Sei
felice?
“Sei
felice, Dottore?”, mi chiese Rose una mattina mentre, seduti
sulla soglia del Tardis con le gambe a penzoloni, ammiravamo i raggi di
un sole
ancora giovane illuminare Barcellona.
Il
pianeta, non la città.
Sul
momento non risposi.
Che
strana domanda da porre.
Non
si era nemmeno voltata, fissava rapita quello spettacolo che
la natura ci stava regalando.
“Hai
vissuto molte vite, hai visto tragedie e atrocità, e porti
sulle spalle il peso della distruzione del tuo pianeta. Ma hai anche
visto
bellezze indescrivibili. Hai conosciuto tante persone uniche e
speciali”, le brillarono gli occhi e capii quanto trovasse
straordinaria la mia
vita. La nostra vita, ora.
Viaggiavamo
da molto ormai ma per certi versi era ancora una cosa
nuova per lei.
La
sua mente aveva creduto per vent’anni
all’impossibilità dei
viaggi nel tempo e all’inesistenza di vita aliena.
Per
quanto le nostre avventure insieme l’avessero messa di fronte
alla realtà, alla verità, la mente umana era
restia ad assorbire tale cambiamento.
Probabilmente
ogni mattina temeva di svegliarsi nel suo letto,
nella sua casa a Londra e solo dopo il trascorrere di alcuni minuti
realizzava
invece di essere sul Tardis.
Si
era infine voltata, non sentendo alcuna risposta da parte mia.
Ma
non era una riposta semplice quella che mi veniva richiesta.
Ero
felice?
Dire
sì
non sarebbe stata la completa verità, rispondere no
equivaleva a mentire.
“A
volte”, sussurrai quindi.
Lei
rimase in silenzio. Attendeva paziente -o forse sperava- che
proseguissi a spiegarle i sentimenti contrastanti che albergavano il
mio animo.
“Cerco
di trovare un po’ di felicità ogni giorno. Non
sono felice tutto
il giorno, non potrei mai, il pensiero di Gallifrey… ma
qualche volta sì”, non
sapevo se le sarebbe bastata come risposta. Non era lontanamente
corrispondente
a quello che sentivo realmente, ma non volevo turbarla. Non era un peso
che
toccava a lei portare.
“Che
cosa ti rende felice?”, mi aveva chiesto allora.
La
sua semplicità e genuinità mi spiazzavano ogni
volta.
“Che
cosa mi rende felice?”, ripetei pensieroso.
“Sì”,
aveva annuito sorridendo “Vorrei saperlo, per aiutarti. Se
posso fare qualcosa che ti renda felice, vorrei farlo”.
Oh,
Rose. Dolce Rose Tyler.
“Raxacoricofallapatorius”,
esclamò raddrizzando la schiena di
colpo mentre agitava l’indice in aria, scandendo a tempo le
sillabe di quel
pianeta.
Mi
regalò un ampio sorriso mentre attendeva che afferrassi il
perché di quell’uscita.
In
un angolo non troppo remoto la vidi divertirsi a ripetere quel
nuovo e buffo nome con me. Un altro me. Ma la sensazione piacevole e
calda di
felicità non era svanita con lui durante la rigenerazione,
era custodita al
sicuro dentro di me.
“Sì,
quello è stato un momento felice”, breve, molto
breve, ma
indubbiamente felice.
Avvicinò
la sua spalla, dando un leggero colpetto alla mia “Allora
ripeti con me. Raxacoricofallapatorius!”.
“Perché,
ti sembro triste?”, le domandai cauto.
Cercavo
sempre di non darlo a vedere ma stava diventando brava a
smascherarmi.
“Oggi
sì”.
Era
vero, era una di quelle volte in cui il ricordo di quel giorno
mi sembrava insostenibile e mi chiedevo fino allo sfinimento se avessi
avuto
un’altra scelta. Se ci fosse stato un altro modo.
Cercai
di sorriderle e la accontentai scandendo con lei il nome
del pianeta.
“Te
lo ripeterò ogni volta che sarai triste e starò
attenta quando
ti vedrò sorridere per catturare quel momento e riproportelo
poi quando il tuo
sorriso si sarà spento”, me lo aveva detto
tornando a fissare quel sole alieno.
Come
se guardandomi in faccia avesse avuto paura di mostrarmi
quanto vulnerabile fosse in quel momento.
Fissai
anch’io il sole e poi parlai.
“Rose
Tyler, non ti dare pena. La tua presenza mi rende felice,
più di quanto io meriti. Più di quanto avessi mai
sperato. Se sono un po’
felice tutti giorni è solo per merito tuo”.
Deglutii
in imbarazzo e sentii le nostre spalle toccarsi.
“Sono
sicura che troverai pace”, esclamò dopo poco.
Non
risposi nulla e lei non disse altro.
Percepii
il suo sorriso, caldo come quel sole che non smettevamo
di fissare e che ancora oggi, di tanto in tanto, torniamo ad ammirare,
seduti
l’uno accanto all’altra, cercando un piccolo attimo
di felicità.
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Niente di
speciale per la mia prima
shot in questo fandom ma Ten e Rose sono l’amore e non ho
resistito, volevo
provare.
Etta, Sabri,
questa è per voi :-*
Ivi87