

-Voi chi siete!?-urlò adirato uno dei soldati.

-Stavamo per farvi la stessa domanda!!! In guardia ragazzi!!- strillò Dincht,comparso assieme agli altri tre.

A quel punto abbandonai il mio nascondiglio e tirai un calcio al tizio più muscoloso che stava per sparare agli altri,il colpo lo fece cadere a terra.Il compagno lanciò una granata che sollevò un polverone immenso,accecante e soffocante e prese a trascinare lontano l’altro soldato.

-Non vedo un accidente! Seifer,fermali!!!-intimò Dincht.Lo intravidi tastare con le mani l’aria attorno a se,gli occhi chiusi per la polvere che gli era entrata dentro.

Agitai il Gunblade invano,non vedevo nulla nemmeno io e tossivo per la polvere che mi ostruiva i polmoni. Maledetto bastardo che aveva lanciato la granata.

-Firaga!!-urlò il ragazzo coi capelli rossi,a quanto pare centrando in pieno uno dei due nemici. Sentii un urlo disumano di dolore e un rantolo soffocato. In seguito vidi il bidone vicino a me prendere fuoco,l’olio aveva reagito all’effetto del gas e stava sprigionando un incendio.

-Carl! Merda!- sentii un oggetto cadere ai miei piedi,sbalzato dal lancio del Firaga. La polvere nera stava svanendo. Un rumore di sparo centrò in pieno uno dei nostri ragazzi.

-Kilik!!-

-Dove credete di scappare!-gridai e mi lanciai sui due soldati che stavano cercando di raggiungere il loro motoscafo per mettersi in salvo. Con due perfetti fendenti del mio Gunblade li disarmai dei loro fucili che volarono lontano in aria.

-Voi due verrete con noi e ci direte cosa sta succedendo!-dichiarai collerico,ormai avevo perso il controllo di me.

L’incendio ormai divampava attorno a noi. Il soldato colpito dal Firaga a stento si reggeva in piedi di suo,l’altro aveva il mio Gunblade puntato alla gola. Dietro di noi Dincht ci raggiunse,mentre gli altri due soccorrevano il ferito.

-Non c’è tempo Seifer! Saliamo sul motoscafo,uno dei soldati aveva un esplosivo che accidentalmente si è attivato quando è caduto per terra! Dobbiamo lasciare l’isola,presto!-

Merda. Rividi a rallentatore la scena nella mia mente. Un oggetto nero,grande come una mano,che volteggiava planando verso il basso,mentre il fuoco si propagava per terra e la polvere della granata si diradava. Quell’oggetto,un'unica constatazione:una bomba.

-Gettala in mare,gettatela in mare!-urlò
disperato il soldato accasciato a terra.

Dincht afferrò il dispositivo,stava per lanciarlo via,ma improvvisamente si fermò come se avesse preso la scossa.Stavo per esplodere d’ira e angoscia. Qui ci avremmo lasciato la pelle.Gran bel modo di tirare le cuoia.

-Non posso lanciarlo! C’è una donna in acqua!-

-Non me ne importa! Che muoia!-strillò il soldato quasi piangendo.

-Blizzaga! Blizzaga! Blizzaga!-urlavano dietro di noi i tre ragazzi per domare le fiamme.

Una donna in mare!?

-Allora vedi di disattivarlo!! Dovresti essere in grado di farcela!-agitai il Gunblade nell’aria,menando fendenti a destra e a manca. Corsi verso il motoscafo,seguito dal soldato che trascinava il suo compagno. Ci raggiunsero anche gli altri tre. Ma Dincht si guardava attorno spaesato.

-Non possiamo lasciarla morire!-ribatté e si lanciò in acqua nuotando rapidamente,a grandi bracciate.

-Presto,presto! Qui saltiamo tutti in aria!!!-

Vidi Dincht trascinare la donna verso il motoscafo e aiutarla a salire. Misi in moto all’istante senza guardare in faccia nessuno. Il motoscafo partì a velocità massima proprio mentre dietro di noi si sentì un botto tremendo. Il fuoco danzava travolgente e la bomba esplosa generò un incendio di grandezza ulteriore.

Eravamo tutti sconvolti,smarriti,distrutti. Eppure,una volta preso un bel respiro e asciugatami la fronte madida di sudore, ai miei occhi non sfuggirono i capelli biondi della donna rannicchiata di fianco a Dincht.
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Spazio della autrice:Anche qui me ne approfitto per fare un ringraziamento speciale a Selhin,una scrittrice che stimo e apprezzo per le sue fanfiction. Ma soprattutto apprezzo la sua coerenza nel dare consigli^^ Spero ti piaccia il capitolo. Dolce Agonia è sempre più travolgente...Lasciate una recensione,mi raccomando!

  
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