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Autore: ivi87    19/05/2016    3 recensioni
Rose ha una domanda importante da fare al dottore ma la risposta non è delle più semplici.
Piccolo scorcio di vita sul Tardis con Rose e Ten collocabile in un qualsiasi momento della seconda serie.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor - 10, Rose Tyler
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sei felice?

 

 

 

“Sei felice, Dottore?”, mi chiese Rose una mattina mentre, seduti sulla soglia del Tardis con le gambe a penzoloni, ammiravamo i raggi di un sole ancora giovane illuminare Barcellona.

Il pianeta, non la città.  

Sul momento non risposi.

Che strana domanda da porre.

Non si era nemmeno voltata, fissava rapita quello spettacolo che la natura ci stava regalando.

“Hai vissuto molte vite, hai visto tragedie e atrocità, e porti sulle spalle il peso della distruzione del tuo pianeta. Ma hai anche visto bellezze indescrivibili. Hai conosciuto tante persone uniche e speciali”, le brillarono gli occhi e capii quanto trovasse straordinaria la mia vita. La nostra vita, ora.

Viaggiavamo da molto ormai ma per certi versi era ancora una cosa nuova per lei.

La sua mente aveva creduto per vent’anni all’impossibilità dei viaggi nel tempo e all’inesistenza di vita aliena.

Per quanto le nostre avventure insieme l’avessero messa di fronte alla realtà, alla verità, la mente umana era restia ad assorbire tale cambiamento.

Probabilmente ogni mattina temeva di svegliarsi nel suo letto, nella sua casa a Londra e solo dopo il trascorrere di alcuni minuti realizzava invece di essere sul Tardis.

Si era infine voltata, non sentendo alcuna risposta da parte mia.

Ma non era una riposta semplice quella che mi veniva richiesta.

Ero felice?

Dire non sarebbe stata la completa verità, rispondere no equivaleva a mentire.

“A volte”, sussurrai quindi.

Lei rimase in silenzio. Attendeva paziente -o forse sperava- che proseguissi a spiegarle i sentimenti contrastanti che albergavano il mio animo.

“Cerco di trovare un po’ di felicità ogni giorno. Non sono felice tutto il giorno, non potrei mai, il pensiero di Gallifrey… ma qualche volta sì”, non sapevo se le sarebbe bastata come risposta. Non era lontanamente corrispondente a quello che sentivo realmente, ma non volevo turbarla. Non era un peso che toccava a lei portare.

“Che cosa ti rende felice?”, mi aveva chiesto allora.

La sua semplicità e genuinità mi spiazzavano ogni volta.

“Che cosa mi rende felice?”, ripetei pensieroso.

“Sì”, aveva annuito sorridendo “Vorrei saperlo, per aiutarti. Se posso fare qualcosa che ti renda felice, vorrei farlo”.

Oh, Rose. Dolce Rose Tyler.

“Raxacoricofallapatorius”, esclamò raddrizzando la schiena di colpo mentre agitava l’indice in aria, scandendo a tempo le sillabe di quel pianeta.

Mi regalò un ampio sorriso mentre attendeva che afferrassi il perché di quell’uscita.

In un angolo non troppo remoto la vidi divertirsi a ripetere quel nuovo e buffo nome con me. Un altro me. Ma la sensazione piacevole e calda di felicità non era svanita con lui durante la rigenerazione, era custodita al sicuro dentro di me.

“Sì, quello è stato un momento felice”, breve, molto breve, ma indubbiamente felice.

Avvicinò la sua spalla, dando un leggero colpetto alla mia “Allora ripeti con me. Raxacoricofallapatorius!”.

“Perché, ti sembro triste?”, le domandai cauto.

Cercavo sempre di non darlo a vedere ma stava diventando brava a smascherarmi.

“Oggi sì”.

Era vero, era una di quelle volte in cui il ricordo di quel giorno mi sembrava insostenibile e mi chiedevo fino allo sfinimento se avessi avuto un’altra scelta. Se ci fosse stato un altro modo.

Cercai di sorriderle e la accontentai scandendo con lei il nome del pianeta.

“Te lo ripeterò ogni volta che sarai triste e starò attenta quando ti vedrò sorridere per catturare quel momento e riproportelo poi quando il tuo sorriso si sarà spento”, me lo aveva detto tornando a fissare quel sole alieno.

Come se guardandomi in faccia avesse avuto paura di mostrarmi quanto vulnerabile fosse in quel momento.

Fissai anch’io il sole e poi parlai.

“Rose Tyler, non ti dare pena. La tua presenza mi rende felice, più di quanto io meriti. Più di quanto avessi mai sperato. Se sono un po’ felice tutti giorni è solo per merito tuo”.

Deglutii in imbarazzo e sentii le nostre spalle toccarsi.

“Sono sicura che troverai pace”, esclamò dopo poco.

Non risposi nulla e lei non disse altro.

Percepii il suo sorriso, caldo come quel sole che non smettevamo di fissare e che ancora oggi, di tanto in tanto, torniamo ad ammirare, seduti l’uno accanto all’altra, cercando un piccolo attimo di felicità.

 

 

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Niente di speciale per la mia prima shot in questo fandom ma Ten e Rose sono l’amore e non ho resistito, volevo provare.

Etta, Sabri, questa è per voi :-*

 

Ivi87

   
 
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